Fra qualche giorno a Campi Bisenzio, cittadina alle porte di Firenze, si svolgerà il referendum sulla costruzione dell'inceneritore. E' chiaro ed evidente che, stando così le cose, la stragrande maggioranza dei votanti si esprimerà contro.
Però a Campi Bisenzio tutti i torti non ce li hanno. Anzi!
La scelta è stata in qualche modo subita dalla popolazione: l'imposizione di una struttura del genere fa scatenare la logica Nimby (Nimby: not in my backyard, cioè non nel mio cortile) secondo la quale la realizzazione di un impianto industriale, per la produzione di energia, per il trattamento dei rifiuti o la progettazione di una grande opera civile di pubblica utilità determina frequentemente opposizioni da parte del territorio.
Gli inceneritori (o termovalorizzatori....) sono in cima a questa lista, ma notiamo contemporaneamente che in molte città europee sono addirittura in mezzo alla città.
Teniamo presente che, ormai, in Italia la sfiducia verso le istituzioni è enorme. Vi concorrono le
istituzioni stesse, la moda attuale, il giornalismo incompetente e sensazionalista (quando non
silenziosamente schierato a favore di o contro qualcosa), la totale incompetenza della “ggente” che è facilmente preda di capipopolo improvvisati e di demagoghi, spesso elementi altrettanto
incompetenti e/o interessati allo sfruttamento della protesta per loro fini personali, per cui anche un tecnico non di parte, professori universitari compresi, se dice cose sgradite alla platea che lo ascolta, ha torto per definizione (preciso che in questa specifica vicenda campigiana non esistono
personaggi del genere).
Ma soprattutto è stata sbagliata tutta la conduzione della vicenda. E' chiaro che se dicono: “bene,
amico, noi ti costruiamo l'inceneritore davanti a casa tua”, anche se precisano che è “per risolvere il problema dei rifiuti”, la risposta sarà, logicamente ed umanamente “eh, no! Lo fai da un'altra parte!”. Diciamo che la domanda sbagliata prepara ovviamente un rifiuto.
Il succo è che si dovrebbe riuscire a trasformare il “problema” in una “opportunità”, come per
esempio è successo a Peccioli: nessuno avrebbe voluto la discarica ma questo è adesso uno dei
comuni più ricchi e meglio tenuti della Toscana.
Allora, la domanda potrebbe essere posta così: “caro amico, avremmo deciso che l'area migliore
per costruire l'inceneritore è qui, per l'appunto vicino a casa tua. Siccome sappiamo che è una
grossa seccatura, vediamo cosa potremmo darti in cambio”. La risposta potrebbe essere la stessa, oppure un “mah, vediamo cosa ci potrebbe servire”. Se la risposta fosse ancora negativa si potrebbe incalzarlo dicendo: “ma proprio non ti serve nulla? Stai bene così? I servizi che hai a disposizione sono sufficienti?” Una domanda così potrebbe finalmente innescare un giro di
richieste.
Allora, vediamo. Innanzitutto l'inceneritore porta inquinamento. Bene, capiamo quale, accertiamoci che la cose siano fatte al meglio e vediamo se si riesce a togliere dal territorio una serie di focolai di inquinamento. Quali? Il traffico e il riscaldamento domestico. Allora facciamo il teleriscaldamento con i fumi dell'inceneritore, come sta avvenendo a Pero (periferia nord di Milano) e se adesso per il riscaldamento domestico e per l'acqua calda spendete X, domani spenderete un Y molto inferiore e senza emettere fumi dalle vostre caldaie.
Per il traffico vediamo di completare l'anello di circonvallazione, per liberare La Villa, Via
Palagetta e San Piero a Ponti. E' stata proposta una nuova strada verso Firenze, ma sposterà
semplicemente il problema traffico dalla vie Buozzi e Lucchese a un po' più in là.
Allora, chiediamo il prolungamento fino a Campi Bisenzio della tramvia che si ferma all'aeroporto
e il completamento della ferrovia tra Osmannoro e Signa.
Se dal centro di Campi ci volessero 4 minuti per arrivare all'Osmannoro, 10 per Novoli e 20 per
Santa Maria Novella, e un costo del biglietto simile a quello del “30”, molti lascerebbero la
macchina a casa e quindi inquinerebbero molto meno e vivrebbero meglio la loro pendolarità.
Inoltre il comune di Campi potrebbe conferire la spazzatura all'inceneritore ad un prezzo più basso (significativi risparmi), pur senza rendere non conveniente attrezzarsi per svolgere bene la raccolta differenziata. Oppure potrebbe ricevere un compenso dagli altri comuni, con un incasso che permetterebbe di diminuire le tasse comunali o aumentare gli investimenti nei servizi.
E' chiaro che senza queste cose (che ovviamente andrebbero anche realizzate in contemporanea
all'inceneritore) il voto sarà un “NO” secco ed inevitabile.
Insomma, se si vuole sottoporre il territorio ed i suoi abitanti a un certo stress, bisogna per forza dargli qualcosa in cambio per compensare. Altrimenti si fa molta (ed inutile) fatica per pretendere l'approvazione e la fiducia della popolazione.
Il tutto non dimenticando che per dimiuire il problema dei rifiuti bisogna incominciare a produrne di meno e a riciclarne di più.
giovedì 22 novembre 2007
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