Quando Maurizio Schiff (1823 – 1896), fratello del noto chimico Ugo Schiff, arrivò da Berna a Firenze nel 1863 per fondare nella città toscana – all'epoca capitale d'Italia – il laboratorio di fisiologia umana all’Istituto di Studi Superiori, istituendo la cattedra di Fisiologia, si portò con lui come assistente Alessandro Herzen (1839 – 1906), uno studioso di origini russe, che succederà nella cattedra al suo maestro nel 1881. Il 21 marzo 1869 Herzen tenne una conferenza pubblica dal titolo "la parentela fra l’uomo e le scimmie". Di questa conferenza è rimasto anche un testo scritto, dallo stesso titolo, edito dall'editore Andrea Bettini. Il libro contiene anche una lettera del Senatore Francesco Lambruschini e due risposte di Herzen, una a “La Nazione” e un'altra inserita nel volume.
Nella conferenza Herzen, che nella sintetica biografia nel sito dell'Università di Firenze viene definito come “studioso che si riconosceva nel materialismo dinamico”, sostenne l’origine comune della vita animale sulla terra e quindi la parentela, dal punto di vista fisiologico, dell’uomo con le scimmie. Cose probabilmente ancora non udite a Firenze: il primo atto di divulgazione darwiniana in Italia avvenne a Torino, per opera del professor Filippo De Filippi l'11 gennaio 1964, 5 anni prima. Chiaramente all'epoca la circolazione delle idee era più lenta ma quello che probabilmente ha più causato il ritardo tra la conferenza di Torino e questa fiorentina erano ragioni di “prudenza” su una teoria (allora sì, era soltanto una teoria nel senso di “ipotesi”) che – sapeva Herzen – poteva scatenare infinite polemiche (cosa che purtroppo succede anche oggi da parte di personaggi religiosi molto poco preparati in campo scientifico). Ricordo come Darwin stesso per un pò di tempo dopo la pubblicazione della prima edizione di “L'origine delle specie” (1859) parlò malvolentieri di questo argomento a tal punto che scrisse “the descent of the Man” solo nel 1873, quindi ben dopo che le idee di una specie umana discendente da un altra specie appartenente all'ordine dei primati si erano ormai fissate nella comunità scientifica. E infatti Darwin inzia il libro illustrando brevemente le prove di questa origine (ciò dimostra che ormai per la Scienza era un fatto assodato), ma parla molto di molte altre cose, soprattutto dello sviluppo della cultura e dei caratteri sessuali e delle varie popolazioni umane.
Di questa conferenza è rimasto un testo scritto, dallo stesso titolo, edito dall'editore Andrea Bettini. Il libro contiene inoltre una lettera del Senatore Francesco Lambruschini e due risposte di Herzen, una al giornale fiorentino “La Nazione” e un'altra inserita nel volume come prefazione alla seconda edizione.
“La Nazione” infatti dette ampio risalto all'avvenimento, scrivendo che "la sala era stipata di gente e il coraggioso dottore fu applauditissimo".
Herzen illustrò quello che era al momento lo stato dell'arte della ricerca nelle Scienze della Vita usando anche moltissimi esempi (probabilmente alcuni già espressi da Darwin) ma stando molto attento ad attenersi ai fatti e quindi ai dati scientifici in suo possesso, evitando dunque astrazioni che avrebbero sicuramente fornito appigli ai tanti scettici o agli avversari del nuovo pensiero scientifico.
Molto interessanti sono le conclusioni di Herzen: Signori, io non ho punto la pretenzione di avervi persuasi; e se mi fosse riuscito, ciò non parlerebbe molto in vostro favore; in tali cose non si tratta di credere, ma di sapere. Io ho cercato di darvi un’idea della natura degli studi che bisogna fare, per formarsi un’opinione sopra una così grandiosa teoria. Ora giudicate da voi le impotenti proteste di coloro che si immaginano di impor silenzio alla scienza mediante qualche bella frase indirizzata all’orgoglio umano, o rivolta al Divino Creatore! Qualunque teoria scientifica può essere scossa e distrutta da nuovi fatti, da nuove prove, o almeno da nuovi argomenti basta però che siano scientifici; ma discorsi tanto più sonori quanto più vuoti, non possono neppure inzaccherarla. Voglio rimarcare queste ultime righe, pensando agli antievoluzionisti nostrani odierni alla De Mattei o alla Bertolini.
Ovviamente l'ambiente culturale fiorentino fu scosso e, altrettanto ovviamente, i nemici passarono alla carica. Vicino a Herzen era Paolo Mantegazza, il fondatore dell'antropologia a Firenze, che comunque cercò alkle volte un compromesso fra le posizioni dei razionalisti positivisti e quelle dei conservatori, rappresentati da Lambruschini, Capponi e Tommaseo. Ma gli avversari erano molti e bisogna dire che in quegli anni di pubblicazioni antievoluzionistiche in Italia ne sono venute alla luce molte. non si fecero motlo attendere: dieci giorni dopo, il 1 aprile 1869, La Nazione pubblicò una lettera del senatore Raffaello Lambruschini in cui, dopo la premessa in cui lo scrivente confermava "di non conoscere il professor Herzen" e di non aver potuto scrivere prima per motivi di impegni personali, fra l’altro si leggew che: Se il signor Herzen si proponeva di recare al soggetto da lui preso a trattare, qualche nuova illustrazione egli doveva rivolgersi agli scienziati; se intendeva divulgare quelli che ei credeva datti accertati dalla scienza, doveva considerare quanto potesse conferire all’educazione morale e civile del popolo, l’annunzio della nostra parentela, anzi filiazione, da una bestia. Considerando questo, egli avrebbe forse riconosciuto che lungi dal giovare, poteva la non lusinghiera notizia essere male interpretata e tirata a conseguenze pericolose. Molto più se all’oratore fosse venuto di toccare altri punti attinenti a questioni storico-teologiche, come sarebbe la cronologia della Genesi, scemando così nell’animo dei popolani la riverenza pei libri sacri. Intorno ai quali può certamente esercitarsi la critica, ma con rispettosa cautela e fra persone competenti
Nella risposta c'è tutta una mentalità oggi completamente sorpassata, per fortuna. Lambruschini, abate e agronomo di altissimo livello, non nega che Herzen abbia ragione, ma non trova opportuno che il tutto venga risaputo: è forte la paura che questa rivoluzione scientifica poteva provocare uno sconquasso simile a quello che provocarono all'inizio del XVII secolo Newton, Galileo e compagnia.
Herzen rispose il 6 aprile 1869 ancora con una lettera a La Nazione. Fra l'altro scrisse: "Come nel Secolo XIX, in una Firenze, si va ancora propugnando l’antagonismo delle verità così dette secondarie (ovvero delle scienze sperimentali) e delle verità superiori, cioè speculative, ontologiche ecc., ecc.? In una Firenze, in modo quasi ufficiale, si proclama per via della stampa la necessità di subordinare la prima alle seconde? Il professore, dunque, prima di insegnare un’ipotesi, sintesi più o meno rigorosa di fatti sparsi e di singoli sperimentati, ha da consultare la Somma di S. Tommaso D’Aquino ed un migliaio di volumi di casisti!... A me straniero, non istà bene parlare dell’andamento della pubblica istruzione in Italia, ma se vi ha principio che ardentemente desideri di veder trionfare in questo paese, a cui mi legano tanti vincoli di affetto, esso è che ognuna delle differenti facoltà, segua senza pastoie la via che le hanno tracciata i propri metodi, e che il popolo apprenda colla maggiore speditezza possibile i risultati generali dei progressi che si vanno facendo. Sotto questo aspetto Ella mi permetterà di scorgere nella lettera dell’esimio sen. Lambruschini un grave pericolo per l’insegnamento italiano, e non crederei di avere inutilmente occupato una colonna del suo pregiato giornale, se mi fosse riuscito di mettere in guardia il pubblico contro certe insinuazioni, che hanno apparenza di ispirarsi a libera filosofia, e sono un eco flebile, ma perniciosa, di quella superstizione che trasse al martirio il Bruno e il Galileo".
La Nazione però non pubblicò la lettera di Herzen, probabilmente o per evitarsi problemi politici o proprio per le pressioni della classe politico – religiosa. L'averlo definito con l'appellativo di "coraggioso" nella cronaca fa già capire il livello di problemi che Herzen poteva incontrare.
Lascio ad un prossimo post i commenti su questo interessantissima risposta per non distogliere dalla dimensione storica di questo avvenimento.
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