mercoledì 23 agosto 2017

Amplificazione delle onde sismiche e pessima edilizia responsabili della gravità del terremoto di Ischia


Sono allucinato. Il terremoto di lunedì sera è stato la dimostrazione pratica di una vecchia massima e cioè “non è il terremoto a fare danni, ma la cattiva edilizia”. Quando la app mi ha avvisato dell’evento ho alzato le spalle… “vabbè.. cosa vuoi che sia..”. Purtroppo già poche ore dopo la situazione si è rivelata ben altra e una scossa decisamente ridicola ha invece rischiato di diventare una strage, come purtroppo è già successo in passato nell'isola: è vero che non si può morire o vedere distrutta la casa per un sisma di questa portata, e questo indipendentemente dalle stupide polemiche sul fatto che la Magnitudo sia stata 3.5, 4.0 o quant’altro. Il risultato è che per l’ennesima volta ci faremo ridere dietro da tutto il mondo civile, anche se c’è davvero la possibilità che i danni ingenti siano parzialmente da addebitare anche ad una sfortunatissima combinazione di un ipocentro vicino ed estremamente superficiale con circostanze geologiche e geografiche che hanno provocato una violenta amplificazione delle onde sismiche. Questa comunque è solo una scusante parziale, in una zona che poco più di 100 anni fa è stata duramente colpita da un precedente evento sismico e notoriamente prona a terremoti di origine locale, di bassa Magnitudo ma di alto potenziale distruttivo. EDIT: A SEGUITO DELLE OVVIE MODIFICHE DELLA LOCALIZZAZIONE DELL'EPICENTRO FACCIO ALCUNE MODIFICHE

QUESTI SONO I PARAMETRI RICAVATI INIZIALMENTE. IN REALTA' DOPO IL RICALCOLO
L'EPICENTRO è ALL'INTERNO DELL'ISOLA, IMMEDIATAMENTE A NORD DELL'EPOMEO
Sinceramente, in questo momento sono ancora in vacanza in un paradiso, la valle di Riva in Alto Adige. Quindi accontentatevi di qualche “considerazione sparsa”.

PREVISIONE? NO GRAZIE. Ci sono dei personaggi che dicono che lo avevano previsto. È da mesi che insistono che nei prossimi giorni ci sarà qualche terremoto forte in Italia. Alla fine si crogiolano per questo “successo”.  Al solito non mi stanco di ripetere che chi dice di prevedere terremoti è un visionario, un mentecatto o peggio.

VISTO CHE NON SI PUÒ PREVEDERE, ALLORA PREVENZIONE. Eventi pregressi avrebbero consigliato maggiore attenzione. Siamo più o meno nella zona del terremoto di Casamicciola del 1883 (in Toscana si dice “succede una Casamicciola” per dire che – insomma – succede un qualcosa di “esplosivo” all’improvviso). Come dire che qualche preoccupazione nel costruire avrebbe dovuta esserci. Per la classificazione sismica del territorio ai sensi della OPCM 3519 del 2006 Ischia è classificata in zona 2 e quindi è un territorio con la possibilità teorica del 10% in 50 anni di soffrire accelerazioni cosismiche fino a 0,25 g. Tanto per dire, sono comprese nella zona 2 le aree maggiormente sismiche dell’Appennino Tosco – Emiliano. Insomma, è decisamente “a rischio” e questo avrebbe dovuto consigliare una certa attenzione. 
Invece a giudicare dalle poche immagini che ho visto ha prevalso una “edilizia creativa” fatta con quello che hanno trovato in loco, con risultati che si sono rivelati disastrosi: siamo dunque davanti ad una pessima qualità dell’edificato

ABUSIVISMO EDILIZIO. Ischia è notoriamente una delle patrie dell’abusivismo edilizio. Ricordo persino delle manifestazioni popolari in difesa delle costruzioni abusive. Ora, non penso proprio che una casa abusiva venga costruita con criteri antisismici… anche perché la cultura dell’abusivo non ci arriva. Però anche edifici non abusivi sono stati danneggiati (immagino che l’ospedale non sia abusivo…). In questo momento stiamo assistendo ad una lotta particolare fra chi, per lo più dal mondo scientifico e delle professioni e dall’ambientalismo, dà la colpa del disastro al condono edilizio e chi (i sindaci dell’isola, guarda caso..) dicono che l’abusivismo non c’entra niente. 
Anche se, come ho detto, sono convinto che gli edifici abusivi non siano stati costruiti con criteri antisismici, per dirimere la questione ci sarebbe da fare un censimento distinguendo negli edifici danneggiati quanti erano “regolari all'origine”, quanti “condonati”, quanti “in attesa di condono” e quanti “abusivi e/o sconosciuti al catasto”.
Solo dopo una analisi del genere potremo capire se e quanto l’abusivismo abbia contribuito ai danni. Il problema è chi farà questa indagine: deve essere un organismo indipendente che non risponda agli interessi di nessuno (specialmente degli abusivi e della politica che li ha sempre protetti).
Ricordo inoltre che l’abusivismo spesso insiste su aree pericolose per cause geo – idrologiche (elevato rischio di frane ed alluvioni) e qualche anno fa proprio nell’isola una frana ha distrutto un edificio provocando diversi morti.
E, comunque, basta con la storia dell’abusivismo per necessità!!

VULCANISMO ISCHITANO E TERREMOTO. Il vulcano in questo momento è dormiente e non c’entra niente con l'evento di lunedì, anche se è connesso alla presenza dell'apparato vulcanico, una faglia normale di quelle che hanno ribassato la zona intorno all'Epomeo, ma senza la minima connessione con la presenza di magmi sottostanti ed eventuali loro movimenti. Come non l’hanno avuta altri terremoti ischitani recenti: non risulta, ad esempio, che dopo il terremoto del 1883 sia successo qualcosa di vulcanico. È stato detto in tutte le salse ma tanto c’è chi non si convincerà mai. 
Ma siccome, molto dottamente, si potrebbe dire che questo sia un terremoto legato alla dinamica di un vulcano, allora chiamiamolo pure “vulcano – tettonico”, cioè collegato alla presenza del vulcano, sia pure in assenza totale di manifestazioni della sua attività magmatica.
Anche sul versante orientale dell'Etna si osserva una sismicità molto simile, che non ha niente a che fare con i grandi terremoti della Sicilia orientale come 1908 e 1693, ma con la dinamica molto locale e superficiale del fianco instabile del vulcano. Come pure fenomeni simili sono tipici dell’Amiata.
A proposito, la vetta più alta di Ischia, e cioè il monte Epomeo, non è una struttura vulcanica, ma una serie di tufi che sono stati sollevati.

LUNA ED ALTRE BALLE. Come non c’entrano una beneamata mazza né l’eclisse in USA, né le fasi lunari né altre palle di ogni ordine e grado. Ricordo, al proposito, che soltanto i grandi terremoti di thrust (quelli a M superiore a 8.6, per intenderci) hanno “una qualche relazione” con le fasi lunari, perché la differenza di densità tra la crosta oceanica che scende nel mantello e il mantello stesso provocano lungo il piano di subduzione delle tensioni. Nel restante dei casi non si può ricavare una linea generale di comportamento omogeneo fra faglie e maree terrestri (e quindi influenza della Luna). Prima o poi spiegherò anche questa questione.
Tantomeno c’entrano le “trivelle”.

LA MAGNITUDO. La questione della Magnitudo è stata spiegata e rispiegata: la prima valutazione è automatica e non revisionata da un geofisico. Seguono poi delle revisioni, che fra l’altro si avvalgono anche dei dati di altre stazioni. Lo sviluppo completo richiede l'intervento degli operatori per misure e calcoli e quindi richiede un certo numero di ore e fornisce i valori più precisi. Vediamo nella figura la serie degli aggiornamenti di INGV.
Quanto alla attendibilità del dato, oltre ad esserci diversi tipi di Magnitudo, il dato INGV è quello più affidabile per diversi motivi, ad esempio perché i suoi sismografi sono tanti ed in zona, mentre altre agenzie usano dati provenienti da sismografi posti a distanza molto maggiore e quindi intrinsecamente meno affidabili di quelli in zona e perché è una istituzione che da questo punto di vista gode di un ottimo credito a livello mondiale. Chiedete ad esempio ai neozelandesi sulle imprecisioni del locale Servizio Geologico negli ultimi 10 mesi: eppure lì nessuno grida al complotto nè all'inefficienza... sono banalmente dei calcoli complessi che devono essere revisionati e approfonditi...

LA PROFONDITÀ. Anche il dato iniziale sulla profondità era OVVIAMENTE approssimato: quando nei dati immediatamente successivi ad un evento leggete “10 km”, sappiate che questo è – in genere – un dato provvisorio di riferimento, destinato ad una correzione. La profondità ipocentrale è stata infatti decisamente minore e spiega IN PARTE i danni: chiaramente più vicino è l’ipocentro di un terremoto, più il risentimento sarà maggiore. 

LA PROBABILE AMPLIFICAZIONE DELLE ONDE SISMICHE. Il caso di Ischia rappresenta un esempio tipico di amplificazione sismica locale, dove ci sono stati dei fenomeni di amplificazione delle onde sismiche. Lo scuotimento dovuto ad un terremoto è maggiore quando l’ampiezza delle onde sismiche è maggiore (il che è logico). Il fenomeno avviene in due casi:
- le onde aumentano l’ampiezza se, cambiando mezzo, rallentano la loro velocità. 
- l’effetto di cresta: dove ci sono dei pendii le onde sismiche subiscono effetti di amplificazione che dipendono dalla topografia, a causa dell’interferenza fra le varie onde che arrivano su di una superficie non piana

È possibile che ciò sia avvenuto a Ischia? Si, sia perché le rocce vulcaniche che ne compongono l’ossatura sono caratterizzate da una velocità delle onde sismiche molto maggiore di quella dei tufi e di altri sedimenti sciolti che affiorano in superficie (e quindi c’è stata l’amplificazione dovuta al rallentamento in superficie delle onde sismiche) e anche per l’effetto di cresta (specialmente se i danni maggiori si sono stati registrati a Casamicciola, zona collinare soggetta ad effetto di cresta). 
Per cui nasce forte il dubbio di effetti di amplificazione sismica generati dalla topografia, ovvero dalla presenza di una cresta.

UNA POSSIBILE SPIEGAZIONE DEI DANNI. Ci sono voci abbastanza insistenti che però non sono ancora in grado di verificare, secondo le quali l’accelerazione al suolo prodotta dalla scossa dell’altra sera è stata anche maggiore di 0,25 g, il valore oltre il quale le accelerazioni sono da zona 1. EDIT: le "voci" sono state confermate il 25 agosto da un comunicato di INGV: accelerazione massima 0,28 g.
Insomma, questa è una scusante molto parziale.
D’altro canto come evidenzia il blog dell’INGV, a Ischia di eventi a Magnitudo molto bassa con esiti disastrosi ce ne sono stati parecchi, come si vede in questa tabella pubblicata nella pagina citata.
Cosa che rende ancora più evidente la follia di avere una situazione edilizia di quel genere.
EDIT: sempre il 25 agosto INGV grazie all'affinazione dei modelli di velocità è stato stabilito che l'evento è posizionato 1 km a NW di Casamicciola Terme ad una profondità di 2 km. 

E ORA VENIAMO ALLA QUESTIONE DELL’OSPEDALE. Ho fatto già spesso notare che in caso di disastro naturale ci sono 3 categorie di edifici più sensibili e che devono prioritariamente stare in piedi:
- ospedali: non solo c’è bisogno di ospedali per soccorrere eventuali feriti, ma si tratta di edifici con alta densità di persone all’interno; nell’immediatezza di una scossa dover anche sfollare gli ospedali dai ricoverati è un processo che richiede molto personale della Protezione civile e ingolfa la macchina dei soccorsi
- scuole: la popolazione giovane è quella che deve prioritariamente essere salvaguarda; inoltre le scuole sono gli edifici più utili per alloggiare i senzatetto
- centri della Protezione Civile: prefettura e altri centri che si occupano dell’emergenza devono essere in grado di funzionare
Aggiungo che ospedali e depositi dei mezzi di soccorso devono essere collocati in un luogo tale da non rischiare che le strade adiacenti siano impraticabili per macerie, ponti pericolanti o frane.

Insomma… le priorità sono queste. E al proposito poco più di due anni fa Piero De Pari, all’epoca membro del Consiglio Nazionale dei Geologi, fece notare che per mettere in sicurezza le scuole italiane occorrerebbero 25 anni di lavori e 50 mld di Euro. Ma ci sono dati importanti riguardanti l’edificato: citando i dati del rapporto CRESME – CNG. De Pari ha ricordato che in Italia 2.200 edifici ospedalieri e 27.920 scuole sono in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico e ben il 60% dell’edificato è stato costruito prima delle norme antisismiche del 1974.
Purtroppo le notizie degli ultimi decenni sono tragiche perché scuole e ospedali se la sono passata male in altre vicende:
- quanto agli ospedali, non solo all'Aquila, ma anche in Emilia e nei terremoti dell'Appennino Centrale del 2016 hanno sofferto parecchio: l’ospedale di Amatrice è stato piuttosto “nominato” ma faccio notare un altro particolare: ad Amandola, al di là dei monti Sibillini, oltre ad una vecchia casa l’unico edificio che ha riportato danni è proprio il locale ospedale; come pure faccio notare che durante la sequenza del Pollino proprio un ospedale è stato fra i pochi edifici a riportare danni. Quello di Ischia non è altro che l’ultimo capolavoro del genere..
Per le scuole, oltre alla nota e triste vicenda di San Giuliano, ricordiamo quella di Amatrice e poi la triste vicenda della Casa dello Studente all’Aquila. Inoltre mi risulta che in corrispondenza dei terremoti emiliani un edifico solo ha riportato danni nel milanese: una scuola.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL CASO ISCHIA. Diverse volte anche io ho lanciato l’allarme per la pessima situazione dell’edilizia nelle zone a rischio sismico italiane, ma non avrei mai pensato che un terremoto come quello di lunedì potesse provocare una tragedia simile. Se, comunque, è stata effettivamente raggiunta una accelerazione cosismica di 0,25 g, i danni sono spiegabili. 
Però, come al solito, la questione primaria è che in un’area compresa nella zona 2 della zonazione sismica generale italiana e notoriamente prona ad eventi sismici di un certo tipo i danni sono spiegabili per l'irresponsabilità di chi ha costruito: non è possibile tollerare costruzioni del genere di quelle crollate lunedì scorso. 
Abusive, condonate o regolari che siano.

1 commento:

Ivan Marchesini ha detto...

Grazie del bel post. Mi pare ben condivisibile. Vorrei far inoltre notare che anche se l'abusivismo non fosse direttamente coinvolto con i crolli di Ischia, lo sarebbe indirettamente! Se non si contrasta l'abusivismo accade che risorse economiche importanti vengano impiegate per costruire in aree vietate piuttosto che per riqualificare l'edificato esistente e antico. L'effetto è comunque negativo.