In questa seconda (e per adesso ultima) parte Roberto Verolini risponde al professor Catalano e a Fabrizio Fratus. Lo ringrazio per i suoi post, che mettono in luce come gli antievoluzionisti ancora non abbiano una teoria scientifica accettabile. Con un avviso per tutti i protagonisti della querelle ( me compreso):, non mettiamola sul personale e atteneniamoci solo alla questione scientifica. Prossimamente posterò un "riassunto ragionato con i link"
RISPOSTA AL PROFESSOR CATALANO:
Riconosco volentieri al professor Catalano il merito di aver indicato punti precisi di confronto senza inopportuni e spiacevoli personalismi. Le mie risposte potranno dunque essere, grazie alla nettezza delle sue argomentazioni, molto dirette e sintetiche:
1. Sì, si hanno numerose evidenze che mostrano come l’ambiente “sia in grado di realizzare un processo di selezione della forma … attraverso un processo cieco per prova ed errore" (vedere sotto per gli aspetti strutturali). Queste evidenze vengono, as esempio, da esperimenti di chimica prebiotica e complessi progressivamente autocatalitici. Altri contributi? Un nome (e provocazione!) tra i tanti: il prof. Sermonti.
2. In merito alla possibilità di formazione di strutture anatomiche complesse (le conchiglie etc.) non penso sia oltremodo importante sapere “se alcune forme fossili del Cambriano presentano la stessa spirale dei molluschi ancora oggi viventi" ma se si possono effettivamente realizzare, o meno, per via immanente. Questo era il nodo del discorso. Comunque: sulla differenza o meno delle forme non ne sa nulla l’evoluzionista? Forse. Ma neanche il creazionista. Il problema però è un altro: è quello della possibilità di formarle con il meccanismo proposto dall’evoluzionismo. Ebbene, la teoria dell’evoluzione adottata in ambito scientifico propone indizi a favore di questa possibilità.
E vorrei rimarcare come questo stato dell’arte non corrisponde all’avere in tasca una teoria assoluta e definitiva; ma solo una teoria, come le altre, da sottoporre continuamente a verifiche. Ora, sia a chi dice "no" che a chi dice "si" io chiedo lumi. Sinora ho significativi e ripetuti indizi per il "sì" e nessun serio indizio (Popper, dove sei?) – se non... "non riesco a capire come" o apodittici "è impossibile" – per il "no"! Il nostro "non riuscire a capire" non è sinonimo di impossibilità. E il capire o non capire è anche fatto di contesto. Attenzione: in nessuna scienza il non capire ha implicato… invocare enti sovrannaturali o dinamiche divine. Sarebbe la morte della scienza. E poi: nell’esempio della piuma fluttuante alla Forrest Gump che non si presta alle esigenze di una scienza ‘galileiana’ da suffragare con esperimenti riusciti si ricorre a limiti umani di computazione, senza invocare divinità o impossibilità di principio, mentre per l’emersione di forme biologiche sì? Mi sembra molto parziale questo diverso atteggiamento. Il primo è solo un problema di calcolo e non di principio? Non lo si può galileianamente sostenere… dunque: è metafisica? Sia chiaro: non lo sostengo. Ma tant’è!
E ancora: "diversamente credente” io per sostenere certe dinamiche? Professor Catalano, io non mi sono mai minimamente spacciato per presuntuoso assertore di verità definitive, o quant’altro. Mi reputo umile ricercatore interessato di temi inerenti l’evoluzionismo, i rapporti tra scienza e metafisica, i limiti e i valori di modalità di conoscenza come scienza, filosofia e… a margine, critico valutatore di asserti teologici. La mia è una ricerca personale, nulla più. Solo che cerco di tenere ben distinti gli ambiti e i limiti di ciascuna di quelle modalità. Checché se ne dica, sono da sempre "agnosticamente" aperto al dialogo e all’ascolto delle tesi di tutti i miei interlocutori: la mia presenza agli incontri AISO lo dimostra. Non mi si perorino, dunque, come alternativa all’odierna conoscenza scientifica, ipotesi cosmogoniche cosmologiche che potevano andar bene per antiche popolazioni di agricoltori/allevatori del medio oriente. La vera scienza vive di critiche: ebbene, lo stesso vale per le posizioni contrapposte. Dunque: Vino nuovo in otri nuovi. Sto sostenendo questo, null’altro.
In merito agli "avatar intenzionali", no, la selezione naturale non è un agente intenzionale, ma manifestazione di una realtà naturale immanente profondamente strutturata, complessa, vincolata a fattori dimensionali, fisico - chimici, ecologici, storici e quant’altro – ed è a questa realtà e su questa realtà (pre-biotico / genetica) che si rifanno i genomi e su cui poggia l’emersione dei fattori biologici e del fenomeno – non agente intenzionale, ripeto – della selezione naturale. E quella realtà presenta una sua intrinseca struttura informazionale. Vorrei ribadirle, semmai ce ne fosse bisogno, la radicalità della mia posizione agnostica: io non mi pronuncio mai sull’eventuale causa ontologica prima della realtà naturale come fa di solito il credente o l’ateo: ignoro questo aspetto e lo ammetto. Ma non ho bisogno di tali affermazioni visto che le alterne opzioni che prendo filosoficamente in considerazione risultano nella prassi assolutamente affrancate dai contenuti delle congetture proposte per cercare di rispondere a tale quesito metafisico. Un quesito che almeno deve essere rimandato a quel che dovrebbe aver causato la realtà naturale, ovvero al Big Bang – e se fosse possibile – alla sua causa. (N.B. sa di certo che recenti ricerche su fluttuazioni cosmiche primordiali sembrano indebolire l’uguaglianza Big Bang=creazione tanto invalsa tra credenti… per la serie… la scienza sorprende sempre per il suo immanente e pervasivo essere epistemologicamente in fieri!)
Vede, comprendo come lei non abbia avuto l’opportunità di conoscere con sufficiente dettaglio le mie posizioni: questo spiega molte cose. Mi permetta: lei sì che ha replicato alle mie affermazioni. Le riconosco questa sua correttezza!
RISPOSTA A FABRIZIO FRATUS
Ho lasciato per ultima la risposta a Fabrizio perché, con lui avevo pensato di aver fondato un simpatico e rispettoso rapporto personale. Ma, caro Fabrizio (ti do del tu, se permetti) sono rimastoamareggiato dal tenore sconveniente delle tue risposte. Proprio mentre stavo preparando questa risposta ho letto dei tuoi post sul blog "la destra" e "il talebano", in cui hai reiterato un atteggiamento… decisamente sconcertante.
In soldoni: ho accettato gli inviti dell’AISO e spero di aver onorato l’ospitalità con un comportamento di rispetto – pur se fermo nei miei distinguo – nello spirito di un corretto confronto.
No, non voglio “… entrare a far parte del circuito della “nomenclatura evoluzionista”… ", "ottenere riconoscimenti in gotha evoluzionistici, pubblicità o notorietà", come si è insinuato. Non ho il minimo intento di essere parte di questi circuiti: sono un semplice studioso che cerca di capire le cose per se stesso. Se però questo è quel che si sospetta posso declinare ogni ulteriore invito e tranquillamente andare per la mia strada: ciò c’è alcun problema. Poi. Le uniche considerazioni personali che mi son permesso con te sono state limitate, bonariamente, alla tua sola… passione calcistica. Dunque mi si dovrebbe spiegare dove e perché mi sia comportato da "saccente, arrogante e presuntuoso". Io affronto confronti personali in modo diretto ma discreto: se ho da dirti qualcosa di personale mando una mail. No, mi è sembrato molto garbato un certo tuo tono.
Cos’è per te saccenteria, arroganza e presunzione, difendere in modo innanzi tutto personale, netto e con ragionamenti posizioni differenti da quelle dell’AISO, e in generale degli anti-evoluzionisti? In risposta alle mie affermazioni hai indicato le opinioni personali di gente come Hack, Formenti etc., affermato che io non abbia "… compreso bene cosa sostengono gli anti-evoluzionisti e i creazionisti".
Che c’entrano la Hack e il Formenti, che secondo te sono veri anticreazionisti, con quanto io ho detto e scritto? Ho esposto le mie idee e rispondo di quel che io ho detto. Si valutino i contenuti delle mie affermazioni, come ha fatto il prof. Catalano. Se non garbano, non è un mio problema.
Le mie argomentazioni sono “pretestuose e decisamente poco veritiere"? Quali, dove e perché, di grazia? Evochi dogmi materialisti e improbabili sillogismi evoluzionismo/ateismo: che c’entrano con le mie tesi? Citi Marco Ferrari, il quale avrebbe voluto evitare figuracce a me e Piombino scrivendo che “non siamo propriamente degli evoluzionisti"? Ringrazio il sig. Ferrari, ma… non serve. E perché poi? Chi è ‘vero evoluzionista’? Chi propone la canonica teoria darwiniana, penso. Allora, io e Aldo – da quel che ho sentito – siamo perfetti evoluzionisti!
NOTA DEL REDATTORE: Marco ha successivamente spiegato cosa voleva dire: non abbiamo specifici studi universitari in biologia evoluzionistica, solo quello e temeva delle "trappole".
Ebbene: io mi limito a questo: all’aspetto concreto. Non speculo sull’evoluzionismo – sia pro che contro – ai sensi di personali posizioni ideologiche pregresse o quanto meno faziose, come fai nel mentre scrivi (permetti? affermazione filosoficamente sballata) che il "neodarwinismo è una religione su cui si fonda il pensiero ateo”! Signori, atteniamoci ai soli fatti e contenuti! Il neodarwinismo è ateo? Così come sono atee, allora, E=mc2 o F=ma? Ma scherziamo? Caro Fabrizio: a Roma eri dei nostri quando ho chiarito l’inconsistenza epistemologica dell’associazione evoluzionismo = ateismo?
La scienza non è atea: è epistemologicamente e intrinsecamente agnostica (a-gno-sti-ca! Sapresti indicare teorie scientifiche atee? O cattoliche… o quant’altro?
L’ateismo poi è filosoficamente disarticolato dall’evoluzionismo e storicamente anteriore. Ovvio poi che l’evoluzionismo possa corroborare un certo ateismo, che indico come reattivo, ma non ne è la causa: questa è una banale farlucca! L’evoluzionismo, di per sé agnostico, è in contrasto con aspetti formali di specifiche credenze religiose e di conseguenza, confutando tali contenuti, induce il loro ripudio. Tutto qui.
In sintesi, prima di sciorinare accuse di saccenteria, arroganza etc., prego attenersi a quel che sostiene l’interlocutore: e ho proposto cose ben diverse e circostanziate nei confronti di tali boutade e di certe repliche. Capisco: il calcio è per molti… ma non per tutti.
Sottolineo poi il passo in cui scrivi come “Roberto Verolini, in un passaggio del suo doppio post, sostiene che anti-evoluzionisti e creazionisti sono in confusione… ohi ohi ohi professor Verolini, ricordiamo che l’anno scorso, durante il contraddittorio a Milano, il professor Ferdinando Catalano ha dovuto mettere ordine alla tua confusione sul concetto di “informazione” spiegando, davanti ad un pubblico di oltre 130 persone, che l’informazione ha sempre necessità di intelligenza". A prescindere dalla mancanza di rispetto del brano; caro Fabrizio, la tua memoria sembra molto selettiva: dimentica quel che non garba? Replicai alle modalità con cui si propose il tema "informazione e entropia" invocando l’autentico significato scientifico di quest’ultima (variazione di spazi di stato controfattuali equiprobabili, etc. e non la vulgata disordine / ordine) che conduce a ben distinte conclusioni. Strano: nessuna traccia mnestica o… rimozione freudiana?
E sono stato saccente, arrogante e presuntuoso nell’affermare che il creazionismo non è scienza (fatto ammesso anche da Catalano!) e che l’evoluzionismo, ricorrendo a soli aspetti immanenti è l’unica ipotesi oggi conosciuta capace di assumere lo status epistemologico di teoria scientifica? Ma è la realtà! Cosa posso farci? Oppure: lo sono stato nel mentre riconosco che non tutti gli eventi e fenomeni biologici sono descritti dall’odierna teoria dell’evoluzione e che sono – io, come quegli evoluzionisti che non sono caduti nell’errore del supportare le personali convinzioni metafisiche con questa o quella teoria scientifica – sempre ben disposto ad ammettere integrazioni, revisioni? (sempre epistemologicamente valide però! Ovvero, fondate su enti, fatti e fenomeni immanenti e non… su improbabili interventi sovrannaturali tra l’altro… teologicamente goffi e niente affatto necessari!)
E infine: sono forse saccente, arrogante e presuntuoso nel riferirmi alla "proposta indecente" (è solo ironia eh!) di Harun Yahya, su cui ci si è arenati sul mio conto in banca senza notare come indicassi l’assoluta infondatezza epistemologica della stessa proposta di tale autore? Non nascondiamoci dietro le mie disponibilità di denaro quando non si sa cosa rispondere… Il solito errore: si guarda la mano che indica la Luna e non quest’ultima! Il fatto è che non esiste alcun dato empirico capace di provare in modo definitivo una teoria scientifica; non solo l’evoluzionismo: qualsiasi teoria. Questo è noto oramai da decenni alla filosofia della scienza! Quel che ho voluto indicare con tale provocazione è poi il secondo, fondamentale errore concettuale – ergo filosofico – in cui è caduto Harun Yahya: errore celato nei mantra che ripete in quasi ogni pagina del suo mastodontico libro. Libro che ho letto, caro mio, perché io leggo i lavori dei miei interlocutori! Allora leggilo e scoprilo. Poi prendine atto e esponi, se vuoi, le tue osservazioni.
Concludo: non ho intenzione di calarmi in defatiganti contenziosi. Non mi interessa contrapporre opinioni a opinioni, come disse Nietzsche: voglio solo cercare di sapere se ho torto o ragione sulle cose. Onestamente, con rispetto reciproco e nel reciproco aiuto. Altrimenti la cosa finisce qui. Un saluto a tutti voi…
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