lunedì 11 novembre 2024

il terremoto M 6.8 a sud di Cuba dell'11 novembre 2024 e la tettonica dei Caraibi settentrionali


Le soluzioni del meccanismo focale del terremoto di magnitudo 6.8 del 10 novembre 2024, appena a sud di Cuba, sono coerenti con la tettonica regionale, indicando un movimento trascorrente sinistro lungo la zona di faglia di Oriente: di tratta di una faglia trascorrente sinistra che corrisponde al limite fra la placca nordamericana a nord e la microplacca di Gonave a sud. L’epicentro in mare corrisponde più o meno esattamente a questa faglia e quindi il terremoto si è originato direttamente sul limite di placca o su una struttura parallela ad esso. Questo, ovviamente, riducendo l’epicentro ad un punto, ma eventi di questa portata rappresentano, in media, una rottura lungo il piano di faglia di 45 km. Diciamo che l’epicentro corrisponde in genere al punto da cui ha iniziato a propagarsi la rottura.

La sismicità è comune nella regione caraibica: nei 50 anni precedenti, ci sono stati altri 23 terremoti di magnitudo 5 e superiore.

LA MICROPLACCA DI GONAVE. Il quadro tettonico di questo terremoto è molto interessante e visibile nella figura: la placca nordamericana si sta muovendo verso ovest rispetto alla placca caraibica, ma in mezzo a loro c’è la microplacca di Gonâve. Quindi quella di Oriente è una faglia trasforme che costituisce il limite fra placca nordamericana a nord e microplacca Gonâve a sud
Le Antille dividono il mar dei Caraibi dall'oceano Atlantico. Le Grandi Antille sono meno interessate da fenomeni sismici, mentre le Piccole Antille sono isole costellate da vulcani piuttosto attivi e pericolosi: lungo la fossa di Portorico la crosta dell'Oceano Atlantico scende sotto quella caraibica, che a sud confina con quella sudamericana. La placca dei Caraibi si muove verso Est di circa 20 millimetri all'anno rispetto a quella nordamericana, in un margine di zolla di tipo trascorrente, come quello californiano contrassegnato dalla famosa Faglia di San Andreas. Però, anziché da una faglia singola, il margine nordorientale della placca caraibica è contrassegnato da due sistemi di faglie diversi, grossolanamente subparalleli fra loro che individuano al loro interno la microzolla di Gonave.

la tettonica del bordo NE della placca caraibica, con la micorplacca di Gonave.
le stelle indicano i più forti terremoti dell'area

A nord c'è appunto il sistema settentrionale, noto come faglia di Oriente: borda la costa nord di Hispaniola e quella meridionale di Cuba e come detto divide la placca di Gonave da quella nordamericana. A vedere la carta si ha addirittura l'impressione che un'isola più grande si sia divisa in due minori lungo questa faglia, spostando Hispaniola verso est rispetto a Cuba. Oltre all'evento del 10 novembre 2024, si deve segnalare di recente il terremoto dobbiamo registrare recentemente anche il terremoto M 7.7 del 28 gennaio 2020, che nonostante una discreta copertura di filmati all'epoca è stato rapidamente dimenticato dai più perché per fortuna si è verificato a circa 100 km da Cuba e 120 dalla Giamaica e non ha prodotto uno tsunami
Il sistema settentrionale si interrompe bruscamente nei pressi delle isole Cayman. Là si è formato un lineamento contrassegnato da un piccolo bacino (il Cayman Trench Spreading Center) che si è aperto per compensare il movimento verso est della zolla di Gonave, mentre la parte ad ovest rimane sostanzialmente ferma. E il più profondo e il più lento (oltrechè il più piccolo) esempio di dorsale oceanica estensionale della Terra.

Il sistema meridionale, denominato ad Haiti sistema di Enriquillo – Plantain Garden, ma noto in genere come faglia di Warton, divide la placca di Gonave da quella Caraibica e assorbe un movimento medio di 7 millimetri all'anno, la metà del rigetto complessivo fra le due zolle e passando per la Giamaica, prosegue fino al continente americano e oltre, giungendo alla giunzione tripla fra zolla nordamericana, zolla caraibica e zolla delle Cocos; recentemente è stato teatro di due eventi importanti come il terribile terremoto di Haiti M 7.0 del 12/01/2010 e di quello, ancora più forte ma meno distruttivo M 7.2 14/08/2021.

domenica 10 novembre 2024

Caffescienza sul clima martedì 12 novembre a Signa. Alcune considerazioni sui "climascettici" e le loro bufale


Martedì sera al Circolo dei Colli Alti a Signa inauguriamo una nuova sede per gli incontri della nostra associazione "Caffèscienza Firenze e Prato APS". Parleremo di clima: io illustrerò la storia del clima sulla Terra e il profondo rapporto fra temperature globali e tenore atmosferico di gas serra. Francesco Grasso invece farà il punto sulla situazione energetica. L'incontro dovrebbe essere trasmesso anche in diretta streaming, con link sul sito www.caffescienza.it (siamo ragionevolmente sicuri di poter trasmettere lo streaming ma essendo la sede nuova non abbiamo la certezza assoluta di poterlo fare).

Non c'è dubbio che nel XX secolo l'Umanità ha sviluppato un miglioramento delle condizioni di vita (purtroppo non dappertutto...) e degli avanzamenti tecnologici direi grandiosi, come non ci sono dubbi che tutto ciò sia dovuto alla grande disponibilità di energia a basso prezzo ottenuta con l'uso dei combustibili fossili. La recente globalizzazione, con un aumento del trasporto di manufatti e di persone, è stato un ulteriore effetto della situazione. Purtroppo ora stiamo iniziando a pagare l'uso estremo dei combustibili fossili. I dati sono impietosi. 

In calce alla storia del clima, faccio qui alcune considerazioni su chi sono i negazionisti dei cambiamenti climatici (che io chiamo “climascettici”). Quello che maggiormente preoccupa al momento è lo scollamento fra il mondo scientifico e ampi settori della società civile e della politica. Lo si vede anche nelle discussioni sui social dove le contestazioni sono varie e tutte pretestuose da parte di soggetti che evidenziano solo la loro incompetenza in materia (i vecchi dati non sono affidabili, le serie temporali sono troppo brevi, come si può ricavare un trend reale con così pochi anni di osservazioni, e così via blaterando ).

La cosa che fa più ridere è quella del complotto degli scienziati contro la civiltà moderna: insomma, i ricercatori sul clima sarebbero dei venduti (a chi? Alla lobby dei pannelli solari?). La cosa divertente è che si tratta di migliaia di ricercatori che taroccherebbero i dati e dei quali nessuno, dico nessuno, sio sarebbe mai pentito di aver concorso ad una azione scorretta di questo genere. Insomma la lobby degli scienziati contro quei poveracci dei petrolieri….

Ma chi sono i climascettici? Essenzialmente si dividono in 3 categorie:
  • lobbisti e loro sostenitori
  • persone con un bias politico: una grande percentuale di negazionisti la troviamo fra chi condivide convinzioni politiche di destra, sia di destra sociale che di liberalismo assoluto (NB: non sono un politico. I politici mi scuseranno se ho usato termini forse impropri)
  • “brave persone che sbagliano”,  uomini e donne di scienza compresi 

Se si guarda alla famosa lettera dei 500 “scienziati” del 2019, la maggior parte di coloro non sono ricercatori sul campo e non pubblicano i loro lavori su rivista scientifiche: 
  • nessuno, a parte l’estensore, ha esperienza aggiornata e continua nello studio del clima.
  • molti sono professori emeriti, quindi in pensione e spesso senza collegamento con il mondo della ricerca. 
  • alcuni nomi non sono seguiti da alcuna indicazione di esperienza nello studio del clima. 
  • altri ancora, come il visconte Monckton, sono noti per diffondere falsità sul tema del riscaldamento globale.

Poi ci sono altre caratteristiche comuni dei climascettici:
la drammatica situazione odierna che alcuni insistono a negare

  • molti passano abbastanza disinvoltamente e allegramente a seconda dei casi da: 
"è tutto naturale" a "il Global Warming è una bufala". Insomma dalla negazione dell’effetto-serra alla negazione del riscaldamento tout court. E la cosa farebbe ridere se la questione non fosse drammatica.
  • sono molto attivi sui social quando “fa un pò più freddo del normale”, ma scompaiono “misteriosamente” quando si raggiungono, come succede molto frequentemente, dei massimi delle temperature in qualsiasi stagione dell’anno e in qualsiasi parte del globo terracqueo. 
  • quelli meno competenti si comportano come i complottisti (perché di fatto lo sono): copiaincollano compulsivamente post e prese di posizione varia, ignorando il concetto di letteratura scientifica in peer-review.
  • anche i competenti (o quelli più scafati) fanno sempre riferimento a siti e persone (anzi, si rimbalzano le stesse notizia fra siti), ma MAI a dati pubblicati dalle agenzie ufficiali o dalla letteratura scientifica (se non per dire che sono taroccati)
  • non rispondono alle domande quando li incalzi: se tiro fuori in qulche discussione in cui rispondono parecchie volte in mezz’ora il post in cui ho evidenziato 6 domande su alcuni fatti legati alle temperature globali lungo la storia della Terra, pregandoli di trovare una soluzione alternativa a quella dell’effetto-serra del CO2, misteriosamente i climascettici scompaiono dalla discussione
  • distorcono decontestualizzandoli articoli scientifici reali. In questo usano le stesse tecniche degli antievoluzionisti; questo deriva dal fatto che spesso le due posizioni coincidono.
  • spesso nei grafici delle temperature eliminavano gli ultimi decenni per dimostrare che nel periodo caldo medievale le temperature erano superiori a quelle odierne (ah, in questo caso però i proxy con cui vengono determinate vanno bene…).

Questo fino ad oggi, quando il problema è diventato diverso. La negazione dei dati scientifici è diventata insostenibile e quindi negare il riscaldamento globale non è più possibile ed è dimostrato che il Sole non c'entra nulla con quanto è successo negli ultimi 20 anni. E allora il “nuovo climascetticismo” cambia metodo. Quindi, inevitabilmente, gli oppositori dell'azione climatica stanno strategicamente passando alla disinformazione.

Un esempio importante è quello attuale della alluvione di Valencia: un'indagine dell'agenzia France Press ha evidenziato la disinformazione che ha inondato i social media durante le catastrofiche inondazioni in Spagna
I falsi messaggi si sono moltiplicati sul web mentre le piogge torrenziali hanno colpito la Spagna il 29 ottobre. Il Virtual Operations Support Team, un'associazione di volontari che monitora i social media durante le crisi, ha detto all'AFP che tale disinformazione scatena il caos.
Hanno parlato di evacuazioni, straripamenti e – incredibilmente – addirittura di una la presunta "distruzione di dighe" da parte del governo. Quella delle dighe è stata una bufala che è girata anche sull’alluvione romagnola del 2023 e anche io sono stato pesantemente insultato quando ho fatto osservare un fatto reale e cioè che di dighe nei bacini coinvolti ce n’era una sola e il Bidente, il fiume che viene intercettato, proprio per questo è stato quello che ha fatto meno danni. Insultato negando l’evidenza… pazzesco...
Alcuni utenti di Internet si sono lanciati sul disastro con considerazioni demenziali in base alle quali la tempesta mediterranea eccezionalmente potente che l'ha innescata è stata opera di "geoingegneria climatica", escludendo l'influenza del cambiamento climatico, che ovviamente negano. Insomma, al solito hanno tirato fuori le scie chimiche (le strisce di condensa lasciate nel cielo dagli aerei), il progetto HAARP (una struttura con diverse antenne con il fine di ricerca scientifica sugli strati alti dell'atmosfera e della ionosfera, e sulle comunicazioni radio per uso militare) e l’inseminazione artificiale delle nuvole in Marocco (quest'ultima - ahimè - ripresa anche da testate giornalistiche italiane importanti...)

E anche da questo è derivata l'accoglienza ostile ai reali di Spagna.
Insomma, sullo sfondo del negazionismo climatico sta crescendo una gravissima forma di rigetto del problema basata sulle bufale più assurde e purtroppo, senza fare nomi, di leader politici e di media climascettici a questo mondo ce ne sono fin troppi. Anche a casa nostra.