NOTA EDITATA DUE GIORNI DOPO:
Il giorno dopo è arrivata la smentita: nessuna eruzione. Ci sono alcune considerazioni da fare:
1. la cronaca dimostra le difficoltà che ci sono per studiare un vulcano sepolto sotto i ghiacci
2. un tipo di eventi sismici ad una frequenza particolare che erano stati fino ad oggi attribuiti esclusivamente alle interazioni ghiaccio - magma evidentemente hanno un'altra origine
3. i media e i social network italiani si sono preoccupati più di quelli islandesi. Notizie come il divieto di sorvolo dell'area sono state esageratamente amplificate
Quando ho ricordato il detto “è molto difficile fare delle previsioni, specialmente per il futuro” e che in particolare questo è verissimo per i vulcani, sapevo quello che dicevo. Fino a poche ore fa sul sito dell'icelandic Met Office campeggiava l'avvertimento “sotto al Bardarbunga continua l'intensa attività sismica ma non ci sono segnali di risalita di magma verso la superficie. Ora invece dobbiamo registrare un cambiamento improvviso della scritta in "It is believed that a small subglacial lava-eruption has begun under the Dyngjujökull glacier. The aviation color code for the Bárðarbunga volcano has been changed from orange to red. Just now (14:04), an earthquake, estimated at magnitude of 4.5 was detected".
Il giorno dopo è arrivata la smentita: nessuna eruzione. Ci sono alcune considerazioni da fare:
1. la cronaca dimostra le difficoltà che ci sono per studiare un vulcano sepolto sotto i ghiacci
2. un tipo di eventi sismici ad una frequenza particolare che erano stati fino ad oggi attribuiti esclusivamente alle interazioni ghiaccio - magma evidentemente hanno un'altra origine
3. i media e i social network italiani si sono preoccupati più di quelli islandesi. Notizie come il divieto di sorvolo dell'area sono state esageratamente amplificate
Quando ho ricordato il detto “è molto difficile fare delle previsioni, specialmente per il futuro” e che in particolare questo è verissimo per i vulcani, sapevo quello che dicevo. Fino a poche ore fa sul sito dell'icelandic Met Office campeggiava l'avvertimento “sotto al Bardarbunga continua l'intensa attività sismica ma non ci sono segnali di risalita di magma verso la superficie. Ora invece dobbiamo registrare un cambiamento improvviso della scritta in "It is believed that a small subglacial lava-eruption has begun under the Dyngjujökull glacier. The aviation color code for the Bárðarbunga volcano has been changed from orange to red. Just now (14:04), an earthquake, estimated at magnitude of 4.5 was detected".
Nella cartina si vede la zona interdetta per il pericolo di Jokulhlaups.
La situazione è quindi cambiata all'improvviso, come spesso succede nei vulcani.
Insomma è “altamente probabile” che un po' di magma sia arrivato in superficie. Superficie della roccia, ovviamente, sotto qualche centinaio di metri di ghiaccio.
Il codice per l'aviazione è stato innalzato a rosso, per massima prudenza. Una decisione ineccepibile.
Il ghiacciaio Dyngjujökull, sotto al quale sembra essersi prodotto il fenomeno, è una appendice settentrionale del Vatnajokull, il più grande ghiacciaio europeo.
Quindi l'eruzione sembra essere collocata sopra alla parte settentrionale dell'intrusione che da una settimana esatta si sta formando a nordest del vulcano.
Spieghiamo alcuni dettagli:
- nessuno ha visto la lava perché la superficie è coperta da qualche centinaio di metri di ghiaccio. In buona sostanza si sa che della lava è eruttata, ma è impossibile dire quanta
- l'eruzione è “altamente probabile” perché è stata notata una risalita degli epicentri dei terremoti, ovviamente connessa alla risalita di magma. Inoltre ci sono dei terremoti che si comportano esattamente come quelli provocati dall'interazione fra lava e ghiaccio
- nessun pennacchio di ceneri è per adesso visibile
- un segnale importante è che l'aereo del Servizio Meteo Islandese sta effettuando una missione per aggiornare la copertura radar del ghiacciaio in modo da capire se la lava al di sotto stia modificando in qualche modo lo stato del ghiaccio. PER ADESSO i dati sono negativi, cioè non ci sono cambiamenti superficiali della topografia del ghiaccio, il che ci dice che non ci sono (ancora?) effetti da parte della lava
- al momento i conducimetri posti nei fiumi a nord del Dyngjujökull non mostrano variazioni né sta variando il tasso di disgelo. Però i tempi di arrivo nella zona dei conducimetri di variazioni di portata e conducibilità elettrica vanno da pochi minuti a 20 ore
- continuano le deformazioni nella zona dell'intrusione, che sembra essersi fatta largo aprendo una fessura di una ventina di centimetri di spessore. La quantità di lava intrusa è stata calcolata in circa 250 milioni di metri cubi
- a scossa di cui parla il Servizio Meteo Islandese sembrerebbe essere proprio nella zona del Dyngjujökull, ma non riesco ad esserne sicuro
- si stima che la lava POSSA arrivare sulla superficie del ghiaccio in non più di 20 ore
Notate che questo post è scritto alle 19.35 (più o meno) e chiaramente la situazione è in continua evoluzione.
1 commento:
Noi siamo qui... e per adesso sono tranquilli anche se hanno chiuso più strade...
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