sabato 24 novembre 2007

Cambiamenti climatici. Lo ammetto: mi ero sbagliato!

Sono stato fra gli ultimi ad arrendermi all'evidenza. Ma da un paio di anni ammetto di essermi sbagliato di grosso: le emissioni umane stanno modificando il clima, in particolare le emissioni di CO2 e quelle di CH4.

Qualcuno mi ha ricordato che qualche anno fa non la pensavo così e quindi il blog è un modo per spiegare perchè pensavo così e perchè mi sono ricreduto. Non ero convinto di questo sia su basi “umane” sia su alcuni dati scientifici (Ricordo anche che fino a qualche tempo fa la CO2 non era considerata sostanza inquinante a livello legislativo).

La disputa sui cambiamenti climatici era basata su un metodo assurdo: si voleva partire dal risultato e trovare le osservazioni che lo giustificassero. Mi spiego: a grandi linee c'erano due schieramenti: uno “pro-ambiente”, che partendo dall'assunto che le attività umane modificano il clima, cercavano dei dati per dimostrarlo. Il secondo, che definirei “pro-multinazionali”, cercava di dimostrare il contrario. Questo metodo è sbagliato: scientificamente devo osservare un fenomeno e capire come funziona, non pensare una cosa e arrampicarmi sugli specchi per trovare i dati che mi fanno comodo, scartando ovviamente gli altri.

All'epoca avevo, come dato sicuro, le ricostruzioni paleoclimatiche degli ultimi 500.000 anni in cui si notano dei periodi di incremento (o decremento) brusco delle temperature, ovviamente senza attività umane. Eppoi fino a 11.000 anni fa la calotta glaciale artica arrivava fino all'altezza di Amburgo, una coltre di ghiaccio ricopriva le Alpi, e si trovano circhi glaciali risalenti a quel periodo su tutto l'Appennino Tosco – Emiliano e su quello Abruzzese. Se poi analizziamo le variazioni degli ultimi 2000 anni, vediamo un continuo alternarsi di fasi più calde e fasi più fredde. In particolare ci fu una fase fredda tra il 400 e 750, alla quale seguì un periodo “caldo” che consentì ai vichinghi di attestarsi in Groerlandia attorno al 1000. Il secondo millennio ha avuto una crisi tra il 1150 e 1250 (durante la quale gli stessi furono costretti all'abbandono di quei territori) ed infine, tra il 1590 e 1850, venne la cosiddetta “piccola era glaciale”, un periodo molto freddo, in cui anche i ghiacciai alpini avanzarono di parecchio (allo stato attuale non saprei se sia una coincidenza che la piccola era glaciale si sa conclusa proprio all'inizio della rivoluzione industriale).

Pure le osservazioni sull'aumento delle temperature, in particolare quelle invernali, mi lasciavano (e tutto'ora mi lasciano) perplesso: le attività umane hanno trasformate le città in “isole di calore”, ben più calde dei dintorni (chi ha un termometro nella automobile lo può verificare tranquillamente). Per non parlare della differenza di temperatura al suolo fra un bosco ed un prato. Quindi le correlazioni fra le temperature osservate adesso e quelle di un secolo fa nelle città mi lasciano forti dubbi: sono dati coerenti fra loro?

Dalla parte degli ambientalisti, notavo soprattutto la scarsa autorevolezza delle fonti, li trovavo non solo schierati politicamente, spesso su posizioni antiindustrialistiche, ma composti soprattutto da persone con scarsa cultura scientifica (dicevo: “i maestri degli ambientalisti sono laureati in lettere, filosofia e scienze politiche. Cosa c'entrano con la scienza?”). Più che altro li vedevo come la solita storia italiana in cui la cultura scientifica è considerata di serie B, per cui i letterati si sentono forti di poter dissertare di tutto, secondo la tradizione che parte da Croce e Gentile (la rovina intellettuale dell'italia del '900). Sentivo discorsi tipo “l'uomo ha provocato più variazioni al clima in 100 anni di quelle naturali degli ultimi 50.000 anni”, completamente folli e in generale osservazioni prive di rigore scientifico.

L'antipatia che provavo (e tutt'ora provo) verso queste persone e i dati che avevo, mi lasciavano pensare che i cambiamenti attuali fossero né più né meno una continuazione dei processi naturali dell'ultima fase climatica terrestre: non siamo nel cretaceo, periodo contraddistinto da una eccezionale stabilità climatica, ma in un periodo glaciale in cui le temperature costanti sono una chimera.

Cosa mi è successo per cambiare idea? Molto semplice: le correlazioni fra temperature e livelli atmosferici di CO2 (e anche di metano, che quindi non è propriamente vero che “ti dà una mano”....) negli ultimi miloni di anni non lasciano scampo ad altre interpretazioni. Nel pliocene faceva molto più caldo di adesso ed i livelli di CO2 erano anche 4 volte superiori all'attuale. E le oscillazioni climatiche quaternarie sono esattamente corrispondenti a quelle della CO2 e del metano in atmosfera.

Appena ho assimilato questi dati e li ho confrontati con le attuali emissioni di gas serra, mi è ovviamente venuto un accidente e quindi, rendendomi onestamente conto dell'errore, ho provveduto immediatamente a saltare il fosso.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Aldo,
il tuo discorso, "metodologicamente" non fa una piega: chi si interroga, riflette, ha una idea su basi serie ed è anche capace di cambiarla di fronte a evidenze e prove... "fa scienza". Quindi apprezzo molto il percorso di riflessione e di ricerca.
L'unica cosa su cui mi sento di dissentire è un'idea del movimento ecologista composto da persone che non sanno di scienze. Se è vero, e lo dico da ambientalista, che nel movimento ci sono troppi vetero-fricchettoni imbottiti di nozioni pseudoesoteriche, è anche vero che il pensiero ecologista ha "maestri" che sono scienziati. Senza pensare ai molti fisici, chimici e naturalisti i cui studi oggi orientano l'ambientalismo più maturo e "scientifico", non bisogna dimenticare che, fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, alcuni grandi "iniziatori" hanno basato le loro idee su una solida cultura scientifica: per esempio la statunitense Rachel Carson, tra le iniziatrici dell'ecologismo negli USA, era biologa e zoologa; e il nostro Pietro Zangheri, cui si fa spesso riferimento come uno degli "iniziatori", era un naturalista versato nella botanica e anche nella geologia.

Tutto questo, non per polemica, ma nello spirito di una fattiva collaborazione.

Un saluto
Francesco

Aldo Piombino ha detto...

Francesco, ti ringrazio per la risposta. Non mi riferivo a uomini di scienza (che in italia in special modo hanno poca presa dul pubblico), ma appunto dalla massa di ecologisti che in realtà non hanno mai capito (o fanno finta di capire) come va il mondo

Anonimo ha detto...

Caro Aldo,

quello che dici è sostanzialmente corretto, nel senso che è scintificamente dimostrata una correlazione tra quantità di gas serra presenti in atmosfera e la temperatura media. Per inciso ci sono altri gas serra come gli NOx, e, peggio i CFC che presentano un altissima "potenzialità" cioè il loro effetto sulla temperatura è di ordini di grandezza superiore a quello della CO2.
La questione ancora oggi a mio avviso opnabile è se questo effetto sia dovuto a cause antropiche, tu giustamente citi le isole di calore che ormai avvolgono plessi urbani sempre più ampi: spesso però gli strumenti di misura sono "immersi" essi stessi in queste "isole", mi domando se questo vizio di forma nelle misurazioni non affligga il dato sperimentale...
Un'ultima chicca, da misurazioni delle temperature planetarie è risultato che tutti i pianeti del istema solare si stanno riscaldando.

Un caro saluto,

Giovanni

Aldo Piombino ha detto...

sono a conoscenza del trend di riscaldamento in tutti i pianeti del sistema solare, però è innegabile che i gas serra che stiamo emettendo stanno dando un alto contributo all'effetto serra. Siamo d'accordo sulle isole di calore dei centri urbani, e io ho dato anche un'altra spiegazione (il disbooscamento delle pianure) per l'aumento delle temperature), ma l'aumento di 2 gradi della temperatura nella Penisola Antartica registrato negli ultimi50 anni oltre a essere ben superiore a quello del riscaldamento solare, non può essere attribuito a isole di calore....

Anonimo ha detto...

Non sto sostenendo che non c'è il riscaldamento, solo dico che non ci sono ancra prove certe che sia per causa dell'uomo.
In Grooenlandia la colonizzazione di Erik il Rosso è durata lo spazio di sole due generazioni a testimonianza che anche nel passato ci sono stati, soprattutto alle alte latitudini, repentini cambiamenti

Anonimo ha detto...

Riprendo questo vecchio post per fare una precisazione in merito: ovviamente ognuno è libero di pensare ciò che vuole sul clima...ma ritengo che in generale è meglio dare pochi giudizi "certi" in merito al clima fino a che le cose non sono un po' più chiare e scientifiche (chissa quando)... Vorrei tuttavia precisare che la citata correlazione "storica" trovata tra variazione del clima e variazione di CO2 (ma non solo CO2 anche metano, cfc, o altri gas presenti in atmosfera) ha una precisa direzione: è la variazione di temperatura che causa la variazione dei alcuni gas atmosferici tra cui la CO2. Questa correlazione è dimostrata dagli studi sulle carote glaciali dove si riscontra una preciso trend: prima aumenta la temperatura e solo dopo aumentano vari gas atmosferici o prima diminuisce la temperatura e dopo diminuiscino alcuni gas atmosferici. Questo, a dire il vero, non esclude che possa avvenire anche il contrario. La "colpa" di questa correlazione, a quanto so, sembrano essere gli oceani: più fa caldo e più CO2 passa dai mari all'atmosfera, più fa freddo e meno CO2 passa in atmosfera. (Massimo)

Anonimo ha detto...

altra piccola precisazione: la correlazione citata tra aumento di CO2 e aumento di temperatura è valida per il trentennio 1970-2000. In realtà ormai da una decina di anni la CO2 continua ad aumentare ma la temperatura media rimane costante e non risulta in una fase di aumento, insomma non c'è più una grande correlazione. (Massimo)

Aldo Piombino ha detto...

beh, di anni da quel post ne sono passati e sono anche aumentate le mie conoscenza sul problema.
Di fatto il trend di riscaldamento è tutt'ora in atto. dire che la temperatura media non sya salendo mi sembra contrario alle osservazioni.. anche a quelle degli ultimi mesi (e non mi riferisco all'Italia)