Nell'Antica Grecia era pratica comune per gli indovini predire il futuro usando il modo con cui si disponevano dei cristalli di sale. Oggi si sa che che il sale marino, o meglio le differenze nella sua distribuzione nello spazio e nel tempo negli oceani, ha una grane influenza sul clima ed è essenziale per predirne il futuro. Per dare un'idea mediamente ogni litro di acqua marina contiene 30 – 35 grammi di sale (inteso fondamentalmente come cloruro di sodio) che quindi ne costituisce oltre il 3% del peso.
Nella carta qui a fianco vediamo le variazioni della salinità dei mari e degli oceani, Insieme a temperatura ed andamento dei venti la salinità è una delle proprietà che maggiormente influenzano la circolazione oceanica: un'acqua più ricca di sale a parità di temperatura è più densa di una meno ricca e quindi le scende sotto. Interruzioni della circolazione termoalina dovute alla massiccia immissione nell'Oceano Atlantico settentrionale di acque povere di sale sono secondo la maggior parte degli studiosi alla base di e
Queste modifiche si possono verificare non solo per eventi “estremi” come le improvvise deglaciazioni legate ad una risalita più o meno rapida delle temperature globali, ma anche a modifiche nella piovosità. Il Mediterraneo ad esempio è caratterizzato da salinità piuttosto elevata perchè l'evaporazione è maggiore rispetto alla quantità di acqua che viene immessa nel bacino dai fiumi (ed infatti a compensare il livello marino provvede una corrente in entrata da Gibilterra).
È quindi ovvio che le previsioni sul clima futuro del nostro pianeta devono quindi considerare fra le componenti principali da studiare le eventuali future modificazioni della salinità oceanica.
Il problema fondamentale è che fino ad oggi le misurazioni della salinità sono state poche e prese in maniera molto discontinua e casuale, principalmente dalle varie navi oceanografiche impegnate in varie rotte per altri motivi (fondamentalmente le misure dei parametri fisici delle acque sono utili per l'inquadramento della biosfera). È quindi difficile anche a livello logistico a questo modo poter avere un quadro delle variazioni spazio – temporali di questo fondamentale valore. Di sicuro è impossibile allo stato attuale a meno di utilizzare quasi esclusivamente modelli teorici.
Un aspetto molto interessante è che dove prevale l'evaporazione l'acqua avrà una salinità maggiore e dove al contrario prevalgono le piogge si osserverà una salinità più bassa. Il Mediterraneo ad esempio è caratterizzato da salinità piuttosto elevata perchè l'evaporazione è maggiore rispetto alla quantità di acqua che viene immessa nel bacino dai fiumi (ed infatti a compensare il livello marino provvede una corrente in entrata da Gibilterra). Quindi osservare le variazioni della salinità potrà aiutare anche a capire meglio come evaporazione e piogge interessino gli oceani, che forniscono l'86% del totale dell'acqua che evapora e assorbono il 76% delle precipitazioni.
Ma come si può disporre in maniera sistematica e continuativa di questi dati? La risposta verrà dalla appena lanciata missione Acquarius, una cooperazione fra la NASA e l'Agenzia spaziale argentina, che su un satellite argentino monta alcuni strumenti fatti apposta per queste osservazioni.
Tanto per dare un'idea, basterà un mese di attività per raddoppiare il numero delle osservazioni storiche attualmente esistenti e ogni mese Acquarius fornirà una carta completa della salinità a livello mondiale ogni mese con una risoluzione di 150 km.
A questo modo sarà veramente possibile misurare e studiare esplorare le variazioni della salinità lungo i cicli stagionali praticamente in tempo reale e quindi osservarne l'evoluzione, stimando con una certa precisione anche la quantità di piogge che ricevono gli oceani.
Anche le variazioni stagionali nella portata dei fiumi possono contribuire a modificare la salinità e Acquarius sarà in grado di farci osservare qualitativamente e quantitativamente il fenomeno.
Quindi con questa interessante missione potremo non solo osservare meglio il ciclo dell'acqua nel pianeta ma con un confronto fra i dati pregressi e quelli ottenuti dal satellite fornirà una chiave interpretativa di queste vecchie misure e verificare la presenza o meno di alcuni trend climatici in corso.
Ma la cosa più importante è che senza questi dati i modelli climatici presenti ma anche passati e futuri sono caratterizzati da una forte incertezza. che la nuova missione spaziale dovrebbe contribuire a diminuire.
Per chi volesse maggiori informazioni, questo è il sito della missione Acquarius.
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