Visto che l'Eyjafjallajökull sta ricominciando a spargere cenere nell'atmosfera e ricominciano a cascata le chiusure degli spazi aerei vorrei far un pò di chiarezza sui pericoli che le ceneri vulcaniche possono arrecare ai motori degli aerei.
Questo perchè probabilmente i tanti politici e giornalisti che sparlano sulla assurdità dei limiti alla navigazione aerea provocati dalla eruzione del vulcano islandese, non hanno la minima idea che il problema sia talmente grosso da aver costretto le autorità mondiali a creare una serie di centri di studio sulle ceneri vulcaniche sparsi per il mondo.
Ricapitoliamo la cosa: le ceneri vulcaniche sono materiali piuttosto abrasivi che possono danneggiare seriamente le turbine dei reattori. Obbiettivamente di questo argomento non so praticamente niente ma se il problema sussiste per TUTTI gli apparecchi immagino che al momento o non esiste la possibilità di utilizzare per le turbine un materiale alternativo (per esempio il carburo di silicio) o perchè tale materiale sarebbe troppo pesante o poco efficiente o semplicemente perchè il costo sarebbe troppo elevato in rapporto agli inconvenienti che si dovrebbero risolvere.
Per questo la ICAO (international Civil Aviation Organiation, l'agenzia delle Nazioni Unite che specificamente si occupa del trasporto aereo), ha creato una rete di osservatori che studiano e modellizzano i movimenti delle ceneri vulcaniche, i VAAC (Vocanic Ash Advisor Center – centri di consulenza sulla cenere vulcanica). Nel mondo esistono 9 VAAC che si spartiscono la sorveglianza delle rispettive aree di competenza, visibili nella cartina qui accanto. Formalmente fanno parte dei servizi meteorologici delle nazioni in cui sono impiantati.
Il problema in Europa non è in generale molto sentito in quanto i vulcani potenzialmente pericolosi al riguardo sono pochi (praticamente solo in Islanda e in Italia), mentre attorno all'Oceano Pacifico il loro numero è talmente elevato che non esiste settimana senza che il VAAC di Tokjo o i suoi omologhi di Dawin, Wellington, Anchorage e Buenos Aires diano qualche allarme, anche se in generale tra un'eruzione e l'altra possono passare decine se non centinaia di anni (o migliaia, come per il Chaiten). Quindi chi è abituato a viaggiare in aereo tra Indonesia, Giappone e Nordamerica sa benissimo che le deviazioni a causa di ceneri disperse nell'atmosfera dai numerosissimi vulcani dell'area sono molto frequenti.
Inoltre la notevole quantità di voli in uno spazio molto ristretto rende l'Europa particolarmente vulnerabile nel caso di un evento del genere. Non oso pensare cosa potrebbe succedere in caso di una eruzione come quella del Laki del 1783 (ne ho parlato qui)Ogni VAAC deve fornire alle autorità aeronautiche (in particolare ai centri di controllo del traffico aereo) gli avvisi sulla presenza di ceneri vulcaniche in atmosfera nella area a lui assegnata, sviluppando in tempo reale le modellizzazioni del loro andamento e prevedendone i movimenti futuri. Ovviamente i modelli sono tri e non bi dimensionali, essendo la distribuzione dei materiali non costante alle varie quote.
I VAAC prendono i dati essenzialmente da immagini satellitari, da appositi radar a terra e dalle testimonianze di piloti, oltrechè dalla sorvglianza dei vulcani attivi (uno stato di allerta in un vulcano è ovviamente fonte di estrema attenzione da parte del VAAc di competenza, che quindi si pone immediatamente in contatto con le Autorità Locali. Ovviamente la prima discriminante è distinguere le nubi vulcaniche da quelle normali atmosferiche
Sono dati preziosi perchè proprio grazie ai VAAC vengono segnalate eruzioni in zone un po' sperdute, dove non esiste una sorveglianza puntuale vulcano per vulcano.
Quindi quando un VAAC scopre un plume vulcanico emette un avviso di SIGMET (significant meteorological Information) di cui chiunque addetto alla programmazione delle rotte aeree deve tenere conto. I SIGMET sono ovviamente aggiornati in tempo reale a mano a mano che vengono aggiornati i modelli
Tutto questo per dire che non è che la decisione di chiudere lo spazio aereo sia stata una cosa un po' “naive” da parte delle autorità, ma che dietro a questa c'è una seria, precisa e puntuale attività scientifica a supporto della sicurezza dei voli. Che poi al solito qualcuno si metta a piangere per ottenere un po' di soldi è normale, tantopiù in un momento economicamente non favorevole...
L'importante sarebbe che i commentatori sapessero dell'esistenza dei VAAC, evitando quindi di non informare o, peggio,di disinformare i lettori e/o gli ascoltatori
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