tag:blogger.com,1999:blog-191685988918780993.post5289864535084695567..comments2024-03-23T20:00:01.250+01:00Comments on scienzeedintorni: La frana di Cavallerizzo di Cerzeto (Cosenza): magistratura contro Geologia e Protezione CivileAldo Piombinohttp://www.blogger.com/profile/14315928146460343487noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-191685988918780993.post-88613927889627258462014-04-09T22:14:53.295+02:002014-04-09T22:14:53.295+02:00La ringrazio per il commento, a cui rispondo anche...La ringrazio per il commento, a cui rispondo anche se in questi giorni non mi sento un gran chè e quindi corro il rischio di essere poco lucido.<br /><br />Una prima considerazione è che qui ci troviamo davanti due lavori, che arrivano a conclusioni completamente diverse. È molto probabile che uno dei due sia sbagliato. A chi dare retta?<br /><br />Prima di tutto ho scritto che gli Autori di questa perizia non mi risulta si occupino continuativamente di frane, non che non sono dei geologi di un certo spessore. Solo che mi pare che vi occupiate più che altro di un tema (per me estremamente interessante, peraltro) e cioè la storia geologica della Calabria e non di geologia applicata. Tutto qui. <br />Fra parentesi scrivete che un deposito detritico qualsiasi sarebbe un indicatore di frana.<br />E i processi erosivi e colluviali dove sono andati a finire?<br /><br />Lei continua a sostenere che <br />1. il lavoro del DPC sia stato frettoloso.<br />Su questo non sono d'accordo, assolutamente, conoscendo il lavoro, chi l'ha fatto, quanto sono durati i monitoraggi e il grado di affidabilità che ha quel gruppo a livello MONDIALE<br /><br />2. che i dati satellitari siano insufficilenti.<br />Peccato che, per esempio, proprio grazie ai dati satellitari quel gruppo sia riuscito ad evitare una possibile tragedia in una zona assolutamente non monitorata, ma solo lavorando sui dati satellitari e sia finito in prima pagina di Repubblica... <br />Dopodichè vorrei proprio sapere come fate ad affermare che il paese non si muova, visto che non presentate un dato che uno. <br />Inoltre dite che il sito di Pianette ha gli stessi problemi, senza presentare dati, e questo non è vero, come ampiamente dimostrabile dai dati. <br /><br />3. che la deformazione gravitativa profonda di versante (o Struttura Cuneiforme di Assestamento Gravitativo) non costituisca problema<br />Non posso essere d'accordo con questa asserzione<br /><br />4. il fatto che il rischio sismico sia presente da altre parti (purtroppo e notoriamente) e che ci sarebbe da delocalizzare mezza Italia. <br />Su questo sono perfettamente d'accordo. E proprio per questo dico: abbiamo una situazione da urlo, ottima occasione per intervenire. A mio avviso questo, quindi, non implica che qui si debba stare fermi. Anzi... è assurdo fare lavori di consolidamento in una zona del genere.<br /><br />5. c'è poi una questione di fondo: chi ha fatto quelle cose si occupa specificamente di frane e sta monitorando o ha concluso di monitorare i movimenti di una lunga lista di frane (e anche una nota nave) e non ci sono mai stati errori mentre Lei ha scritto articoli, peraltro brillanti ed interessanti, sulla stratigrafia e su altre caratteristiche dell'arco calabro e non solo (e mi piacerebbe sapere cosa pensa di alcuni irrisolti problemi della storia geologica della Calabria) ma non ho visto altri lavori da Lei scritti su temi di geologia applicata.<br />È evidente che, facendo un paragone, se ho problemi cardiaci andrò da un cardiologo, non da un ortopedico. E se vado da entrambi, in caso di pareri differenti, terrò più in considerazione quello del cardiologo....Aldo Piombinohttps://www.blogger.com/profile/14315928146460343487noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-191685988918780993.post-24858285196215624322014-04-09T11:36:09.370+02:002014-04-09T11:36:09.370+02:00La ringrazio dei suoi commenti sulla mia eventuale...La ringrazio dei suoi commenti sulla mia eventuale conoscenza della materia..... che ritengo del tutto inutile in un sano e costruttivo confronto scientifico. Ritengo inutile, sterile e improduttivo ribattere sull'intera questione..... anche perchè lei mi giudica non esperto della materia..... peccato che il MIUR non la pensa come Lei..... ma forse Lei si sente superiore anche al MIUR.<br />Unica cosa che tengo a precisare per gli eventuali lettori, dato che questo è un sito aperto, che a quanto pare lei non ha ben inteso il fine del mio lavoro scientifico o forse ho peccato io in chiarezza. Ad ogni modo Lei sostiene che non ho considerato le indagini in situ..... peccato che lo scopo del lavoro era dimostrare con quanta superficialità la protezione civile avesse ordinato la delocalizzazione sulla base di relazioni scientifiche ufficialmente fondate solo su dati satellitari (che per molti nel mondo scientifico sono considerati di supporto alle normali indagini in situ; ovviamente su questo punto posso accettare che non tutti la pensino così)e soli carotaggi pregressi ossia effettuati nel 1999 mentre la frana e l'ordinanza di delocalizzazione è avvenuta nel 2005. Pertanto nelle relazioni ufficiali consegnate manca ogni riferimento a nuove indagini in situ eseguite post-frana. Inoltre nelle relazioni a supporto della delocalizzazione si descrive una paleofrana secondo un modello SCATG, o lei la vuole chiamare DGPV, potenzialmente riattivabile...... tale rischio è quindi potenziale e non imminente pertanto, personalmente, ritengo insufficiente per un'ordinanza di delocalizzazione. A tal riguardo anche il Vesuvio ha un forte rischio potenziale così come Reggio Calabria ma non per questo entrambi delocalizzati. Tuttavia quest'aspetto è ampiamente trattato nella mia pubblicazione. Allo stato attuale l'85% del centro storico a 9 anni dalla frana è perfettamente intatto senza alcuna evidenza di movimento...... è ovvio che l'abbandono totale e l'incuria dell'intero tessuto urbano con il passare del tempo potrà determinare danni agli edifici storici con fenomeni di crollo o anche evoluzione delle frane perimetrali con possibile coinvolgimenti di alcuni edifici ormai abbandonati....per cui sarebbe utile quanto meno qualche intervento per la conservazione della storia e le tradizioni di una comunità ormai privata del proprio tessuto storico residenziale. A tal proposito condivido pienamente quanto scritto da "Cosa Bozzuta", argomento questo lungamente trattato nel mio lavoro e che forse ne rappresenta uno dei punti cardine. <br />Relativamente alla frana avvenuta nel 2005, posso solo dire che era ampiamente conosciuta e riportata fin nelle cartografie storiche risalenti al 1913. Frana questa che lambiva marginalmente il centro storico e con la quale gli abitanti di Cavallerizzo avevano imparato a convivere con essa e con l'intero territorio difficile disseminato interamente da diffusi dissesti che perimetrano o coinvolgono numerosi centri abitati nel contorno..... <br />Peccato che dagli anni 1970 in poi a Cavallerizzo si è deciso di costruire diversi edifici nonchè far passare una condotta idrica interrata di oltre 90 l/s in pieno corpo di frana che come era ovvio si è riattivata nel 2005. Tale frana resta comunque perimetrale al centro storico che attualmente è perfettamente intatto ed eventualmente minacciato da un rischio potenziale per possibile riattivazione di una paleofrana sotto effetto sismico. Condizione quest'ultima valida per gran parte dei centri urbani in zona e nell'intera regione.<br />Vabbè spero di aver aggiunto qualche chiarimento.<br />La prego soltanto, dal momento che questo è un sito aperto al pubblico, di tenere per se le sue considerazioni personali sulla mia conoscenza e professionalità e ad attenersi ad un corretto e costruttivo confronto scientifico...così come sono solito fare io in simili contesti.<br />Tuttavia La ringrazio dell'interesse dimostrato.<br />fabio iettoAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/05831245743484147465noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-191685988918780993.post-53911479261307476222014-03-03T21:41:00.747+01:002014-03-03T21:41:00.747+01:00si, forse la protezione civile è intervenuta con l...si, forse la protezione civile è intervenuta con la delicatezza di un ippopotamo in una cristalleria... ho sottolineato anche io che Cavallerizzo non è un paese normale. Ma resta il fatto che non è possibile mantenere un abitato in quelle condizioni geologiche. È anche chiaro che ci sono tanti abitati in Italia che per qualsiasi motivo, sono costruiti dove non dovrebberoAldo Piombinohttps://www.blogger.com/profile/14315928146460343487noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-191685988918780993.post-86389886222007459112014-03-03T21:18:11.977+01:002014-03-03T21:18:11.977+01:00il fatto è che un punto di vista strettamente geol...il fatto è che un punto di vista strettamente geologico non basta. si dovrebbero esplicare, nella gestione di questi interventi, competenze di natura umanistica afferenti a discipline quali la geografia e l'antropologia.<br /><br />un territorio si compone di relazioni complesse tra ambiente e comunità che lo vive e lo modifica, sono relazioni di ordine materiale e simbolico non aggirabili, se si vuole intervenire in maniera efficace.<br /><br />la rilocalizzazione di un paese inagibile, abitato da una comunità così peculiare, richiederebbe capacità di intervento differenti rispetto a quelle espresse da autorità che sanno parlare solo con voce autoritaria e per mezzo di discorsi tecnici non comprensibili ai più (e perciò sospettabili di secondi fini, cosa non certo escludibile a priori, di ingegneri che promettono miracoli è pieno il mondo).<br /><br />è tutta da costruire, in Italia, una cultura della progettazione territoriale partecipata e condivisa, che metta in comunicazione le competenze e le ragioni scientifiche con le esigenze delle comunità locali. <br /><br />le modalità di gestione emergenziali e commissariali che vanno per la maggiore non possono che creare scontento e conflitti, aldilà delle ragioni scientifiche che possono addurre a proprio sostegno. <br />il fatto che queste modalità siano spesso ottime coperture per una gestione quantomeno poco chiara di fondi pubblici è solo un motivo in più per sconsigliarle, senza qui entrare nel merito delle modalità allegre con cui sono stati gestiti i vari interventi di costruzione delle cosiddette new town, ma tenendo presente che la deformazione del ruolo della Protezione Civile avvenuta in anni recenti è stata un fatto, e un fatto molto grave.Cosa bozzutahttps://www.blogger.com/profile/17933021667776715682noreply@blogger.com