lunedì 29 marzo 2010

Finalmente alla ribalta il più grande fra i vulcani sommersi nel Tirreno, il Monte Marsili

Oggi è una grande giornata per la vulcanologia italiana: finalmente il grande pubblico, apparentemente distratto dalle vicende elettorali, ha scoperto l'esistenza del Monte Marsili, il vulcano gigante del Tirreno sudorientale. Tanti sono i siti che oggi ne parlano, spesso con un copia - incolla dell'intervista di Enzo Boschi sul Corriere della Sera, che ho trovato grazie alla segnalazione di un lettore, PiT e che ha scatenato il putiferio. 

In realtà, salvo poche cose, Boschi descrive fatti che erano stati già appurati nel 2006, ma la novità è che stavolta proclama davvero a sua volta la necessità di un'attento monitoraggio del vulcano. Resta comunque ampiamente giustificata la richiesta di attenzione.
Io avevo già parlato del monte Marsili due anni fa in questo post, nel quale segnalavo la necessità di un servizio di sorveglianza di base anche su questo vulcano, per il potenziale rischio tsunami che gli si può associare, visto che l'unica volta che l'INGV lo ha monitorato dava come minimo segni di grande vitalità.
La cosa giunge nuova: solo nello scorso novembre il Dr. Boris Behncke della sede INGV di Catania, è stato ospitato da Erik Kemetti nel suo eccellente blog Eruptions, dove ha risposto a numerose domande sui vulcani italiani.
La mia domanda era sul perchè questo vulcano era così sconosciuto (lo stesso Behncke cita appena 3 lavori in materia). Riassumendo le sue parole lo scienziato gentilmente mi rispose che non era vero che il Marsili era ignorato, anche se era d'accordo sul fatto che ha ricevuto fino ad oggi poca attenzione e che comunque dalla missione del 2006 (quella citata nel mio post precedente, ndr) si vedeva che il vulcano, se non in eruzione, era quantomeno da considerarsi attivo.
Però, scopo dell'INGV è sorvegliare il rischio vulcanico a scopi di protezione civile (che garantisce una grossa quota dei finanziamenti dell'istituto).  E tra tutti i vulcani davvero pericolosi in Italia (niente a che vedere con esempi mostruosi come Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano, e forse anche i Colli Albani), non si può considerare il Marsil una priorità, anche se lo trovava un interessantissimo oggetto di studio.
Troverete qui tutte le domande e le risposte di Behncke

Questo solo a novembre scorso. Adesso la situazione è cambiata.Vediamo perchè.

L'INGV ha integralmente costruito in casa un nuovo sismometro a banda larga adatto a lavorare sul fondo marino, a cui è stato collegato anche un idrofono. Volevo già parlare di questo strumento perchè la tanto bistrattata comunità scientifica italiana è pur sempre capace di fare cose davvero egregie, purtroppo poco pubblicizzate, specialmente se non sfondano in televisione.

A luglio lo strumento è stato provato sul fondo del Tirreno, a oltre 3000 metri di profondità, e poi è stato posto in cima al Marsili, a quota -790. Come nel 2006 il vulcano ha dato segni di vitalità notevoli che purtroppo per la loro debolezza non sono rilevabili dalle troppo distanti stazioni a terra.

In futuro di questi strumenti ne saranno costruiti altri, permanentemente posati sul fondo marino e che trasmetteranno a terra i dati in continuo tramite delle boe trasmettitrici. Sicuramente uno sarà destinato proprio al Marsili.
E veniamo a ieri quando Enzo Boschi, storica figura della sismologia italiana, ha rilasciato una intervista al Corriere della Sera dove segnala diversi problemi che possono venire dal vulcano, sotto il quale è stata definita la presenza di una camera magmatica di rispettabili dimensioni (4 X 2 Km). Non sono tanto i magmi a preoccupare, quanto le precarie condizioni delle pareti dell'edificio, sempre strutturalmente deboli di suo in un vulcano e nel caso pure minacciate dalle tante emissioni idrotermali. Fra i dati della campagna di osservazioni ci sarebbero proprio anche forti segnali di due eventi franosi.

Inutile dire che il rischio frane è direttamente correlato al rischio tsunami. Tutte le isole vulcaniche presentano questo rischio e non solo durante le eruzioni. Anche una grossa parte dell'Etna è franata provocando un violento maremoto parecchi millenni fa. Alcuni massi in posizione strana in Alaska sono stati addebitati a frane avvenute nelle Hawaii.

Poi Boschi prosegue, contraddicendo Behncke (e la realtà dei fatti) quando afferma che il Marsili è da anni un sorvegliato speciale. Non è del tutto vero, anche se, comunque, sapendolo attivo, hanno approfittato per collaudare il sismografo proprio lì, azione che condivido totalmente.

La conclusione è che sono perfettamente d'accordo con Enzo Boschi: il Marsili va monitorato con attenzione, cosa che io sostengo da un bel pezzo: sismicità, analisi delle emissioni, topografia delle vene, flusso di calore.... Certamente la cosa più difficile è capire se da qualche parte ci sia una parete che sta per franare. Però è una cosa urgente. Le probabilità che avvenga un disastro sono estremamente scarse, ma è sempre meglio prepararsi

Comunque non capisco perchè Boschi abbia aspettato tanti mesi a fare queste dichiarazioni, visto che a novembre Behncke aveva escluso la necessità di monitorarl.
Se però questo passo servirà a trovare i soldi per monitorarlo... ben venga!

Aspetto la pagina sul Marsili sul sito dell'INGV!

6 commenti:

PiT ha detto...

Ma la vetta del Cratere è a 450 metri come dice il Corriere, o a 790 metri dalla superficie come dice lei?

Aldo Piombino ha detto...

Ho fatto delle verifiche e da queste noto che qualcosa non torna. L'INGV dice che la piana sommitale è a 790 metri di profondità, ribadendolo in diverse occasioni.
Ma la piana batiale risulta essere profonda intorno ai 3400 metri. Essendo il Marsili alto circa 3000 metri, il dato di 450 metri sembra matematicamente più corretto.
però perchè nei documenti INGV c'è scritto 790?
forsela piana batiale va molto al di sotto dei 3400 metri? Se ammettiamo un'altezza del vulcano dal fondo della piana di 2800 metri basterebbe arrivare a 3600 metri di profondità

Idraelen ha detto...

io ovunque legga sembra che stia per esplodere da un momento all'altro. Visto che sono di Napoli non mi sento poi tranquillissima, come puoi immaginare. Ma qui leggo che le probabilità di un disastro non sono molto alte. Nel senso che può succede ma non sarà un macello di proporzioni bibliche, o che può rimanere in 'stand-by' ancora per molto tempo, magari quello necessario per fare qualcosa a riguardo - anche solo trovare un sistema di monitoraggio decente? Ciao e grazie

Aldo Piombino ha detto...

in pratica: SE succede qualcosa (esempio: un pendio che frana) può essere che si generi uno tsunami,anche di proporzioni massicce.
E le probabilità che succeda sono piuttosto alte. Ma la alta probabilità della cosa si riferisce ad un periodo di decine di migliaia di anni, quindi è assolutamente probabile che non lo vedremo...
Una esplosione è invece impossibile sia peril tipo di magma che per la pressione dell'acqua sovrastante.

Comunque il Marsili non è l'unico vulcano pericoloso dentro il Tirreno e se la Scienza in questo sudicio paese di letterati filosofi e giuristi avesse la consideraizone che ha in altri paesi, sarebbero tutti monitorati

Anonimo ha detto...

Ciao sono molto preoccupata a riguardo sopratutto dopo il terremoto del 17/06 in calabria nel golfo di s.antoeufemia di3.7 spero vivamente che se almeno succeda qualcosa si abbia un preavviso almeno ...monitorate la situaione al piu presto spero nn succeda come l'aquila

Aldo Piombino ha detto...

se dovesse verificarsi un forte terremoto in calabria dopo ogni scossa di M=3.7 a quest'ora la regione sarebbe stata dichiarata inabitabile....
scherzi a parte, che i terremoti siano prevedibili gli unici a sostenerlo sono i magistrati dell'aquila. per la cronaca giornali e siti internet scientifici di tutto il mondo ci stanno prendendo in giro per questa uscita della magistratura. Ci mancava solo questa....

In Calabria c'è ben altro a cui pensare: io abitassi lì anzichè di una scossa di ordinaria amministrzione mi preoccuperei della messa in sicurezza degli edifici, dello scempio idrogeologico (e paesaggistico) e dell'abusivismo edilizio elevati a sistema di vita. Oppure delle discariche clandestine.
Ma non di una scossa del genere. Proprio no...

quanto al preavviso di un forte terremoto: scordiamocelo almeno con le conoscenze attuali