mercoledì 3 maggio 2023

La rotta del Sillaro del 2 maggio 2023 e gli idrogrammi che la evidenziano


L’alluvione che in queste ore sta investendo la Romagna a seguito delle forti piogge sta provocando disagi e conseguenze abbastanza gravi. I due idrogrammi si riferiscono a due idrometri posti sul fiume Sillaro e si riferiscono al periodo dalle ore 0 del giorno 1 maggio alle ore 9.30 del 3 maggio.
Le forti piogge (oltre 160 mm in 36 ore) hanno provocato un importante innalzamento del livello di molti fiumi romagnoli, con anche degli allagamenti.
Ma i guai maggiori li ha fatti il Sillaro, fiume forse meno noto al pubblico rispetto ad altri come il Santerno, il Senio o il Marecchia, ma molto noto ai geologi appenninici, che quando erano ancora studenti universitari si scontravano con il significato della linea tettonica denominata appunto Livorno – Sillaro. 
Infatti l’argine del Sillaro ha subito una rottura che ha avuto come prima conseguenza l’inondazione di una vasta parte della campagna e provocato l’evacuazione di diversi abitanti. Purtroppo specialmente nella pianura emiliano – romagnola non è la prima volta che accade una rottura di un argine durante una piena. Ma di rotture di argini in genere sono piene non solo la storia, ma anche la toponomastica, basta ricordare la località lungo l’Arno immediatamente a monte di Pontedera che si chiama appunto “La Rotta” (il paese comunque è in gran parte costruito sulla collina che domina il fiume, quindi con un “certo grado di astuzia” a patto che il versante non frani). 


Questi due idrogrammi del Sillaro sono particolarmente significativi: il primo, Sesto Imolese, si trova a monte della rotta, il secondo, Portonovo, a valle. I due idrometri sono a circa 8.5 km di distanza.
Si vede innanzitutto che il livello del fiume ha iniziato a salire decisamente a Sesto Imolese circa 2 ore prima che a Portonovo (rispettivamente nel rilevamento delle 5.00 e in quello delle 7.00 del mattino del 2 maggio).
Dopodichè ecco che mentre a Sesto Imolese raggiunge e supera il primo livello di guardia alle 12 e vi rimarrà oltre le 9.30 del mattino seguente (quando ho preso il grafico), a Portonovo si vedono gli effetti della rotta: il fiume passa il livello di guardia alle 14, raggiunge il suo livello massimo alle 15 e poi inizia a scendere molto bruscamente, in un modo completamente anormale per il grafico di una piena: infatti in un idrogramma di piena il ramo ascendente e quello discendente, separati dal “colmo”, che è il culmine della piena stessa, si differenziano perché il ramo ascendente evidenzia una portata che aumenta sempre più rapidamente, mente nel ramo discendente la diminuzione della portata rallenta con il tempo. Inoltre  il livello del corso d'acqua si attesta dopo la piena ad un valoresuperiore a quello del periodo che l'ha preceduta.

Per cui anche senza la testimonianza di idrometri a monte un osservatore addestrato capirebbe dall’idrogramma di Portonovo che da qualche parte è successo qualcosa, una esondazione (a prescindere dal motivo) oppure un blocco parziale della corrente per una frana che ha interessato l’alveo.


NOTA CONCLUSIVA: si, è vero che il problema degli argini è dato dai fiumi pensili ma non è che dragandoli si sistema la questione, tantomeno pulendoli. L’ho fatto notare qui.


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