venerdì 30 novembre 2007

L'origine dei cetacei – un mistero che non è più un mistero

Né gli evoluzionisti né i creazionisti hanno dubbi sul fatto che i cetacei non siano pesci ma mammiferi placentati: hanno una temperatura costante, respirano con i polmoni e non con le branchie (per cui sono costretti a riemergere periodicamente per respirare), partoriscono e allattano piccoli vivi (che nel ventre materno sono nutriti con la placenta e alla nascita abbisognano di cure parentali per sopravvivere), una coda orizzontale anziché verticale (riflettente il diverso modo di avanzare nell'acqua, serpeggiante i pesci, “galoppante” i cetacei).

Se per un creazionista le cose sono semplici (Dio li avrebbe creati così come sono), per gli evoluzionisti sono stati a lungo un problema: non ci sono dubbi che i cetacei si siano evoluti a partire da mammiferi terrestri: 1. sono mammiferi 2. il processo evolutivo che ha portato alla formazione dei mammiferi è avvenuto sulla terraferma 3. nei capodogli e in alcune balene è ancora visibile una parte del cinto pelvico 4. negli embrioni si nota una parziale formazione degli arti posteriori (tavolta sono conservati addirittura negli esemplari adulti colpiti da un difetto genetico chiamato “atavismo”, in cui riappaiono alcune caratteristiche degli antenati che adesso sono scomparse).

Il problema è che manca nelle forme di vita attuali un anello di congiunzione fra cetacei ed animali terrestri, un incarico prestigioso che per esempio svolge molto degnamente a proposito della transizione fra rettili e mammiferi l'ornitorinco (di cui mi sono già occupato qualche post fa). Sono state fatte molte ipotesi, orso (lo disse Darwin, ma poi se ne pentì....), maiali, elefanti etc etc. Personalmente, con le mie non eccezionali conoscenze anatomiche, in gioventù pensavo che potessero discendere dai carnivori mustelidi (tipo le lontre) attraverso i pinnipedi. Cioè che fossero in qualche modo delle foche adattate perfettamente (o quasi, per colpa dei polmoni) alla vita acquatica.

Né, fino a qualche tempo fa c'erano delle prove fossili: i primi cetacei conosciuti erano già cetacei fatti, sia pure con delle vestigia di arti posteriori.

Inutile dire che su questa mancanza i creazionisti sono andati a nozze!!! Per loro questo gap è la dimostrazione che gli evoluzionisti sono degli idioti (nei loro scritti c'è sempre un'aria canzonatoria). Leggo addirittura ad opera del noto Maurizio Blondet: (la balena) erbivora in origine, dovette trasformarsi in divoratrice di krill: e dunque aspettare che i denti da erbivoro a macina si trasformassero nei fanoni, quella foresta flessibile con cui la balena filtra i gamberetti.
Nel frattempo, o digiunò con tutti i suoi discendenti, o qualcuno le pagava i conti al ristorante.
E non basta: per diventare adeguatamente natatorio, dovette aspettare che le narici, dal centro del muso, le emigrassero in cima alla testa; che fossero fornite di una chiusura tipo snorkel, che i suoi polmoni la rendessero capace di restare senza respirare per 40 minuti mentre scende a 300 metri sotto il mare; mentre intanto il probabile apparato ruminante spariva dalle sue viscere, e il grasso - sostanza utilissima a tenere a galla le balene e le vacche - aumentava prodigiosamente nei posti giusti. Millenni, forse milioni di anni di difficile transizione e di vita stentata: e tuttavia, la vacca baleniera riusciva pure a ingrassare, e ad aumentare - un discendente dopo l’altro - di dimensioni, fino al titanico Moby Dick che conosciamo.

Chiaramente le cose non stanno così e non capisco se .... non capisce per pura ignoranza scientifica (probabilmente per lui l'unico testo scientifico serio è la Bibbia) o fa finta di non capire.

Innanitutto non palerei di vacca, bensì di mucca, mi sembra più rispettoso: ho sentito tanta gente parlare di un'altra persona in termini non propriamente entusiastici dandogli di vacca. Mai dandole di mucca. E i cetacei sono animali troppo seri ed orgogliosi per essere apostrofati così.

Poi l'antenato dei cetacei era un artiodattilo carnivoro. Gli attuali artiodattili sono i mammiferi ungulati con un numero di dita pari (e lo zoccolo diviso in due parti), fra i quali cervi, buoi, cammelli, giraffe e quant'altro. Insomma, tolti elefanti, cavalli e rinoceronti, tutti i mammiferi erbivori di medie e grandi dimensioni. Attualmente sono tutti erbivori, ma all'inzio del Terziario fra loro c'erano alcuni carnivori (anche di grandi dimensioni: di Andrewsarchus, del paleocene della Mongolia, è stato trovato un cranio lungo quasi un metro). Per cui non c'è stato nessun cambio di dieta. Inoltre il rumine non è di tutti gli artiodattili, ma solo di bovini, caprini e cervidi. Quindi il mesonichide antenato dei cetacei il rumine non ce lo aveva!

Per quanto riguarda invece alcuni eventi descitti dall'ineffabile creazionista, quali la migrazione delle narici, ebbene sono fatti ormai accertati dai reperti fossili, che finalmente sono stati trovati.

Il più antico cetaceo conosciuto è il Pakicetus, un carnivoro ungulato che scorrazzava sulla terra circa 50 milioni di anni fa, in cui le ossa del cranio, specialmente quelle della regione dell'orecchio, hanno caratteristiche molto simili a quelle dei cetacei. Blondet ci perdonerà se ancora non si conosce il suo antenato, ma sono stati trovati ancora pochi fossili di mammiferi del paleocene (e non sarà facile trovarne molti). Al pakicetus sono seguiti i remingtoncetidi, ben più adattati alla vita acquatica lungo i fiumi (alcuni forse facevano concorrenza ai coccodrilli oppure vivevano in zone con acque troppo fredde per i rettili) fino ad arrivare al Rhodocetus, già ben adattato alla vita marina. Dopo troviamo dei veri cetacei che non potevano più rientrare nella terraferma, i durodontidi ed il Basilosaurus, 40 milioni di anni fa. Il cranio era già completato nelle sue caratteristiche attuali, ma c'erano ancora delle piccole zampe posteriori

Senza addentrarsi in difficili questioni di anatomia comparata, una prova che i catacei discendano dagli artiodattili è una particolare struttura delle zampe tipica di questo gruppo di mammiferi, che ritroviamo in Basilosaurus, nei durodontidi e nei cetacei attuali, sia in caso di atavismo, sia nelle vestigia rimaste all'interno del corpo, sia negli arti anteriori trasformati in pinne..

Poi sono arrivati i dati della biologia molecolare, con gli studi sul DNA, anzi, sui DNA (ci sono 2 DNA, quello nucleare e quello mitocondriale), che hanno confermato la vicinanza fra cetacei e artiodattili. Anzi, secondo alcuni studi, i cetacei sarebbero un gruppo di artiodattili e i più vicini parenti degli ippopotami. Per cui è stato istituito il superordine “cetartyodactila” che unisce artiodattili e cetacei.

Alla faccia dei creazionisti, a cui vorrei dedicare un ultimo appunto: se Dio ha creato i cetacei così come sono, ma perchè all'interno (e solo in alcune specie) vi ha inserito delle vestigia di arti posteriori? Secondo me a pensare così Lo offendete e basta....


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lunedì 26 novembre 2007

Una centrale nucleare in zona sismica... blocchiamola!

Il 4 marzo 1977 un terremoto di media profondità sconvolse la Romania e la Bulgaria Settentrionale. Noto come “terremoto di Bucarest”, provocò migliaia di morti nella capitale rumena, ma ebbe pesanti riflessi anche più a sud, dove venne distrutta all'80% la città di Zymnicea, sul confine con la Bulgaria, Altri morti ci furono nelle città bulgare di Balene e Svishtov-

E' evidente in questo caso l'amplificazione locale dell'altezza delle onde sismiche, un fenomeno frequente che provoca un aumento localizzato delle capacità distruttive di un terremoto (un caso tristemente famoso in Italia è San Giuliano di Puglia).

Chiaramente una zona come quella di cui sto parlando necessita di forti attenzioni quando si costruisce qualcosa. Probabilmente a nessuno verrebbe in mente di costruire proprio lì una centrale nucleare.

E invece sì. Il governo bulgaro vorrebbe farlo. A Belene. Dove nel 77 ci furono oltre 100 morti (inoltre è vicinissima a Zymnicea) E per di più ha chiesto un finanziamento all'Unione Europea. Agli inizi di dicembre, la Commissione Europea emanerà un parere ufficiale. Già nel 1984 gli scienziati avevano lanciato l'allarme sulla costruzione della centrale in questa zona e negli anni novanta il progetto era stato abbandonato.

Ora il Governo della Bulgaria ha riesumato questo piano insensato e sta chiedendo alla Commissione Europea di concedergli il proprio supporto finanziario. I reattori nucleari progettati per il sito di Belene sono di un tipo che non è mai stato costruito in altri posti finora e sarebbero i primi nuovi reattori russi ad essere eretti, con la collaborazione dell'Unione Europea. Il primo passo in questo processo è la valutazione del progetto da parte della Commissione. Se essa desse il via libera, il progetto Belene avrà il diritto a ricevere i prestiti dall'Euratom e dalle istituzioni bancarie europee, finanziate con le nostre tasse. Disgraziatamente, è ciò che sta per succedere. La Commissione può decidere di dare la sua approvazione a questo pericoloso progetto nucleare, senza tener conto del fatto che numerose banche europee, comprese alcune italiane, si sono già rifiutate di contribuire al finanziamento di Belene, proprio per la sua pericolosità.

Pertanto gli Amici della Terra chiedono di inviare una e-mail alla Commissione oggi stesso. Diciamo loro che costruire un impianto nucleare vicino una zona sismica è cercare il disastro. Diciamo loro che i cittadini europei non vogliono vedere i loro soldi andare in un progetto che aumenta la probabilità di una nuova catastrofe nucleare.

Cliccando su < http://www.foeeurope.org/activities/Nuclear/cyberaction/ > è possibile inviare al Commissario competente Piebalgs e al Presidente Barroso una mail in inglese che esprime quanto succintamente esposto qui sopra.

Dovete poi naturalmente apporre nome e cognome e indirizzo e-mail secondo le istruzioni.

Io non sono contrario a priori all'energia nucleare, ma la sicurezza degli impianti deve essere al primo posto. E qui mi sembra un pò troppo rischioso.

domenica 25 novembre 2007

La Sacra Sindone ed il Carbonio 14 (senza parteggiare fra clericali ed anticlericali)

Ieri sera ho visto “Terzo Pianeta”, la nuova trasmissione di Tozzi e vorrei fare alcuni appunti sulla questione della Sindone.

Premetto che non ho intenzione di disquisire sulla autenticità o meno del reperto, anche per non scomodare concetti come l'esistenza di Dio e/o del personaggio storico Gesù Cristo. Vorrei comunque definire un “nuovo” concetto di autenticità per la Sindone, cioè che sarebbe autentica se fosse “un lenzuolo usato nel I secolo DC in Palestina per seppellire un morto”, indipendentemente dal problema di “chi” sia il morto in questione, e “liberando” il problema da una lotta tra atei, probabilmente interessati a smentirne l'autenticità e credenti, probabilmente interessati a confermarla.

Quindi per la sindone ci sono 2 partiti, quello dell'autenticità (con la implicita conseguenza che si tratti del sudario di Gesù e non di un morto “qualsiasi”) e quello del falso. Il drammatico da un punto di vista scientifico è che anche in questo caso gli studiosi partono con una conclusione e la vogliono dimostrare. Il che non è molto scientifico...

Annoto che uno studio sui pollini attesterebbe (il condizionake è d'obbligo) un itinerario del telo compatibile con quello tradizionalmente accettato, dalla Palestina all'Europa transalpina passando per l'Asia Minore. Quindi potrebbe davvero essere un reperto originale, nel significato di autentico che ho dato prima, magari “revisionato”, perchè no, da un abile falsario in Francia.

La mia critica riguarda la datazione radiometrica che qualche anno fa il Cardinale Ballestrero, allora arcivescovo di Torino, aveva fatto fare. Fu ricavato che la Sacra Sindone era stata tessuta verso il 1300 DC, ed era quindi un falso. Probabilmente i risultati delle analisi sia pure analiticamente corretti, non sono significativi. Vediamo perchè.

Ci sono vari sistemi che, attraverso i rapporti fra alcuni isotopi radioattivi e non, permettono di ricavare l'età di alcuni oggetti. Il metodo si basa sul confronto fra la quantità di alcuni isotopi presenti adesso e quella che si suppone fosse la composizione alla formazione del corpo. Ogni isotopo radioattivo è caratterizzato da un proprio tempo di dimezzamento, il tempo impiegato dall'isotopo per dimezzare la sua quantità. I principali metodi sono il potassio-argon, il rubidio-stronzio, il carbonio 14 e quelli legati al decadimento radioattivo dell'uranio e del torio.

La scelta di uno di questi metodi dipende dall'età presumibile e dalla composizione chimica dell'oggetto da datare. Il radiocarbonio è il metodo più valido per datare materiali organici relativamente recenti, almeno entro i 100.000 anni di età. Si basa sul decadimento dell'isotopo C14. Il C14 si forma continuamente nell'atmosfera grazie ai raggi cosmici che trasformano l'azoto 14 ed entra a far parte dei cicli naturali del carbonio. Quindi anche il notro organismo contiene una percentuale di questo isotopo. Il C14 non è stabile, ma si trasforma di nuovo in N14, con un tempo di dimezzamento di 5.600 anni (cioè, su 1000 atomi che si formano oggi, fra 5600 anni ne rimarranno 500, dopo altri 5600 anni 250 e quindi dopo 16800 anni saranno solo 125 e via discorrendo).

C’è poi una terza condizione fondamentale: l’oggetto da datare non deve aver subìto dal tempo della sua formazione delle reazioni chimiche che abbiano alterato le quantità degli elementi e degli isotopi da analizzare, sia levandoli che apportandoli. Quindi, rispetto agli elementi che si vogliono analizzare, il sistema deve essere sempre stato chimicamente “chiuso”.

Sulla base di quest’ultima condizione è chiaro che per la datazione della Sacra Sindone non si possa utilizzare il metodo del C14: l’esposizione al fumo delle candele ha continuamente apportato sul telo del carbonio "fresco", come del resto è successo in maniera massiccia durante l'incendio della chiesa di Chambery dove era custodito. Ovviamente oltre al normale C12, è entrato anche altro C14 , “ringiovanendone” l'età radiometrica. Quindi i calcoli sulla base della quantità attualmente presente di C14 non possono che mostrare un’età molto più recente del manufatto rispetto a quella vera.

Chiaramente il risultato è stato criticato dai clericali, con accuse folli ai laboratori di scambio di campioni od altro. Gli anticlericali sono stati zitti, accontantandosi della vittoria, facendo finta di non accorgersi dell'errore (forse pure amplificato avendo usato i bordi estremi del manufatto) e dimostrando che anche a loro importano più le conclusioni dei fatti. Entrambi gli schieramenti hanno quindi perso una buona occasione per rendersi corretti davanti ad osservatori neutrali.

Ripeto che questa osservazione vuole focalizzarsi su un aspetto particolare della questione, senza entrare in altre questioni che attualmente non mi interessano.

sabato 24 novembre 2007

Cambiamenti climatici. Lo ammetto: mi ero sbagliato!

Sono stato fra gli ultimi ad arrendermi all'evidenza. Ma da un paio di anni ammetto di essermi sbagliato di grosso: le emissioni umane stanno modificando il clima, in particolare le emissioni di CO2 e quelle di CH4.

Qualcuno mi ha ricordato che qualche anno fa non la pensavo così e quindi il blog è un modo per spiegare perchè pensavo così e perchè mi sono ricreduto. Non ero convinto di questo sia su basi “umane” sia su alcuni dati scientifici (Ricordo anche che fino a qualche tempo fa la CO2 non era considerata sostanza inquinante a livello legislativo).

La disputa sui cambiamenti climatici era basata su un metodo assurdo: si voleva partire dal risultato e trovare le osservazioni che lo giustificassero. Mi spiego: a grandi linee c'erano due schieramenti: uno “pro-ambiente”, che partendo dall'assunto che le attività umane modificano il clima, cercavano dei dati per dimostrarlo. Il secondo, che definirei “pro-multinazionali”, cercava di dimostrare il contrario. Questo metodo è sbagliato: scientificamente devo osservare un fenomeno e capire come funziona, non pensare una cosa e arrampicarmi sugli specchi per trovare i dati che mi fanno comodo, scartando ovviamente gli altri.

All'epoca avevo, come dato sicuro, le ricostruzioni paleoclimatiche degli ultimi 500.000 anni in cui si notano dei periodi di incremento (o decremento) brusco delle temperature, ovviamente senza attività umane. Eppoi fino a 11.000 anni fa la calotta glaciale artica arrivava fino all'altezza di Amburgo, una coltre di ghiaccio ricopriva le Alpi, e si trovano circhi glaciali risalenti a quel periodo su tutto l'Appennino Tosco – Emiliano e su quello Abruzzese. Se poi analizziamo le variazioni degli ultimi 2000 anni, vediamo un continuo alternarsi di fasi più calde e fasi più fredde. In particolare ci fu una fase fredda tra il 400 e 750, alla quale seguì un periodo “caldo” che consentì ai vichinghi di attestarsi in Groerlandia attorno al 1000. Il secondo millennio ha avuto una crisi tra il 1150 e 1250 (durante la quale gli stessi furono costretti all'abbandono di quei territori) ed infine, tra il 1590 e 1850, venne la cosiddetta “piccola era glaciale”, un periodo molto freddo, in cui anche i ghiacciai alpini avanzarono di parecchio (allo stato attuale non saprei se sia una coincidenza che la piccola era glaciale si sa conclusa proprio all'inizio della rivoluzione industriale).

Pure le osservazioni sull'aumento delle temperature, in particolare quelle invernali, mi lasciavano (e tutto'ora mi lasciano) perplesso: le attività umane hanno trasformate le città in “isole di calore”, ben più calde dei dintorni (chi ha un termometro nella automobile lo può verificare tranquillamente). Per non parlare della differenza di temperatura al suolo fra un bosco ed un prato. Quindi le correlazioni fra le temperature osservate adesso e quelle di un secolo fa nelle città mi lasciano forti dubbi: sono dati coerenti fra loro?

Dalla parte degli ambientalisti, notavo soprattutto la scarsa autorevolezza delle fonti, li trovavo non solo schierati politicamente, spesso su posizioni antiindustrialistiche, ma composti soprattutto da persone con scarsa cultura scientifica (dicevo: “i maestri degli ambientalisti sono laureati in lettere, filosofia e scienze politiche. Cosa c'entrano con la scienza?”). Più che altro li vedevo come la solita storia italiana in cui la cultura scientifica è considerata di serie B, per cui i letterati si sentono forti di poter dissertare di tutto, secondo la tradizione che parte da Croce e Gentile (la rovina intellettuale dell'italia del '900). Sentivo discorsi tipo “l'uomo ha provocato più variazioni al clima in 100 anni di quelle naturali degli ultimi 50.000 anni”, completamente folli e in generale osservazioni prive di rigore scientifico.

L'antipatia che provavo (e tutt'ora provo) verso queste persone e i dati che avevo, mi lasciavano pensare che i cambiamenti attuali fossero né più né meno una continuazione dei processi naturali dell'ultima fase climatica terrestre: non siamo nel cretaceo, periodo contraddistinto da una eccezionale stabilità climatica, ma in un periodo glaciale in cui le temperature costanti sono una chimera.

Cosa mi è successo per cambiare idea? Molto semplice: le correlazioni fra temperature e livelli atmosferici di CO2 (e anche di metano, che quindi non è propriamente vero che “ti dà una mano”....) negli ultimi miloni di anni non lasciano scampo ad altre interpretazioni. Nel pliocene faceva molto più caldo di adesso ed i livelli di CO2 erano anche 4 volte superiori all'attuale. E le oscillazioni climatiche quaternarie sono esattamente corrispondenti a quelle della CO2 e del metano in atmosfera.

Appena ho assimilato questi dati e li ho confrontati con le attuali emissioni di gas serra, mi è ovviamente venuto un accidente e quindi, rendendomi onestamente conto dell'errore, ho provveduto immediatamente a saltare il fosso.

venerdì 23 novembre 2007

ma l'ornitorinco è un mammifero o un rettile?

Definiamo mammifero un animale la cui femmina alleva la prole (che nasce viva) con il latte che produce da apposite strutture, le mammelle. Siccome il latte è a grandi linee una evoluzione del sudore, si può dire che è una conseguenza dell'endotermia e che, nell'evoluzione, i peli siano apparsi prima del latte. Sfortunatamente pelle, peli e capezzoli non si fossilizzano e quindi le informazioni dobbiamo prenderle da ossa e denti.

I rettili si distinguono dai mammiferi per diversi aspetti. Citiamone alcuni: i rettili depongono uova a guscio rigido, sono autosufficenti dalla nascita, hanno una pelle squamosa, arti deboli con il femore orizzontale (che conferiscono la tipica andatura serpeggiante), cuore a due orecchiette e un ventricolo con scarsa separazione tra flusso arterioso e venoso (ad eccezione dei coccodrilli), due aorte, orecchio solo interno, apparato escretore-riproduttivo unico, denti tutti uguali, visione a colori, temperatura del corpo variabile. Corrispondentemente i mammiferi nascono vivi direttamente dal corpo materno dove si sviluppano, ma non sono autosufficenti alla nascita e hanno bisogno di cure parentali per sopravvivere, hanno pelle liscia spesso ricoperta da peli, arti robusti con femori verticali, cuore con 2 atri e due ventricoli e flussi ben separati, aorta singola, orecchio anche esterno, separazione fra canale intestinale e canale urinario-riproduttivo, denti distinguibili in incisivi, canini, premolari e molari, visione in bianco e nero (a parte alcuni primati), temperatura costante.

Esaminiamo adesso l'ornitorinco: ha il pelo, una temperatura costante e produce latte (però non ha delle vere mammelle). I denti, visibili solo nei neonati e in qualche fossile (Obdurodon dicksoni, del miocene dell'Australia, circa 15 milioni di anni fa), sono diversi fra loro. Questi sono caratteri tipicamente mammaliani. Ma con i rettili condivide altre caratteristiche: le zampe a femore orizzontale (che lo fanno camminare come una lucertola), la visione a colori, l'apparato escretore – riproduttivo unico. Anche la mascella, dritta e senza curvatura iniziale, non è da mammifero (o, almeno, da mammifero "moderno".

Ma la cosa più clamorosa è che la femmina depone le uova. Uova che hanno un grosso tuorlo e un guscio gommoso, diverso da quello dei rettili.

Allora, cos'è l'ornitorinco? Maamifero, rettile o altro?

Beh, se diamo la precedenza al pelo e al latte, un mammifero. Altrimenti potrebbe essere un rettile. Ma rispetto ai rettili fa uova senza guscio duro, ha i peli e non le scaglie e conserva una temperatura costante. Un bel problema. Spesso nelle scienze naturali ci sono cose che non sono perfettamente inquadrabili e l'ornitorinco, senza l'evoluzione e gli studi sulla transizione rettili - mammiferi sarebbe una di quelle.

La sua posizione sistematica è stata a lungo discussa: Lamark ai primi dell'800 lo mise fra i rettili, anzi come più evoluto dei rettili (gli altri mammiferi derivavano per lui dai coccodrilli). Altri agli inizi del '900 lo hanno considerato un anello di congiunzione fra mammiferi ed uccelli, per via del becco (cosa assurda perchè il suo becco non ha niente da spartire con quello aviario). Proprio queste considerazioni sono molto “sentite” dai creazionisti, che così credono di dimostrare che gli evoluzionisti ogni tanto ne inventano una... Attualmente, se anzichè un animale attuale si trovasse uno scheletro di ornitorinco fossile del triassico, lo inseriremmo probabilmente fra i terapsidi, uno dei gruppi principali di rettili mammaliani.

Chi sono costoro? Le prime tracce dei Mammal-like reptiles, o rettili mammaliani datano dal carbonifero medio (300 MA fa), una ventina di milioni di anni dopo la comparsa dei primi rettili. In questa linea assistiamo progressivamente a tutti quei cambiamenti nello scheletro (gli unici ricostruibili con i fossili) che hanno portato alla nascita dei mammiferi placentati. L'ornitorinco è un bellissimo esempio vivente di queste creature, che non erano ancora mammiferi “pieni”, ma neanche più totalmente dei rettili.

Studiando proprio il simpatico animale australiano, si capisce che i rettili mammaliani si sono separati dalla linea dagli altri rettili in un periodo che va dalla comparsa dell'uovo amniotico all'apparizione del guscio rigido e della pelle a squame (la pelle dei mammiferi è probabilmente più simile a quella degli anfibi). E' inoltre evidente che i primi passaggi della trasformazione avevano già contribuito al passaggio alla fisiologia di un animale a sangue caldo, molto più dispendiosa di quella di un rettile: denti specializzati, che migliorano l'efficenza della digestione e il pelo per conservare meglio il calore. Il controllo della temperatura ha così provocato la formazione del sudore e, di conseguenza, del latte.

I primi rettili mammaliani sono rimasti ovipari probabilmente molto a lungo. La riproduzione vivipara ha invece consentito ai comuni progenitori di placentati e marsupiali di affrancarsi dalle zone umide: infatti l'uovo dei monotremi, senza il guscio rigido, è vincolato ad un ambiente umido.

L'ornitorinco quindi è proprio uno di quegli “anelli di congiunzione” che i creazionisti negano, ma la cui presenza e la cui anatomia sono ben chiari in un quadro di “evoluzione della specie”. Lo mettiamo fra imammiferi, sia pure in una sottoclasse a se, i monotremi (“con una sola apertura”, riferita alla presenza di un singolo apparati intestinale – urinario – riproduttivo) assieme ad un solo altro animale, anch'esso australiano, l'echidna, che ne condivide le stesse caratteristiche.

giovedì 22 novembre 2007

Referendum sul termovalorizzatore a Campi Bisenzio

Fra qualche giorno a Campi Bisenzio, cittadina alle porte di Firenze, si svolgerà il referendum sulla costruzione dell'inceneritore. E' chiaro ed evidente che, stando così le cose, la stragrande maggioranza dei votanti si esprimerà contro.
Però a Campi Bisenzio tutti i torti non ce li hanno. Anzi!
La scelta è stata in qualche modo subita dalla popolazione: l'imposizione di una struttura del genere fa scatenare la logica Nimby (Nimby: not in my backyard, cioè non nel mio cortile) secondo la quale la realizzazione di un impianto industriale, per la produzione di energia, per il trattamento dei rifiuti o la progettazione di una grande opera civile di pubblica utilità determina frequentemente opposizioni da parte del territorio.
Gli inceneritori (o termovalorizzatori....) sono in cima a questa lista, ma notiamo contemporaneamente che in molte città europee sono addirittura in mezzo alla città.
Teniamo presente che, ormai, in Italia la sfiducia verso le istituzioni è enorme. Vi concorrono le
istituzioni stesse, la moda attuale, il giornalismo incompetente e sensazionalista (quando non
silenziosamente schierato a favore di o contro qualcosa), la totale incompetenza della “ggente” che è facilmente preda di capipopolo improvvisati e di demagoghi, spesso elementi altrettanto
incompetenti e/o interessati allo sfruttamento della protesta per loro fini personali, per cui anche un tecnico non di parte, professori universitari compresi, se dice cose sgradite alla platea che lo ascolta, ha torto per definizione (preciso che in questa specifica vicenda campigiana non esistono
personaggi del genere).
Ma soprattutto è stata sbagliata tutta la conduzione della vicenda. E' chiaro che se dicono: “bene,
amico, noi ti costruiamo l'inceneritore davanti a casa tua”, anche se precisano che è “per risolvere il problema dei rifiuti”, la risposta sarà, logicamente ed umanamente “eh, no! Lo fai da un'altra parte!”. Diciamo che la domanda sbagliata prepara ovviamente un rifiuto.
Il succo è che si dovrebbe riuscire a trasformare il “problema” in una “opportunità”, come per
esempio è successo a Peccioli: nessuno avrebbe voluto la discarica ma questo è adesso uno dei
comuni più ricchi e meglio tenuti della Toscana.
Allora, la domanda potrebbe essere posta così: “caro amico, avremmo deciso che l'area migliore
per costruire l'inceneritore è qui, per l'appunto vicino a casa tua. Siccome sappiamo che è una
grossa seccatura, vediamo cosa potremmo darti in cambio”. La risposta potrebbe essere la stessa, oppure un “mah, vediamo cosa ci potrebbe servire”. Se la risposta fosse ancora negativa si potrebbe incalzarlo dicendo: “ma proprio non ti serve nulla? Stai bene così? I servizi che hai a disposizione sono sufficienti?” Una domanda così potrebbe finalmente innescare un giro di
richieste.
Allora, vediamo. Innanzitutto l'inceneritore porta inquinamento. Bene, capiamo quale, accertiamoci che la cose siano fatte al meglio e vediamo se si riesce a togliere dal territorio una serie di focolai di inquinamento. Quali? Il traffico e il riscaldamento domestico. Allora facciamo il teleriscaldamento con i fumi dell'inceneritore, come sta avvenendo a Pero (periferia nord di Milano) e se adesso per il riscaldamento domestico e per l'acqua calda spendete X, domani spenderete un Y molto inferiore e senza emettere fumi dalle vostre caldaie.
Per il traffico vediamo di completare l'anello di circonvallazione, per liberare La Villa, Via
Palagetta e San Piero a Ponti. E' stata proposta una nuova strada verso Firenze, ma sposterà
semplicemente il problema traffico dalla vie Buozzi e Lucchese a un po' più in là.
Allora, chiediamo il prolungamento fino a Campi Bisenzio della tramvia che si ferma all'aeroporto
e il completamento della ferrovia tra Osmannoro e Signa.
Se dal centro di Campi ci volessero 4 minuti per arrivare all'Osmannoro, 10 per Novoli e 20 per
Santa Maria Novella, e un costo del biglietto simile a quello del “30”, molti lascerebbero la
macchina a casa e quindi inquinerebbero molto meno e vivrebbero meglio la loro pendolarità.
Inoltre il comune di Campi potrebbe conferire la spazzatura all'inceneritore ad un prezzo più basso (significativi risparmi), pur senza rendere non conveniente attrezzarsi per svolgere bene la raccolta differenziata. Oppure potrebbe ricevere un compenso dagli altri comuni, con un incasso che permetterebbe di diminuire le tasse comunali o aumentare gli investimenti nei servizi.
E' chiaro che senza queste cose (che ovviamente andrebbero anche realizzate in contemporanea
all'inceneritore) il voto sarà un “NO” secco ed inevitabile.
Insomma, se si vuole sottoporre il territorio ed i suoi abitanti a un certo stress, bisogna per forza dargli qualcosa in cambio per compensare. Altrimenti si fa molta (ed inutile) fatica per pretendere l'approvazione e la fiducia della popolazione.
Il tutto non dimenticando che per dimiuire il problema dei rifiuti bisogna incominciare a produrne di meno e a riciclarne di più.

La Commissione Europea contro il creazionismo e l'Intelligent Design

Da anni stiamo assistendo a un nuovo tipo di colonizzazione culturale americana, quella del creazionismo. E’ chiaro a tutte le persone ragionevoli che le evidenze biologiche, zoologiche, paleontologiche e geologiche sono talmente tante e talmente in accordo fra loro che le idee antievoluzionistiche possono essere sostenute solo ed esclusivamente da persone in malafede e/o prive delle nozioni culturali che dovrebbero avere per discutere su questi argomenti. Negli USA il dibattito è ancora aperto, o, meglio, stanno facendo di tutto per tenerlo aperto, anche se i dati sono contro di loro (la biologia molecolare ed il sequenziamento del DNA hanno dato la botta finale alle idee antievoluzionistiche). Soprattutto, le loro campagne, anzichè produrre dati, si limitano a criticare senza costrutto quelli presentati (dimostrando invece di non capire niente di quello di cui parlano...), a tirare invettive contro gli evoluzionisti cercando di renderli ridicoli e cercando di presentarsi come gli unici “scienziati seri”.

La cosa peggiore è che i creazionisti non capiscono che gli studi sulla storia naturale non sono certo conclusi, per cui certe cose non si sanno ancora (e, forse, non si sapranno mai) e che le scienze naturali non sono scienze esatte. Quindi sempre nuove scoperte modificano e precisano sempre meglio il quadro, anziché contraddirlo. Gli evoluzionisti verrebbero contraddetti, per esempio, trovando un mammifero placentato (o un uccello) in sedimenti paleozoici, un cetaceo mesozoico, un vertebrato terrestre nel precambriano. Ma sono cose che non si possono trovare...

Le nuove scoperte invece vengono prese da questi pseudoscienziati come dimostrazione che il quadro evoluzionistico sia sbagliato, con affermazioni quali “prima i placentati erano nati nel terziario, adesso dicono che sono nati nel cretaceo” che lasciano veramente il tempo che trovano. Anche perchè non hanno capito (o fanno finta di non capire) che quei placentati non sono quelli odierni, ma i loro antenati.

Ricordo come esempio che qualcuno, ai primi del '900 propose l'ornitorico come anello di congiunzione fra mammiferi ed uccelli. Era completamente sbagliato, ma questa proposta sbagliata è una dimostrazione, secondo loro, che gli evoluzionisti sono dei perfetti cretini.

Sfortunatamente per loro, ormai sono abbastanza chiare nelle loro linee generali alcune importanti transizioni (pesci / tetrapodi, rettili / mammiferi, dinosauri teropodi / uccelli, artiodattili terrestri / cetacei)

Negli Stati Uniti la lotta degli estremisti religiosi contro l’insegnamento dell’evoluzione a scuola è massiccia e talvolta coronata pure dal successo (per esempio in Kansas), anche se in questo periodo hanno preso delle belle batoste a livello legale. Purtroppo queste istanze cominciano a venire fuori anche in Europa e in Italia (dove la bassa conoscenza scientifica dell’italiano medio è senz’altro un enorme vantaggio).

Quel che è peggio è che le forze più retrive delle grandi religioni monoteistiche sono lì che “rompono” le balle facendo della lotta all’evoluzione una lotta all’ateismo e al materialismo. Ora, non è certo un mistero che scienziati come Dawkins e Gould siano atei militanti (specialmente il primo), però lo spostare il campo sulla questione del materialismo ci pare francamente fuori luogo e, per di più, un grave sintomo di debolezza.

Di recente al creazionismo si è affiancato l’Intelligent Design, in cui si sostiene che alcune caratteristiche dell'universo e delle cose viventi sono spiegabili meglio attraverso una causa intelligente, non attraverso un processo non pilotato come la selezione naturale. I promotori del disegno intelligente affermano che si tratti di una teoria scientifica e cercano di ridefinire la scienza in modo da farle accettare anche spiegazioni soprannaturali, invece che solo quelle naturali. E' chiaro invece che il disegno intelligente, e altre posizioni sull'intervento di forze soprannaturali nell'origine della vita, non sono scienza, perché non possono essere provate con esperimenti scientifici, non fanno modelli per il futuro e non propongono nuove ipotesi proprie, come ha detto l'Accademmia delle Scienze degli Stati Uniti.

L'Intelligent Design non è altro che una di “resa” all'evoluzionismo da parte di un settore dei creazionisti che capiscono che la grande messe di dati in favore dell'evoluzionismo sia un grosso problema per continuare a pensare che la terra e l'universo siano nati 6000 anni fa.

Ricordo una trasmissione di LA7 in cui un personaggio, credo professore di storia, osteggiava l'evoluzionismo perchè “non voglio che mio figlio legga sul libro di biologia che non si sa ancora come mai i progenitori dell'uomo abbiano sviluppato la postura eretta” (ovviamente lui, con l'Intelligent Design la risposta ce l'ha eccome... ). Mi domando come un libro scientifico possa, allo stato attuale delle conoscenze, esprimersi in maniera diversa... Se ancora siamo alle ipotesi, questo signore ci scusi e al figlio, anziché idiozie pseudoscientifiche, proponga di studiare antropologia per vedere di dirimere questa questione.

Bene ha fatto quindi il Parlamento Europeo, ad adottare la risoluzione n.1580, sui pericoli del creazionismo nell'istruzione.

Per l'Italia c'è comunque una nota molto stonata: su 4 partecipanti allavotazione, 3 hanno votato contro e precisamente Andrea Rigoni (Margherita), Dario Azzolini e Lorenzo Cesa (entrambi UDC). Solo Dario Rivolta (Forza Italia) si è pronunciato a favore, con molto coraggio visto che nel suo partito milita la Moratti che quando era ministro della pubblica istruzione ha cercato di tagliare Darwin e l'evoluzionismo dai programmi scolastici....

Poveri noi....