martedì 5 febbraio 2008

Il caso del rinoceronte: quando una multnazionale salva involontariamente una specie protetta

Finalmente una ottima notizia nella tragica situazione della conservazione delle specie a rischio: la popolazione di rinoceronti africani sta incrementando il suo numero.
I rinoceronti, assieme ai tapiri e agli equini, sono gli ultimi sopravvissuti di un ordine di mammiferi ungulati, i perissodattili, che durante l'era terziaria ha avuto un grande successo evolutivo con forme di dimensioni enormi, come il Brontotherium e l'ancora più imponente Baluchitherium, alto oltre 5 metri (!). Differiscono dagli artiodattili (cervidi, bovidi, suidi, ippopotami, giraffidi e quant'altro), che li hanno soppiantati in molte nicchie ecologiche per avere un numero di dita dei piedi dispai anziché pari. I rinoceronti sono sicuramente i più simili a quegli antichi animali.
Fino all'avvento sulla terra del genere umano i rinoceronti erano diffusi in tutto il vecchio mondo (se ne trovano fossili in moltissime località) ed addirittura in Europa sono raffigurati in pitture rupestri. Poi con la caccia gli uomini l'hanno cancellato da tutta l'Europa. Resiste solo in Africa, in India ed in Indonesia. Recentemente è stato riavvistato in libertà il piccolo Rinoceronte di Sumatra.
Adesso il nemico principale dei rinoceronti è la medicina orientale, in cui si attribuiscono al loro corno capacità afrodisiache. Pertanto è molto ricercato e il suo costo rende molto ai bracconieri e ai trafficanti che si servono di loro.
I programmi di conservazione erano quindi in grande difficoltò e la situazione stava precipitando. Ma dal 1997 la popolazione ha ricominciato a crescere di un buon 5% all'anno. C'erano meno di 9.000 rinoceronti neri e meno di 3.000 rinoceronti bianchi. Adesso siamo a rispettivamente poco meno di 15.000 e 4.000 esemplari, come si legge in un articolo pubblicato on line dalla rivista LiveSciences.com, I rinoceronti sono stati reimpiantati anche in Zambia ed Uganda dove erano stati completamente eliminati.
Faccio sinceramente i complimenti a chi si batte strenuamente per la conservazione delle specie in pericolo, ma quello che non dicono le (lodevolissime!!!) persone che sostengono ed attuano il programma di rinascita di questi animali, è che in questo caso il fattore umano, anzi, meglio, medicale, è stato molto importante. Non sfuggirà ai più che la rinascita del rinoceronte è cominciata nel 1997 e che un tasso del 5% di crescita all'anno in specie dalla riproduzione lenta è sicuramente eccezionale e presuppone, nella fattispecie, anche e sopratutto una notevole diminuzione del bracconaggio. Ma perchè il bracconaggio si è così ridotto? Solo merito degli encomiabili progetti per combatterlo? Hanno concorso altri fattori esterni?
Vediamo cosa è successo in quegli anni di eclatante nel campo della medicina: la scoperta del Viagra! Pertanto, essendo il corno di rinoceronte un ritrovato dall'efficacia quantomeno molto, molto dubbia, il momento che è venuto fuori un farmaco che davvero ha la sua efficacia, anche in Cina e dintorni hanno cominciato ad utilizzarlo al posto di quello naturale.
Da questa storia possiamo trarre due morali:
1.annotiamo la sconfitta di un rimedio di “medicina alternativa” rispetto ad un farmaco (cosa che meriterebbe una bella riflessione in un periodo in cui stanno fiorendo vecchie e nuove superstizioni)
2. dobbiamo essere grati ad una multinazionale della medicina per aver permesso la sopravvivenza di questi splendidi animali, veramente simili a tanti antichi mammiferi che non ci sono più

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