mercoledì 12 maggio 2010

Parti del genoma di Homo neandertalensis compaiono in Homo sapiens: una ibridazione molto antica

Secondo il quadro attualmente accettato l'Uomo anatomicamente moderno (che  nel seguitoindicherò con la sigla UAM) è arrivato in Europa dopo un lungo cammino che lo ha visto uscire dall'Africa, colonizzare l'Asia e per arrivare finalmente in Europa, nelle Americhe, in Australia e in Oceania. C'è comunque chi continua a sostenere la nascita di Homo sapiens con una evoluzione locale in diverse aree, ma questa corrente di pensiero è in netta minoranza, specialmente dopo le evidenze genetiche, e sembra inoltre che la colonizzazione non abbia comportato nessun incrocio con le popolazioni locali.

Antropologi, biologi e archeologi si sono sempre chiesti se alla venuta dei primi Homo sapiens in Europa, questi si siano incrociati con la popolazione locale di Homo neandertalensis. Al proposito ci sono due correnti di pensiero e cioè 
1. i Sapiens hanno preso il posto dei Neandertal senza incrociarsi 
2. gli europei sono il frutto di un incrocio e i geni dei neandertaliani sono pervenuti fino ai nostri giorni.
Tra questi due estremi c'è anche la possibilità di una limitata mescolanza.
Anche se agli ultimi neandertaliani sono collegati degli utensili “nuovi” simili a quelli dei sapiens con cui erano in qualche modo venuti a contatto, e questo è avvenuto dopo centinaia di migliaia di anni in cui la loro cultura non avevano sostanzialmente prodotto nessuna novità, per il resto le due popolazioni appaiono molto diverse sul piano fisico e anche su quello genetico, per non parlare di quello comportamentale. Alcune pitture murali rinvenute sui Pirenei, in cui i neandertaliani sono ritratti diversamente dai Cro-Magnon e associati agli animali confermerebbe la cosa. 
In effetti l'unica testimonianza fossile che fornisce questa possibilità è lo scheletro di un bambino trovato in Portogallo che sembra avere dei tratti comuni ad entrambe le specie.
Per cui allo stato attuale si tende ad escludere  in Europa una ibridazione fra neandertaliani e colonizzatori provenienti dall'Africa via Asia

Il sequenziamento del genoma del Neandertal ha dato dei risultati piuttosto importanti che comunque si inquadrano piuttosto bene con lo sviluppo della colonizzazione ad opera dell'uomo anatomicamente moderno  come viene supposta al giorno d'oggi.
Ora giunge una novità piuttosto interessante e che, senza alcune precisazioni, potrebbe essere usata da maleinformati o disinformati in maniera molto scorretta per giungere a conclusioni sbagliate: nel genoma del Sapiens ci sono alcuni tratti neandertaliani.
Però questo non significa che l'ibridazione sia avvenuta in Europa: sorprendentemente questo fenomeno risale a tempi molto anteriori, praticamente subito dopo o quasi l'uscita dei primi UAM dall'Africa

I ricercatori del dipartimento di Antropologia Evoluzionistica del Max Planck Institute, diretti da Svante Pääbo, hanno comparato campioni di DNA di tre femmine neandertaliane trovate in Croazia, vecchie di circa 40.000 anni, con il DNA di persone viventi in Cina, Francia, Nuova Guinea, Africa Meridionale e Africa Occidentale.
Le analisi hanno evidenziato come il genoma neandertaliano è identico al nostro per il 99.7 %. Entrambi sono identici a quello dello scimpanzè per il 98.8 %. Ci sono però alcune sequenze differenti fra sapiens e neanderthal, ma uguali confrontando neanderthal e scimpanzè (immagino comunque che questo sia vero anche per i rapporti scimpanzè – Homo sapiens). Queste differenze servono a capire alcuni tratti tipici ed esclusivi del nostro genoma.
Non c'è ancora una data certa per la separazione fra Neandertal e i nostri diretti antenati, ma si suppone che sia avvenuta tra 270 e 440 mila anni fa. Le principali differenze fra neanderthal e UAM sono nei geni che sovrintendono alla sintesi delle proteine (più simili a quelle dello scimpanzè nei Neandertal), allo sviluppo cognitivo, alla struttura del cranio, al metabolismo, alla morfologia della pelle e alla guarigione delle ferite.

Le comparazioni dicono che almeno il 2% del genoma dell'UAM sia di origine neandertaliana. Una cosa degna di nota è che queste tracce sono visibili in svariati luoghi luoghi, persino dove i neandertaliani non ci sono mai stati, come la Nuova Guinea. Non esistono invece tali tracce nelle popolazioni africane.

Quindi il segnale genetico di questi incroci è successivo alla emigrazione dall'Africa dei primi UAM. Si suppone che queste inserzioni abbiano circa 60 /80.000 anni. Il luogo più idoneo pare essere ovviamente il Medio Oriente, dove le due popolazioni hanno convissuto e dove sono documentate frequentazioni alternate in alcuni siti.
Questa ricerca conferma un'altra volta alcune caratteristiche della colonizzazione umana e cioè che una piccola popolazione di UAM dall'Africa si è portata in Medio Oriente, per poi dirigersi in Asia lungo le coste meridionali del continante.
E' anche possibile che dopo alcuni tentativi abbiamo deciso di dirigersi verso l'Asia meridionale anziché verso il Mediterraneo proprio a causa della presenza dei neandertaliani: i nostri progenitori senza una tecnologia valida non sono riusciti per il momento a scalzare i loro rivali, la cui popolazione era fisicamente molto forte (sicuramente più forte dell'UAM) ed in ottima salute che occupava un vasto areale tra le coste mediterranee e la Siberia. Per poterli sconfiggere hanno dovuto aspettare di avere una tecnologia migliore e circostanze climatiche più favorevoli.

Perchè in Europa non ci sono state ibridazioni? Forse la deriva genetica in uno o in entrambi i gruppi ha così allontanato i genomi da impedire l'incrocio? Oppure i nati dagli incroci erano sterili?
Appare difficile infatti che sia stato un processo esclusivamente a carattere culturale.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questi risultati contrastano con quelli ottenuti con lo studio del DNA mitocondriale? se non ricordo male Bryan Sykes, sulla base di questi studi nel suo libro "sette figlie di Eva", escludeva contributi Neanderthaliani nel DNA del Homo Sapiens

Aldo Piombino ha detto...

no. non c'è nessun contrasto perchè in questo caso è stato analizzato con una nuova tecnica di replicazione il DNA nucleare e non quello mitocondriale.
Ovviamente siccome il DNA nucleare è trasmesso in parte dal padre e in parte dalla madre (con l'esclusione del cromosoma Y che si trasmette solo per va maschile), questo può contenere sequenze originatesi in qualsiasi antenato di qualsiasi linea intermedia.

Anonimo ha detto...

grazie della risposta.
credo che sarebbe interessante verificare l'incidenza del DNA -neanderthal nei diversi aplogruppi mitocondriali e/o del cromosoma Y.
una curiosità: il motto del blog "le sabbie.." è una citazione di firth of fifth dei genesis?
cordiali saluti
mario floreani

Aldo Piombino ha detto...

questa scoperta apre diverse prospettive. Però penso che sia difficile trovare un diretto successore con il cromosoma Y, che si trasmette per linea diretta maschile.
Obbiettivamente non so su quali loci sono questi segmenti di DNA.
d'altro canto il campionamento del DNA è statistico e una eccezione può sfuggire.
quanto al sottotitolodirei proprio di sì....