venerdì 27 marzo 2020

Il crocevia preistorico degli Altai: Neandertaliani, Denisovani e una seconda (e recente) migrazione di Neandertaliani europei



I monti Altai sono una catena montuosa imponente; fanno parte della fascia orogenica dell’Asia centrale, formatasi nel paleozoico durante l’amalgamazione dell’Asia (ne ho parlato in questo post). Dal punto di vista geologico la storia di questo orogene e di tutta l’Asia a nord dell’allineamento Karakorum – Tibet mi affascina tantissimo (non solo perché dalle nostre parti è abbastanza sconosciuta); ma per un’altro dei miei pallini, l’antropologia intesa come storia del genere umano e dei suoi antenati, gli Altai hanno un fascino ancora maggiore (e di fatti ne ho parlato più volte): rappresentano un gigante dell’antropologia, sia per la possibilità che quelle zone corrispondano a quelle di origine dei nativi americani, sia per quello che è successo in un’epoca in cui i sapiens non vi erano ancora arrivati, con una convivenza fra Denisovani e Neandertaliani.


GLI ALTAI E I DENISOVANI. Era risaputo che tra 130 e 50.000 anni fa questi monti fossero uno dei centri dei Neandertaliani, ma nel 2010 c’è stata una delle scoperte principali per la storia dell’umanità: nella grotta di Denisova del materiale osseo si rivelò proveniente da un gruppo umano ancora diverso e fino ad allora sconosciuto, i Denisovani (Krause et al, 2010 – ne parlai qua). La grotta di Denisova è l’unico sito che contiene dei resti appartenenti a questo gruppo di uomini parecchio misterioso, a parte una mandibola di circa 160.000 anni fa ritrovata in una cava in Tibet nel 1980, a oltre 3800 metri di altezza, la cui appartenenza ai Denisovani è stata dedotta poco tempo fa dall'analisi delle proteine (Chen et al, 2019); ma, fatto estremamente importante, se è noto che in tutti i non africani è presente una componente Neandertal (frutto degli incroci sapiens – neanderthalensis), il genoma degli orientali oltre a una piccola percentuale di geni  neandertalian, presenta ampie tracce di geni denisovani (Browning et al, 2018).
Meno di un anno fa a Denisova ecco un’altra eccezionale scoperta: un reperto risalente a circa 50.000 anni fa (Brown et al 2016) si è dimostrato essere un ibrido diretto, figlio di mamma neandertaliana e padre denisovano (Slon et al 2019): di individui con un antenato ibrido nelle prime 4 / 5 generazioni fra sapiens e neandertal ne sono stati trovati diversi, ma è la prima volta che vediamo un ibrido diretto fra due gruppi umani (in questo caso neandertaliani e denisovani). Ne ho parlato qua.


Le datazioni assolute a Denisova non sono semplici perché per date più vecchie di 50.000 anni fa il C14 non può essere usato (ed è un peccato vista l’abbondanza di ceneri e di ossa). Per fortuna l’ambiente secco ha consentito le indagini con il DNA, grazie alle quali – appunto – sono stati scoperti i Denisovani. Le ultime datazioni hanno fornito per il materiale genetico denisovano età che dimostrano una quasi continua frequentazione della grotta: nonostante la forbice un po' larghina di queste età, ricavate con la termoluminescenza (un metodo di datazione su cui evito di addentrarmi), le tracce denisovane più antiche hanno più di 180.000 anni fa (e quindi appartengono ad un periodo precedente al penultimo massimo glaciale), mentre le più recenti sono centrate a 47.000 anni fa, ma con una forbice di incertezza in più e in meno di 8.000 anni, per cui si va da 55 a 41 mila anni fa (Jacobs et al 2019). In particolare la date della forbice più giovani del dato centrale ci consegnerebbero una interessante prospettiva…


UN POSTO AFFOLLATO. Il fatto che i Neandertaliani sono apparsi in zona, migrando dall’Europa, all’incirca 130.000 anni fa, implica che questi sono arrivati quando i Denisovani c’erano di già e che i due gruppi hanno vissuto fianco a fianco. I dati genetici ricostruiscono in linea generale i complessi rapporti e le differenze fra le due popolazioni: nei Neandertal erano frequenti gli incroci con consanguinei (segno di una popolazione non numerosa), i Denisovani erano sicuramente di più e appartenevano ad una popolazione di dimensioni maggiori con ampia diffusione geografica, come conferma la mandibola tibetana (addirittura si vede una sostituzione nel tempo: i Denisovani di periodi diversi sono diversi fra loro geneticamente tanto quanto lo è un nativo americano  da un africano) e – tanto per complicare le cose – il corredo genetico dei Denisovani mostra all’interno una componente derivata dall’ibridazione con un’altra – ancora misteriosa – popolazione (Meyer et al, 2012).  


UNA NUOVA POPOLAZIONE NEANDERTALIANA SI INSEDIA 70.000 ANNI FA. I Neandertal locali usavano utensili di tipo Mousteriano – Levallois (che dovrebbero esser stati adottati anche dai denisovani)
Recentemente al già affollato panorama di questa area si è affiancata una terza novità. 100 km ad ovest di Denisova (uno sputo nell’immensità dell’Asia centrale..) nella grotta di  Chagyrskaya sono stati trovati decine di migliaia di utensili e 74 reperti neandertaliani. In cosa consiste la novità? Inaspettatamente sia i reperti umani che gli utensili (di fattura  micoquiana) portano a ritenere che il sito di Chagyrskaya fosse abitato da neandertaliani di origine europea (Balcani settentrionali o Caucaso) che sono arrivati in zona molto più tardi rispetto a quelli – chiamiamoli così – autoctoni noti a Denisova e in altre parti degli Altai (Kolobova et al, 2020). Solo nella grotta di Okladnikov (più vicina a Denisova), sono stati trovati utensili di questo tipo. La questione del micoquiano è piuttosto dibattuta e il termine è usato come indicante una cultura neandertaliana europea piuttosto moderna, diffusa dalla Croazia al Caucaso (e geneticamente distinguibile). Da notare che queste industrie litiche sono coeve con quelle più recenti di Denisova, il che ci dice che le due diverse popolazioni, con usi e cultura diversa, hanno bene o male convissuto fra di loro.
Insomma, gli Altai si confermano ancora una volta un crocevia fondamentale per l’umanità e circa 50.000 anni fa vi convivevano "autoctoni" Denisovani, Neandertaliani insediati da tempo e nuovi immigrati Nenandertaliani.




La mobilità di Homo (e non solo di sapiens) è dimostrata da tante testimonianze, ma nella fattispecie resta da capire come mai questa zona ha svolto questo ruolo incredibilmente importante e – soprattutto - chi glielo abbia fatto fare a dei neandertaliani europei di affrontare questo viaggio nell’immensiotà dell’Asia centrale (e presumibilmente in mezzo a genti diverse da loro, sempre neandertaliani ma di altro ceppo).
Le popolazioni micoquiane sono comunemente considerate come cacciatori specializzati in cavalli e bisonti, adattate alla vita nelle steppe. Il gruppo che ha studiato Chagyrskaya  attribuisce la loro presenza negli Altai ad una seconda migrazione verso est dei Neandertal (dopo quella di 130.000 anni fa), dovuta alle condizioni fredde e aride tra 70 e 60 mila anni fa (la fase detta MIS 4).
Attendiamo ovviamente nuovi sviluppi


Brown et al (2016) Identification of a new hominin bone from Denisova Cave, Siberia using collagen fingerprinting and mitochondrial DNA analysis Sci. Rep. 6, 23559

Browning et al (2018) Analysis of Human Sequence Data Reveals Two Pulses of Archaic Denisovan Admixture  Cell 173, 1–9 

Chen et al (2019) A late Middle Pleistocene Denisovan mandible from the Tibetan Plateau Nature 569, 409–412(2019)

Kolobova et al (2020) Archaeological evidence for two separate dispersals of Neanderthals into southern Siberia PNAS 117/6, 2879–2885

Krause, J. et al. (2010) The complete mitochondrial DNA genome of an unknown hominin from southern Siberia Nature 464, 894–897

Jacobs et al (2019) Timing of archaic hominin occupation of Denisova Cave in southern Siberia Nature 565, 594 – 599

Meyer et al, 2012 A High-Coverage Genome Sequence from an Archaic Denisovan Individual Science 338, 222 - 226

Slon et al (2019)  The genome of the offspring of a Neanderthal mother and a Denisovan father Nature 561, 113–116)

3 commenti:

Francesco_conforti ha detto...

Sarebbe affascinante scoprire le ragioni di una tardiva migrazione "al contrario" dei Neanderthal europei

Aldo Piombino ha detto...

scusa Francesco, non capisco perchè "al contrario", dato che i Neandertaliani sono una forma afro - europea che poi si è diretta verso l'Asia centrale...

Aldo Piombino ha detto...

comunque si... è sicuramente una migrazione affascinante... frse hanno seguito le loro prede...