lunedì 24 marzo 2014

IXV: ancora una volta l'Italia sugli scudi per lo spazio (nel silenzio dei media)


L'alta tecnologia dovrebbe essere una parte trainante dell'industria italiana ed in effetti aziende dotate di solidi piani di "Ricerca e Sviluppo" sono in genere fra quelle che nella congiuntura odierna se la passano meglio. Resta il problema di come pubblicizzare queste cose, in modo, per esempio, che si smetta con domande specifiche tipo “a cosa serve l'Agenzia spaziale Italiana” oppure più generali sul cosa serva spendere soldi nelle università per la ricerca “in quel carrozzone spendaccione”. Fa fatica ad arrivare il messaggio che aziende capaci di alti livelli di ricerca e sviluppo normalmente nel contesto odierno se la sfangano meglio di quelle che “si accontentano” e in televisione hanno più spazio interviste a sociologhi sulla importanza della memoria o programmi spacciati per scientifici come Voyager e Mistero. Oltretutto, spesso, quando si parla di Scienza e Tecnologia lo si fa male e mistificando la realtà, basti vedere il caso Stamina – Le Iene.
Partire dalla Pubblica Istruzione per una rinascita dell'italia è fondamentale, ma sarebbe il caso anche un impegno per aumentare la consapevolezza scientifica della Nazione e per parlare più di Scienze e Tecnologie e meno degli amori di ballerine e calciatori. Ed ecco un esempio dell'Italia "che va".

La parte più tecnologica del Bel Paese, al solito nel disinteresse generale dell'opinione pubblica italiana che di scienza e tecnologia parla molto a sproposito e specialmente con bufale su Internet e nelle aule giudiziarie (basta vedere, oltre a vicende tipo L'Aquila, la stupidità delle sentenze che legano vaccini ed autismo....) si sta dando da fare eccome...

Dopo aver costruito il nuovo razzo vettore Vega, che nel suo specifico settore (piccoli satelliti ad orbita bassa) è la macchina migliore che oggi esiste al mondo, registriamo che l'Italia dello spazio sta per ottenere un altro grande risultato: la produzione del prototipo dell'IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), un veicolo della Agenzia Spaziale europea capace di essere lanciato (ovviamente...) proprio dal nostro razzo vettore VEGA e che sarà in grado di ritornate a terra ultimata la missione. Il tutto è previsto per settembre.
Il veicolo è attualmente nelle ultime fasi di revisione alla Thales Alenia Space di Torino, società nata da Alcatel Alenia Space quando il gruppo Thales ha acquisito l'intera partecipazione, una volta dell'Alcatel, in due joint-venture che il gruppo francese aveva con la nostra Finmeccanica. Thales è colui che in Italia è conosciuto come Talete, il grande filosofo e astronomo greco, ma in francese l'acronimo richiama le iniziali delle aziende che, fondendosi, hanno dato vita a questa nuova società: Thomson Alcatel et Sextant.

Nel campo spaziale sarebbe lungo l'elenco delle missioni passate, in corso e future in cui Thales Alenia Space e le sue antenate sono coinvolte. Ricordo i primi Meteosat, GOCE, Cosmo-SkyMed ed Exo-Mars, perchè sono missioni di cui mi sono in vari modi occupato

Finite le ultime prove a Torino il veicolo verrà inviato in Olanda, dove verrà sottoposto ai test finali prima di essere inviato al poligono europeo di Kourou nella Guyana francese.

IXV è un veicolo molto aerodinamico (e non potrebbe essere diversamente visto il suo impiego!) e manovrabile.
I sistemi di guida, navigazione e controllo sono molto sofisticati, come anche lo scudo termico che deve occuparsi del calore generato dal rientro nell'atmosfera.

IXV non è ovviamente solo italiano: è tutta l'Europa che partecipa al progetto, ma è l'Agenzia spaziale Italiana, di cui si parla dalle nostre parti più che altro per questioni diverse da quelle operative, che è a capo del progetto. Insomma, l'Italia ha ancora una volta il ruolo preminente in un progetto di enorme valore economico e tecnologico.
E italiano sarà anche, a Torino, nella sede della ALTEC, il controllo della missione, che sfrutterà pure le antenne della base “Luigi Broglio” di Malindi, in Kenya e quelle francesi del Centro di studi spaziali francese a Libreville, in Gabon (anche a questo proposito, di Malindi in Italia si parla molto per altre questioni...)


La missione sarà molto breve (un'ora e 40 minuti circa) ma assolutamente significativa; è divisa in una serie di fasi concatenate: dopo il lancio, a 320 km di altezza IXV si separerà dal vettore VEGA e continuerà a salire (nella cosiddetta “fase balistica”) fino a raggiungere un'altezza di 412 km. A quel punto inizierà la fase di rientro durante la quale entreranno in funzione numerosi strumenti scientifici che effettueranno varie misurazioni.
Ora però arriva la fase più delicata, quando IXV incontrerà l'atmosfera. La sua velocità a 120 km di quota sarà di 7.7 km/s, ideale per un rientro in atmosfera da un'orbita bassa. Il veicolo rallenterà fino a quando non si aprirà il paracadute ed ammarerà nell'Oceano Pacifico dove verrà recuperato da una nave.

Restano dolorosamente il fatto che di questo veicolo non se ne parla, ad esempio, nei Tg e nei talk-show, dove rivestono molta più importanza gli affari di Balotelli e che parlando delle questioni relative alla Agenzia spaziale italiana si parli dei problemi giudiziari ponendo l'interrogativo su cosa serva questo “carrozzone”.
Sicuramente a creare lavoro e alta tecnologia, le cose di cui in Italia avremmo maggiormente bisogno per uscire da questa crisi che è una crisi dovuta anche alla mancanza di consapevolezza da parte dell'opinione pubblica e della classe dirigente di guardare al di là del proprio naso e di privilegiare le esigenze del cervello a quelle della pancia, ignorando l'importanza della ricerca scientifica e tecnologica.

Certo, occorre investire nella Pubblica Istruzione, ma anche in Ricerca e Sviluppo e proclamare ai quattro venti le conquiste scientifiche e tecniche della nostra nazione. 
Questa non è pura agiografia per dimostrare di essere bravi... 

1 commento:

Orton Zunt ha detto...

Lo IXV è bellissimo.
Si sposta a dx/sn con i flap quasi come una papera meccanica.

http://www.youtube.com/watch?v=9NSFZAKd-nk