giovedì 10 febbraio 2011

L'Europa nel Paleozoico e la formazione della Pangea

Uno degli ultimi post di Olelog, come al solito straordinariamente interessanti, in cui Ole Nielsen ci fa conoscere al confine fra Germania e Cechia la Altenberg–Teplice Caldera, e  - dalle stelle alle stalle - le elucubrazioni sulla Pangea dell'anonimo creazionista nel post precedente, mi spingono a parlare di come si è venutra a formare - geologicamente parlando - l'Europa.
Ci si potrebbe domandare cosa ci faccia un vulcano da quelle parti: infatti come dice il nome tra queste due località c'è una struttura formatasi per il collasso di un edificio vulcanico. Beh, innanzitutto è roba di 300 milioni di anni fa. E questo non solo risolve alcuni dubbi ma dimostra che all'epoca da quelle parti la situazione geologica era molto diversa.

In questa carta strutturale dell'Europa notiamo diversi colori che indicano 3 cicli orogenici principali:
- in celeste il ciclo alpino cioè le attuali catene perimediterranee attive
- in blu chiaro la catena ercinica e gli Urali, la cui formazione risale alla fine dell'era Paleozoica
- in blu scuro la catena caledoniana, la cui formazione risale al Devoniano – Ordoviciano
- in bianco le zone ancora più antiche

Quindi l'Europa come la conosciamo adesso è il frutto di una serie di avvenimenti che hanno preceduto e consentito la formazione della Pangea, che al contrario di quello che crede qualche creazionista, non è il continente primordiale ma il frutto di una temporanea unione di (quasi) tutte le placche continentali.

Chiaramente andare nel passato sempre più remoto è molto difficile perchè più indietro ci si sposta meno rocce troviamo e soprattutto le troviamo spesso molto deformate. La Gran Bretagna in questo è stata molto utile perchè conserva rocce che datano dal Precambriano ai nostri giorni con un assetto che tutto sommato è facile da ricostruire per chi ricerca attivamente sul campo e non passa il tempo a tentare improbabili esegesi scientifiche da un libro religioso scritto a più riprese dai 2000 ai 3000 anni fa.

Vediamo allora come si è individuato il nostro continente e soprattutto le vicissitudini che ha avuto nell'era Paleozoica. L'era paleozoica comincia con la rottura di un supercontinente, Rodinia, esistito tra un miliardo e 750 milioni di anni fa, e finisce con la formazione di un nuovo supercontinente, la Pangea.

Sempre nella stessa carta osserviamo una struttura sconosciuta ai più, la TESZ, sigla con cui si indica la Trans-European Suture Zone (o zona di sutura transeuropea): è un confine geologico molto importante e separa tra il Mare del Nord e il Mar Nero lo scudo precambriano baltico ed esteuropeo dai terreni paleozoici più recenti. Lunga più di 2.000 km, i due lati di questa linea oltre alla diversa stratigrafia mostrano altre diversità, prima fra tutte lo spessore crustale, che è di circa 30 km nel lato sud/ovest e circa 40 km nell'altro.

Ed ecco la situazione circa 550 milioni di anni fa, diciamo all'inizio del Cambriano: Russia, Ucraina e la maggior parte della Penisola Scandinava formavano la “placca Baltica”. Vicino c'era la Siberia e ad ovest la Laurentia, più o meno corrispondente all'odierna America Settentrionale. La maggior parte delle terre erano ancora raggruppata nel continente meridionale, il Gondwana, un blocco di terre già appartenenti a Rodinia che dopo la frammentazione del vecchio supercontinente si sono riassemblate insieme durante l'Orogenesi Panafricana alla fine del Precambriano. L'oceano Giapeto divideva Laurentia da Baltica e Siberia. La Laurentia si stava staccando dal resto della Rodinia e presto fra i due continenti si formerà un altro oceano, l'Oceano Rheico. Contemporaneamente dalla Rodinia si stacca un altro piccolo pezzo, in giallo nella figura, che diventerà Avalonia, una zolla continentale destinata a scontrarsi in seguito con Baltica.


Passiamo a un centinaio di milioni di anni dopo e vediamo Baltica, Laurentia e Avalonia che stanno per scontrarsi. Da esse nasceranno ad ovest la catena Caledoniana, formata dagli Appalachi, dalle Highlands scozzesi e dalle Alpi norvegesi. A Est lo scontro genererà invece la TESZ, che adesso tranne nel settore baltico (dove comunque è abbondantemente erosa), è o nascosta da sedimenti più recenti o deformata dalle successive fasi tettoniche tardopaleozoiche e cenozoiche. L'immagine qui sotto fornisce un'idea anche se rappresenta un periodo molto successivo a quello della formazione della catena.

Nasce quindi dall'unione di questi tre continenti la “Euromerica”, verso la quale convergono altre masse continentali che alla fine del Permiano le si attaccheranno: Siberia, Kazakistan e Gondwana.

È l'orogenesi ercinica, nella quale dopo Giapeto si chiude anche l'Oceano Rheico. La grande catena Ercinica che bordava le coste meridionali di Euromerica è stata in parte spezzettata dagli eventi successivi ma ne troviamo in Sardegna, Corsica, Francia e Europa Centrale degli ampi resti. A Est invece gli Urali sono rimasti invece più o meno indisturbati da quel tempo.

Si era quindi riformato, dopo Rodinia, un nuovo supercontinente: la Pangea, destinata a restare in vita ben poco: per quanto riguarda il settore europeo si sono aperti nuovi oceani, la Tetide a Sud, separando l'Europa dall'Africa e l'Atlantico a Ovest. In questa immagine vediamo la Pangea con evidenziate le catene montuose direttamente connesse alla sua formazione e qui sotto, da ultima, una immagine dell'inizio dell'Era Terziaria in cui l'Europa è rimasta come oggi connessa con la sola Asia lungo gli Urali (all'Asia si è poi attaccata anche l'India).

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