lunedì 14 aprile 2014

Perchè in Emilia Romagna non vengono estratti i combustibili fossili con il fracking


A seguito del mio (molto letto) post sull'articolo di Science sulle cause del terremoto emiliano del 20 maggio 2012 è riuspuntata fuori ovviamente anche la questione del fracking. In diverse occasioni e su diversi siti, compresi quelli semi istituzionali di parrocchie o associazioni, ma anche su giornali on-line e cartacei viene detto che in Emilia si fa il fracking. Mi sono arrivate anche e-mail ed un commento su quel post che accennano al fracking. È un'idea completamente folle. Voglio ribadire che nei giacimenti dell'Emilia – Romagna, come anche nel resto d'Italia, non si può fare fracking per un motivo semplicissimo: non esistono (per fortuna!) le rocce con le caratteristiche necessarie da rendere obbligatorio lo sfruttamento tramite l'uso di tale tecnica, tecnica che è inutile e costosa in giacimenti tradizionali come sono quelli italiani. In buona sostanza ci possono essere altre motivazioni per opporsi allo stoccaggio di gas nel sottosuolo o all'attività di estrazione di idrocarburi in italia, non certo quella del fracking....

PERCHÉ NASCE IL FRACKING

Il petrolio e il gas vengono pompati esattamente come si pompa l'acqua dai pozzi perché i liquidi scorrono nelle porosità del terreno: normalmente le rocce contengono idrocarburi come contengono l'acqua nei loro pori, cioè negli spazi fra un grano e l'altro, oppure nelle fratture. Se ci sono diversi liquidi questi si dispongono nel terreno come in una bottiglia, stratificandosi in base al loro peso specifico, come si vede da questo schema: in basso c'è l'acqua, sopra il petrolio e ancora sopra il gas.
Alle volte (anzi, direi spesso) viene inettata acqua proprio per far salire il petrolio più in alto.

Qualche decennio fa fu ideata la tecnica di scavare non solo in verticale, ma anche in orizzontale. Questo perchè alle volte i giacimenti sono a migliaia di metri di profondità e il costo di una perforazione è altissimo. In pratica raggiunge il giacimento un solo pozzo verticale, da cui si dipartono brevi pozzi orizzontali, risparmiando migliaia di metri di perforazioni.
Nel frattempo erano stati individuati i cosiddetti “prodotti proppanti”, capaci di aiutare l'acqua a fratturare le rocce per agevolare i movimenti del petrolio. I proppanti sono usati anche per la geotermia. La maggior parte di questi sono sabbie o prodotti ceramici, l'uso dei quali apporta problemi ambientali nulli o insignificanti dal punto di vista dell'inquinamento. 

La porosità varia a seconda della dimensione dei grani che compongono la roccia: più grandi sono i grani, pià la roccia è porosa.

Le argille sono praticamente impermeabili perchè i loro grani sono estremamente minuti.

In alcuni bacini dove si sono formati sedimenti argillosi la deposizione di alghe ed altri materiali organici avvenne in condizioni di mancanza di ossigeno, per cui questi resti organici non si sono distrutti ma si sono trasformati in metano o altri idrocarburi. Alcuni di questi sedimenti si sono trasformati in rocce molto dure, prive di porosità e senza fratture, dove i fluidi rimangono intrappolati all'interno senza poter scorrere; se si vuole estrarli occorre letteralmente fracassare la roccia.
Per chi vuole approfondire ho scritto due anni fa un post sull'argomento.

Questi giacimenti erano già sfruttati in alcune zone, per esempio in Estonia e Oklahoma, con pozzi verticali, ma con risultati non proprio eccellenti. Poi a qualcuno è venuta l'idea che la tecnica di scavare pozzi orizzontali una volta giunti allo strato utile poteva essere utile per sfruttare meglio i gas-shales, fratturando la roccia con acqua ad altissima pressione e con l'ausilio di prodotti chimici particolari. Una procedura ambientalmente molto discutibile (eufemisticamente parlando) che però dal punto di vista economico immediato ha dato buoni frutti.
Oggi in USA si assiste ad un boom di queste attività

IL FRACKING, UNA PRATICA COSTOSA

Un particolare di non trascurabile importanza è che coltivare un giacimento con il fracking è nettamente più costoso che coltivarlo in maniera tradizionale.
Quando un processo industriale più costoso è giustificabile? Se e solo se permette risultati migliori rispetto ad un altro già in uso: quindi se permette di ricavare materiale in quantità maggiore e/o qualità migliore. In caso di rocce porose il fracking non serve a niente, perché aumenta solo i costi senza aumentare la produzione e/o la qualità degli idrocarburi estratti.
Pensate che se il petrolio dovesse scendere sotto i 75 dollari al barile i giacimenti come quelli del North Dakota potrebbero tranquillamente chiudere (e si tratta di un milione di barili al giorno, oggi), perché estrarlo costerebbe di più di quanto verrebbe ricavato vendendolo. 
In questo post ho riassunto la situazione geologica dei giacimenti emiliani in particolare. Si nota che in Emilia, dove vengono sfruttate rocce porose e fratturate della “Falda Toscana” (che continua nel sottosuolo padano ben oltre l'Appennino) e delle sequenze terziarie che l'hanno coperta, il fracking sarebbe una inutile complicazione che aggiungerebbe senza motivo una serie di costi. Ricordo che, alla fine, il petrolio greggio costa relativamente poco: 100 dollari al barile significano meno di 70 centesimi al litro. 

DELL'IMPOSSIBILITÀ DI FARE FRACKING SENZA ESSERE NOTATI

Quanto ho detto è un aspetto puramente tecnico / economico che da solo giustifica la non presenza di attività di questo tipo quando non necessaria. Ma ci sono anche altri aspetti di tipo logistico che non passerebbero inosservati:

1. un impianto del genere non è mimetizzabile in una cantina, sia per le dimensioni, sia per il continuo afflusso di automezzi per portare sabbia ed altri materiali per il fracking e per portare via gli idrocarburi ottenuti. Impossibile che una attività di questo tipo non venga notata

2. l'acqua necessaria all'attività è tanta. Un pozzo che fa fracking ha intorno una serie di strutture per raccogliere le acque necessarie alla sua attività (e sono tante): un solo pozzo richiede durante la sua vita, pochi anni, una quantità di acqua pari al fabbisogno quotidiano di una città di un milone e mezzo di abitanti con i quantitativi consumati a Firenze, che non sono pochi dato che in un giorno lavoratvo il numero delle persone che per lavoro o altro (turismo, studio etc etc) sono presenti nella città è una percentuale significativa che si aggiunge al numero dei residenti. Chi farebbe fracking non autorizzato, verrebbe individuato anche solo per l'abbassamento mostruoso della falda acquifera nelle zone circostanti!

3. spazio necessario allo stoccaggio delle acque di flow-back, quelle che dopo essere iniettate tornano indietro da sole per la pressione nel pozzo, che rappresentano tipicamente circa il 20% del totale impiegato; queste acque devono ovviamente essere smaltite. Pertanto accanto all'impianto ci dovrebbe essere un invaso per contenere in attesa della depurazione o dello smaltimento le acque di flow-back, che non possono essere reimmesse nell'ambiente per il loro carico inquinante. Qualcuno ha fatto vedere delle immagini di vasche di stoccaggio dei liquami degli allevamenti dei maiali spacciadole per vasche di raccolta delle acque provenienti dal fracking. Follia pura.
Non è è neanche possibile scaricare clandestinamente queste acque perché una operazione del genere porterebbe conseguenze floro – faunistiche talmente gravi che verrebbero effettuate le ovvie analisi delle acque, grazie alla quali si capirebbe imediatamente la causa dell'inquinamento.

Quindi si può tassativamente affermare che in Emilia – Romagna non solo non avrebbe nessun senso utilizzare per l'estrazione degli idrocarburi la pratica del fracking, ma che tale attività non potrebbe essere praticata clandestinamente.
Affermare che viene fatto è semplicemente demenziale e frutto di una totale incultura in campo geologico e di estrazione degli idrocarburi, se non di disonestà intellettuale. 

Ripeto, non sono mai stato tenero con l'industria petrolifera e ritengo doveroso diminuire il consumo di idrocarburi per i gravi problemi ambientali che comportano durante tutto il loro ciclo: estrazione, trasporto, raffinazione ed utilizzo dei combustibili fossili.

Ma bisogna essere seri e soprattutto evitare di raccontare falsità che non giovano sicuramente alle istanze di chi cerca di diminuire il ricorso ai combustibili fossili.

Aggiungo che ho chiesto più volte a chi sostiene che in Emilia viene fatto il fracking perchè e soprattutto in quali rocce sono i depositi di idrocarburi che verrebbero coltivati in quel modo. Inutile dire che non mi è stata data risposta.


14 commenti:

Simone ha detto...

Solo un appunto: nel passaggio "Questo perchè alle volte i giacimenti sono a migliaia di km di profondità" volevi forse dire metri?

Quanto al resto, c'è gente che è fermamente convinta che il deposito di Rivara sia presente e funzionante, nonostante le continue smentite del comitato No Gas (e basta farsi un giro per Rivara per vedere che non è stato fatto nulla!).
Inoltre, qui nella Bassa il "complotto" del momento vuole che la storia dei pozzi sia per distogliere l'attenzione dal deposito di Rivara, secondo i complottisti il vero colpevole del sisma. La fantasia vola...

Aldo Piombino ha detto...

cooretto il refuso, grazie.
quanto al resto, purtroppo ci sono persone che capiscono solo quello che vogliono capire...
il problema è quando la politica gli da retta... le interrogazioni al senato di Scilipoti sulle scie chimiche son una grande dimostrazione....

Simone ha detto...

La cosa che temo di queste bufale è che la convinzione della mano (o volontà) dell'uomo dietro ad ogni disastro ambientale distolga l'attenzione dalla prevenzione.
Per fortuna non ho ancora sentito nessuno fare discorsi del tipo "costruire antisismico in Emilia è inutile", ma non vorrei che prendessero piede idee del genere!

Francesco Penno ha detto...

La pianura padana orientale ha caratteristiche uniche ai fini dello stoccaggio di gas tanto per ragioni geologiche che geografiche data la vicinanza all'Austria ed ai terminali di Vienna.

L'Europa centrale ha necessità di disporre di riserve di gas, data l'instabilità dei flussi dovuta alle ricorrenti crisi dell'Ucraina, di cui stiamo vivendo in questi giorni l'ultima e più preoccupante.

La società costituita dalla ERG per sfruttare il giacimento di Rivara ha rinunciato nel 2012 allo sfruttamento ( http://www.erg.it/homeEN/media0/pressReleases/detail.html?uuid=2069b91a-6307-4eda-a5a3-ce3027e6f54c ).

Attualmente le aree di stoccaggio attive sono praticamente tutte gestite da società del gruppo ENI. Se da un lato era comprensibile (ma scorretto) sfruttare il terremoto per trovare un pretesto per impedire ai francesi di attivare la loro storage facility (ricordiamoci della guerra di Libia), oggi è totalmente incomprensibile continuare ad opporsi allo sfruttamento dell'area. Il "mostro" messo in giro per evidenti motivi politici continua ad aggirarsi più vitale che mai.

Purtroppo la politica italiana ha coltivato e sfruttato per decenni l'ignoranza e la superstizione. Intanto, grazie ad ignoranza e superstizione si continua a costruire male e dove non si può, tranne istruire mega-processi quando ormai è troppo tardi.

Aldo Piombino ha detto...

eh, no... non è un mostro... la iniezione nel sottosuolo di gas e liquidi èm in diverse aree mondiali una fonte di terremoti importanti. Texas, Oklahoma, Ohio, Spagna sono "case studied" e molto, molto calfi.Dire che si devono fare questi depositi evitando di accennare ai rischi connessi è un modo di agire assolutamente non correyyo, almeno fino a quando (e non si sa quando) verrà sviluppato un corpus teorico sull'argomento.
Fra parentesi: so benissimo che in altre aree del paese ci sono stoccaggi di gas.

Simone ha detto...

Francesco, un appunto.
Erg si è tirata fuori dal discorso Rivara, ma il progetto va avanti. Vi è anche un ricorso al TAR contro il no del Ministero dell'Ambiente! http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/24/deposito-gas-rivara-societa-non-si-arrende-e-ricorre-al-tar/636308/

I problemi di questo deposito sono:
-a differenza di quelli circostanti, tipo Minerbio, non sarà realizzato in un giacimento esaurito ma in un acquifero, dove non c'è mai stato del gas;
- si trova sopra una faglia attiva, e capace di dar luogo a terremoti caratterizzati da scuotimenti tutt'altro che modesti (0,3g circa);
- il tutto si trova sotto al sedere di circa 80mila persone.

Francesco Penno ha detto...

Egregio Aldo Piombino, quando citavo “il mostro” mi riferivo alla specifica situazione di Rivara dove c’è stato un evidente uso strumentale del terremoto e della disinformazione per boicottare la Erg Rivara Storage, joint venture di ERG.
Invece non posso che darle ragione circa la pericolosità della pratica dell’iniezione in pozzi profondi di acqua contaminata che ha subito una vera e propria inflazione con la diffusione del fracking.
Simone, anche la Indipendent Resources ha recentemente rinunciato a proseguire le attività su Rivara (vedere http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-03-08/inglesi-rinunciano-deposito-rivara-064343.shtml?uuid=Ab2C9zbH ).

Aldo Piombino ha detto...

Ora come ora, quanto avviene in altri siti in varie nazioni del mondo è completamente ostativo alla messa in opera dello stoccaggio di Rivara.
pertanto continuo ad essere convinto che non può esistere una discussione se farlo o no: al momento ci sono troppi rischi.
Solo ulteriori studi potranno definire meglio la questione.

mke777 ha detto...

Grazie per lo splendido articolo.
Lo uso come argomentazione anticomplottista (sono attivista m5s e Cicap).

Mi resta un dubbio:
-Il fracking in italia per ora e' antieconomico: Potrebbe un giorno arrivare al break-even?

-Sarebbe il caso di proporre di normare antifracking in italia
(ora che per le lobbies non e' ancora interessante)? E proporlo in europa?

Aldo Piombino ha detto...

lo ripeto per l'ennesima volta: IN ITALIA IL PROBLEMA DEL FRACKING NON SI PONE PERCHÈ MANCANO LE ROCCE CON CUI FARLO: nel senso che è una tecnica nata per lavorare su particolari tipi di rocce che in Italia non ci sono e non può essere applicata su rocce normali.
Può comunque essere vietato: in Francia lo hanno fatto, in Olanda c'è un ban temporaneo etc etc.

OK per il CICAP, ma quanto a M5S, auguri... calerei un velo pietoso sul rapporto fra quel movimento e la Scienza, a partire da quelli di Grillo sul suo blog contro il fracking e le sue grida sul terremoto provocato dal fracking.... o quelli di nonantola che fanno le manifestazioni contro le scie chimiche.... è un peccato che un movimento che poteva essre interessante si perda su certe cose...

mke777 ha detto...

Ciao Aldo, grazie per aver chiarito.
Il break-even non c'e' proprio.

Sul M5S posso solo dire di avere collaborato con varie amministrazioni locali da tecnico (urbanistica) e non ho trovato differenze in bene o in male tra un gruppo e l'altro. Forse qualche ambientalista piu' cocciuto, ma nulla di particolarmente delirante.

Penso i media abbiano calcato un po' troppo la mano: Se si va a fare cherry-picking sui commenti di internet si puo' dimostrare anche che tutti gli adolescenti hanno i capelli biondi e gli occhi azzurri.

ab74 ha detto...

Buon giorno a tutti se leggi questo messaggio quel tempo é arrivato. #alluvioneromagna dove sono queste rocce? non lo so' dove sono le rocce .... so' che l'Adriatico é il nuovo centro di interesse dell'ECONOMIA legata al GAZ e che a Rovigo ci sono sprofondamenti dovuti alla SUBSIDENZA e se fai un giro per il mondo tipo GIACARTA o TEXAS o CALIFORNIA o UK .... qualcosina di relazione tra il FRACKING e i terremoti e le frane LA TROVI ..... PEACE x

ab74 ha detto...

ma vi chiamate ancora EGREGIO? come il petrolio a proposito.... ps. la Francia ha detto NO al SHALE GAS e l'ITALIA HA FIRMATO CON LA LYBIA per le trivellazioni. COSPIRAZIONISTA UN PARO DI PALLE. DISTINTI SALUTI

Aldo Piombino ha detto...

allora,
caro amico, io sono fra coloro che insistono sul fatto che consumare combustibili fossili sia un grosso problema, sia per l'inquinamento che per le emissioni di CO2, oltre ad essere nettamente contrario al fracking. Aggiungo di aver scritto persino un libro sul perchè sia stata inventata la balla che l'impatto dello Yucatan avrebbe provocato l'estinzione dei dinosauri e cioè per non dire che le emisisoni di CO2 dei basalti del Deccan sono all'origine del problema.

Comunque, nel notar euna grissa confuzione mentale che viene da una non esatta conoscenza della geologia e dei problemi innescati dalle attività di estrazione di idrocarburi queste sono le me note:

1. se non sai dove siano queste rocce non puoi dire nulla. E non lo puoi sapere perchè non ce ne sono. Evidentemente non conosci la geologia della zona altrimenti capiresti meglio la situazione ed eviteresti di fare brutte figure

2. la subsidenza a Rovigo ed in generale in tutta l'area tra lì e la Romagna non è dovuta alle estrazioni di gas, ma presenta due componenti:
a. una naturale (se non ci fosse la subsidenza non ci sarebbero le serie sedimentarie...)
b. una antropica per i prelievi idrici dal sottosuolo

3. a Giacarta ci sono gli stessi problemi di Rovigo, come ci sono anche (scooooop...) anche a Città del Messico, L'estrazione di petrolio non c'entra una beata minchia perchè se Messico e Indonesia producono oil & gas non ci sono giacimenti nelle zone di queste città

4. sono io il primo a dire che ci sono relazioni in alcune aree fra attività di estrazione di idrocarburi e sismicità indotta (e ho spiegato perchè. Ed in ogni caso non sono le "trivellazioni", temine orribile e sbagliato, perchè le trivelle sono un'altra cosa (si tratta di "perforazioni"). comunque a perforare non si fa nulla, i problemi sono in certi casi l'estrazione di gas (vedi Groningen e il Canada) oppure la reiniezione di fluidi derivati dalle attività (le acque di "flowback": è successo e succede ancora in Oklahoma, Texas, forse è successo a Costa Molina). Il fracking direttamente lo ha fatto in pochissimi casi.

5. Ma che possano innescare delle frane è decisamente un pensiero da "oggi le comiche": le frane di questi giorni sono dovute alle piogge e all'uso dissennato del territorio (anche quello usato per l'agricoltura biologica, eh). Insomma già pensare al fracking in Romagna è demenziale, ma poi pensare che ci sia una relazione con le frane quando poi le eventuali attività estrattive sarebbero nella pianura è semplicemente assurdo

6. non mi risulta che in California ci sia sismicità indotta. Il problema esiste invece in qualche area dell'Oklahoa e del Texas, dove per contenere il fenomento è stato dimiuito il tasso di reiniezione nel sottosuolo delle acque di flowbck (insisto: sarebbe meglio non usassero il fracking, ma tant'è...)

7. anche l'Italia ha detto "no" allo shale gas. Solo che ha detto no a una cosa che non si può fre perchè - apputo - non di sono (per fortuna!) rocce che lo possano permettere. Insomma, era come vietar la caccia ai Brontosauri...

8. non mi risulta che l'Italia abbia firmato un accordo con la Libia (a proposito: con qale dei vari governi libici)

9. che ci sia interesse per le riserve di idrocarburi in Adriatico è possible. Ma se da un lato non esistono le rocce giuste per utilizzare il fracking, in ogni caso questa tecnica non può essere usata sotto il livello del mare (qundi ci sono due condizioni negative, ostative all'uso di questa tecnica!)

10. complottista: si lo sei. ti conviene studiare o stare zitto per evitare di fare figure come questa

PS: ho perso mezz'ora in cuo potevo fare altro per rispondere a questi commenti: e questa è l'ennesima dimostrazione del "Principio di asimmetria delle bufale", o "Legge di Brandolini":
"L'energia necessaria a confutare una sciocchezza è molto superiore a quella necessaria a produrla".