martedì 8 novembre 2016

La bufala sul ruolo "delle trivelle" nei terremoti dell'Italia Centrale


Giunge proprio mentre scrivo questo post la notizia tragica della morte di Marco Mucciarelli, geofisico dell’OGS di Trieste, amico e blogger scientifico. Una persona che proprio dell’argomento sismicità indotta si è occupato di continuo anche sul versante della comunicazione, prendendosi la sua buona dose di insulti da incompetenti di ogni ordine e grado. Porgo pubblicamente le mie più sentite condoglianze alla famiglia e all’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale di Trieste. Purtroppo se andate a cercare Marco Mucciarelli sui motori di ricerca vedete in evidenza una notizia secondo la quale avrebbe previsto un forte terremoto in Italia meridionale nel 2015: si tratta di una bufala pazzesca, inventata da un irresponsabile e contro la quale Marco aveva anche svolto parecchie azioni. Sarebbe bene che quei siti che ce l’hanno ancora togliessero quella notizia...

Come ha fatto argutamente notare un collega, la drammaticità della Geologia è che nei momenti "normali" si combatte contro i mulini a vento, mentre nei momenti di crisi (come un terremoto) oltre ai mulini a vento ci si mettono pure i falsi profeti e i complottistiSe non si rimane saldi nelle proprie conoscenze scientifiche non c'è via di salvezza. 
Il 24 agosto pensai che stavolta no, non sarebbero venute fuori voci su connessioni fra questo evento e "le trivelle". Mi sbagliavo, ma forse solo perchè uso il cervello grazie alle mie cognizioni scientifiche. Non solo girano le solite voci idiote sulla Magnitudo e quant'altro, ma sono state chiamate in causa nuovamente anche le Trivelle. 
Come chi mi segue sa, non sono certo petrolofilo, anzi sono convinto che persino la balla spaziale del meteorite – killer (ampiamente sbugiardata oggi persino dai supersititi autori viventi della cosa, come ho spesso evidenziato) è stata dovuta la fatto che qualcuno negli USA aveva iniziato ad attribuire la colpa dell’evento proprio all’effetto – serra di improvvise ed abbondanti emissioni di CO2. Ma continuare a parlare di trivelle e di armi americane è, come direbbe Fantozzi, una cagata pazzesca. Nel post ci sono diversi links a vari altri post che ho scritto, in cui per chi è interessato si trovano anche parecchi riferimenti bibliografici.

Tra le tante cagate pazzesche a seguito del terremoto direi che quella delle trivelle come causa è semplicemente fantastica. È di moda fra gli internauti e fa breccia nel cuore della gggente. Ora, finché ne parlano Marcianò (il quale, a giorni alterni, scrive di trivelle o di terremoti provocati dagli americani con onde radio) e i suoi adepti chissenefrega… sono 4 gatti che non contano. Il problema è quando questa ipotesi viene adombrata da gente ben più importante, come addirittura dei parlamentari. Persino la D’Orsogna si è dissociata da questo ragionamento in un recente post (anche se alla fine adombra che le attività esplorative di 30 anni fa abbiano avuto una parte) …. il che è tutto dire su quanto idiota sia questo punto di vista.

TERREMOTI E REINIEZIONE DI LIQUIDI. Lo ribadisco: che in alcune aree degli USA la sismicità indotta sia dovuta alla reiniezione dei liquidi (e non al fracking in se, tranne in alcuni e precisi casi!) è una cosa ormai accertata anche dal Servizio Geologico degli Stati Uniti. Per fortuna questa attività avviene solo in determinate aree con determinate condizioni, che sono la vicinanza al basamento metamorfico dell’orogenesi ercinica dei sedimenti in cui viene effettuata la reiniezione.
In geologia fare di ogni erba un fascio è pericoloso e soprattutto non è possibile, tanto possono essere diverse le condizioni geologiche. 
Ripeto fino alla nausea che la sismicità non viene indotta dalle perforazioni (vogliamo chiamarle con il loro nome? Le trivelle sono un’altra cosa…) ma dalla reiniezione dei fluidi in pozzi profondi per più motivi, innanzitutto per  il loro smaltimento. Di questi fluidi ce ne sono di più specie:
- acque di strato, cioè quelle acque che sono pompate insieme al petrolio e che non possono essere disperse nell’ambiente a causa del loro contenuto in sali (ho parlato di questo per l’Oklahoma
- liquidi utilizzati per il fracking che tornano indietro (vedi il link al primo punto)
- in generale, qualsiasi liquido che viene reiniettato (qui ho dato qualche esempio, sempre per gli States) 

Altre volte la reiniezione ha anche lo scopo di innalzare nuovamente, dopo i pompaggi, il livello della falda in cui si trova il petrolio.
Anche in Italia esiste della sismicità indotta: ne ho fatto una rassegna qui. Dobbiamo notare che alle attività petrolifere in Italia sono stati attribuiti pochi eventi: il terremoto di Caviaga del 1951 secondo alcuni autori, ma poi l'ipotesi è stata smentita anche solo perchè la revisione dei dati lo ha collocato in profondità (Caciagli et al 2015) e una attività microsismica in Basilicata nel 2006.
C’è anche un sito dedicato al problema, proprio dall'OGS di Trieste,  www.sismicitaindotta.it, in cui fra i protagonisti c'è giusto Marco Mucciarelli.

E ANCORA CON IL FRACKING (NATURALMENTE). Ripeto che in Italia, PER FORTUNA, non è possibile fare fracking in quanto non ci sono le rocce che lo consentano, a parte un qualcosa in Sicilia dove però, sarebbe tecnicamente impossibile operare, essendoci una forte circolazione di acque. Si tratta di una tecnica particolare che consente di estrarre idrocarburi da rocce particolarmente dure e compatte, che sarebbe controproducente usare su rocce normali, in cui ad un raddoppio dei costi di estrazione non seguirebbe un aumento della quantità di prodotto estratto. In altre parole, se fossi un responsabile di attività estrattive e proponessi alla mia azienda di fare il fracking, i dirigenti chiamerebbero immediatamente la locale ASL per istituire nei miei confronti un trattamento sanitario obbligatorio. 
Quindi, cortesemente, chi dice che si fa fracking è pregato anche di indicare quali sarebbero le rocce da cui si estrarrebbe gas o petrolio con questa tecnica. Ci sarebbero poi alcuni particolari di non trascurabile importanza: il fracking necessita di attrezzature particolari, dato il volume di liquidi coinvolto, di una certa dimensione e inoltre l'inquinamento prodotto sarebbe impossibile a nascondere.

ATTIVITÀ ESTRATTIVA E TERREMOTI ITALIANI: LA FALSA CONNESSIONE. Dopo queste premesse, capisco come per i terremoti emiliani del 2012, data la (quasi) coincidenza tra bassa profondità ipocentrale e pozzi di reiniezione, possa essere venuto il sospetto di una connessione fra attività antropiche. Pertanto ho trovato giusto indagare al proposito, ma questa circostanza è stata ampiamente smentita e non vedo come se ne debba ancora parlare in termini possibilistici... Speravo di aver definitivamente chiuso il discorso con un post scritto pochi mesi fa, ma invece...

È vero che l’Italia centrale è piena di permessi per la ricerca di idrocarburi, ma tolto un paio di pozzi vicino a Pisa (che non dovrebbero essere comunque più attivi, almeno per il momento) non mi risultano attività estrattive. Fra i miei ricordi c’è quello di un pozzo esplorativo in Valtiberina, vicino a Sansepolcro, in cui mi imbattei quasi per caso perché il mio obbiettivo erano delle rocce di quella zona. Ma per i terremoti dell’Appennino centrale questa possibilità non esiste minimamente, in quanto sono state effettuate delle prospezioni qualche decennio fa, che non hanno dato seguito ad attività estrattiva per la semplice mancanza di risultati decenti. 

I terremoti del 2016 sono stati eventi “improvvisi”, ma non certo “inaspettati”, ce lo dicono anche le cronache degli ultimi secoli, ma con queste cose non c'entrano assolutamente niente, perché come ho detto in Appennino centrale NON c'è MAI stata attività di estrazione di idrocarburi, né le attività di prospezione svolte qualche decennio fa possono avere avuto conseguenze sull’attività sismica in corso che è assolutamente “normale”, dove con questo termine non intendo “ordinaria”: per ordinaria intendo l’attività di fondo e cioè le decine di scosse con M compresa fra 2 e 4 che si registrano ogni anno (e quasi ogni settimana) nell’area in tempi lontani da questi grandi eventi; se dico che questi terremoti sono “normali” è semplicemente perché la storia sismica dell’area ci conferma – appunto – che ne sono avvenuti tanti nei secoli passati. 
Il problema quindi oggi sarebbe quello di distinguere fra eventi ordinari che si ripetono in continuo e eventi che fanno parte delle sequenze di Omori (le “code”) dei 3 eventi attuali.
Purtroppo oggi anche questi eventi “ordinari” suscitano apprensione nella popolazione e ciò è perfettamente comprensibile.
Vediamo infatti in questa carta come l’attività estrattiva, se da un lato coincide con alcune aree di estrazione di idrocarburi in Italia (Emilia, Sicilia), è estremamente distante dalle aree colpite dai terremoti del 2016. E non è soltanto per le decine di km di distanza, ma anche per la estrema diversità di ambiente geotettonico, visto che le perforazioni si trovano esattamente dalla parte opposta dell’orogene appenninico rispetto ai terremoti.

In buona sostanza, chi continua a sostenere la connessione delle attività di estrazione di idrocarburi in Adriatico e/o le prospezioni effettuate decine di anni fa con i terremoti del 2016 non ha la minima idea di cosa stia dicendo e neanche di cosa sia la geologia….
Prego chiunque legga questa pagina di farlo notare, perché l’informazione corretta è importante. Inoltre non vorrei che passasse l’asserzione “no perforazioni no terremoti”.

6 commenti:

punteruolorosso ha detto...

giustissimo. le trivelle rappresentano un pericolo semmai ambientale, legato all'inquinamento delle acque. su questo non mi sembra ci siano dubbi.
attribuire invece a trivelle ecc. i terremoti italiani, significa non voler ammettere che siamo un paese sismico, e quindi non voler risolvere il problema dell'adeguamento sismico del paese, che è molto più urgente e dispendioso di un post complottista.
trovo che accanto al problema sismico e idrogeologico si debba agire su quello dell'inquinamento. le due cose vanno di pari passo e fanno parte della difesa delle persone.

Paolo Balocchi ha detto...

Uno studio recente su Caviaga sostiene la sua origine naturale (https://ingvterremoti.wordpress.com/2016/07/11/caviaga-15-maggio-1951-davvero-un-terremoto-indotto/).

Anonimo ha detto...

Anche sull'inquinamento delle falde acquifere (per altro lamentato principalmente negli USA) ci sono dubbi. È bastato fare analisi preventive , ossia prima di perforare, per osservare un calo di denuncie per inquinamento post perforazione. La realtà è che in imlte aree. del mondo l'acqua viene estratta da pozzi per acqua mai analizzati

punteruolorosso ha detto...

@anonimo
lei sputtana quelli che difendono la verità, cioè che i terremoti in italia sono eventi naturali mentre l'inquinamento è causato dall'uomo. bisogna distinguere le due cose, altrimenti si rischia di associare sismologi e scienziati a inquinatori e speculatori

http://www.radioradicale.it/scheda/475660/il-petrolio-e-linquinamento-in-basilicata-intervista-a-maurizio-bolognetti

Aldo Piombino ha detto...

La questione dell'inquinamento delle falde acquifere dovuto all'industria petrolifera non c'entra niente con questo post...

Anonimo ha detto...

https://drive.google.com/file/d/0B60wsWaPpDL4NWc4NlhFN2NtZzg/view?usp=sharing