mercoledì 4 marzo 2009

Giulio Natta, il Pendolino e gli sconti per la rottamazione delle auto: il declino dell'industria italiana


Nei primi anni '60 Giulio Natta svolse delle ricerche sulla realizzazione dei materiali plastici che gli valsero il Premio Nobel: quanta gente in Italia ha lavorato o lavora in questo settore? E questo grazie proprio alle ricerche del Professor Natta, che per le casse dello stato italiano e per gli italiani sono state un guadagno mica da poco...
Nel 1973 entrò in servizio il primo treno ad assetto variabile, il “Pendolino”. Rimase un pezzo unico fino al 1985, quando uscirono altri convogli con lo stesso design ma più lunghi e con motorizzazione diversa. Dopo pochi mesi il prototipo del '73 fu portato in Germania e le ferrovie tedesche, le DB, l'azienda ferroviaria per la quale addetti ai lavori ed appassionati hanno una deferenza quasi assoluta, ha acquistato la tecnologia per conseguire miglioramenti in alcuni collegamenti regionali. Anche gli svedesi hanno acquistato dei pendolini. Una tecnologia interessante e rivenduta all'estero è stata tenuta in naftalina per 12 anni!

In Italia alcuni “fessi” proseguono sulla linea dell'innovazione e della ricerca tecnologica, cercando con difficoltà finanziamenti per portare avanti delle ricerche, che non sempre vanno a buon fine, anche solo per un particolare secondario. E' dura fare ricerca solo con i soldi propri: se fabbrichi un prodotto e lo vendi subito, il guadagno ti entra alla svelta. Con la ricerca non è così: eventuali guadagni saranno lontani nel tempo. Per consentire di investire una parte degli utili in ricerca, occorre quindi produrre beni di alto valore aggiunto o avere dei costi di produzione più bassi - e non di poco - dei concorrenti.

Nel nostro paese di Santi. Navigatori e Poeti (e anche di tanti bistrattati scienziati) invece adesso si danno aiuti a pioggia per rottamare auto ed elettrodomestici. Una cosa che servirà a poco e oltretutto ingiusta, visto che favorisce solo alcuni settori. Perchè allora non rottamare scarpe o vestiti, computer o televisori, serviti di piatti e bicchieri o dare contributi per nuovi edifici in costruzione perchè siano meno dispersivi da un punto di vista energetico? Perchè non aiutare con forti sconti la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a basso consumo?
Onestamente non conosco la percentuale di “Made in Italy” negli elettrodomestici. Ma vediamo quella delle auto: il governo aiuta a cambiare le automobili ma quante di queste sono di marca italiana e costruite in Italia? Sicuramente meno del 50%. Quindi l'Italia così regala soldi all'industria automobilistica tedesca, francese e polacca.....Senza contare che chi ha una autovettura vecchia o è una persona a cui dell'automobile interessa poco (in questa categoria siamo pochi) e/o non ha le possibilità economiche per farlo. Due categorie alle quali degli incentivi tutto sommato importerà poco...
Quindi un passaggio come questo è solo un palliativo contingente, non introduce delle novità e, anzi, ci fa proseguire con un sistema produttivo arretrato. Cosa potremmo fare, invece?
Non dico di non costruire più automobili, ma se queste risorse venissero impiegate in altro modo, incentivando la ricerca scientifica e tecnica, per trovare nuovi prodotti e nuove tecnologie che potrebbero essere esportati con successo in tutto il mondo? Investiresti in denaro che oltre a non andarsene subito all'estero, come in buona parte gli attuali eco-incentivi, in un futuro prossimo consentirebbero un aumento delle esportazioni, con un evidente beneficio per la nazione tutta (a meno che i soldi delle vendite all'estero non si fermino alle Isole Cayman....).

Restando alla FIAT, se questi contributi le venissero dati per il suo centro ricerche e le servissero per ideare nuovi veicoli ibridi a basso consumo o ad energie alternative, come ha promesso la presidenza USA alle sue case costruttrici?

Purtroppo la classe politica italiana tutta da destra a sinistra è succube della storia culturale italiana, in cui rispetto alla Storia e all'Arte e alla Letteratura (notate le iniziali maiuscole e minuscole che rafforzano il concetto) la scienza e la “tecnica” (virgolettata perchè parola detta con fare dispregiativo da Sua Maestà Benedetto Croce, l'uomo che più di tutti ci ha rovinati culturalmente) sono saperi inferiori. E siamo il paese in cui il tanto celebrato intellettuale laico come Ernesto Galli della Loggia scrive che "i democratici devono tenere a bada il potere del sapere per evitare un dominio tecnico scientifico” (forse perchè se gli italiani avessero una certa cultura scientifica non potrebbe continuare a scrivere?) e altri, sempre di sinistra, ammirano un personaggio come Jeremy Rifkin, secondo il quale "lo spirito umano è stato intossicato da personaggi come Francis Bacon, Cartesio, Newton, Galileo e Darwin". Meglio intossicato da questi grandi scienziati che da una persona come Rifkin

Dice Franco Cardini, che in quanto storico medievalista cattolico non può essere tacciato di essere uno “sporco materialista scientista”: "vedere le cose in modo astorico e antistorico, ascientifico e antiscientifico ha successo perchè la nostra società civile è una società profondamente i-gno-ran-te (nel senso che “non sa”, ndr). E, in quanto tale, ricerca l'effetto meraviglioso perchè non ha né la voglia, né gli strumenti intellettuali per andare oltre, per scavare un po' nel profondo, per accedere a realtà storiche e scientifiche che siano dotate di più concreta sostanza".

E' chiaro che - in una società così poco preparata - una intera classe politica legata ai potentati economici per attirarsi la simpatia degli elettori lascerà correre su produzioni inquinanti e preferirà dare agli elettori uno sconto per cambiare il frigo o l'automobile, regalare soldi agli autotrasportatori (come ha fatto il governo precedente) che con le loro tariffe basse rendono più cari i trasporti ferroviari - ben più ecologici e che provocano molti meno incidenti - e accanirsi contro l'antiesteticità delle pale eoliche nella stessa regione dove vorrebbe costruire una centrale nucleare. Quanti elettori preferiranno ai 1.000 euro di sconto per la macchina nuova delle politiche serie su scienze, nuove tecnologie, riduzione degli sprechi e dell'effetto serra? Pochi, molto pochi.
Per questo saremo sempre di più il paese dei mandolini, degli oroscopi e del declino industriale. E per questo non riusciremo neanche a sfruttare meglio per per il turismo le grandi risorse storiche e naturali che ci ritroviamo, dalle città, alle montagne e ai mari.

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