martedì 25 marzo 2025

l'origine del linguaggio e la possibile coincidenza con l'espansione "out of Africa" di Homo sapiens


Fra le cose che contraddistinguono l’umanità c’è sicuramente il linguaggio, anche se alcuni cetacei sembrano dotati di qualcosa di simile e alcuni animali emettono suoni differenti in base al pericolo rilevato. Proprio grazie al linguggio gli esseri umani hanno stabilito un sistema di comunicazione estremamente efficace, che ha consentito di interagire molto meglio fra di noi e con la realtà che ci circonda. La sinergia fra linguaggio e pensiero simbolico (caratteristica che da latente potrebbe essere diventata evidente proprio grazie al linguaggio) è la base della nostra evoluzione tecnologica e artistica. La possibilità di parlare come parliamo adesso è comparsa sicuramente prima della divergenza fra i Khoisan e gli altri esseri umani, un evento datato a circa 135.000 anni fa in un articolo appena apparso, che ha sfruttato per questo calcolo i dati genetici di una vasta serie di lavori svolti in precedenza. La domanda ulteriore è se il linguaggio sia stato una delle chiavi che hanno portato all’espansione massiccia fuori dall’Africa di Homo sapiens.

La comparsa del linguaggio ha rappresentato per l'Umanità un punto di non ritorno fondamentale. Nell'attuale dibattito sull'evoluzione del linguaggio umano, oltre al quando è apparso, i ricercatori sono divisi in due prospettive principali:
  • una visione gradualista → la moderna complessità del linguaggio umano è il risultato di un processo evolutivo incrementale
  • una visione saltazionale → la maggior parte dei componenti della capacità linguistica odierna si sono assemblati in un evento improvviso, grazie alla concorrenza di caratteri preesistenti (la cosiddetta “exaptation”: la presenza di caratteri che vengono utili in un momento successivo alla loro comparsa o riciclati per altri scopi)
le famiglie linguistiche dell'emisfero occidentale
Oltre a questa incertezza sul come il linguaggio sia comparso, non esiste un chiaro accordo su quando questa caratteristica cruciale sia emersa nella nostra evoluzione: se la complessità artistica fosse una indicazione della presenza di linguaggio, la sua emersione dovrebbe essere avvenuta circa 100.000 anni (esempio: Tattersall, 2017), ma secondo alcuni Autori una qualche forma di linguaggio avrebbe preceduto l'emergere degli esseri umani moderni e addirittura non sarebbe una proprietà esclusiva della linea che ha prodotto Homo sapiens.
L’articolo di cui parlo (Myiagawa et al, 2025) non entra nella questione del “come e perché” (anche se gli Autori sono inseribili nel filone dei gradualisti), ma solo indicando il limite più recente entro il quale il linguaggio sarebbe divenuto disponibile.
Ferma restando l’emersione di Homo sapiens come entità anatomicamente distintiva intorno a 230 mila anni fa (Vidal et al., 2022), le stime per l’emersione del linguaggio vanno da 300 (esempio: Scally e Durbin, 2012) a 100.000 anni (esempio: Schlebusch et al, 2012).

Appare ragionevole pensare il linguaggio come una caratteristica acquisita almeno nella popolazione ancestrale di tutta l’umanità attuale: se la capacità linguistica fosse emersa negli antenati degli esseri umani attuali solo dopo la loro divergenza iniziale, ci si aspetterebbe di trovare popolazioni moderne senza un linguaggio o con capacità di comunicazione significativamente differenti da quelle di tutte le altre popolazioni umane. Una cosa che non succede mai: le circa 7.000 lingue odierne condividono sorprendenti somiglianze nei modi in cui sono costruite fonologicamente, sintatticamente e semanticamente (Eberhard et al., 2023).

Per fornire una indicazione del limite inferiore di questo evento chiave, Miyagawa et al (2025) hanno affrontato il problema dal punto di vista genetico. Dagli albori della genetica (Vigilant et al 1989) tutti i lavori concordano: la prima divisione dalla radice originale dell’umanità attuale ha distinto dagli altri il ramo dei popoli Khoisan dell'Africa meridionale. Oltre che geneticamente, i Khoisan si distinguono pure dal punto di vista linguistico, in quanto presentano dei fonemi particolari, i click (questo filmato è particolarmente illuminante: a noi magari in prima approssimazione sembrano tutti uguali, in realtà sono molto diversi fra loro).



I ricercatori hanno utilizzato i dati di numerosi lavori precedenti che hanno esplorato parti del genoma umano, mettendoli insieme.I risultato della loro analisi portano una stima approssimativa dell’età della divisione fra gli antenati dei Khoisan e quelli del resto dell’umanità di 135.000 anni. La stima soffre di una incertezza di ± 20.000 anni a causa di alcune imprecisioni nei dati dell'orologio molecolare che non possono essere eliminate con le tecniche attuali. Si tratta comunque di una indicazione di un certo valore.

LINGUA, CULTURA ED ESPANSIONE DI HOMO SAPIENS

Comportamenti complessi come la sepoltura dei morti e l'occasionale decorazione corporea sembrano essersi verificati sporadicamente tra i Neanderthal e altri ominidi estinti e hanno fatto supporre a qualche ricercatore l’esistenza del pensiero simbolico pure nei Neandertaliani, ma DI FATTO la comparsa sistematica e diffusa di comportamenti mediati simbolicamente (uso di pigmenti, impiego di conchiglie marine forate per ornamenti e decorazioni corporee,incisione di motivi non figurativi, tecnologie complesse e infine i primi oggetti rappresentativi incisioni o dipinti con motivi geometrici) sembra essere avvenuta solo circa 100.000 anni fa all'interno di Homo sapiens. Insomma, è realistico pensare che da quando è nato il linguaggio l’umanità non è stata più la stessa, ma soprattutto appare chiaro che:
  • la capacità linguistica era pienamente in atto prima della comparsa diffusa e normalizzata del comportamento umano moderno
  • il ritardo temporale tra il limite inferiore di quando il linguaggio era presente dedotto da questo lavoro e l'emergere di comportamenti umani moderni in tutta la popolazione suggerisce che il linguaggio stesso sia stato l'innesco che ha trasformato i primi Homo sapiens non linguistici negli esseri che appunto usano il linguaggio per comunicare fra di loro

Questa tempistica mi ha particolarmente incuriosito. I dati dicono che già 315.000 anni fa i fossili di Jebel Irhoud in Marocco mostrano alcuni caratteri molto “moderni” insieme a caratteri più antichi (Hublin et al 2017), mentre i primi “veri” Homo sapiens sarebbero emersi circa 230.000 anni fa nel rift etiopico, dove è stato relativamente facile datare i fossili grazie alla presenza di un deposito vulcanico a Omo-Kibish (Vidal et al 2022).
Da questo quadro si ricava come i sapiens abbiano traccheggiato in Africa per decine di migliaia di anni, per poi iniziare ad espandersi circa 125.000 anni fa (prudentemente svicolando verso il sud-est asiatico, lasciando il Mediterraneo e l’Europa in generale ai neandertaliani).
La domanda è: perché succede questo? si tratta di una coincidenza casuale rispetto all’emersione del linguaggio oppure il linguaggio è la causale dell’espansione? È un argomento molto complesso e di cui ancora non si è capito molto e potrebbero esserci diverse concause.

le temperature degli ultimi 900.000 anni viste con il rapporto
isotopico dell'Ossigeno:il MIS53 di 125.000 anni fa
è il periodo più caldo che si è avuto
Dal punto di vista climatico 125.000 anni fa la Terra ha attraversato un momento particolare: è il MIS5e, il momento più caldo degli ultimi 900.000 anni, il culmine dell’interglaciale una volta noto come Riss-Wurm. All’epoca l’ ambiente era molto diverso rispetto ai periodi glaciali precedenti e successivi: grazie aI clima più umido vaste aree oggi aride, come il Sahara, erano ricche di vegetazione e acqua. Questa trasformazione ambientale avrebbe reso più agevole la migrazione degli esseri umani dall'Africa verso nuove regioni, aprendo rotte attraverso il Medio Oriente e oltre.
In questo contesto, il fatto che poco tempo prima si possa collocare l’origine del linguaggio non è un dettaglio da sottovalutare: siccome Homo sapiens era già presente da almeno 230.000 anni, perché l’espansione fuori dall’Arica sarebbe avvenuta proprio allora?

È quindi possibile che la chiave della travolgente avanzata dei sapiens abbia alle spalle un mix di cause ambientali e umane, che avrebbero fornito insieme un vantaggio determinante:
  • da un lato il linguaggio avrebbe permesso una comunicazione più efficace, facilitando la cooperazione all'interno dei gruppi e permettendo di organizzarsi meglio per affrontare sfide come la caccia, la raccolta di risorse e la difesa del territorio. Inoltre, la capacità di trasmettere conoscenze in modo più dettagliato avrebbe accelerato l'adattamento a nuovi ambienti, rendendo possibile la colonizzazione di terre fino a quel momento inesplorate.
  • dall’altro le condizioni climatiche favorevoli hanno senza dubbio giocato un ruolo essenziale

Da notare inoltre che anche la zona abitata dalla popolazione neandertaliana mostrava in quel momento una situazione favorevole alla crescita, ma i Neandertal non si sono espansi in maniera così decisa (Yaworsky et al, 2024).
Questo mix di cause potrebbe aver innescato un aumento vertiginoso della popolazione, a cui è quindi seguito un esodo dovuto alla sovrappopolazione.

Le popolazioni umane prima dell'espansione europea
Certo, di ondate “out of Africa” ce ne sono state diverse, ma non mi pare che nessuna delle altre abbia avuto come risultato la completa eradicazione degli altri gruppi umani (comunque con delle ibridazioni, testimoniate dal nostro genoma attuale). Invece i sapiens in meno di 80.000 anni hanno soppiantato rapidamente e in modo efficace tutti gli altri lignaggi umani: è possibile che siano state proprio le capacità linguistiche superiori la chiave per il successo della nostra linea rispetto alle altre come Denisovani e Neandertaliani?

BIBLIOGRAFIA CITATA

la base è: Miyagawa et al (2025). Linguistic capacity was present in the Homo sapiens population 135 thousand years ago. Front. Psychol. 16:1503900.

ALTRI ARTICOLI CITATI:

Eberhard et al (2023). Ethnologue: Languages of the world. 26th Edn. Dallas, TX: SIL International

Hublin et al 2017. New fossils from Jebel Irhoud, Morocco and the pan-African origin of Homo sapiens. Nature 546, 289.292

Scally, A., and Durbin, R. (2012). Revising the human mutation rate: implications for understanding human evolution. Nat. Rev. Genet. 13, 745–753.

Schlebusch et al (2017). Southern African ancient genomes estimate modern human divergence to 350,000 to 260,000 years ago. Science 358, 652–655

Tattersall (2018). An evolutionary framework for the Acquisition of Symbolic Cognition by Homo sapiens. Comp. Cogn. Behav. Rev. 3, 99–114.

Vidal et al (2022). Age of the oldest known Homo sapiens from eastern Africa. Nature 601, 579–583. doi: 10.1038/s41586-021-04275-8

Vigilant et al. (1989). Mitochondrial DNA sequences in single hairs from a southern African population. Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 86, 9350–9354. doi: 10.1073/pnas.86.23.9350

Yaworsky et al (2024). The Neanderthal niche space of Western Eurasia 145 ka to 30 ka ago. Scientific reports 14:7788


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