sabato 23 giugno 2018

Le glaciazioni tra fine Devoniano e inizio del Carbonifero che precedono la grande fase glaciale del Paleozoic superiore e il ruolo svolto in proposito dal tenore di CO2 atmosferico


Questo post è in qualche modo il seguito del post sulle estinzioni di massa del Devoniano superiore, perché parla di una fase cruciale nella storia del nostro pianeta, il passaggio avvenuto tra Devoniano e Carbonifero fra l’ambiente caldo del Paleozoico inferiore e quello decisamente più freddo del Paleozoico inferiore, caratterizzato dalle grandi glaciazioni del Gondwana del Permo – Carbonifero. Queste glaciazioni hanno una differenza fondamentale con quelle attuali: se dalla fine del Terziario inferiore ad oggi la presenza di ghiacci è in buona parte attribuibile ad un importante cambio nella paleogeografia e cioè all’approssimarsi verso le alte latitudini di entrambi gli emisferi di importanti masse continentali (Antartide, America Settentrionale ed Eurasia), nel Paleozoico sostanzialmente il Gondwana risiedeva “da un bel pò” nei dintorni del Polo Sud e verso le alte latitudini settentrionali c’erano ben poche terre emerse, per cui l’avvento delle glaciazioni non è  legato all’arrivo di estese masse continentali nelle aree polari. Questa circostanza fa esplorare altre soluzioni per spiegare l’enorme differenza climatica fra Paleozoico inferiore e superiore, in particolare il possibile ruolo giocato dal tenore atmosferico di CO2 in tutti questi avvenimenti. Con gli ovvi riflessi per la situazione attuale.


Il Tiktaalik rosae, un classico antenato dei tetrapodi,
vissuto nel Devoniano superiore della Groenlandia,

all'epoca in posizione equatoriale nel nord di Euramerica
IL DEVONIANO SUPERIORE: UNO DEI MOMENTI CRUCIALI DELLA STORIA DELLA TERRA. Nel Devoniano accadono degli avvenimenti particolarmente importanti. Dal punto di vista biologico, oltre alla definitiva affermazione delle piante terrestri, sulle terre emerse arrivano anche i vertebrati, con i primi anfibi; questo passaggio è sempre più conosciuto e le ultime ricerche hanno evidenziato una diffusione degli antenati dei tetrapodi da Euroamerica al Gondwana prima del previsto (Gess e Ahlberg, 2018), dimostrando che tutto sommato i due continenti fossero già piuttosto vicini in quest'epoca. Dal punto di vista geologico registriamo l’accelerazione degli eventi che porteranno alla formazione della Pangea (la quale, checché se ne dica, non comprendeva tutte le terre emerse, ne parlerò, spero presto, in un prossimo post) e alle glaciazioni del Paleozoico superiore. 
Tutto questo non avviene in modo tranquillo, ma anche attraverso due estinzioni di massa piuttosto importanti di cui ho parlato qui: la prima, al passaggio Frasniano – Famenniano è una delle “big five” (le maggiori estinzioni di massa) riconosciute già da Sepkoski (1996), la seconda alla fine del Famenniano e quindi in corrispondenza del passaggio Devoniano  - Carbonifero. Come al solito c’è una sincronia fra estinzioni di massa e messa in posto di Large Igneous Provinces: nel primo caso si tratta della LIP della Yacuzia, nel secondo, come ho già scritto, ci sono ancora dubbi sulla collocazione dell’evento (ma non sulla sua esistenza!): per alcuni autori si potrebbe addirittura trattare di una seconda fase della stessa LIP asiatica (Ricci et al 2013). 


Paleogeografia tra Devoniano superiore e carbonifero inferiore
Le stelle indicano i depositi glaciali della fine del Famenniano (Modificata da Larkin et al 2016)
N.Am = Nord america, S.Am = Sud America. Af = Africa 
LA PALEOGEOGRAFIA TRA DEVONIANO SUPERIORE E CARBONIFERO INFERIORE. La caratteristica dominante della paleogeografia del Paleozoico (e quindi anche di questi momenti) è la distribuzione sbilanciata delle masse continentali verso l’emisfero meridionale, come lo è quella attuale verso l’emisfero settentrionale: posizionato alle alte latitudini meridionali, il grande continente di Gondwana comprendeva oltre alle parti che si sarebbero frammentate nel Mesozoico formando Africa, Sud America, Australia, India, Antartide, Arabia, qualche altro frammento che si stava staccando in quel momento; anche la maggior parte di Euramerica (o Laurussia) si trovava nell’emisfero meridionale: solo le sue propaggini più settentrionali arrivavano fino all’equatore e un po' oltre come dimostrano i fossili delle Svalbard. Nell’emisfero settentrionale invece troviamo tra latitudini medio – alte e l’equatore solo alcune masse minori isolate fra loro, quelle che di lì a poco formeranno l’ossatura primaria dell’Asia con la fascia orogenica dell’Asia Centrale (ne ho parlato qui): Siberia, Amuria, l’arco dei Verhojansk, il Kazakhstan e le due Cine.


DA UNA TERRA CALDA A UNA TERRA FREDDA. Un aspetto ancora poco conosciuto di questi momenti è come sia avvenuto il passaggio fra la Terra calda del Paleozoico inferiore e le glaciazioni del Permocarbonifero (in inglese si dice da una Terra a “greenhouse” ad una Terra a “icehouse”) e non si sa neanche di preciso quando poter collocare questo limite. La presenza di depositi glaciali diventa continua dalla fine del Mississipiano, intorno a 320 milioni di anni fa, ma prima dell’avvento delle calotte più massicce e permanenti del Carbonifero superiore, si registrano almeno tre fasi glaciali minori, appunto fra Devoniano superiore e Carbonifero inferiore da 355 milioni di anni fa. A questo si aggiunge un po' di confusione nella nomenclatura della cronologia del Carbonifero in cui fra Europa e America settentrionale sono stati usati termini diversi, che necessitano di esser quindi confrontati con la cronologia attualmente vigente, che si vede qui accanto (International Chronostratigraphic chart, versione 2017).  


LE TRE FASI GLACIALI ISOLATE DI QUEI TEMPI. Non ci sono ancora molti dati su questi eventi (e non so quanti altri se ne potranno trovare); una ottima rassegna in materia è contenuta in Larkin et al (2016), testo a cui faccio riferimento dove non specificato diversamente quando elenco le zone interessate. Ad oggi sono stati riconosciuti tre eventi glaciali: uno alla fine del Devoniano, che fa parte della catena di avvenimenti dell’evento Hangenberg, e due nel Carbonifero inferiore, nel Tournasiano e uno nel Viseano. 
Le tracce fondamentali che permettono di riconoscere un evento glaciale sono diverse: la presenza di diamictiti (morene glaciali fossili) è sicuramente l’aspetto più diagnostico, al pari di una diminuzione del livello marino a scala mondiale che provoca l'interruzione della sedimentazione un pò dappertutto nelle zone precdentemete ricoperte da mari di bassa profondità; inoltre si riscontra una migrazione verso latitudini più basse di forme di vita di clima più fresco.

Il ciclo glaciale della fine del Devoniano (Famenniano finale) è particolarmente intrigante perché, appunto, si colloca vicino all’evento di Hangenberg in senso stretto. 
Variazioni del livello marino e stratigrafia
in Germania tra fine Devoniano e inizio Carbonifero
da Bless et al (1992)
Anzi, lo precede: il Famenniano terminale è stato interessato da una glaciazione le cui diamictiti si trovano in Africa e nelle Americhe, e la loro presenza nella fascia appalachiana dell’America Settentrionale significa che siamo davanti ad un intervallo glaciale che è arrivato fino a basse latitudini; inoltre è attestato a livello mondiale un generale ed improvviso abbassamento del livello marino di un centinaio di metri, evidentissimo in Germania nel Massiccio Renano (Kaiser et al 2015), ma anche tra Francia e Belgio (Kumpan et al, 2014), America settentrionale e in tutta l’area dell’Orogene dell’Asia Centrale. In particolare nel massiccio renano il canale di Seiler è una incisione profonda 100 metri scavata dall'erosione nella piattaforma continentale di Euramerica durante la fase a mare basso del Famenniano superiore e nella quale si sono sedimentati, quando il livello marino è risalito durante la fase di deglaciazione, il conglomerasto di Seiler e gli scisti di Hangenberg che registrano il successivo evento omonimo (Bless et al, 1992). Il ciclo di ritiro del mare e avanzamento dei ghiacci seguito dal ritorno alle condizioni precedenti sembra essere durato non più di 100.000 anni (Streel et al, 2013). La deposizione di scisti scuri perché ad alto contenuto di materia organica (che quindi si sono deposti in una fase in cui di ossigeno nelle acque ce n’era ben poco) è un evento a scala mondiale che si associa ad una perturbazione nel ciclo del Carbonio. 
La catena di eventi dell’Hangenberg è quella classica che si verifica in corrispondenza della messa in posto di una Large Igneous Province: un raffreddamento associato ad una regressione marina, successivamente seguito da una trasgressione con deposizione di sedimenti ricchi in materia organica, estinzione di massa e perturbazioni geochimiche, fra le quali la più nota è quella del rapporto fra gli isotopi del Carbonio, ma ce ne sono diverse altre.


Una valle incisa da una regressione marina,
che viene successivamente riempita da sedimenti
durante la successiva trasgressone (da Moxness et al, 2018)
Gli altri due episodi glaciali sono decisamente di minore portata e i depositi glaciali si ritrovano solo nelle alte latitudini meridionali dell'epoca: quello del medio Tournaisiano  (circa 350 MA) è attestato in Brasile, Falkland e Sudafrica, quello del Viseano in Brasile, Argentina, Falkland e Malesia. Le modalità  dei due eventi sono molto diverse fra loro; il Medio Tournasiano ricorda il Famenniano: un solo ciclo di regressione marina con  formazione di ghiacciai seguita da un riscaldamento contrassegnato da una deposizione di sedimenti anossici in Germania e altrove, accompagnato da anomalie geochimiche; Insomma, si tratta di due eventi a scala mondiale ma temporanei e monociclici, decisamente diversi da quelli classici successivi del Permo-Carbonifero e del Terziario, caratterizzati da continue alternanze di trasgressioni e regrssioni marine. Quindi sono portato a pensare che anche l’episodio del Tournasiano sia legato alla messa in posto di una Large Igneous Province. Sulle motivazioni del raffreddamento che precede la messa in posto di una Large Igneous Province ci sono ancora poche ipotesi. Ricordo che negli anni ‘80, quando ancora i flood basalts continentali e i plateau oceanici non erano ancora stati uniti nelle Large Igneous Provinces e le prove di collegamento fra queste grandi eruzioni e le estinzioni non erano così stringenti come oggi, era stata avanzata una correlaizone fra le estinzioni di massa e le variaizoni del livello marino (Hallam, 1989)

Nel Viseano, poco più di 350 milioni di anni fa, le cose appaiono un pò diverse: a differenza dei precedenti, questo intervallo sembra essere policiclico e non presenta una trasgressione contrassegnata da black shales e anomalie geochimiche e non c’è una particolare accelerazione del tasso di estinzione (Stanley, 2016). Insomma, a differenza degli episodi precedenti, quello del viseano appare più come una fase glaciale normale, un annuncio di quello che sarebbe successo da lì a poco dopo.
C’è solo una cosa che mi stupisce: non capisco come mai due eventi singoli come Hangenberg e medio Tournasiano abbiano lasciato così tante tracce.

GLACIAZIONE Sì E GLACIAZIONE NO A PARITÀ DI PALEOGEOGRAFIA. C’è poi da capire perché le glaciazioni si verificano solo nel Paleozoico superiore quando già in quello inferiore le condizioni dal punto di vista paleogeografico per averle, e cioè la presenza di una ampia area continentale nella zona polare meridionale, c'erano di già. Per alcuni Autori uno dei fattori che lo avrebbero determinato è stato la riorganizzaione della circolazione oceanica a causa dello scontro fra Euramerica e Gondwana e la chiusura del passaggio fra Panthalassa e Tetide, ma per altri Autori si tratta di un evento avvenuto più tardi (per una rassegna in merito: Davydov e Kozar, 2017). Noto invece che per la glaciazione attuale uno dei maggiori eventi che l'hanno innescata potrebbe essere stato, al contrario, la nascita della corrente circumpolare quando si è aperta la soglia di Ross fra Argentina e Penisola Antartica (Katz et al, 2011).
Il tenore di CO2 atmosferico dal Devoniano ad oggi (Franks et al, 2014)
Si vede come le fasi glaciali iniziano quando questo tenore si abbassa
Qui entra in gioco, però, un'altra importante forzante: la figura qui accanto, rielaborata da Franks et al (2014) descrive il contenuto medio di CO2 atmosferico dal Devoniano a noi, calcolato analizzando gli stomi delle foglie fossili, la cui densità è correlabile appunto al tenore atmosferico di CO2. Si vede che dopo un massimo nel Devoniano inferiore, il tenore atmosferico di CO2 inizia a diminuire. Questa diminuzione significa che nel sistema - Terra il CO2 prodotto non era sufficiente a compensare la sua richiesta da parte dei fenomeni che lo consumano (essenzialmente fotosintesi, alterazione delle rocce silicatiche e formazione di rocce carbonatiche). È molto probabile che la colonizzazione dei continenti da parte delle piante sia stata la nuova variabile che ha provocato una nuova e massiccia richiesta di CO2; si deve notare inoltre come il calo si interrompe bruscamente (e momentaneamente) nel Famenniano, l‘ultimo piano del periodo, per proseguire poi per tutto il Carbonifero in quanto una grande quantità di gas verrà stoccato nelle calotte glaciali. Si rialzerà solo alla fine del Permiano. Ho già ipotizzato che questo momentaneo stop del calo sia dovuto alle emissioni di CO2 delle due importanti Large Igneous Provinces della fine del Devoniano (Piombino, 2017). Questo calo ha diminuito l’effetto – serra, provocando appunto l’inizio delle glaciazioni, mentre il tenore elevato di CO2 dell’inizio del Devoniano potrebbe essere la chiave del perché con una situazione paleogeografica sostanzialmente analoga non ci sinao tracce di evidenti di glaciazioni.
Sul raffreddamento pre-LIP e pre estinzioni di massa ci sono ancora poche ipotesi. La mia idea è che la fase principale dell’attività magmaticasia preceduta da una drammatica emissione di tufi, cioè che avvenga all’ennesima potenza quello che succede dopo una massicica eruzione esplosiva di un vulcano: le particelle coprono la Terra e bloccano la radiazione solare e se in una Terra “greenhouse” il calore latente è ancora piuttosto elevato e quindi non troviamo glaciazioni importanti, quando il tenore atmosferico di CO2 diminuisce il blocco della radiazione solare provoca un raffreddamento. Questo raffreddamento però si conclude molto presto perché, appena inizia l’attività effusiva, gli immensi quantitativi di CO2 da essa emessi provvedono a ristabilire l’effetto serra.
Insomma, una ennesima dimostrazione nel passato di quanto conti per le temperature globali il tenore atmosferico dei gas-serra.


Bless et al (1992) Eustatic cycles around the Devonian-Carboniferous boundary and the sedimentary and fossil record in Sauerland (Federal Republic of Germany). Annales de la Societe Geologique de Belgique, 115, 689-702

Davydov e Kozar (2017) The formation of the Alleghenian Isthmus triggered the Bashkirian glaciation: Constraints from warm-water benthic foraminifera Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology in press

Gess e Ahlberg (2018) A tetrapod fauna from within the Devonian Antarctic CircleScience 360, 1120–1124  

Hallam (1989) The case for sea-level change as a dominant causal factor in mass extinction of marine invertebrates. Philos. Trans. R. Soc. London, Ser. B 325, 437–455.

Katz et al (2011). Impact of Antarctic Circumpolar Current Development on Late Paleogene Ocean Structure, Science 332,1076–1079

Kumpan et al (2014) Sea-level and environmental changes around the Devonian–Carboniferous boundary in the Namur–Dinant Basin (S Belgium, NE France): A multi-proxy stratigraphic analysis of carbonate ramp archives and its use in regional and interregional correlations Sedimentary Geology 311,43-59

Lakin et al (2016) Greenhouse to icehouse: a biostratigraphic review of latest Devonian–Mississippian glaciations and their global effects Geological Society, London, Special Publications, 423, 439-464, 15 April 2016

Moxness et al (2018) Sedimentology of the mid-Carboniferous fill of the Olta paleovalley, eastern Paganzo Basin, Argentina: Implications for glaciation and controls on diachronous deglaciation in western Gondwana during the late Paleozoic Ice Age journal Of South American Earth Sciences 84, 127-148

Piombino (2016) The Heavy Links between Geological Events and Vascular Plants Evolution: A Brief Outline International Journal of Evolutionary Biology volume 2016, Article ID 9264357 http://dx.doi.org/10.1155/2016/9264357

Ricci et al (2013) New 40Ar/39Ar and K–Ar ages of the Viluy traps (Eastern Siberia): Further evidence for a relationship with the Frasnian–Famennian mass extinction Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 386 (2013) 531–540 

Sepkoski (1996) Patterns of Phanerozoic extinction: A perspective from global databases. Global Events and Event Stratigraphy in the Phanerozoic, ed Walliser OH (Springer, Berlin), pp 35–51

Stanley (2016) Estimates of the magnitudes of major marine mass extinctions in earth history PNAS 113, E6325-E6334

Streel et al (2013) What do latest Famennian and Mississippian miospores from South American diamictites tell us? Palaeobiodiversity and Palaeoenvironments, 93, 299-316

57 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi vorrei unire agli altri facendoLe i complimenti per l'ottimo lavoro svolto. Purtroppo è vero che c'è del panico in giro, e credo che ciò sia dovuto in gran parte alla disinformazione oppure da cose dette da qualcuno che sono campate per aria. Relativamente alle ultime scosse in Appennino centrale, non si comprende bene se è una nuova faglia attiva, non si capisce se siano foreshock o aftershock, non si capisce che potenziale reale abbia quella zona. C'è chi dice che sta per arrivare una scossa magnitudo 5, chi dice magnitudo 6 o chi addirittura magnitudo 7 della scala Richter. C'è del panico anche perché vengono dati comunicati da parte di qualcuno dove si capisce chiaramente che bisogna aspettarsi il peggio. Ci tengo a dire che io mi informo esclusivamente tramite Facebook e YouTube dove ci sono molte persone che nel tempo libero studiano le dinamiche sismiche. Questo sito è l'unico posto che tiene lontano la disinformazione ed il panico soprattutto. Complimenti ancora.

Anonimo ha detto...

Buonasera professore, in Calabria la sequenza più pericolosa nel breve-medio periodo è quella dello Stretto o le due centrali della Sila e di Lamezia/Catanzaro? Quale di queste è prossima ad una possibile scossa 5.5? La ringrazio per l'attenzione e le auguro buon lavoro.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Signor Piombino, si ricordi che negando l'esistenza della scie chimiche, si rende complice di un biocidio devastante.

Aldo Piombino ha detto...

premettendo di non essere "professore" (anche se qualche lezione e altre cose per l'università le faccio) e lasciando ovviamente perdere "K" e il complotto più squinternato che esiste (da quando sarebbe inziato la popolazione mondiale è aumentata... complimenti), andiamo con ordine.
Purtroppo i terremoti sono delle brutte bestie che colpiscono all'improvviso e quindi sono fra i fenomeni naturali più enigmatici per l'animo umano. Da qui tutta una serie di perosnaggi che si muovono in questo sottobosco sismico e che specialmente dopo forti terremoti diventano popolari e oggi grazie ai social network diventano virali.

1. sequenza dell'Italia centrale: le persone che "nel tempo libero studiano le dinamiche sismiche" farebbero meglio a fare qualcos'altro... i vari Calandra, Giuliani, Valle e i seguaci di Dutchisne o come si chiama non sono altro che, nella migliore delle ipotesi, degli esaltati. Da cui tenersi lontani.

2. eviterei per esempio youtube e su facebook consiglierei il gruppo "Terremoti: leggende, timori e verità" di cui sono fra gli amministratori e che è curato da me e dai miei collaboratori, ragazzi che abitano nelle zone terremotate e che fanno di tutto per stare dalla parte della Scienza e della ragionevolezza. Naturalmente consiglio anche di seguire le pagine e i ricercatori di INGV. Ma non certo i "ricercatori indipendenti" di cui sopra

3. faglie e Appennino: quando sento frasi come "non si comprende bene se è una nuova faglia attiva, non si capisce se siano foreshock o aftershock, non si capisce che potenziale reale abbia quella zona" rabbrividisco a pensare a quei ricercatori indipendenti che sui social network pontificano su queste cose gettando in confusione chi li legge. Allora, la stragrandissima maggioranza degli eventi sismici avvengono lungo le faglie (o LA faglia) del 24 agosto, 3 ottobre e 18 gennaio. Il problema adesso non sono QUELLE faglie, ma le altre grandi faglie dei sistemi distensivi appenninici. Ne ho parlato qui: http://aldopiombino.blogspot.com/2018/05/la-situazione-pieve-torina.html
Ma non è dato sapere al momento se una o più delle faglie limitrofe (per esempio Campo Impertore, Norcia, alto Esino, ma anche altre) si muoverà a breve o no. chi fa ipotesi dicendo che stia arrivando un evento sismico di una certa M è un irresponabile. anche se, insisto, sarebbe opportuno prepararsi al peggio, vivendo, lavorando, studiando e passando il tempo libero in edifici adeguati al rischio sismico dell'area dove sono costruiti

4. Calabria: dopo una crisi sismica durata per tutto il XIX secolo, in cui ci sono stati decine di terrmeoti distruttivi, dopo il 1908 vige una calma sismica quasi assoluta. Non è la prima volta che si ha nella regione una calma così lunga. Ora decisamente di anni ne sno passati tanti e quindi il prosismo terremoto forte si avvicina, ma non si può attualmente dire fra quanto succederà (anni? decenni? secoli?) e nanche quale sia la zona che subirà per prima un evento sismico importante. Valgono quindi le stesse considerazioni di prima sugli edifici: bisogna semplicemente essere preparati.

longa ha detto...

Non ci posso credere gli sciamisti sono arrivati pure qua !

Stendo un velo pietoso.

Complimenti per il blog me lo sto leggendo con calma, è molto interessante

Samuele ha detto...

Dottore, ma nella sequenza Frosinone-L'Aquila c’è la possibilità di una scossa maggiore di magnitudo 6 scala Richter nel breve periodo? E l’epicentro dove avverrebbe questa scossa potrebbe essere la stessa zona degli ultimi eventi o ad esempio più a nord o a sud? Parlo sempre della sequenza Frosinone-L'Aquila.

Aldo Piombino ha detto...

mi domando chi possa aver tirato fuori una idiozia come quella della "sequenza Frosinone - L'Aquila"....
Riferendosi anche ad una domanda fattami giusto ieri sera qui sopra direi che seguire su facebook o youtube un personaggio che tira fuori un concetto simile non è solo una perdita di tempo nel visitarlo: infatti un concetto del genere necessita anche delle enrgie nervose per disimpararlo...
Insomma, smettete di seguire quella persona perchè proprio di geologia e sismicità non sa assolutamente nulla

Quanto alla probabilità di un accadimento. ripeto ancora una volta che se (RIPETO E SOTTOLINEO: SE) la crisi sismica iniziata nel 1997 continuerà come quella del 1700 sono a rischio attivazione tutte le faglie dei grandi sistemi di faglie normali dell'appennino centrale tra le Marche e la Campania.
É evidente che la probabilità maggiore sia nelle faglie limitrofe a quelle che si sono mosse nel 1997, 2009 e 2016/17, mentre quelle che si sono già attivate sono meno a rischio.

Purtroppo adesso non è dato sapere nè se, nè dove, nè quando ci sarà un nuovo evento principale.
Quindi prevenzione, prevenzione e ancora una volta prevenzione

Aldo Piombino ha detto...

Longa climb... succede da parecchio tempo...
gli sciacomici continuano a commentare qui, ovviamente su post che parlano di tutt'altra cosa.

Spero che questa frequntazione non richiesta non porti ad un abbassamento della considerazione sul mio livello scientifico.... della serie "figurati, su scienzeedintorni commentano gli sciacomici..."

saluto e ringrazio per la stima

Anonimo ha detto...

Buongiorno. Quando è accaduto il terremoto a L'Aquila, qualcuno disse che dal quel momento in poi dovevamo aspettarci un forte sisma a Sulmona. Invece abbiamo avuto Amatrice, poi Campotosto..... Sulmona manca all'appello. Possibile che accada? Sarà la chiusura di un cerchio? Grazie.

Emilio Rossi ha detto...

I margini settentrionali e meridionali del cratere sismico sono sotto tensione per il gap sismico dei forti terremoto del 2009, 2016 e 2017. Queste aree rientrano nella famosa scossa mancante di 5,2 di cui si parla su alcuni gruppi FB? Oppure le dobbiamo considerare esterne alle aree epicentrali?

Aldo Piombino ha detto...

1. anonimo:
- il sisma a Sulmona l'aveva previsto Giuliani qualche giorno prima del 6 aprile... ovviamente non è successo
- un evento distruttivo in quella zona non chiuderebbe nessun cerchio

2. Emilio Rossi:
- non so chi possa dire che "i margini settentrionali e meridionali del cratere sismico sono sotto tensione per il gap sismico dei forti terremoto del 2009, 2016 e 2017
- la scossa mancante di 5.4 di cui "si parla i alcuni gruppi facebook"? ma per favore.... ripeto... certa gente anzichè scrivere di teremoti dovrebbe occuparsi di altre cose.
Purtroppo fra i fenomeni di questo tipo c'è, cosa che mi addolora tantissimo, anche un geologo...

Anonimo ha detto...

La nostra memoria ci dice che i terremoti si susseguono con cadenze sempre più ravvicinate, come ce lo conferma anche il dott. Romano, eppure, passato il momento dei morti e della distruzione sembra che nessuno si ricordi più niente e si continua a fare quello che si è sempre fatto... E, senza voler essere la Cassandra del blog, mi chiedo perchè si continui a costruire sulle pendici del Vesuvio dal momento che alcuni ricercatori indipendenti hanno pronosticato che il vulcano di Napoli si 'dovrebbe' risvegliare entro il 2025, che l'eruzione avverrà dopo una serie di avvertimenti e che, nel frattempo, la popolazione potrà trovare il tempo di lasciare le proprie abitazioni: ma dove si riverserà quel mezzo milione di persone in fuga? Prima si concede loro il permesso edilizio per poi trarli in salvo?

Aldo Piombino ha detto...

sarei tentato di cancellare questo commento per "manifesta insulsaggine"...
ma siccome sennò poi...
allora

1. che i terremoti si susseguino a cadenza sempre più fitta è una CAZZATA GALATTICA. Non so chi sia questo dott. Romano, nè quali qualifiche abbia per parlare, nemmeno se sono state travisate le sue parole. E non mi interessa

2. il fatto che si continui a costruire intorno al Vesuvio non lo so, non posso affermarlo mancandomi I DATI. Che si sia costruito tanto dopo l'ultima eruzione è fin troppo evidente, come è evidente che questa sia una idiozia di una demenzialità allucinante, pari solo a quella di chi parla dell'aumento dei terremoti e di quella dei ricercatori indipendenti che prevedono un'eruzione del Vesuvio fra 7 anni...

3. il problema delle popolazioni intorno al Vesuvio esiste quindi a prescindere dai cosiddetti "ricercatori indipendenti",

4. costoro farebbero meglio ad usare il tempo che perdono per sparare cazzate su una eruzione entro il 2025 (che potrebbe comunque avvenire, ma non certo perchè loro l'hanno prevista, su che basi poi..) per fare altre cose... che so, se gli piace stare al computer videogiochi, oppure anche sesso virtuale... farebbero meno danni...

5. sulla questione dell'evacuazione: ci vorrebbe una buona comunicazione su quanto è stato previsto di fare in caso di bisogno. .

Anonimo ha detto...

Buongiorno professore. Abitando a Teramo vorrei sapere se Campotosto (zona sismica che mi preoccupa maggiormente) ha ancora energia importante da liberare oppure ha scaricato con i terremoti di gennaio 2017? Grazie

Aldo Piombino ha detto...

la faglia della Laga è accreditata per eventi sismici ben più forti. Non saprei dire se i terremoti del gennao 2017 abbiano diminuito in parte o del tutto il rischio derivante da questa faglia.
In ogni caso ricordo che non c'è solo quella fra le faglie teoricamente sismogenetiche che possono provocare serie conseguenze nell'area... quindi il rischio c'è a prescindere dal possibile livello di eventuale rischio residuo sulla faglia della Laga...

Anonimo ha detto...

Buon pomeriggio dottor Piombino. Grazie per i suoi preziosi e precisi aggiornamenti. Dunque siamo vicini alla fine della sequenza? Poi avrei una curiosità: la sequenza di L'Aquila-Frosinone parte da L'Aquila in giù o comprende anche Campotosto e Amatrice che si trovano più a nord? Sulmona e Avezzano invece? Mi scusi per la domanda forse banale, ma ho questo dubbio da un po'. La ringrazio anticipatamente e le auguro una buona serata.

Aldo Piombino ha detto...

1. cortesemente smettiamola con questa storia della "Sequenza L'aquila - Frosinone". Il prossimo che la tira fuori non gli rispondo fino a quando pone la domanda senza citare questo concetto assurdo frutto di non so che cosa.. io non ho "dubbi" su questa cosa... perchè non esiste..

2. è evidente che la sequenza l'aquila - frosinone non vuol dire nulla e non comprende niente...

3. Tanto è vero che gli eventi del 2016 hanno riempito il gap sismico tra gli eventi del 1997 di Colfiorito e quelli del 2009 dell'Aquila. Gap che il buon emanuele Tondi aveva già evidenziato ben prima del 2016 e che è da tutta un'altra parte rispetto a... Frosinone...

4. non siamo ancora alla fine, purtroppo... anche se magnitudo e frequenza degli eventi stanno diminuendo


Anonimo ha detto...

Dottor Piombino, volevo chiederLe se i due epicentri dinamici appenninici sono i candidati per l'ipotetico aftershock caratteristico di Mw intorno a 5.5 o se si tratta di una zona a rischio mainshock (7.0-7.5 Mw). Da qualche parte, ho letto che la Calabria e la Sicilia orientale (Mar Ionio) sono candidate per questo ipotetico terremoto di potenza catastrofica. Lei ha scritto che dobbiamo fidarci dell'INGV, ma io sono piuttosto diffidente nei confronti della scienza politicizzata e meccanica.
La ringrazio e le auguro una buona serata.

Giovanna

Aldo Piombino ha detto...

Cara Giovanna,
confesso che la serata è stata buona, visto che ero ai "fochi" di San Giovanni dopo aver assistito alla finale del calcio storico...

Venendo allo specifico, sarò piuttosto franco con Lei anche a costo di risultare antipatico: non ho la più pallida idea di cosa siano gli “epicentri dinamici” e, francamente, non lo voglio sapere. Quindi non Le posso rispondere. Quanto all’”aftershock caratteristico”.. stesso discorso… cosa diavolo vuol dire? Sono entrambi termini che NON esistono nella letteratura scientifica in peer review… quando su una rivista scientifica tipo Seismological Research Letters verrranno fuori questi termini, me ne studierò il significato. Ma ora è prematuro perchè non voglono dire niente se non qualcosa nella mente di chi li ha proposti

In buona sostanza, non si può assolutamente dire se ci saranno in un futuro breve eventi del genere nell’area delle sequenze innescate dagli eventi principali del 2016. Ho già risposto anche qui sopra sulle possibili evoluzioni della sismicità, ricordando che in Appennino settentrionale a pochi km di distanza dalle zone recentemente colpite ci sono delle faglie silenti piuttosto importanti; per cui non è assolutamente necessario che un evento di quella M risentito in zona debba per forza aessere originato dal sistema attualmente in attività a seguito degli eventi del 2016 e del gennaio 2017... ribadisco un link recente in cui ho spiegato la situazione http://aldopiombino.blogspot.com/2018/05/la-situazione-pieve-torina.html

Calabria e Sicilia sono fra tutte le regioni italiane quelle in cui teoricamente si possono registrare le Magnitudo più alte. Lo sappiamo proprio grazie a INGV e al lavoro dei suoi ricercatori e non certo ai farfalloni ricercatori indipendenti.

Quanto a INGV, non è più politicizzato da un pezzo ed è un organismo noto e di cui TUTTO il mondo della sismologia internazionale ha la massima considerazione.
Per questo leggere certi commenti fa molto male e sarebbe MOLTO meglio che Lei leggesse quello che dicono i ricercatori INGV piuttostochè gente che millanta meccanismi assurdi e che tira fuori definizioni come quelle di cui sopra. Non riesco neanche a capire cosa voglia dire “scienza meccanica”.
Insomma, anche se non sappiamo prevedere i terremoti, dia fiducia alla comunità scientifica e non ai ricercatori indipendenti…
Grazie

Anonimo ha detto...

Buongiorno. Circa quanto leggo su Facebook, non ci aspetta niente di buono... secondo lei, può verificarsi un evento come quello del '97?

Aldo Piombino ha detto...

Io eviterei di leggere certe cazzate su feisbuc. Leggete siti scientifici e non pseudoscienza...
Quanto a quello che potrebbe succedere.. Holinkato poco sopra un mio post in cui ne hiparlato

Anonimo ha detto...

Credo che il Friuli debba essere tenuto sotto controllo. Il professor Massimo Valle ha più volte ribadito di prestare attenzione a quelle scosse con magnitudo compresa tra il range max e l'estensione, o peggio tra l'estensione e il livello critico.

Anonimo ha detto...

Salve, dott. Piombino. Abito a Vastogirardi e qualche settimana fa vi è stata una scossa sulle colline. È probabile che siamo in una fase di accumulo di energia? La ringrazio per il suo lavoro. Le auguro una settimana gioiosa.

Ludovico Stefani ha detto...

Tempo fa, in un gruppo Facebook in cui mi ero iscritto, un sismologo indicava probabili fortissimi terremoti nelle aree seguenti: Garfagnana, Mugello, Calabria centro-meridionale, Frosinone-L’Aquila e Sicilia sud-orientale poiché sono le strutture più avanzate. Però anche la faglia del Matese non è da sottovalutare. Parliamo comunque in termini probabilistici.

Anonimo ha detto...

Ciao Aldo. Non credo, sinceramente, di essere una persona saccente, anche perché altrimenti non starei qui a leggere e tentare di comprendere argomenti che probabilmente non conoscono benissimo. È invece esattamente la troppa paura che mi fa scrivere qui, cercavo di fare un'ipotesi di probabilità secondo la legge dei grandi numeri per autoconsolarmi. Comunque, al di là di questo, ho piena consapevolezza del fatto che se ne fregano tutti, come se il problema non ci fosse. Qui in Campania ti prendono per pazza o uccello del malaugurio se fai notare la problematica delle faglie e la scarsa qualità degli edifici. Che tristezza!
E inoltre, ancora la troppa consapevolezza che per quanto tu puoi rendere sicura la tua casa e avere lo zainetto pronto, il 99% delle strutture che frequentiamo per l'intera giornata FANNO SCHIFO. Ribadisco che non frega niente a nessuno perché lo Stato ci vive sulle tragedie... quegli stronzi che la notte del 6 aprile ridevano con gli occhi del Zio Paperone... ecco perché cerco di pensare di cavarmela e che non accada ancora come nel novembre '80. Anche se sarebbe una tragedia ovunque! Pensa che da me ci sono un paio di scuole "puntellate" da anni e... va bene così... ciao Aldo, buona serata.

Giovanna

Aldo Piombino ha detto...

comincio subito da Giovanna perchè c'è un problema: non mi sono accorto di averle dato di saccente. Se Giovanna ha capito questo me ne dolgo e mi scuso perchè si tratta di un gravissimo fraintendimento. Dico solo che è scientificamente corretto seguire quello che dice INGV e che ci si deve "fidare" dei suoi uomini e donne, di cui una parte la conosco personalmente (anche se, fra tutti, confesso che almeno un paio di persone mi lasciano perplesso. Ma questo non inficia il giudizio generale.

Per il resto... che dire: le parole di Giovanna sulla Campania descrivono la situazione in maniera tanto sintetica quanto completa. Le chiedo di poter, eventualmente, utilizzarle a mia volta, ovviamente citandola...

Ludovico Stefani: credo di capire chi sia quel sismologo. Non è di INGV, anches e è un geologo non credo sia specializzato in sismologia e i suoi scritti mi lasciano veramente perplesso. Anche perchè se dici questo lo devi motivare dal punto di vista scientifico su una rivista in peer-review (Scientific reports, Nature, Nature Geoscience, Earth and Planetary Science letters, Journal of Geophisical research, Geology, Science): non sono nomi citati a caso, si tratta delle maggiori riviste, quelle su cui un lavoro che dimostra scientificamente tutto quanto detto da questo tizio andrebbe scritto... l'ha fatto? no.
E io penso di capire il perchè.... sono cose dette per impressioni.... senza un fondamento.
Che quelle siano zone dove un terremoto può venire da un momento all'altro è vero, ma da dire quali sono le zone potenialmente pericolose a scegliere quali saranno "le prossime".... c'è un abisso

Aldo Piombino ha detto...

E veniamo ora a Vastogirardi. Si, c'è stato uno sciame. É un comune vicino ad un'area parecchio a rischio e cioè il Matese. Ma di sciami sismici in Italia ne vengono tantissimi. E la presenza di uno sciame non aumenta nè diminuisce le probabilità di un evento sismico importante, se la zona può esserne lo scenario

Da ultimo parliamo di Massimo Valle.
Innanzitutto non è un professore, ma un ex-gommista con il pallino della sismologia. Si tratta proprio di una delle persone che NON sono da seguire, uno dei tanti sismologi improvvisati.
Pertanto tutto quello che dice non ha il minimo senso.
Io e i miei collaboratori ci siamo occupati due volte di Valle,
la prima volta qui: http://aldopiombino.blogspot.com/2017/10/quando-parlare-di-terremoti-non-sono.html
A questo post sono seguite da parte di Valle una serie di improperi e maledizioni, senza ovviamente avere una risposta nel merito, e cioè sulle critiche alle idiozie che ha detto
La seconda è questa: http://aldopiombino.blogspot.com/2018/04/lettera-massimo-valle-osservazioni.html Prese ua foto di me e dei miei collaboratori dandoci di imbecilli. L'abbiamo invitato ad un confronto ma ovviamente non si è fatto sentire

Ecco chi è questo personaggio..
di cui se ne può, anzi se ne deve, fare a meno

Greta ha detto...

Professor Piombino, intanto la ringrazio in anticipo per il suo lavoro messo a disposizione per noi che non siamo esperti in materia. Credo che come me i suoi followers siano attanagliati da una paura dettata dalla nostra ignoranza in materia, perciò il suo blog è per noi come oro! Poi volevo riallacciarmi al discorso degli utenti precedenti... per conclusione della sequenza sismica si intende tutta l'intera struttura in crisi dal 24 agosto 2016? Se così è all'appello il 5.5 Mw annunciato dal dott. Cattaneo, ma è ancora mancante! E la scossa di ieri rientra nella ramificazione del cratere attivo come carico (Pieve-Muccia-Serravalle, adiacente alla struttura del 1997 Colfiorito-Nocera Umbra... la faglia del '97 è dunque a rischio) queste sono le mie conslusioni da inesperta...

BEATRICE ha detto...

Gli scienziati sono uomini.......quindi molto corruttibili soprattutto se lavori per il governo........ i peggiori nazisti che facevano le peggio cose erano proprio gli scienziati....poi tra l'altro ci avessero mai azzeccato qualcosa sui terremoti, mai nulla.....

Aldo Piombino ha detto...

Beatrice, cortesemente, se la smetti di sparare cazzate, te ne saremmo grati io, i miei lettori e il genere umano in generale...

INGV cosa dovrebbe "azzeccare" sui terremoti? quando arrivano? per favore... purtroppo ancora non si sa.
ci saranno comunque novità nel futuro, almeno spero.

Veniamo a Greta:

Comprendo l'angoscia di chi sta da quelle parti, anche perchè conosco personalmente molte persone che la stanno vivendo e con cui mi sento spesso. E quando poi ricevo domande del tipo "ma stanotte che faccio, dormo in casa o in automobile" beh, vi confesso che mi viene una grande angoscia... insomma, anche se non sto lì, mi sento molto vicino a voi...
Ma venendo alle domande:

1. chi sarebbe questo dottor Cattaneo?
2. giuro che non capisco come si possa annunciare un evento sismico precisandone pure la Magnitudo dicendo che manca... ma su che basi, mi chiedo...
3. smettiamola per favore con le "ramificazioni"... non se ne può più... : la stragrande maggioranza degli eventi sismici nell'area fra Camerino e la Laga si annidano nella struttura che si è mossa il 24 agosto, il 26 e il 30 ottobre 2016 e il 18 gennaio 2017. Non c'è nessuna "ramificazione", si tratta di uno o al massimo due piani di faglia (se gli eventi del 18 gennaio sono su una faglia diversa).
4. sulla struttura che si è attivata nel 1997 non è stata registrata attività sismica recente
5. sì, per sequenza sismoica si intende il complesso di tutti gli eventi avvenuti nella zona dal 24 agosto 2016.

riepilogando: banalmente: un evento sisioco importante con una M come quella dei 5 terremoti più forti che ci sono stati negli ultimi due anni si trascina una sequenza di repliche che possono durare anni



Anonimo ha detto...

Dottor Piombino, in autunno il professor Calandra lancerà una piattaforma digitale che sarà in grado di prevedere i terremoti sulla base delle congiunzioni planetarie. Lei cosa ne pensa? È un passaggio scientificamente rivoluzionario oppure è tutta fuffa?

Aldo Piombino ha detto...

1. Calandra non è professore e non ha mai studiato Scienze della Terra.
2. si tratta di una persona la cui pagina sui terremoti in un paese di scientificamente normodotati non avrebbe il minimo senso
3. la sua "teoria gravitazionale" è fuffa totale, fisicamente insostenibile
4. è proprio fra le persone che non sarebbero da seguire

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Aldo Piombino ha detto...

è vero e sono solidale con il Quebec che ha bannato il fracking come dice "K", di cui però tolgo il commento perchè rimanda a un sito che non è serio

Anonimo ha detto...

Dottor Piombino, una domanda: leggevo circa le faglie dell'area del Gran Sasso... Dicono che sono faglie lunghe al massimo 20 km, nemmeno che da sole ognuna non arriverebbero a dare un sisma > 6.0! Poi però vengono considerate nell'ottica di un'unica faglia lunga 38 km in grado di dare un evento di 6.9 max! Se ho capito bene... Perché si fa questa considerazione? Si fa una media di magnitudo max tra tutte le faglie? Se possibile, mi può in poche parole spiegare questa cosa? Certo di una sua risposta, la ringrazio anticipatamente.

Aldo Piombino ha detto...

grazie per la domanda.
Allora, notoriamente ci sono nella zona del Gran Sasso 3 strutture: Assergi, Campo Imperatore e Mt. San Vito-Mt. Cappucciata.

Banalmente, questi anzichè faglie singole sono considerati 3 segmenti della stessa struttura, che pertanto arriva ad essere lunga quei 38 km, con un potenziale di 6.95.

Questo secondo Galafgini, Galli e Mori 2003 Paleoseismology of silent faults in the Central Apennines (Italy): the Campo Imperatore Fault (Gran Sasso Range Fault System) ANNALS OF GEOPHYSICS, VOL. 46, N. 5,

Aldo Piombino ha detto...

ovviamente "Galadini", mi scuso per l'errore

Anonimo ha detto...

Spero che ci saranno questi foreshocks in Calabria perché, anche se forti, daranno modo alle persone di uscire e mettersi in sicurezza prima del MAINSHOCK. La Calabria è una delle regioni più belle d'Italia, ma forse presenta altri rischi collegati al terremoto (TSUNAMI, FRANE, LIQUEFAZIONE).

Anonimo ha detto...

Buonasera. Perdonatemi l'ignoranza, le voglio chiedere: è vero che il MUOS emette le pericolosissime onde scalari? Grazie

Aldo Piombino ha detto...

Le onde elettromagnetiche scalari non sono mai state osservate in natura e meritano per la comunità scientifica un’attendibilità paragonabile a quella delle scie chimiche.
cioè zero.
Quindi il MUOS non le emette... semplicemente perchè non esistono
Non entro nella questione MUOS dal punto di vista politico perchè non è argomento da Scienzeedintorni. Rimango nello scientifico: da questo punto di vista il MUOS non è un pericolo per nulla nessuno.

PS: cancellerò d'ora in poi qualsiasi altro commento che parla di MUOS e/o di onde scalari. Questa è una pagina seria, non una lavagna per complottisti

Aldo Piombino ha detto...

Torniamo a parlare della Calabria e dei foreshock.
Il problema è:
- chi può assicurare di essere davanti ad un foreshock?
- purtroppo non tutti i terremoti forti sono preceduti da eventi sismici...

Quanto ai rischi collegati ad un forte terrmeoti... ce ne sono certo... gli tsunami sono documentati, come anche liquefazioni e frane
Ma di frane nella regione ne avvengono tante anche senza terremoti...

Anonimo ha detto...

Forse non sarà mai possibile prevedere i terremoti con precisione, ma il modello del professore Stefano Calandra a me personalmente sembra ancora difficile da comprendere, ma è indicativo quel tanto che basta nel poter salvare vite umane ... Ne abbiamo perse tante.

Aldo Piombino ha detto...

sarò "franco e cordiale"

1. Calandra non so che titolo di studio abbia, ma non è dottore in geologia (e si vede...). Ttantomeno è professore. Provo un certo ... come dire... disagio quando gli danno di professore
2. il suo modello è follia pura se lui ci crede, trippa per gonzi se non ci crede neanche lui (come penso)
3. non ha mai previsto una beata minchia, se non a posteriori o per statistica
4. visto che non prevede una beata minchia, lui e il suo metodo non servono ad una beata minchia

dopodichè, se il suo metodo fosse stato valido, sai quante riviste scientifiche gli avrebbero chiesto un articolo?
E incece non glielo ha chiesto nessuno e lui dice persino che "non cerca il consenso della comunità scientifica" o roba del genere..

Insomma, non seguitelo... perdete solo tempo che potreste usare meglio...

Anonimo ha detto...

Salve dottor Piombino. C'è da preoccuparsi per l’Irpinia?

Aldo Piombino ha detto...

Brutta domanda..
In quest momento, purtroppo, non si riesce a discriminare all'interno delle zone teoricamente a rischio, quelle in cui è più probabile un terremoto di grandi proporzioni.

Qualcuno potrebbe suggerire che in base al criterio del "tempo di ritorno" l'Irpinia sarebbe "tranquilla" essendo stata colpita da non tantissimo tempo (anzi, nel Meridione è l'unica che ha subìto danni e morti dopo il 1915... e ber ben 3 volte (1930, 1962 e 1980).
Ma il "tempo di ritorno" è un criterio che si è dimostrato estremamente sbagliato. E quindi è meglio non considerarlo, semplicemente perchè in Italia non è applicabile..

Pertanto anche in Irpinia ci si deve preoccupare di vivere, lavorare, studiare, passare il tempo libero in edifici sicuri dal punto di vista sismico.
Perchè non sono i terremoti a fare danni, ma l'edilizia sbagliata!

Anonimo ha detto...

Niente allarmismi, ma io sono al terzo piano di una casa antisismica che non ha avuto danni da nessun terremoto, fino ad ora. La casa è stara rassicurata da ingegneri, architetti, geometri, Protezione Civile, oltre che da una équipe dell'INGV richiesta all'uopo. Però il potenziale Avezzano-Sulmona mi agita molto, anche se sono a distanza di oltre 100 km.

Anonimo ha detto...
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Aldo Piombino ha detto...

qualsiasi commento favorevole alle gesta di Calandra o che, di più, ne esalta la figura, verrà irrimediabilmente cestinato appena mi accorgo della sua presenza.
Se su feisbuc la gggente scientificamente impreparata si esalta per Calandra non vuol dire niente quando per l'INTERO mondo scientifico (e per le leggi della fisica, particolare di non trascurabile importanza...) il suo modello è insussistente.
Qualche volta ci azzecca? certo, ma quello semplicemente per la statistica. Oppure aprendo le finestre a piacere in un tripudio di "post-visioni".

Ripeto il concetto: se queste post-visioni e/o colpi di culo statistico fossero davvero una cosa seria le prinicipali riviste scientifiche in peer-review (per esempio Scientific reports, Nature, Nature Geoscience, Earth and Planetary Science Letters, Journal of Geophysical Research, Geology, Science) farebbero a gara ad avere un suo articolo.
Invece scrivono ogni tanto che in Italia ci sono dei fenomeni che vengono seguiti da una montagna di gonzi (e qualcuno che non è in Italia ha nel nostro Paese il miglior "mercato")
spero che questo presunto fenomeno si rioccupi di B&B... La Scienza non fa per lui

PS: spero di evitare di esser epreso a piattate in testa se lo incontro in un ristorante....

Anonimo ha detto...

Professore, ci ho messo molto a risponderle perché volevo produrre un commento all'altezza della situazione, ma ne stava venendo fuori un trattato, e visto il precipitare della situazione (sono mancato pochi giorni ed al rientro le emissioni di gas a mare le ho trovate di una potenza mai vista in 10 mesi di osservazioni continue), ho deciso di commentare molto più alla mano, domandandole: tolto l'enorme interesse scientifico di analisi e monitoraggio continuo di alcuni punti della Caldera dei Campi Flegrei, visto che è risaputo che può esplodere senza ulteriori preavvisi, o comunque nel giro di poche ore dall'inizio di segni che preoccuperebbero anche un bradipo, cosa importa alle future vittime di tutto il parlare che si fa, di un monitoraggio più o meno stretto?
Sono certo che lei non vorrà negare che Campi Flegrei può eruttare anche in questo preciso istante, quindi perché lasciar parlare liberamente media ed autorità che si basano su affermazioni insensate di figure a dir poco dubbie? I bollettini dell'osservatorio hanno più "disclaimer" che pretendono la mancanza di responsabilità, la mancanza di precisione delle letture, ed un livello di incertezza delle affermazioni contenute nei medesimi che mettono l'autorevolezza dell'Osservatorio al pari della mia, e gli faccio un favore a metterli alla pari, perché io mi assumo la responsabilità di ogni singola parola che dico. Se lei ha conoscenza del luogo, vedrà da sé che il livello di emissione dei gas è...centuplicato(?) rispetto alla norma.
Vi è del turpiloquio, ma mi giustifico, è dovuto allo shock di quanto io mi sono trovato davanti e al mio posto chiunque farebbe peggio.

Anonimo ha detto...
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Aldo Piombino ha detto...
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Aldo Piombino ha detto...

per l'ennesima volta preciso di non essere "professore" anche se ho una scrivania al dipartimento di Scienze della Terra.

da questo momento e per tutto domani sono terribilmente incasinato e quinid una risposta più articolata la rimando a dopo.
Per adesso rispondo solo, per la necessità di un chiarimento, alla frase seguente:

Sono certo che lei non vorrà negare che Campi Flegrei può eruttare
anche in questo preciso istante, quindi perché lasciar parlare liberamente
media ed autorità che si basano su affermazioni insensate
di figure a dir poco dubbie?

PAROLE SUE E NON MIE, che riporto soloed esclusivamente per smentirle. e molto gravi perchè pronunciate dietro un tranquillo anonimato, mentre gli Scienziati ci mettono la faccia.

Le figure che Lei chiama "dubbie" sono per me e per tutto il mondo scientifico in generale scienziati di altissima professionalità. E NON TOLLERO che se ne parli così.

Il problema sono i media che fanno spesso catastrofismo proprio evitando di consultare i suddetti e/o interpretando male (più o meno volutamente) quanto essi dicono

Se ci fossero problemi come quelli che Lei ha elencato (che non si possono vedere con l'occhio, ma con una strumentazione adeguata) i bollettini lo avrebbero sottolineato
Non ci sono, pertanto, segni di un risveglio nel senso "eruzione prossima".
saluti

Anonimo ha detto...

Nel 2009, ho perso una mia carissima amica mentre la sua vicina di stanza, sempre un'altra carissima amica, è rimasta sotto le macerie per 23 ore ed è sopravvissuta. Loro erano universitarie. La casa in cui vivevano è crollata si è sbriciolata su se stessa, e dal racconto della sopravvissuta si deduce che non hanno avuto modo nemmeno di accorgersi del terremoto perché lei ha sentito il boato e poi molte urla. Nel 2017, a Rigopiano (il mio paese), ho perso Luana, un'altra carissima ragazza. Ecco perché il terremoto mi fa sempre più paura. Ed ecco perché mi pento di non avere dato ascolto nel 2009 agli allarmi lanciati dal dottor Giuliani. Basta con il vostro assurdo dogmatismo... L'Aquila andava evacuata subito dopo la previsione del prof. Giuliani.

Aldo Piombino ha detto...

Mi dispiace per il suo dolore e per tutte le perdite ma veramente Giuliani:
1. Precedette un forte terremoti a Sulmona che non avvenne
2. Ai primi di marzo disse che lo sciame era in esaurimento

Da quel momento non ne ha azzeccata una e le volte che ci sono Stati eventi forti ha scritto che il suo ordigno (che non misura niente) era in manutenzione.
Giuliani insomma ėun acchiappa gonzi come calandra..

Aldo Piombino ha detto...

Predisse. .

Anonimo ha detto...

Ciao Aldo. Guarda, sfondi una porta aperta con me. Mi trovi d'accordo su tutto. Forse, scrivendo, si è frainteso il senso del mio messaggio.

Io ho paura - ho 3 bimbi molto piccoli - ma le amministrazioni provinciali, comunali o quelle che siano, se ne fregano. Anche se ho una casa sicura, so che il resto è fatiscente, dato che le scuole crollano persino col vento, e se si protesta la risposta è: "non ci sono soldi", ma poi escono i milioni per ristrutturare lo stadio di calcio.

Non mi resta che sperare che non accada l'evento nefasto. Oltre alle suddette faglie del Sannio, mi preoccupa moltissimo anche la temibile super faglia del Matese che, se non erro, è ubicata proprio nel lago. Se si muove il Matese, cadono il Sannio, l'Irpinia ed il Molise.

Detto ciò, se c'è da lottare lo faccio. Vorrei una città sicura per i miei figli, ma vedo che si aspetta sempre la prossima disgrazia per racimolare qualche soldo e per far eccitare gli spettatori della TV del Dolore.

Auguriamoci di cavarcela tutti. Tu vivi a Firenze, quindi sei geologicamente tranquillo. Io abito a Benevento Città e sono perlomeno preoccupata, ma i miei concittadini se ne fregano. La ricostruzione post-sisma dell'80 è stata alquanto scadente.

Giovanna da Benevento