martedì 3 novembre 2009

Yeti, Almas, Bigfoot: un filo lega queste creature mitiche ai Neandertal?


Devo delle scuse a Lorenzo Rossi di www.criptozoo.com : l'area di diffusione dei neanderthaliani comprendeva anche l'Asia settentrionale e quindi ho provveduto a precisare quello che avevo affermato in http://aldopiombino.blogspot.com/2009/01/lestinzione-di-homo-neanderthalensis-e.html , chiedendogli delle scuse formali per essere incorso in un così grave errore.

Continuo a pensare che sia impossibile quello che afferma Rossi (peraltro il suo sito è molto ma moto interessante) e cioè che l'Almas sia una creatura veramente ancora esistente nei monti Altai: nessuno lo abbia mai avvistato o, meglio, come per lo Yeti dell'Himalaya e il Sasquatch (o “bigfoot”) della costa pacifica nordamericana non ci sono prove certe. E' vero che la foresta africana continua a dare delle sorprese (addirittura un paio di anni fa è stata trovata una nuova specie di scimmia), ma dubito che creature del genere possano esistere in continuità senza essere state ritrovate fino ad oggi in un ambiente molto più scoperto di una foresta tropicale.
Sia sullo Yeti che sull'Almas esistono delle supposte testimonianze, talvolta fassurde (ne cito a caso una: un Almas sarebbe stato catturato durante la seconda guerra mondiale da soldati del'Armata Rossa..... ). Su Bigfoot esiste una certa letteratura; ci sarebbero anche immagini e un filmato, ma la probabilità che siano dei falsi è altissima, come afferma lo stesso Lorenzo Rossi.

L'ostacolo maggiore che mi viene in mente è la quantità della popolazione necessaria per continuare una stirpe, anche se non occorrono numeri enormi: i Tasaday, indigeni delle Filippine, quando furono “scoperti” nel 1971 erano meno di 30. Vero che al proposito alcuni studiosi hanno pensato ad un falso orchestrato dall'allora dittatore filippino Marcos (e ovviamente della CIA), ma sono state avanzate diverse prove linguistiche e non che attesterebbero la realtà di questo fatto. Se i Tasaday non sono un falso si dimostra come anche piccole bande neanderthaliane potrebbero essere sopravvissute isolate all'avanzata dell'Uomo Anatomicamente moderno (e chiaramente è più facile che sia successo sui monti e non nelle steppe) .


“Creare” una leggenda non è difficile, basta pensare a tutte le idiozie che si diffondono in rete. Ma voglio raccontarvi una storiella. Metà degli anni '80, un nostro amico (Fxxx per la privacy) aveva la fama di avere sempre una “certa dose di fortuna” nel trovare parcheggio anche nei posti più congestionati. Al che qualcuno, mi sembra il Pucci (cognome molto diffuso e quindi privo di conseguenze per la privacy) cominciò ad evocare lo “spirito del Fxxx” quando c'era da parcheggiare. Ovviamente la battuta ebbe un certo successo e quando si cercava parcheggio si diceva "Spirito del Fxxx, se ci sei dacci un segno". Mi ricordo una volta a Fiesole che, disperato, dissi “ci vorrebbe lo spirito del Fxxx”: non feci in tempo a finire il cognome che si illuminò la luce di retromarcia di una macchina. Ridendo e scherzando ancora oggi a 25 anni di distanza, alcuni miei amici (che non hanno mai conosciuto Fxxx!) continuano ad evocarlo (fra questi uno è un esponente degli atei razionalisti....). Chiaro che nessuno al giorno d'oggi si sogna di divinizzare Fxxx, ma in altri tempi poteva benissimo nascere su uno come lui una leggenda. Magari era uno che con un odorato superiore riusciva a sentire gli odori degli animali prima degli altri e portava i suoi verso la giusta zona per la battuta di caccia. Oppure uno con altre qualità o che ha avuto la fortuna di trovarsi alcune volte al posto giusto nel momento giusto. Le leggende nascevano anche così.

Ci sono casi in cui i miti hanno una giustificazione zoologica. Ad esempio la presenza di un occhio solo centrale evidenzia in modo quasi matematico che la leggenda dei ciclopi è nata grazie ai teschi di elefanti che, come è noto, non hanno due cavità occipitali ma ne esibiscono una unica. Anche fra sirene e, appunto, Sirenidi (lamantino e dugongo), ci sono delle somiglianze. I draghi cinesi, lunghi e affusolati, fanno quasi pensare a dei coccodrilli giganteschi (quelli marini australiani non vivono tanto lontano). Il Thunderbird delle leggende indigene nordamericane potrebbe essere stato un Condor con una apertura alare di oltre 3 metri. Al proposito io penso invece a un grande uccello carnivoro non volatore, il Titanis Wallneri. Sembra pure che nei miti nordamericani sia rimasta anche l'eco del mammuth, estintosi in zona oltre 13.000 anni fa. Come, in un altro campo, sono convinto che anche il mito di Atlantide nasconda dietro qualcosa e persino uno tsunami che ha colpito la costa pacifica nordamericana nel 1700 è stato dimostrato grazie allo studio di alcune leggende.



Ed eccoci al punto. Non essendo un esperto del ramo, è probabile che le mie conoscenze in materia tendano a semplificare le cose. Sosteniamo pure che Almas, Yeti e Sasquatch (o Bigfoot in inglese) non abbiano fondamento alcuno. Però mostrano una caratteristica piuttosto strana: le genti che ne parlano (tibetani e tribù nordamericane della famiglia Na-Denè) hanno una probabile origine comune e proprio nella zona degli Altai.

I tibetani geneticamente provengono da territori più a nord di quelli che occupano attualmente.
I Na-Denè costituiscono un raggruppamento geneticamente e linguisticamente distinto dagli amerindi classici, e sarebbero arrivati nel continente dopo gli amerindi ma prima degli eskimo-aleuti. E' stata accertata la loro parentela, specialmente linguistica, con le popolazioni siberiane che parlavano lingue inquadrate nella famiglia linguistica siberiana, attualmente estinte (tranne una, il Ket, ormai però destinata alla rapida scomparsa, essendo parlata solo da pochi anziani).
Le lingue lingue siberiane rappresenterebbero una specie di anello di congiunzione che ha dato carburante ai sostenitori della parentela fra le lingue sino-tibetane, quelle na-dene e quelle caucasiche raggruppandole nella superfamiglia sino-dene-caucasica. Testimonianze dell'Almas arrivano anche dal Caucaso.
Un'altra coincidenza? Ammettiamolo: è un pò strano. Alcuni studiosi americani sostengono che il mito di Big Foot abbia radici molto antiche, di prima della migrazione in America (non esiste nelle culture amerinde).

Questa circostanza mi suggerisce che qualcosa di vero in queste leggende debba esserci per forza.
Ma, alla fine, chi era Almas / Yeti / Bigfoot?

Qualcuno ha pensato che le radici siano nel ricordo del Gigantopitecus, un primate di dimensioni gigantesche di cui in Cina sono stati trovati dei fossili, ma ci sono un paio di considerazioni che impediscono tutto questo: Gigantopitecus si sarebbe estinto 400.000 anni fa, davvero troppi per poter continuare a vivere nelle leggende e poi, un primate per vivere a queste temperature deve come minimo coprirsi di qualche vestito.  Pertanto se è un primate, allora è un uomo che ha sviluppato la necessaria tecnologia per resistere al freddo (abiti di pelliccia). Se non lo è, l'unica soluzione che mi viene in mente è un orso. Ma l'orso non cammina comunemente su 2 zampe e quindi siamo puno e a capo.


A questo punto, stabilito che l'origine del mito è l'Asia Centrale,(o il Caucaso) l'idea più ovvia è che questa creatura fosse davvero un uomo. Quale? Le dimensioni sono sicuramente maggiori rispetto ai nostri diretti progenitori. Questo esclude Homo Erectus e si adatta benissimo ai Neandertal, sicuramente più robusti dei Sapiens e che per la loro superiorità fisica hanno resistito a lungo fino a tempi recenti: infatti la sensazione comune è che Sapiens abbia prevalso avendo tecnologie migliori e se notiamo le carte sull'espansione dell'Uomo anatomicamente moderno vediamo come all'inizio si sia dovuto tenere lontano dalle aree occupate dai neandertaliani, riuscendo a sopraffarli soltanto dopo aver affinato le proprie conoscenze.

Quindi l'ipotesi più plausibile è che queste leggende si riferiscano a Neandertaliani rimasti isolati in Asia dall'avanzare dei sapiens e sopravvissuti per un po' di tempo.

Una questione importante è datare questa storia. La conquista dell'Asia settentrionale da parte dell'Uomo Anatomicamente Moderno data a circa 40.000 anni fa e gli ultimi Neandertal sicuramente attestati sono quelli di Gibilterra, poco meno di 30.000 anni fa. Questo tuttavia non può escludere che uno o più piccoli nuclei possano essere sopravvissuti in Asia nelle montagne.A questo proposito alcune ricerche tendono ad escludere che in neandertaliani fossero molto numerosi e quindi la loro struttura era di piccolissime bande disperse in un vasto territorio.

In quanto alla datazione, se Almas, Yeti e Sasquatch rappresentano lo stesso mito, è evidente che debba essere anteriore alla migrazione dei Na-Denè verso l'America, tra 10 e 15 mila anni fa, quindi dopo l'ultimo massimo glaciale quando – circa 20.000 anni fa – l'Asia settentrionale anni fu travolta dal freddo. La cosa potrebbe riflettere la presenza di piccole bande residue di neandertaliani in un ambiente molto freddo, in cui erano ancora capaci di resistere meglio dell'Uomo anatomicamente moderno. In questo caso, il progressivo riscaldamento da 20.000 anni fa in poi è stato loro fatale.

Sarebbe veramente interessante trovare delle prove dell'esistenza di queste creature. purtroppo per adesso siamo solo nel campo delle ipotesi.

EDIT: Lorenzo Rossi mi ha scritto una puntualizzazione che riporto integralmente:
 
Ti posso assicurare che non affermo nulla di simile, come sottolineo anche nel mio libro sull'argomento, non esistono prove solide circa l'esistenza di queste creature. Semmai è vero che però non ho in merito una posizione certa, in pratica rimango possibilista anche se si tratta di eventualità davvero molte remote, e inoltre anche ipotizzando che questi esseri esistano davvero la loro origine (neandertaliani o qualunque altra cosa) sarebbe tutta da stabilire. Il mio libro si intitola "gli ultimi neandertal" perché esamina la teoria secondo cui questi presunti esseri sarebbero appunto neandertaliani, ma non per questo la abbraccio ciecamente.

9 commenti:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Ti segnalo che un consistente numero di neanderthaliani è stato segnalato nelle valli alpine e subalpine. Si esprimono a grugniti e indossano una camicia verde. I capobranco hanno giacca e pochette verde al taschino. Più che grandi sembrano grassi, come dimostrerebbe l'esemplare di Homo neanderthalensis borghezii ritrovato in Piemonte.

David Bressan ha detto...

purtroppo devo dire che il libro per gran parte si basa su "fatti" o persi (p.e. l´uomo di Minnesota") o non dimostrabili (p.e. la statuetta del NG) e miscia/trarre conclusione che vanno in direzione di fatti scientifici (p.e. l´anatomia ricostruita dei Neandertal) - un errore che molte pseudoscienze comettono.

Poco serve se non si dichiara apertamente la sua ipotesi, ma tramite indizi si cerca di spingere il lettore in direzione di essa - avendo cosi sempre la possiblita alla finfine di dichiarare "non ho mai detto questo..."

Capisco che la tematica é complessa, ma forse in questo caso "meno sarebbe stato di piú"

Anonimo ha detto...

Per popinga:
sono lieta di segnalarti altri esemplari di ominidi in via di estinzione ma ancora abbastanza diffusi: trattasi dei cosiddetti trinaricius perniciosus, volgarmente detti " pitecantropi con tre narici" (G. Guareschi); il loro habitat sembra essere quello dei ministeri, dei comuni di piccola e grande dimensione et similia, dove amano occupare posti al sole di competenza degli umani veri e propri. Passano il loro tempo a grattarsi gli scarsi attributi sessuali, occuparsi di questioni di lana caprina e mettere i bastoni tra le ruote a chi lavora. Particolarmente fastidiose le sottospecie Parantropus Proidei e Filopalestis Baffinus. I ritrovamenti fossili non evidenziano presenza di encefalo nelle esigue scatole craniche.

Anonimo ha detto...

Sempre per popinga: sono quella di prima, poichè prevedo che mi taccerai di vigliaccheria in quanto anonima, mi presento: sono Lucilla

Anonimo ha detto...

Sempre per popinga: prima di essere tacciata di vigliaccheria, mi presento: sono Lucilla

Aldo Piombino ha detto...

ovviamente non sono d'accordo su quanto scritto da lucilla.
Basta vedere cosa combinano gli avversari di coloro che hai citato. per me (e anche per la stragrande maggioranza dei leader stranieri) sono molto peggio... e non era facile un risultato del genere...
anche se questa discussione ha poco di scientifico la lascio lo stesso fino a questo punto, ma cancellerò irrimediabilmente qualsiasi cosa che continuerà ad essere scritta sulla stessa linea,

Aldo Piombino ha detto...

ovviamente non sono d'accordo su quanto scritto da lucilla.
Basta vedere cosa combinano gli avversari di coloro che hai citato. per me (e anche per la stragrande maggioranza dei leader stranieri) sono molto peggio... e non era facile un risultato del genere...
anche se questa discussione ha poco di scientifico la lascio lo stesso fino a questo punto, ma cancellerò irrimediabilmente qualsiasi cosa che continuerà ad essere scritta sulla stessa linea,

Anonimo ha detto...

La maggioranza dei leader stranieri? Buoni anche quelli, sì... Probabilmente appartenenti ad ulteriori rami collaterali. Non entro nel merito delle tue idee politiche, ma se la tua concezione di democrazia è quella di cancellare i post di chi la pensa diversamente, allora non sei messo bene nemmeno tu. Comunque questa discussione non l'ho certo iniziata io. E scusa se non mi appecoro al pensiero dominante dei "cari leader" stranieri: preferisco ancora pensare con la mia testa. Provaci anche tu, te lo dico senza acrimonia; prova a pesare i pro e i contro senza giudicare per partito preso.
Un saluto
Lucilla

Aldo Piombino ha detto...

resto perplesso...
ritirare fuori questa storia dopo secoli....
comunque, dato che l apolitica internazionale generale non è un argomento attinente a scienzeedintorni. Dichiaro pertanto il cessate il topic. Pertanto qualsiasi altro commento che non è soecificamente attinente all'oggetto del post ma si occupa di politca e dintorni d'ora in poi verrà cancellato.