È fuori dubbio che l'Australia, a causa del suo isolamento, mostri faune e flore assolutamente particolari, capitanate dai classici canguri. Questo succede non solo nella terraferma ma anche nei mari che circondano il continente – isola. Guardiamo questa foto: non è uno scherzo, è un pesce. Anzi, ne esistono 14 specie diverse nei fondali dei mari intorno all'Australia. Si tratta degli handfish, o “pesci-mano”. La loro classificazione è ancora incerta: le abitudini piuttosto sedentarie e un tasso di dispersione molto basso, fanno sì che gli areali di diffusione siano estremamente ristretti (anche meno di un kilometro quadrato) per cui la diffusione in più areali ma fra i quali non ci sono contatti fra le relative popolazioni (è il caso per esempio del pesce-mano maculato) fa sì che probabilmente molte di queste popolazioni si stiano avviando a distinguersi in specie diverse
La loro caratteristica principale è che 4 pinne si sono trasformate in... zampe. Sì, in zampe: i pesci-mano infatti non nuotano, ma camminano lentamente sul fondo marino. Vivono a varie profondità, da pochi metri fino addirittura ai 200 metri, l'importante è che il fondo sia roccioso.
Le branchie non sono molto visibili, a differenza di quasi tutti gli altri pesci, ma appaiono come dei piccoli pori nelle vicinanze delle pinne pettorali. La pelle non presenta scaglie ma è piuttosto liscia, tranne che per la presenza di alcune piccole spine.
Sono animali molto elusivi e anche rari, lunghi pochi centimetri, al massimo 15, molti minacciati di estinzione. Il CSIRO (il CNR australiano) ha svolto una serie di ricerche specialmente intorno alla Tasmania a proposito di questi pesci, di cui alcuni sono classificati come specie minacciate di estinzione o a grave rischio di estinzione. Si sa poco delle loro abitudini ma è assodato che il pesce-mano maculato (spotted hand-fish), di cui è in atto un grande sforzo per la conservazione, si nutre di piccoli pesci, stelle marine, vermi e gamberetti. In generale per deporre le uva hanno bisogno di superfici verticali Le femmine raggiungono la maturità sessuale all'età di 2 anni e rimangono vicine alle uova fino alla schiusa, da cui escono individui già pienamente formati.
I pesci-mano camminano sfruttando 4 pinne di cui la coppia posteriore è veramente grande e dotata di 6 raggi per pinna. Quelle anteriori hanno solo 4 raggi
Appartengono all'ordine dei lofliformi, e sono dunque parenti stretti di quegli strani pesci abissali fra i quali alcuni hanno sviluppato con la prima pinna dorsale una appendice che serve da esca.
Secondo il ministero dell'ambiente australiano anche l'Uomo sta facendo diverse azioni che ostacolano la vita dei pesci-mano: introduzione di specie che disturbano il substrato roccioso (come una stella marina probabilmente arrivata accidentalmente attaccata a qualche nave), inquinamento, aumento del contenuto di sedimenti fini dovuto alla deforestazione che aumenta il carico solido dei fiumi, i dragaggi e altre interferenze delle attività umane lungo le coste e, non ultima, la cattura di esemplari per gli acquari (dopotutto sono pesci molto particolari...). Il declino dovrebbe essere iniziato negli anni 80 del XX secolo.
Un sito creazionista avverte come non ci sia nessuna possibilità che i pesce-mano siano un anello mancante fra pesci e vertebrati terrestri, proseguendo con il solito pistolotto antievoluzionista sulla mancanza di anelli di congiunzione.
Il problema è che nessuno ha mai detto e non dirà mai una cosa del genere: i pesci-mano non sono dei “reduci” del Devoniano medio, l'età in cui poco meno di 400 milioni di anni fa altri pesci trasformarono le pinne in zampe e nacquero i tetrapodi, in quanto gli hand-fish sono normali pesci ossei attinopterigi, quindi con le pinne a raggi, mentre gli antenati dei vertebrati terrrestri, i ripidisti, erano crossopterigi, pesci con le pinne carnose come gli odierni celecanti e dipnoi. Nei crossopterigi le pinne mostrano un sistema di ossa omologo a quello dei vertebrati terrestri, con le serie omero, radio/ulna e femore – tibia/perone. Nulla del genere esiste nei pesci-mano in cui quattro pinne inferiori si sono molto rinforzate e consentono agli animali di camminare sul fondale piuttostochè di nuotare. Al proposito bisogna notare che a causa del peso maggiore dell'acqua è più facile stare sollevati in acqua che in aria e i pesci-mano non sarebbero in grado di "camminare" sollevandosi con le pinne in atmosfera.
Quindi pesci-mano e ripidisti sono un ottimo esempio di convergenza evolutiva e gli hand-fish possono forse dare un'idea di come si comportassero gli antenati dei vertebrati terrestri, in particolare animali come Acanthostega, un pesce fornito di zampe ma ancora incapaci di sorreggere il corpo fuori dall'acqua. Con però alcune differenze: Tiktaalik, Acanthostega e compagnia vivevano in acque ancora più basse e cercavano pure di respirare aria dall'atmosfera, mentre i pesci-mano rimangono sul fondo marino respirando con delle normalissime branchie. Di certo i ripidisti hanno avuto condizioni molto più facili per abitare le terre emerse: in primo luogo, tolti degli artropodi (insetti o aracnidi) le terre emerse erano disabitate e quindi mancavano dei competitori adeguati (cosa che infatti non ha permesso successivamente ad altri gruppi di operare questo passaggio); in secondo luogo avere incominciato già nell'acqua a respirare con la bocca è stata una chiave di volta fondamentale per poter vivere all'aria aperta.
Anche la differenziazione dei pesci-mano è molto successiva a quella dei ripidisti: in particolare secondo i dati attualmente disponibili ci dovrebbe essere stata una loro fioritura all'incirca una cinquantina di milioni di anni fa, quindi nell'Eocene inferiore.
Detto appunto della strana pinna dorsale degli anger-fish, in calce al post vorrei segnalare un altro pesce dotato di pinne piuttosto particolari, anche se non viene dall'Australia, il “pesce-treppiede” o tripod-fish, Bathypterois grallator.
Questi pesci vivono in acque molto profonde e sono ermafroditi, cioè hanno sia gli organi sessuali maschili che quelli feminili, un adattamento probabilmente importante per una specie che vive in un ambiente piuttosto buio e in cui la densità della popolazione appare piuttosto scarsa. Non è un pesce molto studiato, anche per la sua elusività. Dotato di una bocca molto grande, ha gli occhi molto piccoli: la vista serve a poco nelle profondità e questo fa pensare che in qualche modo riesca a sentire le vibrazioni che le potenziali prede provocano quando si muovono.
In Bathypterois grallator le pinne anteriori e un lobo di quella caudale si sono allungate in maniera tale da consentirgli di stare sollevato dal fondo marino ed avvistare così i crostacei di cui si nutre mentre camminano sul fondo marino. Bathypterois grallator è in una ricca compagnia di pesci simili che vivono negli oceani nella fascia tropicale, e anche nel Mediterraneo (Bathypterois dubius). Evidentemente è meno faticoso aspettare la preda stando fermi su un treppiede che nuotare di continuo....
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