La sismicità in Etiopia e quella vicino a Santorini che stiamo registrando in quest’ultimo periodo sono un po' diverse da quelle “normali” per frequenza e distribuzione degli eventi. Questo fa pensare che nell’origine di questi terremoti e ci sia lo zampino di fluidi, “guidati” in qualche modo dalla tettonica. E se in Etiopia è accertata la presenza di un dicco di lava, qualche incertezza sussiste per la situazione in Grecia, dove è possibile che oltre a dei fluidi ci sia stata la messa in posto in profondità di materiali magmatici. Infine non dobbiamo dimenticare la differenza nel trattamento mediatico: grande copertura sull'allontanamento volontario da Thera e dalle isole vicine, mentre pochissime notizie sono uscite sulla tragedia che stanno vivendo in Etiopia, con decine di case distrutte e un numero di profughi stimabile in circa 100.000 unità.
ETIOPIA: UN DICCO IN ESPANSIONE DAL VULCANO FENTALE E DECINE DI MIGLIAIA DI PROFUGHI NEL DISINTERESSE GENERALE
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la sismicità in Etiopia con M da 4 o superiore dal 26 dicembre 2024 al 22 febbraio 2025 nell'area fra Fendtale e Dofen. Fonte: USGS |
Dall’inizio di questa crisi, tra il 26 dicembre 2024 e il 15 febbraio 2025 il servizio geologico degli USA ha identificato oltre 270 eventi con M 4 o superiore, di cui 5 con M uguale o superiore a 5 e il 14 febbraio si è raggiunto il massimo di 6.
Insomma, non c’è dubbio che il problema nasca da un dicco vulcanico che si sta mettendo in posto a bassa profondità tra due vulcani, il Fentale e il Dofen, interessando un'area lunga una cinquantina di km. Il dicco, incunenandosi nella crosta, provoca una sua espansione. Questa espansione provoca dei terremoti anche in aree limitrofe, a causa dello sforzo applicato a fafglie preesistenti.
È una situazione che ricorda in parte quella dell’eruzione del Bardarbunga del 2014, solamente che quella volta in Islanda abbiamo potuto osservare bene il propagarsi del dicco verso NE, grazie alla vasta copertura scientifica e mediatica da parte degli islandesi, mentre le notizie sull’Etiopia vanno cercate in rete con il lanternino, perché non è particolarmente interessante dal punto di vista mediatico. La differenza geologica e geofisica principale è che in Islanda gli epicentri dei terremoti si sono spostati progressivamente verso nord, a partire dalla caldera fino appunto al punto in cui la lava è sgorgata in superficie a Holuhraun, mentre adesso in Etiopia la distribuzione è abbastanza "random" in tutta l'estensione del dicco. Invece si nota come somiglianza che il dicco islandese proveniente dal Bardarbunga era proprio in direzione di un altro vulcano attivo, l'Askja. Ho visto anche degli interferogrammi elaborati da Derek Keir del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze, nei quali è evidente l'espansione ai lati dell'area interessata dal dicco.
Sono riuscito a sapere che si sono registrate diverse eruzioni freatiche a causa del surriscaldamento di vapori provocato dal calore magmatico, ma il problema maggiore è che siccome gli ipocentri sono superficiali si registrano diverse abitazioni distrutte e grossi problemi per la popolazione e, in un momento nel quale di crisi umanitarie ce ne sono fin troppe, si parla di almeno 100.000 evacuati nel disinteresse generale del mondo civile.
MAR EGEO: FLUIDI, MA DI CHE TIPO? SOLO FLUIDI IDROTERMALI O ANCHE MAGMI?
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la sismicità a Santorni e a NE |
E ora veniamo al Mar Egeo. Vediamo alcune caratteristiche dell'area.
SISMICITÀ DEGLI ULTIMI GIORNI. come si vede dall'immagine qui accanto, in questi giorni sembra che sia tornata la calma o quasi: i terremoti a M 4 o superiore a NE di Santorini sono decisamente diminuiti: tra il 13 e il 22 febbraio si registrano "soltanto" 15 eventi con un massimo di 4.4, a fronte degli oltre 10 al giorno nella settimana precedente, con massimi di M superiori a 5 e la comparsa di un tremore sismico il 14 febbraio, circostanza che aveva messo in allarme diversi ricercatori, potendo essere considerata il precursore di una possibile eruzione. Invece nella caldera i terremoti a M uguale o superiore a 1 sono diminuiti dal 27 gennaio a oggi.
DENOMINAZIONE DELL'AREA. Le Agenzie che forniscono i database dei terremoti, come INGV, Geofon e altre indicano come sede della sismicità il Dodecanneso; questo non è esatto perché Ios, Amorgos, come Thera e le altre isole della caldera di Santorini, fanno parte delle Cicladi e non del Dodecanneso. Mistero delle definizioni delle zonazioni delle aree sismiche.
QUADRO TETTONICO. Il quadro tettonico è quello di un tipico arco magmatico prodotto di uno scontro fra placche, con la crosta oceanica della placca africana che scende sotto la crosta continentale della microplacca Egea e la deriva verso SE di questa.
POCHI VULCANI PER ESSERE UN ARCO MAGMATICO? NO. Qualcuno dirà che l’arco ellenico è scarsamente vulcanico. In realtà no, perché ospita 4 aree attive nell’Olocene in una fascia lunga 500 km (tutti i dati dello "Smithsonian Global Volcanism Project"):
- Methana, sulla costa del Peloponneso, ha eruttato nel III secolo EV, ed è il più recente attestato di una attività vulcanica che dura da almeno 3 milioni di anni
- Milos ha prodotto nell’Olocene diverse eruzioni freatiche, di cui la più recente ha ricoperto una città romana,
- il lineamento Christiania – Santorini – Kolumbo, che di eruzioni ne ha prodotte non poche: a parte la famosa eruzione minoica, Santorini ha eruttato 4 volte nel XX secolo, mentre una eruzione del Koloumbo è stata osservata nel 1650 (essendo questo ed altri centri eruttivi sotto il livello del mare è possibile che ci siano state altre eruzioni nel passato anche recente non documentate)p
- Nysiros, una delle isole greche presso la costa turca, ha prodotto 4 eruzioni nel XIX secolo
- Ci sono poi altri vulcani attivi nel Pleistocene superiore, fra i quali, nella parte orientale dell’Egeo Yali, accanto a Nysiros, attivo almeno fino a 30.000 anni fa e Kos che ancora presenta importante attività geotermica
Ricordo che in genere i vulcani di un arco magmatico presentano una attività saltuaria (a parte Stromboli, ma siamo in Italia che – come al solito – presenta dei casi particolarissimi in un ampio spettro di realtà geologiche) e che un arco di 500 km è piuttosto corto, probabilmente il più corto di tutti quelli attualmente esistenti e quindi anche solo per questo altri archi possiedono un maggior numero di vulcani. Quindi direi che se 5 vulcani in 500 km non sono certo una densità da record, non per questo si può dire che l'arco non sia particolarmente attivo.
CARATTERISTICHE E CAUSE DELLA SEQUENZA SISMICA. Non sfugge a nessuno che questa sequenza si trovi nei dintorni di Santorini ma a questo proposito, come ho fatto notare qui Santorini è probabilmente in unrest, dato il sollevamento e un importante numero di terremoti al suo interno dal settembre 2025 e come si vede nella immagine sopra, a fronte di 60 terremoti a M>1 in gennaio fino al 27 del mese nella caldera, dal 28 gennaio questi eventi sono drasticamente diminuiti, più o meno quando è iniziata la sequenza a NE della caldera. Allo stesso modo si nota la diminuzione degli eventi a NE a partire dal 13 febbraio (il giorno prima di quell'episodio di tremore sismico).
Questa è una coincidenza piuttosto strana. Ci sono pochi dubbi, ripeto, sul fatto che la crisi sismica a NE di Santorini sia stata innescata dall'arrivo di fluidi, ma fluidi di che tipo?
In un quadro di scontro fra placche, molti fluidi vengono espulsi dal cuneo della placca che si sta immergendo nel mantello scorrendo sotto l’altra, ed è proprio questa circolazione alla base del meccanismo di produzione del vulcanismo di arco magmatico: a causa dell'arrivo di questi fluidi si abbassa la temperatura di fusione del mantello e spesso questa temperatura viene raggiunta, da cui la formazione dei magmi calcalcalini di arco magmatico. Quindi visto che da quelle parti è chiaramente in atto un vulcanismo di arco magmatico, esiste per forza un afflusso di fluidi dalla placca africana in subduzione che lo ha innescato e non è detto che questi fluidi non possano arrivare verso l'alto.
Circola però in rete una immagine di una sezione trasversale della zona oggetto della sismicità in cui personaggi del calibro di Dimitrios Papanikolaou e Paraskevi Nomikou evidenziano una posizione asimmetrica delle riserve magmatiche profonde rispetto all’allineamento vulcanico Christiania – Santorinini – Coloumbo. Queste riserve si troverebbero proprio sotto l'area interessata dalla sismicità. Non ho capito da dove è stata presa, ma dato che Papanikolaou e Nomikou sono fra gli studiosi più autorevoli che hanno condotto studi in quest'area, tendenzialmente questa immagine va presa in considerazione e parecchio anche se non proviene da un articolo peer-reviewed.
In questo caso è quindi possibile che nei movimenti all’origine della sequenza sismica ci sia anche lo zampino di una componente magmatica.
UN LEGAME TRA SANTORINI E QUESTA SEQUENZA? Un’altra cosa da capire è se c’è un legame fra questa crisi sismica con l’apparato vulcanico di Santorini. All’inizio, pur evidenziando anche io che la sismicità fosse stata innescata dalla presenza di fluidi, non ero molto convinto di una relazione, ma dato che il tasso di sismicità manifestato dalla caldera a partire da settembre 2024 si è improvvisamente abbassato appena sono iniziati questi terremoti a NE si tratta di una coincidenza temporale reale. È vero che una coincidenza non è una prova, ma sicuramente si tratta di un indizio interessante.
Vediamo se nei prossimi mesi si saprà qualcosa di più su quello che è successo.
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