Un altro governo è andato. Non entro nel merito se sia stato migliore o peggiore dei precedenti. Ma ci sono delle cose che chiedo al governo futuro che fanno parte degli argomenti di cui si occupa Scienzeedintorni. In particolare: norme tecniche più semplici in campo edilizio e ambientale, una sburocratizzazione dell’università e una maggiore attenzione per l'educazione scientifica e per la ricerca scientifica e tecnologica.
Le riforme istituzionali non sono un tema da Scienzeedintorni, e quindi evito qualsiasi riferimento ad una vicenda che ha drasticamente diviso l’Italia. Mi auguro nel prosieguo una maggiore tolleranza fra i rappresentanti delle forze politiche e anche fra i militanti di base. In tutti gli schieramenti ci sono intelligenti e deficienti, onesti e disonesti, ultras e gente più moderata nei commenti.
Fra i miei amici (su Facebook ma anche nella vita reale, che a dispetto di tanti esiste ancora) c’è di tutto, dai fascisti (veri) ai comunisti (veri) passando per centro destra, grillini ed entrambi gli schieramenti del PD (mancano antievoluzionisti e complottisti vari, quelli proprio non li voglio). Mi danno fastidio gli ultras, quelli che accusano gli altri di essere tutti dei deficienti (o ignobili personaggi con secondi fini) e quelli che solo la loro parte è sempre e soltanto lei nel giusto, limpida, disinteressata e onesta.
Insomma, spero in un miglioramento del clima. Purtroppo sono spesso i capi stessi a fomentare questi tumulti virtuali… per non parlare delle “singolar tenzoni” nei talk show, dove l’educazione di lasciare parlare senza interrompere ed offendere è una virtù ormai desueta e inconcepibile ai più.
Mi auguro che il prossimo governo continui i finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista del dissesto geo – idrologico (non voglio usare il termine esclusivamente italiano dissesto idrogeologico, dato che l’idrogeologia è lo studio delle falde acquifere e quindi con quel termine teoricamente indicherebbe che sono dissestate le falde acquifere e non la superficie terrestre….) come mi auguro continui la politica di sostegno e costruzione di infrastrutture del trasporto merci via ferrovia.
Per il resto, vorrei che finisse la politica dei favori dei regali elettorali e delle promesse di opere faraoniche impossibili a costruirsi (il ponte sullo stretto, tanto per dirne una) e soprattutto che chi governi non si circondi solo di gente che gli dice estasiata “bravo!” ad ogni uscita. Personalmente fossi un politico eviterei di circondarmi di cortigiani che mi danno sempre ragione estasiati: o non hanno idee proprie o fanno i ruffiani. In entrambi i casi gente che è meglio lasciarsi alle spalle, anche perché è un ambiente che ti tiene sganciato dalla realtà: è il confronto con chi porta idee diverse dalle tue che migliora la conoscenza e la legislazione, non l’arroccamento nella tua corte plaudente.
Purtroppo questo oltreché in politica succede anche nelle aziende, dove spesso fa carriera quello più in gamba nelle “pubbliche relazioni” o chi perde deliberatamente giocando a tennis con il capo anziché chi lavora meglio. Io personalmente se dovessi giocare con un mio superiore a ping pong o a carte (gli unici sport che mi restano…) cercherei di batterlo… (che sia per questo che non ho mai fatto carriera da nessuna parte???)
Nella politica poi la gente tende a circondarsi di cretini. È una vecchia storia. Nel PCI che fu andavano avanti quelli più fedeli alla linea, e chi ostentava idee diverse dalla posizione ufficiale del partito veniva visto molto male; negli altri partiti andavano avanti quelli più fedeli al capetto della sezione, e i vari capetti della sezione erano selezionati dal livello superiore con lo stesso criterio e via via a salire: circondarsi di intelligenti è pericoloso perché rischi che ti facciano le scarpe… conosco un solo politico che lo ha fatto di circondarsi di persone intelligenti, con il risultato che è stato scavalcato e che una parte dei suoi hanno poi seguito il marrano.
Il risultato è che in politica, fatto debite eccezioni, c’è la tendenza a circondarsi di deficienti ed in effetti conosco gente – di tutti gli schieramenti – che se non fosse in politica avrebbe seri problemi ad essere selezionato per fare qualsiasi altro mestiere, persino quello di contare le cicche in terra.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalle leggi farraginose (nella stesura delle quali hanno molto peso i veti incrociati delle lobby).
LE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI IN ITALIA E ALL'ESTERO. Faccio un esempio che ricade nelle competenze di Scienzeedintorni: le famigerate “Norme tecniche per le costruzioni” edizione 2008: un fallimento acclarato, come dimostrato dal fatto che edifici costruiti con quelle norme crollano al primo modesto terremoto. Un vero disastro.
Nicola Casagli fa vedere ai suoi studenti con la classica ironia toscana come si calcolano le fondazioni in tutto il mondo, seguendo i “sacri testi” di Terzaghi e di Brinch – Hansen. Roba pratica, senza fronzoli e per niente “naive”, che di suo non richiederebbe la classica catena di norme accessorie di attuazione da emettere a cura di vari ministeri, senza le quali una qualsiasi legge emessa da parlamento italiano su qualsiasi argomento, sia pure perfettissima, non può essere applicata. Ecco, persino la sobrietà di Terzaghi viene trasformata in una procedura bizantina che le NTC ci costringono ad adottare nel nostro Paese, dimostrando come la complessità e l'approccio burocratico sono i nemici primi della sicurezza.
A distanza di 8 anni le NTC 2008 sono per fortuna in corso di revisione, revisione che non promette niente di buono, e in questo la comunità scientifica e tecnica sta dando il peggio di sé: come fa notare il solito Casagli la questione è diventata una faida fra corporazioni, ciascuna attenta solo a mantenere privilegi e protezioni professionali. Per cui ora come ora sembra che sia stata ulteriormente complicata a dismisura una cosa semplice qual è la valutazione della stabilità delle fondazioni, con regole che in tutto il resto del mondo sono semplici, comprensibili, e applicabili anche da chi non è uno scienziato della materia.
Purtroppo l'Italia è in generale il Paese delle lobby e delle corporazioni che rendono difficile il facile attraverso l’inutile per mantenere privilegi e dove per non scontentare nessuno non si fa niente.
Mi auguro che il prossimo governo (che prima o poi ci sarà) faccia davvero semplificazione (e non soltanto nelle norme tecniche per le costruzioni).
BUROCRAZIA AL SERVIZIO DEL CITTADINO O CITTADINO AL SERVIZIO DELLA BUROCRAZIA? Alle volte, dopo una trafila burocratica si pensa che persino una delle 12 fatiche di Asterix, quella dell'ottenimento del lasciapassare A38, sia una cosa semplice rispetto alla italica burocrazia. Faccio un esempio pratico: visto il guazzabuglio di competenze al riguardo, l’ARPAT ha puntualizzato in un comunicato chi deve chiamare il cittadino se passeggiando si accorge di qualche problema lungo le rive di un fiume o di un lago (anzi, in burocratese, di un corpo idrico superficiale):
- c’è inquinamento delle acque? Vigili del fuoco o Comune
- moria di pesci? Polizia Provinciale
- rifiuti e sporcizia? Consorzio di bonifica
Non ho nulla contro ARPAT e contro chi ha scritto la cosa, che fra parentesi è una persona in gamba, che conosco benissimo e con cui mi sento diverse volte.
Purtroppo è una cosa demenziale non partorita dall’agenzia, che ha solo deciso che era giusto informare la popolazione della situazione, visto che probabilmente si sono resi conto della farraginosità della cosa.
Purtroppo temo che non sia possibile attivare un numero telefonico utile per tutta una serie di motivi che hanno una loro logica, diversa ovviamente da quella normale “del buon padre di famiglia”
Tacito, confrontando le leggi romane con quelle dei germani, diceva che i germani, avendo buone abitudini, avevano bisogno di poche leggi, mentre i latini avendo cattive abitudini avevano bisogno di tante leggi. Senza tirare fuori il trito argomento Merkel e dintorni, noi siamo i discendenti dei latini, di cui condividiamo molti vizi. Purtroppo le ultime riforme, che avevano promesso di cambiare il mondo e che si ripromettevano di impedire le cattive abitudini hanno portato una burocrazia totalmente priva di buon senso che è ostacolo al progresso e che soprattutto dimentica di avere a che fare con delle persone e non con dei complessi algoritmi. Tanto per dirne una, le bizantinissime norme per l’università, nate per combattere un malcostume davvero imbarazzante almeno in alcuni casi, l'hanno ingessata in un modo devastante.
LA NECESSITÀ DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA. Non voglio vedere più cose come questa a destra. Insisto su un fatto: possiamo diminuire le tasse agevolando aziende e consumatori, come sostengono in diversi, di tutti gli schieramenti politici.
Non entro in questioni economiche dove non ho autorevolezza alcuna. Però mi limito ad osservare che un Paese come il nostro, oltre al turismo, per creare occupazione ha solo una scelta: la ricerca scientifica e tecnologica. Perché soltanto con questa si può creare lavoro evitando di diventare solo un Paese importatore di beni esteri "fatti meglio" (e avere soldi per tasse e consumi).
Purtroppo la situazione politica al riguardo è inquietante:
- a destra si sostiene che la ricerca scientifica e tecnologica è inutile, perché tanto facciamo le scarpe più belle del mondo
- a sinistra negli stati generali della scuola si parla di rilancio della cultura umanistica (che, per carità, serve eccome!) e no di studio delle materie tecniche e scientifiche
- in mezzo ci sono i 5 stelle in cui alloggiano antivaccinisti, complottisti, senatori che calcolano la magnitudo di un terremoto dal movimento del proprio letto e altri che danno di imbecilli e incompetenti agli scienziati in generale
Con questa classe politica, chiunque vinca le prossime elezioni, non ho grosse speranze per il futuro, anche visto che l’economia è influenzata parecchio dalla Bocconi, per me la fucina di quel tipo di pensiero che ha affossato la ricerca scientifica e tecnologica.
COSTITUZIONE, ISTRUZIONE E RICERCA SCIENTIFICA. Per fortuna gli articoli della Costituzione che riguardano scuola ed università non sono stati interessati dal recente referendum e quindi posso citarli senza essere per forza coinvolto nell’agone politico – mediatico sulla questione (che sembra finalmente esaurirsi):
Art. 9: la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 33: l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. É prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato
Art. 34: la scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
MI AUGURO QUINDI CHE IL NUOVO GOVERNO:
- prosegua l’attività del governo precedente in favore della sicurezza geo – idrologica e del trasporto pubblico (specialmente quello su ferro, anche delle merci)
- semplifichi le competenze sul territorio (non si possono continuare a vedere “corpi idrici” che in 20 km cambiano 4 volte ente competente..) e agevoli in questo modo le operazioni di messa in sicurezza dopo le inevitabili catastrofi future
- promulghi una nuova edizione delle Norme Tecniche per le Costruzioni semplici, chiare, comprensibili ed efficaci, fregandosene delle varie rivendicazioni corporative
- persegua con attenzione l’indipendenza energetica del Paese attraverso il risparmio energetico e l’incoraggiamento dell’uso di alternative ai combustibili fossili
- renda semplice e attento alla salute pubblica il sistema delle autorizzazioni ambientali per le attività industriali e artigianali, che oggi si dibattono in mille difficoltà burocratiche anche su questo versante per aprire o proseguire l'attività. E che questi controlli siano sostanziali, attenti e frequenti perché anche in questo settore non possiamo permetterci i furbetti, che continuano ad esistere nonostante (anzi, forse proprio grazie a questo) un asfissiante sistema di autorizzazioni e controlli
- incoraggi l’università, specialmente nel settore della ricerca, la finanzi, la sburocratizzi e tolga di mezzo lacci assurdi
- persegua una sana politica di incoraggiamento e di finanziamento della ricerca scientifica e tecnologica sia pubblica che privata
- si occupi con coscienza dell’educazione scientifica delle nuove generazioni
- eviti di nominare un ex-rettore come ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: si è visto che gli appartenenti a questa categoria tendono inevitabilmente a fare gli interessi di bottega del proprio Ateneo di provenienza, piuttosto che quelli del Paese.
- eviti di far commissariare subito il Ministro di cui sopra con un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio docente di economia politica, soprattutto se dell'Università Commerciale Luigi Bocconi.
- faccia in modo che il nuovo ministro applichi finalmente a Scuola, Università e Ricerca le loro prerogative costituzionali che stanno negli art.9, 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana
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