I mass media, non solo italiani ma i nostri in particolare, danno spesso molto più spazio a bufale, superstizioni e leggende metropolitane che alla parola di scienziati e ricercatori, per cui si stanno diffondendo, oltre all'astrologia, una serie di altri atteggiamenti antiscientifici, che considerano pericolose tante ricerche, a cominciare da quelle del CERN a Ginevra. Internet è un ottimo veicolo di diffusione di queste baggianate.
Una delle categorie più osteggiate e bersagliate è quella delle nanotecnologie.
Le nanotecnologie non sono una cosa riservata a chissà quali utilizzi specialistici: nel futuro (e in parte già nel presente) sono destinate ad affermarsi nella vita di tutti i giorni. Il concetto è che alcuni materiali, se composti di particelle inferiori al decimo di micron, presentano, oltre a quelle “classiche”, delle proprietà particolari. Per esempio, il biossido di Titanio in nanoparticelle fornisce a una vernice un maggior potere sanificante. Un anno fa mostrai come le nanoparticelle potrebbero diventare molto utili anche in medicina nella lotta contro il cancro
Fra i progetti europei in materia importante è il Nanoker: si punta a trovare nuovi nanocomposti ceramici con caratteristiche superiori in molti campi, dai pannelli solari a protesi ossee, a materiali più resistenti per il taglio dei metalli etc etc...
Con l'intenzione di mettere dei severi paletti etici nel settore (e soprattutto di tranquillizzare l'opinione pubblica), la Commissione Europea ha adottato un codice etico per una ricerca responsabile nell'ambito della nanoscienza e delle nanotecnologie.
Riporto sinteticamente i principi e le azioni che sono stati indicati.
1. SCOPO: la ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere comprensibile all'opinione pubblica. Deve rispettare i diritti fondamentali e deve essere condotta nell'nteresse del benessere degli individui e della società, nel progetto, nell'implementazione, nella diffusione e nell'uso
2. SOSTENIBILITA': la ricerca su nanoslcienze e nanotecnologie deve essere sicura, etica e contribuire allo sviluppo sostenibile. Non devono essere danneggiat o minacciate persone, animali, piante o ambiente, né ora né in futuro.
3. PRECAUZIONE: a ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere condotta in base al “principio di precauzione” prevedendo impatti potenziali su ambiente, salute e sicurezza. E prendendo le dovute precauzioni perchè non avvengano. Anzi, i benefici ambientali e sociali devono essere un obbiettivo – guida.
4. NON ESCLUSIVITA': il governo della ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere aperta al principio dell'apertura verso tutti i concorrenti, trasparenza e il rispetto per i legittimi diritti di accesso all'informazione. Deve essere permessa la partecipazione alle scelte di tutti i concorrenti coinvolti nelle attività di ricerca su nanoscienze e nanotecnologie
5. ECCELLENZA: la ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere svolta con i migliori standard scientifici possibili, includendo in questo le “buone pratiche di laboratorio”
6. INNOVAZIONE: il governo delle attività di ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve incoraggiare al massimo creatività, flessibilità e l'abilità di pianificazione per l'innovazione e la crescita.
7. RESPONSABILITA': ricercatori e enti di ricerca devono essere responsabili degli eventuali impatti ambientali, sociali e umani delle loro ricerche.
Come dichiarazione d'intenti è buona. Non mette difficoltà ai ricercatori, ma solo paletti di comportamento.Il principio di precauzione può essere discutibile, specialmente se è applicato demagogicamente, però spero possa essere sufficente a tacitare i catastrofisti. Una particolare considerazione deve essere messa nella questione della sostenibilita ambientale: il livello della ricerca nelle nanoparticelle è troppo elevato per non tenere conto di questo.
Importanti sono anche i punti su “benessere”e “salute”, come quello della responsabilità di chi ricerca.
Vediamo se davvero con le nanotecnologie si riuscirà ad ottenere una migliore efficienza unita a standard più elevati di tutela ambientale.
Una delle categorie più osteggiate e bersagliate è quella delle nanotecnologie.
Le nanotecnologie non sono una cosa riservata a chissà quali utilizzi specialistici: nel futuro (e in parte già nel presente) sono destinate ad affermarsi nella vita di tutti i giorni. Il concetto è che alcuni materiali, se composti di particelle inferiori al decimo di micron, presentano, oltre a quelle “classiche”, delle proprietà particolari. Per esempio, il biossido di Titanio in nanoparticelle fornisce a una vernice un maggior potere sanificante. Un anno fa mostrai come le nanoparticelle potrebbero diventare molto utili anche in medicina nella lotta contro il cancro
Fra i progetti europei in materia importante è il Nanoker: si punta a trovare nuovi nanocomposti ceramici con caratteristiche superiori in molti campi, dai pannelli solari a protesi ossee, a materiali più resistenti per il taglio dei metalli etc etc...
Con l'intenzione di mettere dei severi paletti etici nel settore (e soprattutto di tranquillizzare l'opinione pubblica), la Commissione Europea ha adottato un codice etico per una ricerca responsabile nell'ambito della nanoscienza e delle nanotecnologie.
Riporto sinteticamente i principi e le azioni che sono stati indicati.
1. SCOPO: la ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere comprensibile all'opinione pubblica. Deve rispettare i diritti fondamentali e deve essere condotta nell'nteresse del benessere degli individui e della società, nel progetto, nell'implementazione, nella diffusione e nell'uso
2. SOSTENIBILITA': la ricerca su nanoslcienze e nanotecnologie deve essere sicura, etica e contribuire allo sviluppo sostenibile. Non devono essere danneggiat o minacciate persone, animali, piante o ambiente, né ora né in futuro.
3. PRECAUZIONE: a ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere condotta in base al “principio di precauzione” prevedendo impatti potenziali su ambiente, salute e sicurezza. E prendendo le dovute precauzioni perchè non avvengano. Anzi, i benefici ambientali e sociali devono essere un obbiettivo – guida.
4. NON ESCLUSIVITA': il governo della ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere aperta al principio dell'apertura verso tutti i concorrenti, trasparenza e il rispetto per i legittimi diritti di accesso all'informazione. Deve essere permessa la partecipazione alle scelte di tutti i concorrenti coinvolti nelle attività di ricerca su nanoscienze e nanotecnologie
5. ECCELLENZA: la ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve essere svolta con i migliori standard scientifici possibili, includendo in questo le “buone pratiche di laboratorio”
6. INNOVAZIONE: il governo delle attività di ricerca su nanoscienze e nanotecnologie deve incoraggiare al massimo creatività, flessibilità e l'abilità di pianificazione per l'innovazione e la crescita.
7. RESPONSABILITA': ricercatori e enti di ricerca devono essere responsabili degli eventuali impatti ambientali, sociali e umani delle loro ricerche.
Come dichiarazione d'intenti è buona. Non mette difficoltà ai ricercatori, ma solo paletti di comportamento.Il principio di precauzione può essere discutibile, specialmente se è applicato demagogicamente, però spero possa essere sufficente a tacitare i catastrofisti. Una particolare considerazione deve essere messa nella questione della sostenibilita ambientale: il livello della ricerca nelle nanoparticelle è troppo elevato per non tenere conto di questo.
Importanti sono anche i punti su “benessere”e “salute”, come quello della responsabilità di chi ricerca.
Vediamo se davvero con le nanotecnologie si riuscirà ad ottenere una migliore efficienza unita a standard più elevati di tutela ambientale.
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