lunedì 9 dicembre 2019

Terremoti, mass-media e social network: quello di cui si parla e quello di cui si dovrebbe parlare


Innanzitutto una precisazione: questo post è stato scritto prima del terremoto del Mugello di questa notte, per cui si riferisce esclusivamente alle notizie precedenti e cioè il terremoto di Barete di sabato 7 dicembre 2019 e delle notizie di stampa sulla pericolosità sismica a Catania. Sul terremoto del Mugello conto di parlarne anche perchè giusto sabato prossimo ci sarà un convegno che parlerà dell'importante evento del 1919.


Mappa dello scuotimento dell'evento
M 3.7 di Barete del 07-12-2019
All’indomani di una innocua scossa di terremoto in un’area dove è possibile purtroppo che ne vengano di ben peggiori, rubo una osservazione estremamente intelligente di un mio carissimo amico geologo, Alessandro Venieri:
Fino a quando al TG1 e sui maggiori quotidiani nazionali, faranno notizia scosse di magnitudo inferiori a 4 in zone ad alta pericolosità sismica e non le mancate azioni di prevenzione in tali zone, a partire dall'assenza di controlli sulla realizzazione degli edifici fino alla loro messa a norma, saremo ancora molto distanti da quella sicurezza sismica che un paese come il nostro dovrebbe avere.
In effetti in diversi gruppi sui social (in particolare Facebook) notizie come questa del terremoto M 3.7 portano a post di vario tipo: da chi linka le testate online che ne parlano, a chi pubblica i grafici dei sismometri, a chi manifesta una forte preoccupazione, mentre Giuliani si scusa per l’ennesima non previsione: stavolta è perché lui è in America e inoltre giorni prima si erano rotte le antenne di trasmissione per cui i dati non erano attendibili (notizia peraltro che non era stata comunicata e quindi puzza come l’ennesima maldestra scusa, come è successo tante altre volte, ne ho parlato a suo tempo qui).
Annoto peraltro che nessuno si è accorto che altre agenzie non italiane forniscono per l'evento di Barete un valore di Magnitudo maggiore, ma non è che INGV bari (come sostengono i soliti laureati alla Iutiùb Iuniversiti e complottisti vari): questo succede perché maggiore è la distanza epicentrale, maggiore risulta la Magnitudo, come ho spiegato qui in relazione alla querelle sul terremoto di Ischia dell'agosto 2017.

A questo punto ci vogliono due osservazioni:

  • i morti non li fanno i terremoti, ma la cattiva edilizia
  • eventi sismici come quello di ieri sera questi terremoti minori più che spaventare e indurre isteria, dovrebbero renderci consapevoli di vivere in un'area a forte rischio sismico e - quindi - dovrebbero spingerci a chiedere alle Autorità la messa in sicurezza degli edifici pubblici e sensibilizzare anche i privati a migliorare gli edifici di loro proprietà

Varie volte ho parlato di questo aspetto, Qualche anno fa scrissi un post sulla “schizofrenia da panico sismico”, ma soprattutto ne scrissi un altro in cui parlai delle paure irrazionali e di quello che si dovrebbe temere davvero.

E ieri, giusto poche ore prima del terremoto di Barete, è stata inoltre diffusa una intervista sul tema terremoti a Catania, dove viene fatto notare - giustamente! - come la città sia potenzialmente a rischio, essendo stata gravemente danneggiata da due forti terremoti nel 1189 e nel 1693: ebbene, quante saranno in città e nei dintorni le costruzioni in grado di reggere ad eventi come quelli? Nei commenti in materia si legge di tutto, ma nulla contro chi ha costruito male oppure contro quel sindaco che fu accolto come un eroe per aver ottenuto l' assurdo abbattimento della classificazione sismica della città. 
Leggo anche inviti a pregare, ma chi crede dovrebbe capire che sarebbe meglio aiutare Dio ad aiutarli, vivendo in case costruite decentemente...

LE MIE DOMANDE. Quando qualcuno mi domanda cosa ne penso al riguardo, ho una serie di domande standard con cui controrispondo e cioè:

Egregio signore / signora,

  1. la zona dove Lei abita é classificata sismicamente in accordo con la letteratura scientifica?
  2. gli edifici dove abita / studia / lavora/passa il tempo libero o frequenta per altri motivi sono in regola con la normativa antisismica e con le accelerazioni che la letteratura scientifica ipotizza per l'area in questione?
  3. ci sono situazioni che possono indurre fenomeni di amplificazione locale delle onde sismiche?
  4.  ci sono attività coinvolgenti il sottosuolo che a causa della iniezione di fluidi in profondità possano indurre o attivare sismicità senza che ci sia una controllo da parte delle Autorità?
  5. e, ultimo, vive in una zona con rischio idrogeologico assente o scarso?

Quindi:


  1. se le risposte sono "si" dorma sonni tranquilli e se ne freghi dei terremoti a bassa magnitudo che si sono verificati nelle vicinanze o un po' più in là
  2. se la risposta ad almeno una delle domande di cui sopra é "no" ci sono ben altre questioni per non vivere tranquillamente al di là di quanto è successo in questi giorni
  3. se la risposta è “non lo so”, indaghi in merito o faccia indagare qualcuno che mastica la materia

In caso qualcuna di queste risposte sia negativa, sarebbe importante sensibilizzare le Autorità per provvedere in merito.

Ecco, con situazioni del genere, sarebbero queste le cose di cui parlare…


Effetti dei terremoti del 2012 in Emilia sull'ospedale di Mirandola
EDIFICI STRATEGICI E TERREMOTI. Per quanto riguarda invece gli edifici “strategici” e che devono essere obbligatoriamente in grado di resistere, questi sono:

  • le scuole, per preservare la popolazione giovane e perché sono strutture che si prestano molto bene ad accogliere eventuali senzatetto
  • gli ospedali, perché non solo sgomberarli è problematico, ma anche perché in caso di evento sismico importante sono estremamente utili
  • i centri della protezione civile, sia i posti di comando che le aree dove vengono stoccate le attrezzature

Sulle scuole l’esempio di San Giuliano di Puglia è purtroppo quello più tragico, ma ce ne sono diversi altri. E per gli ospedali, dall’Aquila all'Emilia, ad Amandola e al Pollino, la situazione non è per niente soddisfacente... neanche un pò.
Nel 2014 il Consigliere del consiglio nazionale dei geologi Piero De Pari citando i dati del rapporto CRESME - CNG ricorda che in Italia 2.200 edifici ospedalieri e 27.920 scuole sono in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico e ben il 60% dell’edificato è stato costruito prima delle norme antisismiche del 1974. Fate voi i conti di che investimento ci vorrebbe per mettere in sicurezza il tutto... 
Fra parentesi i soldi per la messa in sicurezza delle scuole c’erano, ma un anno fa sono spariti assieme alla task force che li doveva spendere… e mentre è stata in qualche modo riattivata Italiasicura, sulle scuole non mi pare sia successo nulla.

EDIFICI PRIVATI E SISMABONUS. Questo si riferisce al pubblico. Ma per il privato? Beh, ci sarebbe il "sismabonus". Io non sono direttamente in mezzo a tale questione e quindi mi limito a osservare che per qualcuno l'applicazione del Sismabonus non sia semplicissima, avendo trovato degli ostacoli burocratici.
Il sismabonus dovrebbe rappresentare quindi uno stimolo per il conseguente adeguamento degli immobili. Non ci sono quindi scuse in materia. E se ne dovrebbe parlare di più... molto di più...

Insomma, ci vorrebbero:
  • da parte della stampa una serie di informazioni e di inchieste precise sulla situazione edilizia in rapporto al rischio sismico (ma anche a quello idrogeologico...)
  • da parte della popolazione una presa di coscienza per pretendere da parte della classe dirigente una forte attenzione al problema: ne va della propria vita!









3 commenti:

punteruolorosso ha detto...

ma quando le aggiusta, le antenne?

Aldo Piombino ha detto...

basta che non ci siano eventi e magicamente funzionano.
oppure, meglio, per guastarli basta che ci sia un evento entro un paio di giorni...

Unknown ha detto...

Salve, ho letto un intervista al Prof Carlo Doglioni che parlando degli eventi in corso in Mugello ha affermato che in quella zona lo spostamento dell'Appennino rilevato è di circa 4 mm all'anno, in altre zone ho letto uno spostamento simile o inferiore....C'è qualche studio dove si specifica lo spostamento delle diverse zone appenniniche?