martedì 4 agosto 2015

Il downburst del temporale di Firenze del 1 agosto


Anche se mi occupo parecchio di paleoclimatologia non sono un meteorologo e quindi è possibile che la mia spiegazione sull'evento di Firenze della sera del primo agosto faccia un po'.... d'acqua. Però mi sono un po' stufato delle iperboli tipo “uragano” a proposito di questo evento. Ero appena arrivato al mare sulla costa a sud di Livorno quando è passato di lì il temporale che avrebbe fatto così tanti danni a Firenze. La sera ho avuto notizie da gente a bordo di un treno fermo tra Campo di Marte e Rovezzano per un guasto alla linea aerea (fanno parte del gruppo Facebook dei pendolari valdarnesi). Pensavo che i cavi fossero stati tranciati dalla locomotiva di quel convoglio (talvolta succede, una volta anche ad un treno sul quale c'ero io) ma mi parve subito strano che fossero interrotti tutti e 4 i binari. Che fosse caduto un albero sulla linea? Mah, suonava un po' strano... in quel tratto ci sono barriere antirumore piuttosto alte... poi è venuta fuori la notizia da parte di RFI: in pratica parti di un tetto erano finite sulla ferrovia. Ci rendemmo conto che doveva essere successo qualcosa di grosso e grazie agli smartefonne (come si dovrebbero chiamare a Firenze) ci siamo resi conto del macello. Voglio quindi fare alcune puntualizzazioni in materia, soprattutto perché in pochi hanno correttamente parlato di quello che è successo e cioè un fenomeno poco conosciuto, il downburst.

Il 1 agosto una massa di aria calda proveniente da SW si è arricchita di umidità sopra il Mar Tirreno, formando una cella temporalesca che ha percorso, seminando tuoni fulmini e pioggia, tutto il territorio tra la costa a sud di Livorno e la Romagna. Sono stato testimone del suo passaggio sulla costa e l'ho seguita grazie alla carta delle fulminazioni nel sito del LAMMA. 

La perturbazione si è accanita soprattutto sui quartieri orientali di Firenze, probabilmente perchè a quel punto si è trovato davanti il primo ostacolo veramente alto, la dorsale del Monte Giovi e quella del Chianti: il rallentamento che ne è derivato ha aumentato la quantità di pioggia che è caduta su quella parte di Firenze ed è il motivo fondamentale per il quale solo in quella zona si sono avuti gli allagamenti: l'intensità particolare di certi eventi come quelli recenti di Liguria e Lunigiana e quello della Versilia del 1996 è dovuta proprio al temporaneo arresto della cella temporalesca in prossimità di un rilievo. Durante questa sosta ci sono stati anche forti problemi per il vento. Ma non si è trattato di una “tromba d'aria” un “uragano” o cose del genere, come in molti hanno scritto, bensì di un fenomeno diverso chiamato “downburst. Anche io avevo pensato lì per lì ad una tromba d'aria ma un amico, Michele Cavallucci di Blue Planet Earth, mi ha avvisato che probabilmente per lui si trattava di un downburst e, dopo averne discusso con altre persone, abbiamo convenuto che avesse ragione. Questa foto fornitami dalla mia amica Elisa mostra, come testimoniano l'autrice e altre persone, una lingua bianca che scendeva nella valle proprio lungo il versante verso Firenze del Monte Giovi.

Diciamo che è difficile su due piedi distinguere i due fenomeni perché in entrambi i casi hai forti distruzioni in un'area ristretta e perchè anche le trombe d'aria sono frequenti durante i temporali (ricordo benissimo quella del 28 agosto 1976 tra Forte dei Marmi e Marina di Massa: si scatenò durante un temporale pazzesco e mio nonno, profeticamente, disse “però... è come quando in India venivano le trombe d'aria!). 

La definizione di downburst è molto recente (1985) e per questo non esiste un nome in lingua italiana, solitamente molto ricca di termini per descrivere eventi calamitosi di origine naturale, come ho dimostrato a proposito di frane ed alluvioni

La presenza di questi fenomeni era già stata teorizzata ma divenne un'ipotesi molto realistica durante lo studio di alcuni incidenti aerei avvenuti negli Stati Uniti in decollo o in atterraggio: questi disastri mostravano più o meno la stessa dinamica, una forte ed improvvisa perdita di quota durante temporali particolarmente intensi apparentemente inspiegabile. 

Un downburst è quindi una forte corrente discendente che causa un deflusso improvviso in tutte le direzioni a partire dal punto in cui la corrente è scesa, con venti dalla intensità tipica di quelli associati alle trombe d'aria. 

Succede più o meno quello che si vede se svuotiamo improvvisamente un secchio verticalmente: l'acqua schizzerà via sul pavimento in tutte le direzioni dal punto sul quale è caduta: solo che l'acqua rallenta tantissimo quando si muove lungo il pavimento, mentre il vento orizzontale originato dal deflusso di un downburst no. 

In un temporale assistiamo ad una massiccia circolazione verticale dell'aria: durante il passaggio di una cella temporalesca l'aria calda e umida risale grazie alle corrente ascensionali fino alla cima della nube temporalesca, dove si ghiaccia e diventa molto più pesante e fredda rispetto all'aria che la circonda. A questo effetto si deve la grandine e l'estate fiorentina è nota per il caldo e per l'umidità, fattori che contribuiscono ad alimentare questi fenomeni.
Il problema è che alle volte questa sacca di aria molto fredda è molto più pesante di quella che le si viene a trovare sotto, per cui letteralmente precipita giù e quando arriva al suolo la corrente scatena le forti raffiche di vento che, appunto, divergono dal punto dove è caduta. 
Gli effetti sono molto localizzati (come dimostra l'evento del 1 agosto) e per questo non sempre la rete di rilevamento della forza del vento è sufficientemente densa da permettere di osservarli. Piccoli downburst sono comuni durante i temporali, provocando le raffiche di vento che spesso vo sono associate, ma per fortuna non raggiungono quasi mai livelli di forza terribili come in questo caso. 

Purtroppo questi fenomeni saranno sempre più comuni a causa del riscaldamento globale: infatti tutte le proiezioni danno per l'Italia un aumento della frequenza di questi fenomeni estremi, a causa di una combinazione fra un aumento della temperatura delle acque del Mediterraneo, che provoca una sempre maggiore evaporazione quando nuclei di bassa pressione atmosferica vi passano sopra e temperature più elevate di prima del suolo sulla terraferma.

So benissimo che il riscaldamento globale ha una base naturale (basta vedere l'alternanza di periodi più caldi e più freddi degli ultimi 5000 anni), ma anche che oggi la componente antropica provocata dal rilascio dei gas – serra è superiore a quella naturale: nelle ultime fasi particolarmente calde, il periodo caldo romano e il periodo caldo medievale, le temperature sono arrivate al livello delle nostre ma non hanno presentato un aumento del CO2 atmosferico pari al nostro e infatti le proiezioni parlano di temperature ben superiori a quelle massime registrate in quei periodi.

E ora veniamo ad una parte che ancora più triste, il complottismo: per Rosario Marcianò siamo alle solite: anche la tempesta fiorentina è colpa delle irrorazioni di “materiali igroscopici”  che “una volta affievolite danno la stura ad energie micidiali, rimaste a lungo compresse” e che questo episodio “non sarà certo l'ultimo, se non fermeremo la guerra del clima” effettuate con le scie degli aerei…. 
Di compresso – e parecchio – ci sono solo il cervello dei gonzi che lo seguono (ormai mi pare piuttosto pochi, per fortuna) e la rabbia di coloro che stanno lavorando per sistemare le cose e di chi ha perso casa, attivitò, automobile o motorino... 

Per l'ineffabile complottista quella dei cambiamenti climatici è una bufala per mascherare la realtà di un gruppo impegnato in una (malriuscita e costosissima) guerra segreta per cambiare il clima
Ancora una volta dunque abbiamo uno sciacallaggio ad opera di questo soggetto dopo un evento meteorologico... Dai Rosario, ti do persino una bella idea: io, che per te sono un noto disinformatore (pagato non si sa bene da chi...), sono partito per il mare poche ore prima: non è che sapessi che l'interruzione delle irrorazioni avrebbe portato ad un disastro simile?  

Ma si può fare di peggio: un altro, sul quale non riesco neanche ad esprimere un giudizio, dichiara che questo evento sia stato provocato apposta dallo Stato come... la strage di Bologna.

Queste cose le segnalo per far capire il livello a cui riescono ad arrivare i complottardi... 
Libertà di opinione e suffragio universale sono una gran bella cosa ma alle volte ti lasciano perplesso....

3 commenti:

Pasqua ha detto...

Bravo, so poco di meteorlogia ma penso che sia corretto il tuo articolo (tutto, fino in fondo).

zoomx ha detto...

Credo che per gli aerei il nome più usato del fenomeno sia Wind Shear.
Non avevo mai pensato ad un tale fenomeno per i fenomeni meteo disastrosi.
Grazie per il post.

paolo zamparutti ha detto...

purtroppo esiste un patologico modo di proporsi di alcuni siti meteo NON professionali che per acchiappare click stanno imponendo uno stile nella terminologia ed espressioni in genere totalmente da fuori di testa.
In linea di massima per orientarsi:

quando leggiamo "bomba d'acqua" o cose di questo tipo, ci troviamo di fronte a un NUBIFRAGIO
da dire che spesso precipitazioni intense ma non particolari vengono definite con termini enfatici anche quando appunto non hanno nulla a che fare nubifragi.

quando leggiamo "URAGANO" "TIFONE" "CICLONE" riferito all'italia, dobbiamo tradurlo con "temporale", e quando leggiamo "tornado" o "tromba d'aria" al 90% delle volte dobbiamo tradurlo con "temporale con downburst"

Per non parlare poi di cose allucinanti tipo "hotstorm" per le avvezioni calde, o i nomi in genere del panteon infernale dati alle ondate portate dall'anticiclone Sahariano.

Da appassionato di meteorologia e appassionato di meteorologia storica, mi rattrista un po' leggere sui giornali d'epoca, parlo di '800 e inizio '900, la cura e la precisione che ci mettevano nel dare il nome corretto ai fenomeni in quel periodo, a contrasto con i giorni d'oggi. Parole come nubifragio o tromba d'aria non erano quasi mai usati a sproposito.

E' certamente vero che la frequenza di questi fenomeni sta aumentando, soprattutto per le temperature marine, poi gli impatti che questi fenomeni hanno stanno pure aumentando a causa dell'aumento delle aree urbane.

E' necessario anche per il nostro paese dunque un servizio di nowcastin, come ADRIARADNET. Ma ahinoi ecco che qui arrivano i vari Marciano' di turno, e psicopativi del genere. E sicuramente si sta preparando qualche comitato "NO ADRIARADNET"