lunedì 13 luglio 2015

I vulcani nell'oceano ad Est dell'Australia: tutti a guardare Plutone domani, ma intanto anche sulla Terra si continua a scoprire qualche caratteristica della superficie


Il 14 luglio è conosciuto per la presa della Bastiglia nel 1789 e verrà ricordato per l'impresa della sonda New Horizon che passerà a poche migliaia di km sopra Plutone. Ma la cosa più divertente è che mentre il mondo (non solo quello scientifico) si prepara per le immagini che stanno già arrivando da un mondo lontanissimo (almeno dal punto di vista del sistema solare) grazie alle quali si spera di scoprire qualcosa della sua superficie, ci rendiamo conto di conoscere ancora poco della superficie del nostro pianeta. 
Vabbè che si parla del fondo marino, non certo visibile dalla superficie, però.... sentirsi dire nel 2015 che sono stati scoperti ben 4 vulcani (e piuttosto grossi...) nel mare davanti all'Australia lascia parecchio attoniti e la coincidenza con il fly - by di New Horizon su Plutone appare quasi irriverente.

Allora... andiamo con ordine.

Nei mari ad ovest dell'Australia sono state scoperte alcune strutture  geologiche durante le (per adesso ancora senza esito) ricerche dello sfortunato volo MH370 della Malaysia Airlines. Ma la notizia – bomba è la scoperta dalla parte opposta, nel mare prospiciente a Sidney (la più importante città australiana), di ben 4 vulcani ad appena 200 km di distanza dalla costa, e dei quali nessuno sapeva niente. Sono quattro caldere, quindi in tutti questi casi alla fine dell'attività si è svuotata la camera magmatica e la sua volta ha ceduto.
La storia è molto semplice. Il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (il CNR australiano), meglio conosciuto con la sigla CSIRO  ha da poco acquisito una nuova nave, la RV Investigator. Basata a Hobart, in Tasmania, è stata commissionata allo scopo di studiare gli oceani che circondano il continente – isola, curando in particolare gli aspetti geologici, geofisici, ambientali e della pesca.
Era in corso una missione allo scopo di capire la biologia delle larve delle aragoste, in particolare le zone dove si raccolgono, nelle profondità dei fondi oceanici. Naturalmente la nave mentre si muove esplora con la propria strumentazione il fondo dell'oceano. 
E qui, appunto, viene il bello. Il fondo dell'oceano da quelle parti è a circa 5000 metri sotto il livello del mare e le attrezzature precedenti di cui disponeva il CSIRO non erano in grado di esplorare zone più profonde di 3000 metri. Così, praticamente all'inizio della sua attività, la RV investigator si è subito resa protagonista di una eccezionale scoperta.

Dalle prime stime questi vulcani dovrebbero avere più di 50 milioni di anni. Il gruppo si estende per 20 km lungo una fascia larga 6 km. La caldera più grande ha un diametro di un km e mezzo e un'altezza di 700 metri dal fondo del mare.


Ora vediamo di capire perchè ci sono questi vulcani.
Qualche anno fa parlai della storia geologica della Nuova Zelanda. Dal Cretaceo superiore tra quella che diventerà l'Australia si stava separando da quella che diventerà la Zealandia, il continente sepolto sotto il mare di cui la Nuova Zelanda e  la Nuova Caledonia sono le uniche parti emerse. Tra loro si formò una dorsale oceanica che avrà vita piuttosto breve, come si vede da questa carta presa da 
Norvick e Smith (2001), Mapping the plate tectonic reconstruction of southern and southeastern Australia and implications for petroleum systems. The APPEA Journal, 41(1), 15–35.
Si individuano ad Ovest l'Australia e l'Antartide ancora unite mentre ad Est le parti che formano la Zealandia.

Questi vulcani potrebbero quindi essersi sviluppati in corrispondenza di questa dorsale o in un ambiente di rift che ha preceduto la formazione della dorsale.



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