mercoledì 20 aprile 2016

Dopo il 17 aprile: e ora mettiamoci tutti al lavoro perchè risparmiare emissioni si può, ma ci vuole la volontà di tutti, politici e cittadini


Allora… sono state delle settimane dure (per non essere volgari). Sono volati insulti a gogò, sono state rotte amicizie, non solo virtuali su facebook, ma anche reali, dimostrando che l’Italia è una repubblica fondata sul livore. Specialmente da parte di alcuni sostenitori del sì chi sosteneva opzioni diverse è stato trattato in malo modo. Domenica 17 aprile qualcuno è andato a votare si (o no) convinto di fare il bene dell’Italia, altri ci sono andati perché Renzi aveva detto di non andare o perché aveva degli interessi particolari da difendere nel votare sì o no. C'è chi si è astenuto, sempre convinto di fare il bene dell'Italia, altri si sono astenuti perché Renzi ha detto così o perchè, come me, hanno pensato che questo referendum fosse una cagata pazzesca di fantozziana memoria. Altri si sono astenuti perché delle trivelle non gliene fregava nulla. Altri ancora perché non gliene frega nulla direttamente di votare. 
E comunque tutti proclameranno di avere vinto... perchè i sostenitori del sì diranno che milioni di italiani hanno votato “contro le trivelle” (ripeto che al limite votavano contro le pompe) quelli del no perchè “hanno votato in pochi”, Renzi e soci come se sia stato un plebiscito a favore del governo.
E tutti continueranno a dire le stesse cose, insultando gli altri fronti, come continueranno a sparare grandi cazzate i guru di entrambe le parti, dalla D'Orsogna ai petrolieri. Ma al di là di quanto ho sostenuto a proposito del referendum, il problema di ridurre le emissioni da idrocarburi è impellente.

Inutile nasconderlo… per il fronte ambientalista è stata una sconfitta gravissima, secondo me dovuta ad una campagna elettorale idiota. Ugo Bardi ha centrato benissimo il problema in questo post, in cui se la prende anche con quelli della “decrescita felice”.
Come ho scritto nel mio libro sull’estinzione dei dinosauri, le estinzioni di massa sono dovute a grandi emissioni di CO2 da parte di violente e voluminose eruzioni vulcaniche e la balla del meteorite killer è dovuta proprio alla necessità di non rivelare che i gas – serra hanno estinto i simpatici rettiloni...
Ora sarebbe tempo di fare sul serio e dopo il referendum, bisogna che TUTTI insieme si trovi il verso di consumare meno idrocarburi, sia cercando di usare fonti energetiche complementari e rinnovabili ma ricordandoci che la più importante fonte di energia è il risparmio... quindi meno sprechi e più efficienza nei trasporti, nell'industria e nell'edilizia!

Ha scritto il direttore di Le Scienze Marco Cattaneo (si, colui che ha detto anche che per limitare a due gradi il rialzo delle temperature a causa delle emissioni dai combustibili fossili occorrerebbe modificare la scala dei termometri, non uno di quelli che “le emissioni antropiche di CO2 non modificano il clima”):
Valeva davvero la pena scannarsi, insultarsi, minacciarsi? In questi giorni ho visto costituzionalisti di Google sfidarsi a duello sulla corretta interpretazione di una carta che non hanno mai letto prima. Curve sud accalorarsi su piani energetici inesistenti e su fonti energetiche miracolose, sciorinando terawattora e tep come se fino al giorno prima avessero progettato smart grid. A voce sempre più alta. Persone stimabilissime chiedere la galera, o almeno una dissenteria, per chi non avrebbe votato, nel peggiore stile da curva sud. E funzionari di partiti fare pernacchie a chi votava. Ne ho avuto abbastanza di venditori di fuffa. Ne ho avuto abbastanza di curve sud. Ne ho avuto abbastanza di una democrazia immatura in campagna elettorale permanente effettiva. Sarebbe ora che crescessimo. Per il nostro bene.

Sono d'accordo con lui che lo strumento referendario debba valere per cose ben più importanti, ad esempio questioni che hanno attinenza con la libertà individuale come le grandi questioni morali, divorzio e aborto, coppie di fatto, stepchid adoption stralciata dalla legge Cirinnà, fine vita.
Sarebbe stato bello un referendum in stile svizzero per ottenere un piano energetico nazionale che preveda il miglior equilibrio possibile tra il consumo inevitabile di combustibili fossili e un futuro sempre più libero dalle emissioni di CO2. Ma la nostra legislazione non consente una cosa del genere: un referendum può essere solo abrogativo di una legge o confermativo di una riforma costituzionale.
Penso comunque che, tanto, di ricadute pratiche, anche con un referendum del genere temo ce ne sarebbero state poche in mancanza di volontà politica in materia e non solo guardando come sono stati considerati i risultati di altri referendum (in alcuni casi per fortuna...). C'è poi da chiedersi chi debba formulare i quesiti e, soprattutto, se ne derivino proposte tecnicamente fattibili (cosa di cui dubito fortemente date le caratteristiche dell'ambientalismo italiano).

EMISSIONI DA IDROCARBURI E CLASSE DIRIGENTE IN ITALIA

Quindi la prima riflessione seria (e basilare) da fare è che la scelta di andare verso una minore dipendenza dagli idrocarburi necessita di una classe dirigente (di cui quella politica è una parte) che abbia la volontà di farlo.
Purtroppo il problema è tutto qui, in una Italia la cui classe dirigente non capisce una emerita mazza di ricerca scientifica e tecnologica (sintetizzato dal concetto di cosa ce ne facciamo della ricerca scientifica e tecnologica quando facciamo le scarpe più belle del mondo?). La cosa ha origini lontane, da quando all’inizio del XX secolo la banda di storici, filosofi e letterati vari capitanata da Croce e Gentile condusse una guerra intellettuale contro Scienziati e Tecnici, considerati esponenti di saperi minori, culminata nella espulsione dei matematici dalla società italiana di filosofia e con la riforma scolastica del 1923, che sancì l’inferiorità degli studi scientifici e tecnici rispetto a quelli letterari. Ne è nata una classe dirigente che non ha saputo cogliere alcune grandi occasioni ed è dura arrivare a capire che ricerca & sviluppo e green economy “fanno” posti di lavoro…

Le soprintendenze per i beni architettonici e paesaggistici, che rappresentano il massimo di questa mentalità umanistica italiana, sono poi il massimo… La “difesa del paesaggio” porta a cose demenziali: mentre non hanno nulla da dire sullo scempio edilizio lungo le coste (non solo quelle più belle), il problema sarebbero le pale eoliche. Quella fiorentina poi brilla su tutte, quando impone una curva assurda alla linea tramviaria per non disturbare l’estetica del monumento di Vittorio Emanuele II a cavallo o boccia per motivi estetici i pannelli solari posti su un palazzo di una periferia “non bellissima” di Firenze; ma non dice niente sul traffico automobilistico, perché anche loro vanno in macchina e perché i gas di scarico non si vedono. 
Degli intellettuali fecero una levata di scudi contro la pista ciclabile sul ponte a Santa Trìnita perché “Firenze non è una città a misura di bicicletta” (ma evidentemente a misura di automobile sì)..
Inoltre, indipendentemente dai loro proclami sul liberismo, in molti la mattina si svegliano cercando il modo di spillare soldi a Pantalone e se si aggiunge il fatto che per non scontentare nessuno non si fa niente, scontentando tutti, la frittata è fatta.

Una questione da capire al volo è che, come fa argutamente notare il mio amico Luca Pardi, l’impatto zero non esiste. Ad esempio, anche l’eolico per funzionare ha bisogno di drogare i magneti con elementi rari che in qualche modo vanno estratti dalle rocce. Come anche bisogna capire che il miracolo economico è stato dovuto alla disponibilità illimitata di energia a basso costo.
Ci sono essenzialmente 3 settori che mangiano energia sui quali si potrebbe fare grosse cose: edilizia, trasporti e produzione di energia elettrica.

EDILIZIA ED EFFICIENZA ENERGETICA

Sull’edilizia, ed in particolare sulle prestazioni energetiche dell’edilizia italiana, stendiamo un velo pietoso: abbiamo edifici che consumano una montagna di energia per il riscaldamento invernale e per il condizionamento estivo. Certo, su questo molto ha giocato il fatto che fino a qualche decennio fa il costo del petrolio molto basso rendeva antieconomici gli accorgimenti per risparmiare energia. Oggi invece la ristrutturazione per migliorare le prestazioni energetiche di un edificio diventa un investimento che si ripaga in poco tempo, sia grazie ai minori consumi che grazie alle agevolazioni fiscali. La coibentazione degli edifici (e, per l’estate soprattutto, dei tetti) e la sostituzione degli infissi tradizionali farebbe risparmiare tantissimo. Inoltre, in diverse aree del nostro Paese, oltre al solare termico per ottenere acqua calda, anche la geotermia a bassa entalpia potrebbe essere una ottima soluzione.
Il problema sarebbe quello di rendere obbligatorio usare criteri energetici seri in fase di ristrutturazione edilizia o, semplicemente, in fase di manutenzione straordinaria. Recentemente ho visitato Klimahouse Toscana  2016, la rassegna del settore dell'efficienza energetica e della sostenibilità nell'edilizia: risparmiare nel riscaldamento e nel condizionamento si può eccome, ma c’è la volontà di fare qualcosa di simile fra imprese edili, amministratori di condominio, politica e dintorni?

I TRASPORTI: MAGGIORE RICORSO AL TRASPORTO PUBBLICO E A QUELLO "DOLCE"

I trasporti sono un altro settore in cui si evidenziano grossi problemi. Tradizionalmente popolo di individualisti, gli italiani considerano il treno e il trasporto pubblico di persone in generale cose di serie B (come dimostrano certe proteste contro la costruzione di ferrovie..). 
Qualcosa comunque sta cambiando: ci sono esempi in cui il trasporto su ferro di persone ha considerevolmente eroso il ricorso all’autovettura privata, quando si è dimostrato competitivo in termini di velocità e frequenza. 
Ad esempio il sistema dell’alta velocità ferroviaria ha abbattuto il numero di persone che percorrono lunghe distanze sull’asse Salerno – Napoli – Roma – Milano – Torino. A Firenze la linea 1 del tram (l’unica per adesso aperta) registra un traffico ben superiore alle aspettative, nonostante un sistema tramviario ancora allo stato embrionale, che per la mancata conclusione dei lavori per alcune strutture come il parcheggio al capolinea. 
Sulla variante della ferrovia Firenze – Empoli la nuova fermata di Lastra a Signa, nata quasi per un capriccio dell’Amministrazione Comunale, è stata talmente presa d’assalto che hanno dovuto ampliare i parcheggi e sono persino nati dei negozi. 
In Sardegna i nuovi treni, insieme a orari più intelligenti, hanno fatto talmente centro che pochi giorni dopo l’inaugurazione di un servizio ancora ridotto perché mancano ancora dei convogli, l’affluenza sia stata ben superiore alle attese con problemi di sovraffollamento… 

Nelle città, decisioni come chiudere al traffico alcune aree della città o strappare al mezzo privato una parte delle strade in favore dei mezzi pubblici (corsie preferenziali, tramvie etc etc) sicuramente all'inizio sono cose impopolari (che costringono a scelte che scontentano). Ma se però se realizzate bene dando alternative pubbliche al trasporto privato dopo un iniziale rifiuto porteranno nel breve - medio periodo al consenso. Le amministrazioni locali devono rischiare di più su questo aspetto e fregarsene se per istituire corsie preferenziali o piste ciclabili venga eroso spazio per le auto private.

Nel trasporto merci si nota un forte squilibrio rispetto ai Paesi europei più evoluti nei rapporti fra gomma e rotaia. In Italia c’è l’aggravante di un sistema di piccole e medie aziende e della loro dispersione nel territorio, cosa che non favorisce i trasporti su ferro, i quali hanno una capacità di trasporto ben superiore agli altri mezzi ma è più rigido, non ha la capacità del porta a porta. Comunque nuove tecniche rendono facile lo scambio di casse mobili di vario tipo (aperte, chiuse, cisternate e quant’altro) tra ferro e gomma per la terminalizzazione). Ma siamo sempre lì… occorrono politiche per incoraggiare questi sistemi e contemporaneamente scoraggiare il trasporto ad automezzo singolo almeno sulle lunghe distanze...

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

Quanto all’energia elettrica, in Italia la percentuale di produzione da fonti rinnovabili è piuttosto buona, soprattutto grazie all’idroelettrico. Il fatto è che non abbiamo il vento che hanno nei dintorni del Mare del Nord e questo è oggettivamente un ostacolo che si somma alla ostilità che le pale subiscono in diversi luoghi. Si può fare di più, ricordandosi comunque degli scandali in cui sono state coinvolti alcuni impianti del genere. Rimango ancora piuttosto scettico sul solare: è vero che siamo leader mondiali nella produzione di energia fotovoltaica, ma il problema è la discontinuità di questa fonte per l'energia. La mia idea è che invece il solare sia eccellente dal puntoi di vista termico come produzione di acqua calda.
Ci sono dei progetti per sfruttare le onde, come per esempio quello a Castiglioncello, ma siamo ancora ad uno stadio embrionale
Non voglio neanche pensare ad un ricorso all'energia nucleare: la gestione delle scorie e il decommissioning degli impianti alla fine della loro vita sono ancora nodi irrisolti. E meno male che con il referendum abbiamo evitato la costruzione dei reattori che erano stati previsti: gli EPR della AREVA non funzionano... chiedere ai finlandesi cosa ne pensano del reattore di Olkiluoto, il cui ordine è stato perfezionato nel 2003 con inizio della produzione previsto nel 2007 e ancora non si sa se e quando l'impianto entrerà in funzione... ci è andata di lusso...
In sostanza, senza iniziative che portino a consistenti risparmi, è davvero difficile pensare alle rinnovabili come "alternative" ai combustibili fossili, al massimo si potrebbe parlare di "fonti energetiche complementari". 
Ammetto che non sia una prospettiva particolarmente esaltante...
Bisogna notare che anche in questo campo conta la volontà e non la disponibilità di idrocarburi: alcuni stati produttori di idrocarburi fanno parecchio per consumarne meno soprattutto nella produzione di energia elettrica (ad esempio Scozia, Norvegia e Olanda, la prima aiutata da condizioni di ventilazione decisamente buone, la seconda grazie all’idroelettrico e la terza con i trasporti.

Insomma, risparmiare emissioni da idrocarburi anche in Italia si potrebbe, con comportamenti migliori da parte del cittadino e dell’industria, ma ci vuole una azione significativa del governo e delle amministrazioni locali in proposito. La domanda è se tutto ciò interessa alla classe politica e – in generale – alla classe dirigente italiana e, in ultima analisi, agli italiani.

1 commento:

Andrea Piccolo ha detto...

Oddio è una teoria valida quella dell'impatto meteorico. Io fondamentalmente propendo per il Deccan, ma assumere che è stata proposta quella teoria per evitare il discorso del riscaldamento globale è un po' azzardato. Anche perché conosco una persona chee ci ha lavorato (Montanari) e non mi pare che siano stati pagati XD