martedì 18 settembre 2012

Con la crisi è aumentato l'uso del Trasporto Pubblico: una occasione unica per le amministrazioni locali che devono approfittarne per migliorare le condizioni di vita nelle aree urbane


Chi mi conosce sa che sono un accanito sostenitore del trasporto pubblico, specialmente delle ferrovie ma non solo. Ora succede che la crisi economica e l'aumento del prezzo dei carburanti hanno generato una conseguenza dal mio punto di vista molto piacevole: un aumento del ricorso alla mobilità pubblica e, per brevi spostamenti specialmente nelle città, un aumento del numero di biciclette al posto dell'automobile. Questo post parte ovviamente dalla situazione della mia Regione, la Toscana, e della mia città, Firenze. Ma le considerazioni possono essere estese all'Italia tutta. Certo, la Germania o l'Olanda con la loro mentalità, i loro trasporti pubblici e le loro piste ciclabili sono inarrivabili... ma proviamoci... iniziando con il migliorare il TPL: solo così si potrà cambiare la tipica mentalità italiana che chi prende il bus o il treno al posto dell'automobile è uno sfigato.


Complice la crisi economica e l'aumento dei prezzi del carburante ben superiore al tasso di inflazione e tantopiù a quello di aumento dei salari, è aumentato sensibilmente il numero degli utenti del TPL. Per le ferrovie in Toscana si parla di oltre il 6% in più di utenti nel 2011 rispetto al 2010 mentre le prime proiezioni parlano di un aumento analogo nel 2012 sul 2011. Contestualmente nei grandi centri urbani si è assistito ad una diminuzione del traffico e dell'uso dei parcheggi.

Almeno in Toscana (ma per esempio anche in Lombardia, tanto per citare un'altra regione virtuosa nel campo dei trasporti governata da uno schieramento opposto)  una parte del merito lo ha la “cura del ferro” che la Regione persegue, però questo progetto ha molti anni nei quali c'è stato un sostanziale immobilismo nelle percentuali dell'uso delle ferrovie regionali e i buoni risultati stanno arrivando solo ora, appunto per fattori esterni. Ci sono state comunque delle situazioni emblematiche: ad esempio nel quadruplicamento di una parte della Firenze – Pisa è stata costruita la fermata di Lastra a Signa, presto trasformatasi da oggetto misterioso a fermata obbligatoria per tutti i treni che passano di lì (altri percorrono la vecchia linea e quindi non vi fermeranno per motivi... geografici) e il parcheggio di interscambio si è rivelato presto gravemente insufficiente. Inutile sottolineare che si tratta di traffico stradale in meno nell'area fiorentina.
Analoghi incrementi sono segnalati in altre regioni, ma in molte si sta abbattendo sulle ferrovie locali la pesante scure dei tagli, in particolare in Regioni come Abruzzo e Piemonte, dove probabilmente la politica e il personale regionale addetto hanno grosse lacune “culturali” in campo di mobilità pubblica.

Il problema è che il Trasporto Pubblico Locale è forse il comparto più pesantemente colpito dai tagli degli ultimi governi e senza finanziamenti pubblici (anche in un regime di liberalizzazione, precisiamolo) usare il TPL costerebbe più del mezzo privato.
Ma perchè è giusto finanziare il TPL? Perchè chi usa il TPL ha un impatto ambientale ed economico minore di chi usa la propria automobile. Vediamo i motivi.
La prima spiegazione è molto intuitiva: il traffico è sicuramente una delle peggiori maledizioni per la vita in città; aumentare l'uso dei mezzi pubblici sia per spostamenti all'interno della stessa aera urbana che per spostamenti tra aree urbane diverse fa diminuire il traffico e diminuirlo vorrebbe dire aumentare la qualità della vita urbana. Ma ci sono altre considerazioni più sottili che vanno considerate.
Altrettanto intuitivo è che se si muovessero ciascuno in automobile i passeggeri di un autobus o di un treno mediamente pieni consumerebbero ben più petrolio di quello che viene usato per muovere quel mezzo. La cosa ha significativi pregi ambientali (minore consumo = minori emissioni in atmosfera e quindi minore inquinamento) ma anche economici: meno importazioni di petrolio e meno investimenti per la manutenzione delle strade. Inoltre l'energia elettrica (e questo ovviamente vale per linee ferroviarie elettrificate, tramvie e filobus) viene prodotta anche con sistemi che non provocano uso di petrolio ed emissioni di CO2. In Toscana in particolare una buona parte dei treni elettrici viaggiano grazie all'energia geotermica di Larderello e quindi la riduzione della dipendenza da petrolio è ancora più significativa che altrove. 
Ci sono poi dei motivi socio – economici: sicuramente il tasso di incidentalità è minore nel TPL rispetto agli incidenti dovuti al traffico stradale e quindi teoricamente chi usa il TPL ha meno probabilità di infortunarsi e quindi un massicio uso del mezzo pubblico comporterebbe anche una diminuzione di incidenti (e, si suppone, delle tariffe assicurative RCAuto....), ricoveri in ospedale e ore di malattia per infortuni e per vari disturbi della salutela cui frequenza aumenta a causa dell'inquinamento atmosferico 

Insomma, finanziando il TPL lo Stato da una parte dà (in molti casi “dava”...) ma sicuramente anche, almeno in parte, riprende qualcosae , dunque, l'equivalenza non è solo ambientale: più mezzo pubblico = più salute pubblica, in tutti i sensi.

È quindi il momento di ringraziare chi usa il TPL, sia gli utenti vecchi che quelli nuovi. Come? Facendolo diventare in molti casi non più una scelta obbligata per motivi economici, ma la scelta consapevole di un sistema di trasporto davvero più comodo, più veloce e più economico. E incoraggiando sempre più utenti a preferirlo, cercando di ridurre l'uso del mezzo privato ai soli spostamenti che lo necessitano davvero (trasporto di persone con difficoltà motorie, trasporto di beni pesanti o ingombranti, spostamenti da e per zone non servite da mezzi pubblici o male servite almeno in certe fasce d'orario anomale etc etc).

Resta il fatto che specialmente nei grandi agglomerati urbani la mobilità privata su automobile è privilegiata per tanti motivi, anche culturali (come ho detto spesso in un luogo di lavoro chi prende il bus o il treno al posto dell'automobile è considerato uno sfigato e chi ha l'auto nuova un grande). E quindi anche per motivi elettorali. Ma soprattutto è lo scarso appeal del trasporto pubblico su gomma (mezzi lenti – spesso per colpa degli ingorghi generati dal traffico privato! – pieni e talvolta sporchi) e la pericolosità di muoversi a due ruote (sia cicli che motocicli) che impedisce a molti potenziali utenti l'uso di sistemi di mobilità più amici dell'ambiente, anche all'interno di un comune grande come Firenze.
Quanto al mezzo ferroviario il confronto fra le ferrovie nostre e quelle tedesche è spesso semplicemente impietoso ed insisto che nel nostro Paese non potrà esserci una vera cultura ferroviaria fino a quando ci sarà il Gruppo FS con tutte le sue zavorre regolamentari, sindacali, dirigenziali e una talvolta discutibile professionalità degli addetti (ma non facciamo di tutta l'erba un fascio... oltre a certi personaggi ho avuto modo di conoscerne persone che vanno anche ben oltre il proprio dovere!) e fino a quando gli assessorati regionali ai trasporti non saranno tutti composti esclusivamente da persone competenti (anche se non occorrerebbe avere centinaia di Giorgio Stagni)
Come abbiamo sottolineato, siamo coscienti che ci saranno sempre persone che non potranno per tanti motivi fare a meno della mobilità con autovettura e pertanto non proponiamo una valanga di divieti ma, specialmente nei punti critici, un largo impiego di corsie preferenziali adeguatamente protette: velocizzare il TPL, anche rallentando il trasporto privato, significa aumentare la comodità del mezzo pubblico collettivo e diminuire il ricorso a quello personale,

Occorre anche favorire la viabilità ciclabile, mediante la costituzione di una vera rete interconnessa di piste ciclabili. Stigmatizo al proposito il can-can di proteste per il caso fiorentino del cordolo sul Ponte Santa Trinita con tanto di proteste da parte addirittura di critici d'arte, fra i quali qualcuno ha persino detto che le biciclette non sono adatte a luoghi come il centro di Firenze: secondo questa persona dalla delicata cultura il problema sono le biciclette e non le migliaia di autovetture che quotidianamente e vergognosamente transitano su questo storico ponte.
A proposito di bicicletta: a me fanno impazzire quelli che prendono la macchina per fare un paio di km e poi la sera vanno in palestra per dimagrire (e protestano se parcheggiano un pò lontano che gli tocca fare qualche metro a piedi prima di fare ginnastica)

Chiudo sperando sul fatto che gli Enti Locali non abbiano più paura a prendere decisioni come chiusure alle automobili, aree pedonali e corsie preferenziali che sottraggono spazio al traffico privato, la cui immediata percezione da parte dell'elettorato sia estremamente negativa ma che con il tempo diventeranno motivo di vanto e di sostegno da parte della cittadinanza.

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