lunedì 2 giugno 2014

Una firma per riportare al loro posto le collezioni del Museo Geologico Nazionale


Il giorno della Festa della Repubblica pubblico volentieri questo appello di Myriam D'Andrea, che è la responsabile delle collezioni geologiche dell'ISPRA. Un appello in una data significativa che riguarda un aspetto significativo di una delle istituzioni scientifiche più importanti del nostro Paese. 
L'ISPRA è quel calderone in cui sono entrate nel 2008 varie competenze, a partire nella questione che qui interessa, dal vecchio Servizio Geologico d'Italia. Chiaramente questa storia è stata vista come un declassamento della Geologia da parte di tutto l'ambiente delle Scienze della Terra. 
Precedentemente era già stato svuotato il palazzo che ospitava il Servizio Geologico, lo storico Palazzo Canevari (dal nome dell'architetto che lo costruì sui muri di un antico convento), posto a Roma in Largo di Santa Susanna 13, messo in vendita per ricavare risorse finanziarie. La conseguenza è che le collezioni dell'annesso museo giacciono raccolte in una serie di casse, mentre il palazzo è desolatamente vuoto e senza un compratore. Miryam D'Andrea chiede alla comunità geologica e non solo una firma per riportare le collezioni nel palazzo, e farne un luogo di irradiazione della cultura scientifica. 
Firmate, grazie.

Ecco il testo dell'appello:

Gentile collega, amico/a,
ci stiamo battendo, con un gruppo di impenitenti ottimisti, per far riconquistare ai cittadini di Roma, d’Italia (e a quelli del resto del mondo) le Collezioni geologiche dello Stato italiano, che contengono - tra l’altro - le Collezioni di marmi antichi tra le più prestigiose al mondo (oggi tutte imballate e non visibili, se non in parte e solo on line).
Tra le varie iniziative intraprese in tal senso abbiamo inserito (in questi giorni) la sede storica delle Collezioni e del Servizio Geologico d’Italia, in largo S. Susanna a Roma, tra i “Luoghi del Cuore” del FAI.
Ti chiedo di perdere un minuto e di votare a questo link dell'iniziativa "I luoghi del cuore" del FAI, Fondo Ambiente Italiano.

Divulga l’iniziativa e invita a votare altri sensibili a questo tipo di “sottrazione“ della conoscenza e del godimento dei beni culturali, e di questo, in particolare, che se passa altro tempo rischia di andare oltre ogni possibile memoria.
Un cordiale saluto
Myriam D’Andrea


Nella e-mail c'è anche un allegato. Se qualcuno volesse metterlo su un cloud liberamente scaricabile me lo segnali che glielo mando.
Faccio un breve sunto della questione.
 
Qui accanto vediamo il busto di Quintino Sella, ingegnere e noto per essere stato uno dei principali protagonisti della vita politica del neonato Regno d'Italia, la cui lungimiranza in fatto di Scienze della Terra non ha avuto, purtroppo, pari nella storia successiva dello Stato Italiano. A lui dobbiamo l'istituzione del Servizio Geologico d'Italia: giudicava necessario che il nuovo Stato si dotasse, al pari di altri Stati europei, di un Servizio Geologico, e che questa istituzione avesse una sede unica e centrale ad hoc. Fra le necessità c'era la raccolta dei materiali lapidei e minerari del territorio nazionale, in particolare i campioni di roccia provenienti dalle campagne di rilevamento della prima Carta  Geologica d’Italia, a cui diede un "forte incoraggiamento"
Allo scopo fu scelta un'area a Roma, in Largo di S.Susanna 13. 
 
Il palazzo dell'allora "Regio Ufficio Geologico", erede del "Corpo delle Miniere" fu edificato fra il 1873 e il 1881 nel luogo ove sorgeva il Convento di S. Maria della Vittoria del XVII sec.; fu realizzato su progetto dell’Ing. Raffaele Canevari che riutilizzò le strutture murarie preesistenti e le affiancò con strutture in ghisa. L’inaugurazione avvenne il 3 maggio 1885 e costituì un evento di grande risonanza nazionale: intervenne lo stesso Re Umberto I unitamente ai maggiori esponenti della cultura e della politica del tempo.
Quotidiani e periodici nazionali riservarono un ampio spazio all’avvenimento, non tanto per il Servizio Geologico, quanto per il Museo: il quarto del genere in Europa, dopo quelli di San Pietroburgo, Berlino e Londra. 
Nel 1991 fu posto il vincolo architettonico, essendo il palazzo tra i primi esempi di “stile liberty” nell’edilizia pubblica.

Il museo con i suoi saloni monumentali ospitò le Collezioni geologiche del territorio italiano fino al 1995, quando si decise di ristrutturarlo; si voleva infatti riportarlo, dopo una serie di trasformazioni, all’originaria funzione di polo museale nazionale delle Scienze della Terra. Il che parrebbe una cosa buona e giusta, ma purtroppo la vicenda è andata molto male.


L’edificio fu sgombrato per permetterne la ristrutturazione; l'obbiettivo non era solo il ripristino del complesso museale, ma, con una razionale suddivisione degli spazi, creare aree destinate a congressi, informatica e sperimentazione.
Però la vicenda non ha – almeno per ora -  un lieto fine perché non solo dopo 10 anni la ristrutturazione non si era ancora conclusa, ma il 29 dicembre 2005 l'edificio stesso fu alienato in favore della Soc. FINTECNA, in conseguenza della precedente cartolarizzazione avvenuta nel 2003.
Insomma, il Palazzo Canevari doveva essere venduto per fare cassa.
Con un piccolo particolare: nessuno ha indicato che fine avrebbe fatto il materiale ivi contenuto (tanto chissenefrega della Geologia...)

Il risultato dopo tutti questi anni è che il palazzo non è stato venduto e versa in condizioni di abbandono; quanto al Museo, ovviamente non è più disponibile per ricercatori e visitatori, tranne che per la parte visitabile via Web...


Ed ecco cosa ci potremmo trovare: 
- Ci sono quasi 50.000 campioni di rocce e minerali e oltre 5000 reperti edilizi e decorativi comprendenti pregevoli manufatti marmorei: fra questi ultimi spiccano le collezioni di marmi antichi Pescetto e De Santis, di assoluta rilevanza mondiale.
- Le collezioni paleontologiche includono oltre 100.000 reperti di rilevanza scientifica internazionale, provenienti  principalmente da giacimenti in Italia, i più antichi risalenti a 570 milioni di anni fa
- 17 opere rappresentanti le aree di interesse minerario e le principali aree importanti dal punto di vista rischio-geologico
- busti ed effigi di importanti personaggi legati alla storia d’Italia (già promotori della ricerca geologica nel Paese, tra questi Quintino Sella e Felice Giordano), 
- una raccolta delle attrezzature e della strumentazione tecnico/scientifica
- arredi storici oggetto di tutela in quanto appositamente progettati per esporre e conservare le collezioni
- carte “uniche” di grande valore storico
- fotografie aeree.

Insomma, un bengodi della Geologia, che attualmente si trova imballato e stoccato in un magazzino in attesa di una sede in cui essere di nuovo esposto e fruibile sia per la ricerca che per il pubblico godimento.

La biblioteca invece dovrebbe essere finita all'ISPRA (almeno quella).

A questo punto la comunità delle Scienze della Terra chiede semplicemente che il Palazzo Canevari sia riportato alle sue originarie funzioni di contenitore scientifico-culturale, potendo costituire non solo un valido  punto di riferimento in Italia nel campo delle Scienze della Terra, ma potendo altresì rappresentare una prestigiosa sede congressuale riconosciuta ed apprezzata a livello internazionale.

Prego quindi i lettori di Scienzeedintorni di firmare la preferenza per il museo geologico sul sito del FAI e, anche, di diffondere l'iniziativa.

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