La notizia del ritrovamento di un'altra
serie di rocce del Cambriano medio in cui si sono conservate le parti
molli di una vasta serie di animali dell'epoca della Esplosione del
Cambriano è uno di quei fatti che possono cambiare
significativamente le conoscenze su quel delicato periodo in cui si
sono differenziati i circa 36 phyla di animali pluricellulari oggi
riconosciuti. La scoperta è avvenuta in Canada, a poche decine di
kilometri da dove affiora la più classica delle rocce di questo
genere, i Burgess Shales.
C'è un certo entusiasmo su una delle
scoperte che potrebbero diventare fra le più importanti della
paleontologia degli ultimi anni: giusto nell'ultimo numero di Nature Communications è stato annunciato il ritrovamento in Canada di una
continuazione dei mitici Burgess Shales.
I Burgess Shales furono scoperti in Alberta nel 1909 da Charles Doolittle Walcott. Walcott rappresenta una delle più eminenti figure di scienziato naturalista a cavallo fra il XIX ed il XX secolo, e ha ricoperto durante la sua carriera diversi incarichi prestigiosi, a partire dalla presidente dell'USGS e di altre importanti istituzioni. A dispetto degli incarichi non è stato certo un uomo “di sedia”, bensì l'autore di alcune (e massacranti) delle principali spedizioni scientifiche che hanno posto le basi delle conoscenze geologiche e bio – zoologiche del Nordamerica.
I Burgess Shales furono scoperti in Alberta nel 1909 da Charles Doolittle Walcott. Walcott rappresenta una delle più eminenti figure di scienziato naturalista a cavallo fra il XIX ed il XX secolo, e ha ricoperto durante la sua carriera diversi incarichi prestigiosi, a partire dalla presidente dell'USGS e di altre importanti istituzioni. A dispetto degli incarichi non è stato certo un uomo “di sedia”, bensì l'autore di alcune (e massacranti) delle principali spedizioni scientifiche che hanno posto le basi delle conoscenze geologiche e bio – zoologiche del Nordamerica.
In una di queste spedizioni Walcott fece la scoperta
dei Burgess Shales: lui stesso l'ha descritta più volte,
probabilmente in modo un po' romanzato, ma i suoi racconti sono
importanti perchè rappresentano un bel quadro di come lavoravano i
pionieri dell'esplorazione scientifica.
I Burgess Shales sono stati –
ovviamente – celebrati svariate volte da tanti Autori, a partire
dal da me amatissimo Stephen J. Gould (ma anche recentemente da Telmo
Pievani, un personaggio che se non ci fosse andrebbe inventato), e
forniscono una eccezionale finestra su uno dei più fondamentali
periodi della storia della vita sulla Terra, la cosiddetta
“Esplosione del Cambriano”.
Citata molto spesso a sproposito dagli
antievoluzionisti (ma come fanno essi a citare qualcosa di
scientifico a proposito?) l'esplosione del Cambriano rappresenta
ancora un po' un enigma.
Innanzitutto non è sicuro che sia
stata una esplosione, nel senso che magari questo fenomeno ci appare
improvviso per la scarsezza dei reperti e magari è invece durato
qualche decina di milioni di anni.
Fattostà che per qualche motivo (o
molto più probabilmente per una serie di concause) all'inizio del
Cambriano sono comparsi animali pluricellulari complessi (prima o poi
sarebbe bene fare il punto sulla situazione, e cioè sulle varie
ipotesi formulate al proposito).
Una cosa simile era già successa ai tempi della fauna
di Ediacara, quando si erano appena conclusi gli episodi di “Terra palla di neve” in
cui tutto il globo era ricoperto dai ghiacci. Solo che le faune del
tipo Ediacariano sono scomparse nel nulla (una estinzione di massa
del tardo neoproterozoico?) mentre quelle dell'inizio del Cambriano
hanno sviluppato in un tempo che ci appare talmente breve da essere
appunto chiamato “esplosione” tutti i phyla animali viventi.
Chi investiga la vita di un passato
così lontano ha due problemi principali:
1. la scarsa quantità di rocce dell'epoca arrivate più o meno integre ai giorni nostri
2. la cronica mancanza all'epoca di organismi con parti dure
1. la scarsa quantità di rocce dell'epoca arrivate più o meno integre ai giorni nostri
2. la cronica mancanza all'epoca di organismi con parti dure
Ed è in questo che sta la grandezza
dei Burgess Shale: grazie a condizioni assolutamente favorevoli in
queste rocce sono conservate anche le parti molli degli animali
(tessuti, branchie, occhi e quant'altro). Quindi si riesce a superare
il problema numero 2. E non è poco.
Oltrechè in Alberta, rocce e fossili
simili sono presenti nello Utah e in Cina; è interessante notare
come tutte quante appartengano ad una finestra temporale molto
ristretta, tra Cambriano inferiore e Cambriano medio, diciamo
all'incirca una quarantina di milioni di anni. E al netto della scarsità di rocce dell'epoca, i sedimenti del
tipo Burgess Shales rappresentano una percentuale molto
significativa delle rocce di quel periodo, il che rende chiaro come oltre a condizioni locali, doveva esserci qualcosa a livello globale che ha consentito in quei tempi (e
solo in quelli!) la conservazione così accurata di parti molli
di organismi viventi.
Ovviamente si tratta esclusivamente di
organismi marini, e la ricerca sulle motivazioni si è rivolta verso
il quadro generale del chimismo delle acque marine dell'epoca. È
inoltre da notare come l'ambiente di sedimentazione dei Chengjiang Shales della Cina Meridionale fosse un po' diverso da
quello canadese, specificamente perchè tra un livello fossilifero ed
un altro si trovano intercalati sedimenti marini di mare piuttosto
profondo.
Un team internazionale diretto da
Robert R.Gaines ha pubblicato su PNAS nel 2012 dei risultati
interessanti. Il processo di fossilizzazione è iniziato con un
seppellimento molto rapido in un fango privo di ossigeno. Condizioni
simili sono comuni anche oggi in ambienti particolari e quindi questo
non basta a spiegare la cosa.
Quello che in particolare contraddistingue le facies tipo Burgess è la comparsa quasi immediata di un cemento calcareo nel sedimento, mentre al di sopra si deponeva rapidamente un sedimento - sempre calcareo - che, formando un pavimento impermeabile, ha praticamente sigillato tutto quello che stava al di sotto.
Quello che in particolare contraddistingue le facies tipo Burgess è la comparsa quasi immediata di un cemento calcareo nel sedimento, mentre al di sopra si deponeva rapidamente un sedimento - sempre calcareo - che, formando un pavimento impermeabile, ha praticamente sigillato tutto quello che stava al di sotto.
Come mai è successo questo? Secondo questa ricerca all'epoca gli oceani erano caratterizzati da un chimismo molto
particolare: un tenore di carbonato di calcio disciolto molto elevato
mentre c'erano poco ossigeno e poco zolfo.
La mancanza di ossigeno impedisce l'attività aerobica, mentre lo zolfo è fondamentale per la nutrizione di alcuni batteri anaerobici e quindi se ce n'è poco ci sono pochi batteri di questo tipo. In pratica nessuna forma di vita era in grado di andare a nutrirsi delle parti molli degli animali finiti nel fango: il pavimento calcareo che si era formato, il cemento che era penetrato nel sedimento e la scarsezza di ossigeno e/o zolfo ne impedivano fisicamente e fisiologicamente il passaggio; e neanche ci potevano arrivare le classiche sostanze ossidanti che provocano la degradazione chimica delle sostanze organiche.
La mancanza di ossigeno impedisce l'attività aerobica, mentre lo zolfo è fondamentale per la nutrizione di alcuni batteri anaerobici e quindi se ce n'è poco ci sono pochi batteri di questo tipo. In pratica nessuna forma di vita era in grado di andare a nutrirsi delle parti molli degli animali finiti nel fango: il pavimento calcareo che si era formato, il cemento che era penetrato nel sedimento e la scarsezza di ossigeno e/o zolfo ne impedivano fisicamente e fisiologicamente il passaggio; e neanche ci potevano arrivare le classiche sostanze ossidanti che provocano la degradazione chimica delle sostanze organiche.
Proprio a causa di queste specifiche
condizioni in diversi siti nel mondo le rocce del Cambriano inferiore
e medio presentano sedimenti in cui sono evidenti le parti molli di
organismi viventi.
La scoperta
resa nota nell'ultimo numero di Nature Communications è molto importante, dunque, come una qualunque scoperta di rocce così antiche, anzi, molto di più: con il
“Marble Canyon” siamo di fronte ad un prolungamento della zona di
affioramento dei Burgess Shales o ad una zona molto simile a quella,
e per di più – sembra – di dimensioni ancora maggiori. La
località esatta è tenuta segreta per giustificati motivi: al di là
del fatto che non vedo nulla di male se un privato possiede dei
fossili, è particolarmente importante in questo caso che la Scienza
ne abbia a disposizione il maggior numero possibile, data la loro
estrema importanza per capire i rapporit fra i vari phyla e la loro
differenziazione.
Fra i tantissimi fossili di Burgess è
da ricordare Pikaia, rimasto a lungo il più antico esponente del
phylum Cordati, quello a cui appartengono anche i vertebrati. Le
scoperte degli ultimi anni in Cina hanno permesso di trovare cordati
(se non proprio vertebrati primitivi) anche più antichi di Pikaia.
Magari a Marble Canyon si potrà trovare qualcosa che getti nuova
luce sulle origini dei cordati e – addirittura – dei vertebrati. In effetti, già negli studi preliminari, sono stati trovati oltre a vari artropodi, anche dei cordati, simili a quelli cinesi.
3 commenti:
Una correzione, Aldo. Sarebbe Cambriano medio, non Permiano medio. Ciao.
eeehmmm ... corretto... grazie Cesare
Di nulla, Aldo. Grazie a te per la segnalazione, davvero interessante.
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