lunedì 14 maggio 2018

Estinzione del Devoniano superiore e Large Igneous Province della Yacuzia



L’evento Kellwasser è una delle “Big 5” di Sepkosky, cioè uno dei principali eventi di estinzione di massa. È avvenuto nel Devoniano superiore, ma non alla fine del periodo, che peraltro corrisponde ad un’altra fase di estinzione, nota come Evento Hangenberg. Sulle sue cause si è discusso parecchio, anche per la presenza in quel tempo di un impatto meteoritico; oggi appare abbastanza ovvio che si tratti delle conseguenze della messa in posto della Large Igneous Province dei basalti della Yacuzia e anche le ultime ricerche puntano il dito contro il vulcanismo: durante il Kellwasser notiamo una forte anomalia positiva di mercurio nei sedimenti, che si accompagna a quella dell’iridio, già nota da tempo. Il problema è che le datazioni dei basalti della Yacuzia tornano poco a causa del pessimo stato di conservazione di quella serie vulcanica,É piuttosto interessante notare una circostanza fondamentale nella storia della vita e cioè la comparsa dei primi vertebrati terrestri proprio nel tempo che intercorre fra il Kellwasser e l’ Hangenberg.


Un tipico pesce senza mascelle del Devoniano
Nel Devoniano superiore ci sono stati due diversi eventi di estinzione di massa  a poca distanza l’uno dall’altro. Il primo al limite Frasniano – Famenniano (FFB, conosciuto come evento Kellwasser) e che corrisponde ad uno dei “big five”, i 5 maggiori eventi di estinzione di massa della storia (Sepkosky, 1996); il secondo è di poco successivo e corrisponde alla fine del Famenniano (evento Hangenberg) e siccome il Famenniano è l’ultimo stadio del Devoniano, il secondo evento corrisponde anche al limite Devoniano – Carbonifero. Quindi come succederà in seguito nel Permiano superiore, abbiamo due estinzioni di massa separate da poco più di 10 milioni di anni; la differenza fra le due coppie è che nel Devoniano il primo è più importante del secondo, mentre nel Permiano, l’evento più importante è il secondo.  


Venendo specificamente al Kellwasser, si tratta di una estinzione di massa che ha coinvolto, come sempre succede, una vasta gamma di forme viventi appartenenti a gruppi molto diversi: coralli, stromatoporoidi (animali all’epoca molto diffusi, ormai estinti e ancora di incerta classificazione), trilobiti, cefalopodi, brachiopodi, conodonti e pesci (in particolare quelli senza mascelle). L’estinzione è stata veloce, ma graduale (Becker, 1993); fondamentalmente si è trattato di una sostituzione progressiva della fauna precedente con organismi sempre più adatti a vivere in condizioni di scarsa ossigenazione delle acque (guarda caso come al K/T…). 
Le cause dell’evento Kellwasser sono state variamente addebitate: cambiamenti nella circolazione oceanica, provocati alternativamente da riscaldamento o raffreddamento climatico globali (o altro non specificato), cambiamenti del livello marino, impatto di un meteorite (immancabile...).
Il cratere di Siljan, in Svezia.
 Probabilmente precede di poco l'evento Kellwasser
Al di là delle caratteristiche biotiche, ci sono molte circostanze geologiche interessanti, che poi sono comuni anche agli altri eventi di estinzione di massa (in particolare al K/T):
  • la più evidente è la deposizione dei classici sedimenti finissimi e scuri perché ricchi di materia organica, sintomo di condizioni di mancanza (o quantomeno di forte scarsità) di ossigeno. Le serie meglio studiate sono quelle dello stato di New York, dove troviamo più livelli del genere, che precedono e seguono quello principale posto al limite fra Frasniano e Famenniano. Questi livelli assomigliano al Fiskeler, il famoso sedimento che troviamo in Danimarca depositato esattamente al limite K/T (Christensen et al 1973). Come in esso troviamo cristalli di pirite e laminazioni sottilissime che possono restare evidenti solo in caso di assenza di vita nel fondo marino, perchè altrimenti questa finissima stratificazione verrebbe completamente distrutta dagli animali che vivono sul fondo e, soprattutto, da quelli che lo scavano
  • un forte disturbo, a livello globale, del rapporto isotopico del Carbonio, il δ13C: fra gli eventi di estinzione globale alcuni presentano alternativamente oscillazioni positive o negative di questo rapporto; in questo caso la situazione è un pò complessa del solito, in quanto al Kellwasser troviamo sia oscillazioni positive che negative a seconda della regione
  • forti oscillazioni del livello marino; in particolare una fase a basso livello coincide esattamente con la parte terminale del Frasniano, documentata da interruzioni della sedimentazione in molte aree (Nordamerica, Europa, Iran etc etc)
  • una anomalia positiva nella concentrazione di Iridio nelle argilliti scure, con livelli molto elevati anche se non tanto quanto al K/T (Over et al 1997) e, è arrivata la notizia in questi giorni, anche di Mercurio (Racki et al, 2018)
  • in Belgio troviamo anche delle microtectiti, tipiche di un impatto meteoritico (Claeys and Casier, 1994) e non è una coincidenza casuale in quanto nei dintorni del Kellwasser si colloca un grande impatto meteoritico, quello di Siljian, in Svezia. Si tratta di un cratere piuttosto grande (il diametro  varia a seconda degli Autori fra 65 e 90 km)
  • sempre in Belgio sono stati anche trovati alti valori di molecole organiche, che indicano diffusi incendi di foreste ed anche evidenze di una accelerazione dell’erosione del suolo (Kaiho et al, 2013)
  • e, soprattutto, la messa in posto di una Grande Provincia Magmatica (LIP, Large Igneous Province), i basalti della Yacuzia 



La stratigrafia dei sedimenti del Frasniano nello Stato di New York, che evidenzia
i numerosi episodi di sedimentazione di black shales con anomalia dell'Iridio (Over et al, 1997)
L’IRIDIO: voglio soffermarmi in particolare sulla questione dell’Iridio. La concentrazione di elementi del gruppo del Platino (PGE) nei sedimenti dello stato di New York è stata oggetto di un dettagliato studio (Over et al 1997), dove vari orizzonti di scisti neri, sia del Fammenniano superiore che quello corrispondente propriamente al Kellwasser, contengono concentrazioni anomale di Iridio; i rapporti quantitativi fra gli elementi PGE non sempre sono simili a quelli delle condriti. I campioni presi nei sedimenti “normali” invece non presentano arricchimento in iridio, platino e rutenio. Inoltre, come succede al K/T per le tectiti dello Yucatan, i sedimenti dell’impatto meteoritico di Siljan trovati in Belgio non presentano anomalia dell’iridio. Insomma, sia i rapporti quantitativi fra gli elementi del gruppo del platino, sia la presenza di diversi orizzonti arricchiti separati nel tempo non indicano una singola fonte extraterrestre, come quella rappresentata da un impatto. Anche nell’evento della fine del Devoniano troviamo una anomalia dell’Iridio in Cina (Wang et al, 1993) e in Nordafrica (Kaiser et al, 2011)


DATAZIONE DELL’IMPATTO DI SILJAN. Sull’onda dell’ipotesi del meteorite killer dei dinosauri (connessone che ormai è stata dimostrata falsa, ma che continua ad essere molto popolare) sono state ricercate connessioni fra l’impatto di Siljan e il Kellwasser. Il problema è ancora aperto in quanto la forbice cronologica degli eventi è piuttosto grande e, a complicare le cose, ci si mette lo stesso limite Frasniano – Famenniano, che negli ultimi 40 anni è oscillato tra 370 e 376 Ma; nell’ultima versione della carta cronostratigrafica ufficiale (2017) è posto a 372,2 ± 1.6 milioni di anni, quindi fra 370,6 e 373,8 Ma. Quanto al cratere, le età ricavate dalla bibliografia sono diverse, ma in sostanza tendono ad essere un pò più vecchie dell’intervallo in cui si colloca il Kellwasser; quelle ricavate più di recente che ho trovato parlano di 380.9 ± 4.6 Ma (Jourdan et al., 2012). Precedentemente due campioni avevano fornito un’età rispettivamente di 377.2 ± 2.5 Ma e 376.1 ± 2.8 (Reimold et al. 2005) per cui una connessione diretta fra i due eventi è piuttosto difficile.




Carta della giounzione tripla della Yacuzia
da Ricci et al (2013)
VULCANISMO E EVENTO KELLWASSER. I fenomeni registrati alla fine del Frasniano sono sintomi della presenza di un vulcanismo importante. Ma, come ho accennato, proprio in questi giorni ne è venuto fuori uno ancora più stringente: nei sedimenti deposti al FFB c’è una vistosa anomalia di mercurio (Racki et al 2018), anomalia che si riscontra anche in corrispondenza di altri eventi di estinzione di massa, come alla fine di Permiano, Triassico e Cretaceo (Bergquist, 2017). 
Il vulcanismo nel Frasniano è stato molto intenso, per esempio negli Stati Uniti ed in Europa, dove si stava perfezionandosi la collisione fra Euromerica e Gondwana, in Sudan e in Cina. Ci sono inoltre delle grandi eruzioni basaltiche nel cratone est europeo:  i basalti di Kola e quelli del rift di Pripyat–Dniepr – Donets tra Ucraina e Bielorussia (Kravchinsky, 2012).
Ma, soprattutto, in quei tempi avveniva la messa in posto di una delle più massicce coperture basaltiche degli ultimi 500 milioni di anni, la Large Igneous Province della Yacuzia, nota anche come Trappi di Viluy


I TRAPPI DELLA YAKUZIA. Come dice il nome della regione, siamo nella parte NE della Siberia, in una regione venuta alla ribalta con il Risiko, dove nel Devoniano superiore si è formata una giunzione tripla con la formazione di 3 rift (Ernst and Buchan, 1997), in una situazione che ricorda molto quella attuale dell’Afar. Dei tre rami del rift, due formano gli attuali margini della piattaforma siberiana ma sono abortiti. Il terzo invece ha avuto una storia diversa: dopo una fase di divergenza che ha formato un bacino oceanico il regime è tornato presto compressivo e il conseguente scontro fra la Siberia e il microcontinente di Kolyma -  Omlon ha formato nel mesozoico l’orogene dei monti Verkhoyansk (Oxman, 2003).
Nel rift di Viluy, il ramo abortito di SW, che attualmente è lungo 800 km e largo fino a 450 e in altre aree intorno alla giunzione tripla troviamo la Large Igneous Province della Yacuzia, di cui sono visibili alcuni resti lungo i lati dei rift, perchè la maggior parte è stata coperta dai sedimenti che si sono accumulati nei rift stessi; le stime parlano di quasi 2 milioni di km cubi fra lave e il loro sistema di alimentazione (Kiselev et al., 2006). 
La domanda a questo punto è se proprio la LIP di Yacuzia sia il killer del Kellwasser. Diciamo che la cosa avrebbe senso, dato che anche gli altri eventi di estinzione di massa, con solo probabilmente una eccezione, il passaggio Eocene – Oligocene, sono associati a Large Igneous Provinces, e agli altri fenomeni descritti all’inizio del post, come si vede dall’immagine. 


DATAZIONE DEI TRAPPI DELLA YACUZIA. Le indicazioni stratigrafiche indicavano il Devoniano superiore come età di queste rocce ignee, ma le datazioni assolute erano poche, e poco affidabili, anche perchè  la maggior parte di queste rocce sono molto alterate. Nel 2010 con il metodo 40Ar/39Ar furono trovate due età di 360.3 ± 0.9 and 370.0 ± 0.7 Ma, il che ha suggerito che due impulsi diversi di questi basalti abbiano provocato sia la grande estinzione al liimte Frasniano – Famenniano che quella successiva alla fine del Devoniano (l’ Hangenberg) (Courtillot et al, 2010). 
Più recentemente, anche Ricci et al (2015) esaminando diversi campioni hanno notato che con il metodo 40Ar/39Ar questi si raggruppano in due gruppi diversi con età medie ponderate di 364,4 ± 1,7 e 376,7 ± 1,7 Ma. 
Il quadro ricavato supporta quindi in entrambi gli studi la presenza di due impulsi principali (come succede spesso nelle LIP) e tutto sommato l’intervallo che si ricava è lungo più o meno come il Famenniano. Per cui è possibile (ed intrigante) che sia il Kellwasse che l’Hangenberg siano dovuti a due diverse fasi parossistiche dei Trappi di Viluy.  
Il problema è che soprattutto a causa della alterazione (che ha probabilmente interessato il sistema dell’argon) questi risultati mi paiono un pò aleatori e poco in accordo con la cronologia attualmente in vigore: insomma, oggi le stime per il Kellwasser vanno da 373,8 a 370,6 MA, quelle di Ricci e soci per la prima fase dei trappi di Viluy vanno da 374,0 a 378,4 MA. Quindi le due età si toccano quasi. Per quanto riguarda invece l’Hangenberg, è un limite abbastanza ben definito dal punto di vista cronologico, in quanto ha una incertezza nella sua datazione assoluta di poche centinaia di migliaia di anni: al massimo può essere avvenuto a 359.3, ben dopo il limite più recente della forbice cronologica della Yacuzia, che è post a 362,7. 
Insomma, il fatto che in entrambi i casi le vulcaniti risultino più vecchie degli eventi biotici può essere dovuta alla pessima qualità dei campioni dal punto di vista della loro alterazione, ma se la correlazione fra eruzioni della Yacuzia e Kellwasser è “estremamente probabile” dal punto di vista della cronologia relativa, le datazioni assolute sono ancora poco chiare. Invece sull’Hangenberg i dubbi sono ancora estremamente alti. La tabella qui accanto mostra le attuali incertezze nelle datazioni assolute.

In conclusione si può dire che la geochimica delle serie sedimentarie evidenzia sicuramente al limite Frasniano – Famenniano degli importanti fenomeni vulcanici, e i vari episodi conosciuti di quell’epoca non paiono dal punto di vista quantitativo essere minimamente paragonabili a quelli della Siberia orientale. Per cui è piuttosto verosimile che il killer della fine del Frasniano sia ancora una volta una LIP, quella della Yacuzia, anche se i meccanismi che portano una LIP ad essere uno spietato killer non sono ancora chiarissimi e la datazione assoluta delle eruzioni è ancora incerta. 

Becker (1993) Anoxia, eustatic changes, and Upper Devonian to lowermost Carboniferous global ammonoid diversity. In: M.R. House (Editor), The Ammonoidea. Environment, Ecology, and Evolutionary Change. Syst. Assoc. Spec. 47, 115–163
Bergquist (2017) Mercury, volcanism, and mass extinctions: PNAS 114, 8675–8677 
Courtillot et al (2010) Preliminary dating of the Viluy traps (Eastern Siberia): eruption at the time of Late Devonian extinction events? Earth and Planetary Science Letters 300, 239–245. 
Christensen et al (1973) Sedimentology and depositional environment of Lower Danian fish clay from Stevns Klint, Denmark. Bull. Geol. Soc. Denmark, 22, 193–212
Ernst e Buchan (1997) Giant radiating dyke swarms: their use in identifying pre-Mesozoic large igneous provinces and mantle plumes. In: Mahoney, J., Coffin, M. (Eds.), Large Igneous Provinces: Continental, Oceanic, and Planetary Volcanism: Am. Geophys. U. Geophysical Monograph Series, 100, 297–333. 
Golonka and Gawęda (2012) Plate Tectonic Evolution of the Southern Margin of Laurussia in the Paleozoic, Tectonics Evgenii Sharkov, IntechOpen
Kaiho et al (2013) A forest fire and soil erosion event during the Late Devonian mass extinction Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 392, 272–280
Kaiser et al (2011) Climate-controlled mass extinctions, facies, and sea-level changes around the Devonian–Carboniferous boundary in the eastern Anti-Atlas (SE Morocco). Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 310, 340–364 
Kiselev et al (2006) Middle Paleozoic basic magmatism of the northwestern Vilyui Rift: composition, sources, and geodynamics. Petrology 14, 588–608
Kravchinsky (2012) Paleozoic large igneous provinces of Northern Eurasia: Correlation with mass extinction events Global and Planetary Change 86-87, 31–36
Over et al (1997) Platinum group element enrichments and possible chondritic Ru:Ir across the Frasnian–Famennian boundary, western New York State Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 132,399–410 
Over (2002) The Frasnian/Famennian boundary in central and eastern United States Paleogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 181,153-169 
Oxman (2003) Tectonic evolution of the Mesozoic Verkhoyansk–Kolyma belt (NE Asia) Tectonophysics 365,45–76
Racki et al (2018) Mercury enrichments and the Frasnian-Famennian biotic crisis: A volcanic trigger proved? Geology  DOI: https://doi.org/10.1130/G40233.1  
Ricci et al 2013 New 40Ar/39Ar and K–Ar ages of the Viluy traps (Eastern Siberia): Further evidence for a relationship with the Frasnian–Famennian mass extinction Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 386 (2013) 531–540 
Sepkoski JJ (1996) Patterns of Phanerozoic extinction: A perspective from global databases. Global Events and Event Stratigraphy in the Phanerozoic, ed Walliser OH (Springer, Berlin), pp 35–51
Wang et al (1993) Global Iridium anomaly, mass extinctions and redox change at the Devonian-Carboniferous boundary. Geology 21, 1071 – 1074

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusi, potrebbe gentilmente spiegarmi cosa sta succedendo alle Hawaii? Grazie!

Aldo Piombino ha detto...

le mie conos enze su quell'area sono molto generali e purtroppo non ho avuto molto tempo per aprofondire gli ultimi eventi.
Comunque non è niente di inasopettato: il Kilauea è in eruzione da 40 anni e ogni tanto si apre una nuova bocca.
Stavolta però c'è stato un forte terremoto lungo una faglia collegata ad una zona in cui la crosta si sta aprendo.
Eventi sismici di quella forza zono già avvenuti almeno 2 altre volte negli ultimi 200 anni.
saluti

Anonimo ha detto...

I polpi sono alieni venuti dallo spazio profondo: lo studio choc

Aldo Piombino ha detto...

Si. . Vabbè. .

Aldo Piombino ha detto...

ora rirendo la questione che ho un pò più di calma:
articolo (parlo di quello originale) completamente folle.
come mnimo fra qualche tempo verrà ritirato per assurdità. Ma intanto fa già qualche dnno fra le persone sugggestionabili.
Oltretutto fa una certa confusione dato che pala di esplosione del Cambriano e poi di avvenimenti che si svolgono nel pleozoico superiore...

Anonimo ha detto...

Gentilissimo Signor Piombino,
Sono Giulia, italo-americana, vivo a Dallas (Texas, USA) e sono una fervente cristiana calvinista.
Sono anche una creazionista convinta, non per ideologia, ma bensì perché l'Antico Testamento riporta avvenimenti realmente avvenuti in grazia del Signore.
Mi è stato scritto su Facebook che Lei si ostina ancora oggi a non volere ammettere le tantissime zone d'ombra dell'ipotesi evoluzionista di Charles Darwin, e che di conseguenza dimostra una totale chiusura nei confronti della Storia della Creazione.
Lei, ancora meglio di me, dovrebbe sapere che nemmeno all'interno del panorama scientifico c'è unanimità riguardo la fallace ipotesi evoluzionista.
La "out-of-Africa" non sta in piedi perché quegli ominidi, se avessero realmente fatto tutta quella strada, sarebbero morti dalla stanchezza. È impossibile che l'uomo si sia "evoluto" in appena qualche migliaio di anni, mentre è scritto nella Genesi che fu il Signore a donarci una certa intelligenza. L'ipotesi evoluzionista è una forzatura palese, evidente. Così come a decimare l'umanità corrotta e peccaminosa non furono le presunte eruzioni dei supervulcani (qui negli USA ne abbiamo due, uno in California e l'altro nel Wyoming, ed erutteranno soltanto se lo vorrà l'Altissimo), ma il Diluvio Universale (che è assolutamente avvenuto migliaia di anni fa) a spazzare via quell'orgia blasfema e lussuriosa.
Il grande teologo Giovanni Calvino sarebbe d'accordo con me. La scienza ammetta i propri errori. Siate umili, non sedetevi sul piedistallo.

Spero che Lei rifletta su quanto scritto. Rispetto all'Europa, qui negli USA c'è certamente e giustamente una maggiore apertura mentale nei confronti della Creazione. L'ipotesi evoluzionista di Darwin è una superstizione ottocentesca.
Sinceri saluti,
Giulia da Dallas.

Aldo Piombino ha detto...

riflessioni su un argomento del genere non sono possibili data la sua manifesta infondatezza.
ma ne parlerò nei prosismi giorni
saluti

Anonimo ha detto...

Dite che l'uomo discende dalla scimmia. Ve ne uscite con la teoria dal cinocéfalo con la coda, la scimmia senza coda e l'uomo arboreo, figli del Noepitecoide, etc. Ma allora, quale sarebbe l'anello perduto? L'avete mai trovato? Quando e dove? In che giorno si è trovata una scimmia capace di parlare, dotata di linguaggio? Fino ad ora non è mai apparsa. Siete ridicoli, voi signori darwinisti, ci state presentando supposizioni e non fatti.
Misuriamo il volume del cervello della migliore delle scimmie e paragoniamolo per esempio al cervello dell'uomo primitivo che si trova, per esempio, nelle tribù dell'Australia. È ovvio che quella scimmia mai ne raggiungerebbe la capacità ablativa.
Non stanno quindi gli evoluzionisti confutando le teorie dello stesso
Darwin e dei suoi seguaci? L’uomo discende dalla scimmia? In base a cosa lo sostengono? Come lo dimostrano? Fino a quando aspetteremo il presunto anello mancante? Vogliamo vedere questa specie di scimmia che parla come la gente. Non è mai apparso e, quindi, si tratta di una supposizione, di una sciocchezza che non ha riscontro nella realtà.

Saluti,
Giulia

Aldo Piombino ha detto...

l'uomo non discende dalla scimmia, semplicemente É una scimmia...
una scimmia antropomorfa per l'esattezza...
diciamo che conosco benissimo le tecniche dialettiche degli antievoluzionisti nelle quali lei mi sembra abbastanza esperta.. compreso quello di voler cercare testardamente incoerenze nella Scienza...
tipico di chi avendo una fede "stabile" non arriva a capire che nella Scienza le conoscenze si... evolvono e si migliorano, con il risultato spesso di modificare il quadro.
un solo quadro non potrà mai essere smentito e cioè quello dell'evoluzione e della storia della Terra... verranno solo precisati...

La sua in questa risposta è una accozzaglia di frasi senza senso che denotano una scarsa conoscenza delle cose di cui parla. Insomma, se Lei avesse suidiato un pò l'antrolopologia dal punto di vista scientifico e non da quello biblico capirebbe cose che non vuole capire ed eviterebbe sermoni completamente senza senso come questo.
Dopodichè... in questi giorni ho parecchie cose da fare. Le ho detto che le risponderò.
Eviti cortesemente, per adesso, di impestare la mia bacheca

Comunque le assicuro che è la Scienza che si attiene ai fatti, mentre è proprio basandosi sulla Bibbia che si fanno congetture prive di senso.
Quanto ai Nativi australiani, hanno esattamente le nostre caratteristiche... non sono più "primitivi" di noi...
Saluti


Anonimo ha detto...

Professore, il recente aumento vertiginoso di terremoti ed eruzioni vulcaniche, è la diretta conseguenza dell'imminente avvicinamento di Nibiru?

Aldo Piombino ha detto...

Non direi proprio che ci sia un aumento nei terremoti e nelle eruzioni.
Tantomeno esiste Nubiru.

Anonimo ha detto...

Buonasera. Debbo scrivere un tema il cui argomento è l'ascesa delle pseudoscienze e delle bufale. Secondo lei, perché nel nostro Paese sta crescendo la diffidenza nei confronti della scienza ufficiale?

Anonimo ha detto...

Nibiru, ci svelano i Sumeri, avrebbe una perfetta orbita ellittica che lo fa entrare ed uscire dal nostro sistema solare ogni 3.600 anni. Può quindi venire considerato, a buon diritto, appartenente al nostro sistema solare, sebbene risulti invisibile per lungo tempo. Orbiterebbe tra due soli (il nostro ed uno esterno) che ne costituirebbero i perigei. Quando Nibiru passa vicino al nostro pianeta, porterebbe degli scompensi tellurici,vista la sua alta potenza gravitazionale.

Aldo Piombino ha detto...

allroa, die risposte:
1. ascesa delle pseudoscienze:
ci sono alcuni fattori. Il prino è che gli italiani hanno sempre preferito i maghi e i ciarlatani agli scineizati, anche perchè il potere religioso (e in parte quello civile) hanno sempre preferito lasciare "il popolo" nell'ignoranza
il secondo è che con internet chiunque può scrivere qualsiasi cosa e le leggende metropolitane si diffondono meglio.
Comunque se vuoi in settimana prossima se ne può parlare. Questa no... sono terribilment eincasinato

2. Nibiru... chiaramente i sumeri non potevano dire tutto ciò...
Io ho qualche idea al riguardo, ma chiaramente certe fantasie come quella che sta arrivando questo pianeta e provoca terremoti sono immani idiozie.
E cancellerò qualsiasi altro commento al riguado

Anonimo ha detto...

Articolo molto interessante, ma in contrasto con alcune nozioni che ho appreso a scuola. La mia insegnante di Scienze Naturali disse che i dinosauri si estinsero a causa dell'impatto di un gigantesco meteorite, impatto che avvenne in una qualche remota provincia dell'America centrale. Questo meteorite era talmente grosso da provocare un cataclisma climatico che perdurò per moltissimi secoli. Forse qualcosa di simile ad un 'fall-out' nucleare. Si estinsero i dinosauri in quanto disadattati e antisociali, mentre i mammiferi (tra cui un ancestrale ominide, cioè un nostro antichissimo antenato) riuscirono ad adattarsi e quindi sopravvisero. A quanto pare, aveva ragione Charles Darwin: "Vince chi si adatta, e non il più forte". L'evoluzione avviene con la cooperazione, e non con la competizione, come sosteneva il filosofo Herbert Spencer.
I dinosauri non cooperarono, di indole furono estremamente aggressivi, quindi la loro definitiva scomparsa era assolutamente inevitabile. Una evoluzione alquanto misteriosa è quella dei delfini: come è possibile che questi mammiferi si siano ritirati nelle acque? Come erano quando camminavo sul suolo? È davvero possibile che i nostri antenati erano esseri acquatici?

Aldo Piombino ha detto...

vediamo di rispondere a queste domande.
1. la storia del meteorite - killer è presa per buona da tutti fuorchè da quasi tutti coloro che, come me, studiano le estinzioni di massa. L'ho spiegato diverse volte, anche nel libro che ho scritto "il Meteorite e il vulcano: come si estinsero i dinosauri". Per una veloce sintesi del problema quest sono due post che ho scritto: il primo in cui persino il figlio di Alvarez smentisce il padre http://aldopiombino.blogspot.it/2016/09/il-figlio-di-alvarez-e-perche-e-ancora.html , il secondo come risposta ad un sostenitore dell'ipotesi del meteorite: http://aldopiombino.blogspot.it/2016/10/una-critica-facilmente-smentibile.html .
2. anche i mammiferi al K/T subìrono molte perdite. All'epoca non c'erano ancestrali ominidi... ma antenati dei primati che probabilmente ersno degli insettivori arboricoli, ancora molto diversi dai primati... forse assomigliavano più a scoiattoli che a scimmie...
3. francamente non capisco la questione della cooperazione e perchè questa avrebbe estinto i dinosauri (che fra parentesi non si sono estinti, essendo gli uccelli dei dinosauri...); quanto a Darwin non sosteneva l'evoluzione (un termine che gli faceva paura per le prospettive di "perfezionamento" che implicava), ma la "discendenza con modificazioni", concludendo che sopravviveva la specie che si adattava meglio ai cambiamenti
4. i cetacei derivano da animali terrestri; il loro parente più prossimo vivente è l'ippopotamo. Ne ho parlato qui: http://aldopiombino.blogspot.it/2007/11/lorigine-dei-cetacei-un-mistero-che-non.html
5. ovviamente i nostri antenati erano pesci, pesci un pò speciali perchè dotati di pinne carnose e non di pinne a raggi. Essitono ancora pesci con le pinne carnose: i dipnoi e i celacanti

Anonimo ha detto...
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