venerdì 11 giugno 2010

Un nuovo navigatore transoceanico: il coccodrillo marino australiano

I grandi coccodrilli marini sono fra gli animali più noti e più temuti dell'Australia settentrionale. Hanno ispirato film come Mr Crocodile Dundee ed erano il soggetto favorito da parte del quasi leggendario Steve Irwing, il documentarista australiano che dopo aver sfidato coccodrilli, serpenti ed altri animali, morì nelle acque della grande barriera corallina punto dall'aculeo di una razza acquattata sul fondo marino della cui presenza non si era accorto.
L'aerale di diffusione di Crocodylus porosus è molto vasta: dall'India orientale fino alle isole Fiji, passando per tutte le isole dell'Indonesia, Filippine Australia e Viet-Nam. Abitano sia le coste che gli estuari e possono spingersi nei fiumi dell'interno Essendo i coccodrilli dei predatori “generici” nella loro dieta c'è praticamente di tutto (uomo compreso e persino squali). Sembra che on passato popolassero anche le Seychelles. Anche se vivono parecchio in mare non possiamo considerarli animali marini alla stregua di altri rettili come le tartarughe

Normalmente i maschi raggiungono una lunghezza di 6 o 7 metri ma ci sono testimonianze (non si sa quanto attendibili) di individui di lunghezza superiore.

Anche se non è il più lungo coccodrillo vivente, è sicuramente il più grande in quanto è più massiccio del suo cugino nilotico. È persino possibile che la figura leggendaria del drago cinese sia in realtà derivata da questo animale o da un suo affine estinto (a causa della caccia intensiva le sue dimensioni pare si siano un po' ridotte)

Nonostante l'ambiente in cui vive Crocodylus porosus non è considerato un grande nuotatore e ai biologi appariva un po' strana la sostanziale uniformità della specie in un areale così vasto e, soprattutto, come poteva essere presente lungo le coste di isole remote (anche considerando che l'abbassamento del livello marino negli ultimi episodi glaciali ha consentito dei passaggi adesso impossibili).

In effetti c'erano voci di coccodrilli trovati in mare a grande distanza dalle coste ma le loro capacità natatorie sono state rivelate molto recentemente, tantochè fino a pochi anni fa Hamish Campbell, biologo dell'università del Queensland poteva affermare “siccome sono cattivi nuotatori, appare molto difficile che i coccodrilli possano attraversare grandi spazi oceanici.”

Lo stesso Campbell però si è dovuto ricredere. Qualche anno fa, quando era ancora vivo Irwing, i ricercatori misero delle trasmittenti a dei coccodrilli che si trovavano nel Kennedy River, un fiume posto nel margine nordorientale del continente – isola, la Cape York peninsula, e noto per i suoi meandri che si sovrappongono come da manuale di idrologia. Lo scopo della ricerca era capire il loro comportamento territoriale e videro che erano capaci lungo il fiume di percorrere anche una cinquantina di kilometri al giorno ma si fermavano quando le correnti andavano nel senso contrario

A questo punto hanno riesaminato i dati che avevano preso in precedenza su animali tracciati con radiocollari in mare e li hanno incrociati con quelli delle correnti marine. E' stato notato un comportamento simile e cioè che i coccodrilli sanno in che direzione andare e aspettano per farlo che le correnti siano favorevoli.

Non è ancora sicuro il motivo di questo comportamento, ma è stata notata una correlazione fra questi viaggi (che non possono essere considerati migrazioni) e le vere migrazioni che compiono alcuni pesci.

I coccodrilli quindi più che nuotare attivamente riescono a farsi trasportare dalle correnti marine e quindi sono dei nuotatori passivi. In quanto alla lunghezza di questi trasferimenti, in parte è dovuta alla eccezionale fisiologia di questo gruppo di animali che consumano ben poca energia e quindi possono affrontare meglio di altri situazioni di penuria di cibo (e anche senza bere, visto che devono assumere acqua dolce e non acqua salata).

Questa scoperta riesce quindi a risolvere il problema della omogeneità della specie in un areale così vasto: grazie a questi viaggi transoceanici il pool genetico di uno specifico areale non riesce a differenziarsi in maniera da formare una nuova specie.

3 commenti:

Alfa ha detto...

Interessante. Ma un coccodrillo marino è l'ultima cosa che vorrei incontrare facendo il bagno in mare...

Aldo Piombino ha detto...

fra quello, uno squalo bianco eun'orca affamata direi che le differenze potrebbero essere poche...
forse il cocco sarebbe più doloroso perchè è meno efficace... voto anche io per lui...

Alfa ha detto...

Effettivamente le alternative non sono un granché...

Ciao e complimenti ancora per il tuo blog, sempre pieno di notizie interessanti!