Il 12 febbraio di 200 anni fa nasceva Charles Darwin, probabilmente lo scienziato più amato o odiato che sia mai esistito.
L'origine delle specie è uno dei testi fondamentali per l'umanità: dopo diversi tentativi di spiegare l'evoluzione, ecco arrivare una teoria semplice e sintetica che spiega come abbia fatto ad evolversi la vita sulla Terra. L'avvento della genetica non ha fatto altro che confermare le idee darwiniane (e non so come alcuni riescano a dire il contrario).
Purtroppo a 150 anni esatti dalla presentazione di questo libro, ci sono ancora molte persone, scientificamente impreparate ma che si credono portatrici di verità grazie alla Bibbia, che continuano a negare l'evoluzionismo, e sostengono che ancora ne mancano le prove ...
L'origine delle specie è uno dei testi fondamentali per l'umanità: dopo diversi tentativi di spiegare l'evoluzione, ecco arrivare una teoria semplice e sintetica che spiega come abbia fatto ad evolversi la vita sulla Terra. L'avvento della genetica non ha fatto altro che confermare le idee darwiniane (e non so come alcuni riescano a dire il contrario).
Purtroppo a 150 anni esatti dalla presentazione di questo libro, ci sono ancora molte persone, scientificamente impreparate ma che si credono portatrici di verità grazie alla Bibbia, che continuano a negare l'evoluzionismo, e sostengono che ancora ne mancano le prove ...
E' chiaro che in tutto il mondo i creazionisti siano sulla difensiva: l'unica cosa che sanno fare è cercare spasmodicamente di trovare prove “contro” (di solito eventi ancora non spiegati, o frasi di biologi prese a caso, senza indicarne il contesto), nella speranza di inficiarne la validità generale. Mai che cerchino di trovarne ”a favore” delle loro idee. L'ultimo mi ha personalmente affermato con convinzione che “mancano ancora molti scheletri”.
L'ineluttabilità dell'evoluzionismo ha spinto il movimento creazionista a far nascere l'Intelligent Design, che ammette l'evoluzione, sia pure guidata da una mente intelligente. Il creazionismo, ormai non più sostenibile, rientra dalla finestra con questa nuova ipotesi, che però non può essere ovviamente considerato scienza, presupponendo l'intervento di un qualcosa di sovrannaturale.
Ora, capisco bene che per le religioni l'evoluzionismo può essere una minaccia (e il pensiero ateo come quello di Richard Dawkins ne è una dimostrazione), ma è impossibile andare contro la realtà dei fatti. Lo stesso Darwin, credente, si rese ben conto di questo.
Per delegittimare l'evoluzionismo, assistiamo anche alla demonizzazione del suo propugnatore: molti sostengono, per denigrarlo, che la “sopravvivenza del più adatto” e la “selezione naturale” siano alla base della eugenetica e del darwinismo sociale. La cosa è purtroppo vera, ma è come dare la colpa a Gesù Cristo per la santa inquisizione o le guerre di religione....
A questo proposito è rimarcabile che Darwin invece temesse proprio il contrario: oltre alla questione religiosa, aveva paura che specialmente “l'origine dell'uomo” e il suo contenuto potentemente egualitario potessero scardinare “dal basso” le istituzioni inglesi (e la superiorità dell'uomo bianco, su cui si reggeva l'Impero Inglese). Il ritardo fra le intuizioni e la loro pubblicazione si deve proprio a questo. Forse, senza Alfred Russel Wallace, il mondo avrebbe dovuto aspettare ancora altri anni per vedere pubblicata questa opera fondamentale: Wallace, un altro naturalista inglese, arrivò alle stesse conclusioni di Darwin (e il rapporto fra i due non è ancora chiarito del tutto). Comunque è passato lo stesso alla storia: la “linea di Wallace”, un ottima riprova biologica della realtà della tettonica a zolle è quella linea che divide le faune del sudest asiatico con quelle di Australia e Nuova Guinea. .
Vorrei fare un po' di chiarezza su Darwin e l'evoluzionismo e soprattutto ricordare che l'evoluzionismo è nato ben prima di Darwin e che Darwin nacque creazionista.
Darwin quindi sta alla biologia come Wilson alla Geologia: è stato “solo” colui che ha ipotizzato un meccanismo congruo per l'evoluzione, la selezione naturale (in pratica ha predetto l'esistenza del DNA 100 anni prima della sua scoperta), dopo che altri ne avevano in qualche modo già presentato il concetto.
Come ho sottolineato, nonostante il nonno fosse un evoluzionista, Darwin nacque creazionista. Nelle sue memorie scrive che sì, la “Zoonomia”, il libro pubblicato da Erasmus Darwin, lo aveva meravigliato, ma che non ci aveva trovato niente di utile. E la “trasmutazione” di una specie in un'altra era un concetto a lui familiare, ma che rifiutava. Furono le faune del Sudamerica, così diverse da quelle europee e l'osservazione delle differenze fra le due popolazioni di Warrah delle Falkland, ancora prima di arrivare alle Galapagos a instillargli durante il famoso viaggio con la “Beagle” i primi dubbi.
La seconda scintilla la ebbe osservando i nandù, dei grossi uccelli non volatori: notò come le due specie fossero diffuse in aree geografiche adiacenti, pensò ai Warrah e ad altri casi del genere e si chiese se questo fenomeno potesse accadere oltrechè nello spazio anche nel tempo. La dimostrazione che all'epoca era ancora creazionista sta nel fatto che quando, proseguendo il viaggo, arrivò alle Galapagos, non iniziò subito a segnalare accanto a disegni o reperti l'isola di provenienza e quando anni dopo riprese in mano questi materiali – rendendosi conto dell'importanza di questo aspetto – dovette chiedere l'aiuto del comandante della Beagle, il Capitano Fitzroy, che invece i suoi li aveva ben catalogati (dubito che Fitzroy, ardente creazionista, gli abbia poi dato una mano...). Quindi l'idea dell'evoluzionismo gli venne in mente a poco a poco.
Dalla prima formulazione darwiniana l'evoluzionismo si è.... evoluto, traendo negli ultimi decenni nuova linfa dalla genetica. Soprattutto ha perso un po' di quella costanza graduale nei cambiamenti tipica del pensiero darwiniano (mutuata da Lyell, che è un pò il fondatore della geologia moderna) e suggerendo delle accelerazioni improvvise nell'evoluzione, come per esempio negli “equilibri puntiformi” di Gould, seguite da fasi di stasi. E' possibile che il gradualismo quasi perfetto di Darwin si sia sviluppato come reazione estrema ai "catastrofisti", quelli che pensavano che la Terra più che cambiamenti graduali sperimentasse catastrofi improvvise che cambiavano di netto la situazione.
Personalmente sono un darwinista di “confessione” dawkinsiana, quella del “gene egoista”, per intendersi: gli esseri viventi non sono altro che il mezzo con cui i geni tentano di replicare se stessi. Ma vorrei anche riuscire a fare una sintesi con gli equilibri Gouldiani. Peccato che Dawkins e Gould sono sempre stati in polemica fra di loro: secondo me hanno raccontato due facce diverse dello stesso poligono....
In definitiva non possiamo che inchinarci al genio di Charles Darwin, un uomo che osservando la natura, ha cambiato le sue convinzioni e ha capito, almeno da un punto di vista biologico, le domande principali della filosofia: “chi siamo” e “da dove veniamo”. Ma filosofi e umanisti vari se ne sono tutti resi conto?
L'ineluttabilità dell'evoluzionismo ha spinto il movimento creazionista a far nascere l'Intelligent Design, che ammette l'evoluzione, sia pure guidata da una mente intelligente. Il creazionismo, ormai non più sostenibile, rientra dalla finestra con questa nuova ipotesi, che però non può essere ovviamente considerato scienza, presupponendo l'intervento di un qualcosa di sovrannaturale.
Ora, capisco bene che per le religioni l'evoluzionismo può essere una minaccia (e il pensiero ateo come quello di Richard Dawkins ne è una dimostrazione), ma è impossibile andare contro la realtà dei fatti. Lo stesso Darwin, credente, si rese ben conto di questo.
Per delegittimare l'evoluzionismo, assistiamo anche alla demonizzazione del suo propugnatore: molti sostengono, per denigrarlo, che la “sopravvivenza del più adatto” e la “selezione naturale” siano alla base della eugenetica e del darwinismo sociale. La cosa è purtroppo vera, ma è come dare la colpa a Gesù Cristo per la santa inquisizione o le guerre di religione....
A questo proposito è rimarcabile che Darwin invece temesse proprio il contrario: oltre alla questione religiosa, aveva paura che specialmente “l'origine dell'uomo” e il suo contenuto potentemente egualitario potessero scardinare “dal basso” le istituzioni inglesi (e la superiorità dell'uomo bianco, su cui si reggeva l'Impero Inglese). Il ritardo fra le intuizioni e la loro pubblicazione si deve proprio a questo. Forse, senza Alfred Russel Wallace, il mondo avrebbe dovuto aspettare ancora altri anni per vedere pubblicata questa opera fondamentale: Wallace, un altro naturalista inglese, arrivò alle stesse conclusioni di Darwin (e il rapporto fra i due non è ancora chiarito del tutto). Comunque è passato lo stesso alla storia: la “linea di Wallace”, un ottima riprova biologica della realtà della tettonica a zolle è quella linea che divide le faune del sudest asiatico con quelle di Australia e Nuova Guinea. .
Vorrei fare un po' di chiarezza su Darwin e l'evoluzionismo e soprattutto ricordare che l'evoluzionismo è nato ben prima di Darwin e che Darwin nacque creazionista.
Prima del grande scienziato inglese, altri studiosi avevano ipotizzato vari meccanismi per l'evoluzione, compreso Lamarck con la trasmissione dei caratteri acquisiti, ma nessuno aveva convinto appieno, compreso un italiano, Giovan Battista Brocchi che ai primi dell'800 aveva ipotizzato per le specie un ciclo di vita come i corpi (giovinezza, maturità e morte), senza però riuscire a spiegare come una specie si originava. Per chi volesse leggere una sintesi dell'evoluzionismo prima di Darwin (e sul dibattito sulla natura dei fossili), da Niccolò Stenone in poi, compresa la famosa “beffa di Beringer”, perpetrata da evoluzionisti ad un noto scienziato creazionista che negava la natura ormai riconosciuta dei fossili come tracce di animali del passato, consiglio “le pietre false di Marrakech”, ultima opera del compianto Steven Jay Gould, un paleontologo, eccezionale divulgatore, che non si sa come mai alcuni creazionisti citano contro Darwin...
Per capire la grandezza dell'intuizione darwiniana, facciamo un parallelo fra evoluzionismo e tettonica a zolle: Francis Bacon (!) ebbe la prima intuizione sull'apertura dell'Atlantico, Wegener nel 1910 scrisse “la formazione dei continenti e degli oceani” ma fino ai primi anni 60, quando l'immenso (e purtroppo sconosciuto ai più) John Tuzo Wilson descrisse su “Scientific American” la tettonica a zolle crostali, nessuno prendeva in considerazione il movimento dei continenti perchè era più semplice per spiegare la distribuzione delle faune e delle flore fossili far apparire e scomparire dei ponti fra dei continenti che muoverli. Poi, con lo studio dei fondali oceanici, furono scoperte le età dei sedimenti oceanici, il paleomagnetismo nella loro crosta, i valori di flusso di calore dall'interno della terra, le dorsali medio-oceaniche e le differenze fra crosta oceanica e crosta continentale. A quel punto, unificati tutti i fenomeni geologici in un singolo contesto, per i geofisici è diventato più facile spiegare le cose con espansioni di oceani e movimenti dei continenti che trovare un meccanismo per creare dei ponti di terra fra i continenti e farli poi affondare.Darwin quindi sta alla biologia come Wilson alla Geologia: è stato “solo” colui che ha ipotizzato un meccanismo congruo per l'evoluzione, la selezione naturale (in pratica ha predetto l'esistenza del DNA 100 anni prima della sua scoperta), dopo che altri ne avevano in qualche modo già presentato il concetto.
Come ho sottolineato, nonostante il nonno fosse un evoluzionista, Darwin nacque creazionista. Nelle sue memorie scrive che sì, la “Zoonomia”, il libro pubblicato da Erasmus Darwin, lo aveva meravigliato, ma che non ci aveva trovato niente di utile. E la “trasmutazione” di una specie in un'altra era un concetto a lui familiare, ma che rifiutava. Furono le faune del Sudamerica, così diverse da quelle europee e l'osservazione delle differenze fra le due popolazioni di Warrah delle Falkland, ancora prima di arrivare alle Galapagos a instillargli durante il famoso viaggio con la “Beagle” i primi dubbi.
La seconda scintilla la ebbe osservando i nandù, dei grossi uccelli non volatori: notò come le due specie fossero diffuse in aree geografiche adiacenti, pensò ai Warrah e ad altri casi del genere e si chiese se questo fenomeno potesse accadere oltrechè nello spazio anche nel tempo. La dimostrazione che all'epoca era ancora creazionista sta nel fatto che quando, proseguendo il viaggo, arrivò alle Galapagos, non iniziò subito a segnalare accanto a disegni o reperti l'isola di provenienza e quando anni dopo riprese in mano questi materiali – rendendosi conto dell'importanza di questo aspetto – dovette chiedere l'aiuto del comandante della Beagle, il Capitano Fitzroy, che invece i suoi li aveva ben catalogati (dubito che Fitzroy, ardente creazionista, gli abbia poi dato una mano...). Quindi l'idea dell'evoluzionismo gli venne in mente a poco a poco.
Dalla prima formulazione darwiniana l'evoluzionismo si è.... evoluto, traendo negli ultimi decenni nuova linfa dalla genetica. Soprattutto ha perso un po' di quella costanza graduale nei cambiamenti tipica del pensiero darwiniano (mutuata da Lyell, che è un pò il fondatore della geologia moderna) e suggerendo delle accelerazioni improvvise nell'evoluzione, come per esempio negli “equilibri puntiformi” di Gould, seguite da fasi di stasi. E' possibile che il gradualismo quasi perfetto di Darwin si sia sviluppato come reazione estrema ai "catastrofisti", quelli che pensavano che la Terra più che cambiamenti graduali sperimentasse catastrofi improvvise che cambiavano di netto la situazione.
Personalmente sono un darwinista di “confessione” dawkinsiana, quella del “gene egoista”, per intendersi: gli esseri viventi non sono altro che il mezzo con cui i geni tentano di replicare se stessi. Ma vorrei anche riuscire a fare una sintesi con gli equilibri Gouldiani. Peccato che Dawkins e Gould sono sempre stati in polemica fra di loro: secondo me hanno raccontato due facce diverse dello stesso poligono....
In definitiva non possiamo che inchinarci al genio di Charles Darwin, un uomo che osservando la natura, ha cambiato le sue convinzioni e ha capito, almeno da un punto di vista biologico, le domande principali della filosofia: “chi siamo” e “da dove veniamo”. Ma filosofi e umanisti vari se ne sono tutti resi conto?
Nessun commento:
Posta un commento