Il 12 febbraio è il “Darwin – Day”, il giorno in cui si commemora, nella sua data di nascita, il grande scienziato che ha individuato il meccanismo fondamentale dell'evoluzione della specie (anche Alfred Russel Wallace arrivò arrivò quasi contemporaneamente alla stessa ipotesi, dimostrando che l'ambiente scientifico era ormai “maturo” per questo).
Da un lato il Darwin Day è un giorno in cui si tengono manifestazioni per spiegare cosa sia l'evoluzione della specie ma purtroppo dall'altra si sta dimostrando un momento di intolleranza fra evoluzionisti ed antievoluzionisti, segnatamente fra atei militanti e credenti più o meno ultraortodossi.
Io continuo a sostenere che non ci possa più essere un dibattito sulla fondatezza dell'evoluzionismo, anche se posso benissimo mettermi a disposizione per ragionare e rispondere ad interrogativi in materia: i dati che esistono sull'evoluzione delle creature viventi sono tali e tanti (e il quadro deriva da osservazioni coerenti fra loro, compiute da scienziati molto diversi: biologi, geologi,chimici, fisici, paleontologi, astronomi) che ne fanno un processo incontrovertibilmente certo e chi lo critica o è in malafede o ha il cervello pieno di muffa (almeno in questo campo: non nego che possa essere un genio in altri settori!).
Il problema è intrinsecamente culturale e nasce da una completa ignoranza dei fatti accertati.. (con questo ametto anche io, comunque, una ia intolleranza di fatto per il creazionismo....)
In Italia la questione assume particolari connotati per le caratteristiche speciali degli umanisti nostrali: questi normalmente ritengono che la scienza non sia cultura, o, quantomeno, sia una cultura di serie B. In realtà chi ritiene che la Scienza non sia cultura è, semplicemente, un ignorante e confonde volutamente la scienza con la tecnica (che poi sarebbe cultura anch'essa...)
Il modo "classico" con cui un "umanista" (uso le virgolette e la iniziale minuscola perché in realtà non di Umanista si tratta, ma di uno che si crede tale) tratta uno scienziato quando vuole offenderlo e sminuirne l'opera è parlare di "tecnica" anziché di Scienza. Tullio Regge si è sentito dire da una filosofo, una volta, che il suo lavoro era "ingegneria" (non nel senso nobile della parola, ma nel senso di "mera tecnica"). Più recentemente, l'insistere da parte di un noto vescovo sulla conoscenza del latino mentre si rivolge ad un noto matematico-logico fa quasi pensare che egli consideri "di cultura" solo chi conosce quella lingua. Personalmente anche a me piace il latino, ma non considero la sua conoscenza come principale metro di giudizio ai fini della valutazione dello spessore culturale di una persona.
In realtà, Umanisti (senza virgolette) e scienziati collaborano. La collaborazione degli "umanisti" non è cercata dagli scienziati, né sarebbe utile.
Su evoluzione e evoluzionismo da molti esponenti religiosi non mi aspetto altro che inutili battaglie di retroguardia: è vero che così come è messo, l'evoluzionismo è palesemente in contrasto con il racconto della Genesi.
Ma prendere la Bibbia come libro scientifico è un assurdo: cosa avrebbero capito i pastori nomadi del Big Bang o del DNA e di altre “amenità scientifiche” e, soprattutto, gliene sarebbe venuto qualcosa? Comunque, incrociando gli esemplari migliori dei loro animali domestici, hanno usato inconsapevolmente le leggi della genetica.
Al solito i vari cristiani ultraconservatori americani brillano per livore puro e per attaccarsi a qualsiasi fatto che contest l'evoluzionismo, di solito palesemente falso o, se vero, deformato all'ennesima potenza.
Quello che mi preoccupa è il nuovo corso della Chiesa Cattolica, culminato nella rimozione di Padre Coyne dalla direzione della Specola Vaticana. Padre Coyne, sacerdote gesuita, eminente astrofisico, e ovviamente convinto evoluzionista, è stato il responsabile della Specola Vaticana sotto il pontificato di Giovanni Paolo II e ha ispirato gli scritti in materia di scienza e fede dell'illustre papa polacco. Ufficialmente la rimozione è dovuta all'età ma in realtà sembra che sia stata la conseguenza della polemica con l'Arcivescovo di Vienna (creazionista).
Da notare che in un recente passato, proprio presso la Pontificia Accademia delle Scienze si è svolta una importante conferenza sulla evoluzione umana, fondamentale per lo “stato dell'arte” della ricerca scintifica sul'argomento.
Il problema fondamentale è che in questo momento il cattolicesimo si trova in difficoltà davanti agli sviluppi della cultura e non trova di meglio che combattere le nuove scoperte con generiche invettive. Faccio notare che il 14 settembre 2006 l'Avvenire critica coloro che accettano le idee evoluzionistiche "perchè screditano l'immagine di Dio Creatore e mettono l'uomo a immagine e somiglianza delle scimmie e non di Dio"
Con questa situazione l'evoluzionismo diventa la principale cassa di risonanza per chi ha nel suo DNA culturale il più strenuo anticlericalismo di principio (che considero speculare all'estremismo religioso: entrambi negano il dibattito e si assurgono a giudice unico delle cose). Rispondendo a questi attacchi la Chiesa tornerà a chiedere ad alta voce la libertà condizionata per le ricerche scientifiche che trova motivi di ostacolo per la sua dottrina. Cito dal sito PapaNews: “il progresso scientifico deve saper resistere alla tentazione di circoscrivere l'identità umana entro parametri tecnici (dagli con la “tecnica...), lasciando spazio alla ricerca sul chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo”. Una assurda demonizzazione delle scienze che non porterà da nessuna parte.
Personalmente a me non fa differenza discutere civilmente con un ateo o con un credente (di qualsiasi religione o confessione): credo agli scambi culturali fra persone che la pensano diversamente e mi da molto fastidio tascciare uno perchè ateo o credente, basta che nessuno dei due attenti alla mia libertà.
La religione sopravviverà all'evoluzionismo o dichiarando guerra alla scienza (con ciò coprendosi di ridicolo dalle persone con un po' di sale scintifico in zucca e relegandosi definitivamente agli strati meno acculturati della popolazione) o raccogliendo questa sfida da un punto di vista teologico, riconsiderando e dando una nuova valenza al libro della Genesi.
E non ditemi che la risposta sia l'Intelligent Design, perchè mi potrei.....
Credo che per la Chiesa ci siano altre urgenze e altre lotte, che addirittura la potrebbero unire agli anticlericali dell'UAAR (unione atei e agnostici razionalisti): contro la diffusione delle sette e contro la diffusione capillare, pesante e irrefrenabile di una accozzaglia di panzane come l'astrologia.
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