Il 3 novembre alle ore 10.00 tutto esaurito al Teatro dell'Opera di Firenze, dove verrà rappresentato lo spettacolo Sebastiano all'Opera.
Si tratta di uno spettacolo di educazione al rischio geologico, rivolto ai bambini e ai ragazzi delle scuole della Toscana; unisce musica, danza, fumetti e informazioni su come comportarsi in caso di alluvioni, frane, terremoti, maremoti ed eruzioni vulcaniche.
È stato ideato dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze (che lo hanno organizzato insieme alla Misericordia di Firenze) anche grazie al fattivo aiuto del Maggio Musicale Fiorentino e del Conservatorio Luigi Cherubini, con il supporto del Dipartimento della Protezione Civile e il contributo di associazioni di volontariato e culturali della Toscana. In particolare i firmatari del lavoro sono Francesco Mugnai, del Dipartimento di Scienze della Terra e Don Mario Costanzi, un sacerdote con il pallino della musica. I disegni che verranno proiettati sono di un altro esponente del dipartimento universitario, Emanuele Intrieri
Ricordo che assetto idrogeologico è un termine tanto comune quanto discutibile dal punto di vista scientifico e che forse è meglio chiamare tutti insieme i rischi che derivano dalla geologia (frane, alluvioni, vulcanismo, terremoti, tsunami) come geo-rischi. Oppure, in quanto basta un filo di cervello per capirne la logica, rischi geo-logici...
In questi giorni abbiamo sotto gli occhi di tutti i guai che ci ha portato lo sconsiderato uso del territorio degli ultimi decenni, aggravato dai cambiamenti climatici che stanno modificando lo stile delle precipitazioni: diminuiscono nel numero ma aumentano nell'intensità. Così sono entrati alla ribalta i piccoli bacini idrografici, preferenzialmente vicini al mare il cui esempio massimo è il rio Fereggiano a Genova. I danni nella Calabria Ionica registrati giusto ieri e stanotte sono giusto gli ultimi di uno degli autunni peggiori che ci possiamo ricordare negli ultimi anni, purtroppo ampiamente previsti a causa del caldo eccessivo dell'estate scorsa.
In questi ultimi anni flash flood e bomba d'acqua sono concetti entrati nelle case di tutti e finalmente nell'Opinione Pubblica il concetto di sicurezza idrogeologica sta piano piano facendosi largo, nonostante che l'abbondanza dei termini con cui vengono indicati frane e alluvioni nella lingua italiana, di cui ho fatto un elenco, dimostrino quanto questi fenomeni siano presenti nel Bel Paese (termine appunto coniato da un geologo nel XIX secolo, la cui foto è recentemente scomparsa pure dalla confezione di un noto formaggio..).
Quella del noto formaggio è il paradigma di quanto contano in Italia, purtroppo, i professionisti competenti in materia, i geologi: godono di una bassa considerazione e normalmente anziché essere chiamati prima di iniziare le progettazioni, sono consultati solo alla fine dell'iter progettuale di qualsiasi cosa, dalle costruzioni ai piani regolatori per una valutazione finale, valutazione finale che viene purtroppo percepita come uno dei “lacci e lacciuoli che frenano lo sviluppo”.
Già.. lo “sviluppo”... Purtroppo ancora oggi nella classe dirigente italiana (della quale quella politica è un settore) la cultura scientifica è molto bassa. Ne conseguono la fuga dei cervelli e la incapacità di capire, a parte pochi casi, la potenzialità del settore ricerca & sviluppo; ho parlato spesso di questo aspetto e, come si vede anche nel numero di ottobre di Le Scienze, numerose sono le occasioni perse di “invenzioni” nate in Italia ma sfruttate all'estero, a partire dal Personal Computer, e a divieti assurdi come quello sulla ricerca sugli OGM.
Questa scarsità di vedute si rivela drammatica per l'assetto del territorio perché nella mente della classe dirigente è drammaticamente insediato il concetto sviluppo = edilizia. Giusto oggi in molte regioni, variamente governate, si registra una nuova corsa all'edificazione selvaggia, con la scusa che c'è la crisi e così si creano posti di lavoro.
Il tutto quando gli edifici dismessi o mai utilizzati sono una caratteristica purtroppo comune in tutta la nazione e dopo le sciagure istituzionali degli ultimi decenni in materia di assetto del territorio, come l'epidemia di condoni della fine del XX secolo in cui, oltre alle terrazze chiuse da verande, sono stati sanati abusivismi spesso demenziali, e il depotenziamento dei Piani di Bacino, che dovevano essere lo strumento per un governo geologicamente corretto del territorio ma che cozzavano contro gli interessi locali di "sviluppo".
Quindi i problemi, come ho spesso sottolineato, non derivano tanto dalla irresponsabilità di chi sovrintende alla pianificazione territoriale (un irresponsabile è uno che sa che sta facendo una idiozia): in molti casi si può parlare di ignoranza nel senso originale di “non sapere”.
È quindi importante iniziare a formare le giovani generazioni. In molte scuole finalmente si registra un tentativo di educare nel campo dei rifiuti, evidenziando l'importanza di risparmio, riutilizzo e raccolta differenziata. L'educazione al rispetto del territorio è invece ancora poco presente.
Sebastiano all'opera è quindi uno spettacolo che cerca di colmare questo vuoto, per informare i cittadini del futuro ed aiutare nella formazione di comunità più resilienti nei confronti dei geo-rischi.
L'evento è inserito nell'ambito delle manifestazioni del Progetto Firenze 2016 per la commemorazione dell'alluvione del 4 novembre 1966.
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