sabato 29 gennaio 2011

Lo spiaggiamento della balena a San Rossore (Pisa): non è comunemente noto che nei nostri mari vive il secondo animale più grande del mondo

Due giorni fa una balena si è spiaggiata sulla costa di San Rossore, tra la foce dell'Arno e quella del Serchio. Dalle fotografie e dalla logica mi risulta essere una "balenottera comune" (Balaenoptera physalus)
I cetacei si dividono in "odontoceti" (cetacei con i denti, fondamentalmente capodogli, orche e le tante specie di delfini) e "misticeti", le balene con i fanoni. in questi animali non ci sono più i denti, persi durante la loro evoluzione, e hanno acquisito i fanoni che negli embrioni provengono dalle stesse regioni da cui negli altri mammiferi provengono i peli.
Gli spiaggiamenti degli odontoceti sono diversi da quelli dei misticeti. Ne ho parlato a proposito dello spiaggiamento dei capodogli nel Gargano del dicembre 2009.
Lo spiaggiamento di San Rossore è chiaramente quello tipico dei misticeti, un singolo animale che per qualche suo problema fisico finisce sulla spiaggia, forse addirittura trascinato dalla corrente già morto prima di spiaggiarsi. Invece gli odontoceti sono spesso coinvolti in spiaggiamenti di gruppo, probabilmente dovuti al sistema di ecolocazione che anziché “vedere” una spiaggia vede mare aperto per un gioco di riflessioni delle onde acustiche nel mezzo sabbioso

Le uniche balene vere e proprie (appartenenti cioè all'ordine dei misticeti, i cetacei con i fanoni) che abitano stabilmente nel Mediterraneo sono le balenottere comuni.
Le femmine sono leggermente più grandi dei maschi e arrivano fino a quasi 25 metri di lunghezza per una ottantina di tonnellate di peso: oggi solo la balenottera azzurra (Balaenoptera Musculus) può raggiungere dimensioni maggiori.
È quasi incredibile ma vero: nel mare davanti a casa ospitiamo esemplari di quello che è il secondo animale più grande attualmente vivente.

Nuotano isolate o al massimo in gruppetti di non più di 3 individui e si nutrono di gamberetti. Come tutti i mammiferi di grandi dimensioni raggiungono la maturità sessuale piuttosto tardi: in questo caso non prima degli 8 anni di età e questo in un ambiente abbastanza chiuso come il Mediterraneo è un rischio perchè la velocità di recupero della popolazione in caso di una moria di massa sarebbe sicuramente molto lenta. Di sicuro le balenottere tirreniche sono una popolazione distinta rispetto a quelle della stessa specie che vivono nell'Oceano Atlantico: non c'è quindi un grande interscambio genetico tra i due lati dello Stretto di Gibilterra.

Nel 2010 ne sono state osservate molte nel Tirreno nel quadro della consueta campagna estiva a bordo di traghetti commerciali ad opera della Accademia del Leviatano: avvistamenti di balene sono ridiventati “normali” per i traghetti nelle tratte da e per la Sardegna da Genova, Livorno e Civitavecchia: gli amici della Accademia del Leviatano hanno contato quest'anno durante la loro campagna di osservazione a bordo dei traghetti che fanno la spola tra continente e Sardegna quasi 200 avvistamenti. Sembra sia ormai quasi più difficile fare una traversata senza vedere nessuna balena che il contrario, segno che la popolazione si sta riprendendo grazie al miglioramento della situazione ambientale e anche grazie alla istituzione del Santuario dei Cetacei tra Mar Ligure e Alto Tirreno stanno cominciando a venire fuori (anche se sarà bene cominciare ad estenderlo ancora più a sud, almeno fino alla latitudine delle coste meridionali del Lazio.
È molto raro vederle sottocosta, dato che prediligono fondali di almeno 2.000 metri di profondità e si immergono comunemente fino a 400 metri in immersioni che durano un a mezzoretta circa.

I capodogli (Physeter macrocephalus) sono più rari nel Mar Ligure: li troviamo più facilmente nel Tirreno meridionale, nello Jonio e nel Canale di Sicilia.
Nel 2010 ci sono stati anche due avvistamenti eccezionali di balene che non si vedevano nel Mediterraneo da un bel po' di tempo: a maggio una Balena Grigia (Eschrichtius robustus) ha frequentato per un po' di tempo le coste fra Libano e Israele e ad agosto invece è stato il turno di una megattera (Megaptera novaeangliae) che ha nuotato tra la Versilia e il Levante ligure: il 24 è comparsa nelle acque di Viareggio dando il consueto spettacolo a base di salti e piroette classico di questa specie L'animale è parso in ottima salute e ha proseguito il suo viaggio dirigendosi verso il Levante ligure. Il 29 agosto è stata avvistata alle Cinque Terre poi si è diretta verso la Spagna. In base alle informazioni pervenute la sua permanenza nel Mediterraneo è stata di circa 2 mesi.
L'avvistamento di megattere nel Mediterraneo è molto raro (meno di 20 avvistamenti negli utlimi 150 anni). Dal 1995 se ne contano solo 5. Le Megattere vivono in prevalenza lungo le coste e si pensava che appartenesse alla popolazione dell'Atlantico Settentrionale ma le foto scattate evidenziano più somiglianze con la popolazione dell'Atlantico meridionale, una volta gravemente minacciata di estinzione ed ora in ripresa grazie al divieto di caccia. 
La cosa sembrerebbe sorprendente ma la navigazione della Balena Grigia è ancora più sorprendente: ci sono due popolazioni di questa specie: una vive tra l'Alaska e la California (circa 20.000 esemplari) e una, molto più ridotta (200 esemplari) che migra lungo la costa asiatica dalla Kamchatka alla Corea.
Come ha fatto questa balena ad arrivare nel Mediterraneo? C'è chi dice che è passata in Atlantico da nord, approfittando dell'apertura del passaggio a nordovest nell'Artico canadese. 

Tornando al cetaceo spiaggiato a Pisa, verrà trascina a largo e affondato. Proprio mentre sto scrivendo, è stato imbragato con un cavo di acciaio tra il cranio e la parte centrale dell'animale per evitare che durante l'affondamento, e anche in seguito, il cranio si stacchi dal corpo.  Sicuramente è il sistema di smaltimento più economico che in più avrà anche ricadute positive dal punto di vista ecologico e della ricerca scientifica: attorno alla carcassa nascerà una comunità animale che si nutrirà per anni e verrà monitorata con attenzione almeno per un anno e mezzo, dopodichè lo scheletro verrà recuperato. Uno studio già effettuato in altri mari ma non ancora dalle nostre parti.

Noto in calce a tutto questo la solita ridda di voci secondo le quali per esempio la morte è stata causata dall'ingerimento di sacchetti di plastica o genericamente “dall'inquinamento”. Che fosse sofferente o addirittura prossima alla morte era abbastanza evidente (altrimenti non si sarebbe spiaggiata!), ma in assenza di una dichiarazione in merito delle autorità (che immagino debbano accertare le cause del decesso), non mi pare impossibile che molto semplicemente una delle balene che vivono davanti alle nostre coste – indebolita per cause naturali – sia stata trascinata dalle correnti morendo prima o durante lo spiaggiamento.

2 commenti:

Domenico Sergio Antonacci ha detto...

bell'articolo riassuntivo,ti ringrazio. A proposito dei capodogli del Gargano (da dove ti scrivo) c'è un video che ho caricato su youtube: una puntata di report dove intervistano le persone che hanno fatto l'autopsia agli animali...e dicono che NON sono morti per cause naturali, erano in ottima salute. Magari puoi anche pubblicarlo qui...

Aldo Piombino ha detto...

dire che i capodogli del Gargano non sono morti per cause naturali è fuorviante, perchè vorrebbe dire che è colpa dell'uomo. Qualcuno al proposito aveva ipotizzzato che il problema era stato una nave olandese che faceva uso di un sonar per una campagna di rilevamenti.
Da cui viene una annotazione facile: se erano in ottima salute (e non lo metto in dubbio)si rafforza l'idea che i capodogli si siano arenati a causa della "sonar termination": in pratica il loro sonar aveva "letto" che c'era il mare e non la sabbia.
Chiaramente a questa motivazione non è ascrivibile lo spiaggiamento di San Rossore in quanto le balene non hanno il sonar.

cercherò il video su you tube