lunedì 28 maggio 2012

Incontro sulla geologia del petrolio con il sottoscritto e Mauro Annese a Firenze

Questa è la locandina dell'incontro che si svolgerà alla Sala Strozzi del Museo di Paleontologia dell'Università di Firenze sul petrolio martedì 28 maggio alle ore 15.

Io parlerò della stratigrafia petrolifera italiana, delle nuove risorse petrolifere mondiali, sia convenzionali che alternative come Gas Shales e Oil Sands (e - soprattutto - delle loro pesanti problematiche ambientali) e della geopolitica del petrolio.
Sono argomenti che ho già trattato su queste pagine e che poi conto di reinserire organicamente su Scienzeedintorni.

Con me ci sarà Mauro Annese, che racconterà le sue esperienze di geologo del petrolio in Libia. Ai tempi della guerra di Libia ho già ospitato un bel contributo di Mauro a proposito di queste sue esperienze su Scienzeedintorni e insieme abbiamo anche scritto un post sulla storia del petrolio in Libia.

Ringrazio il dipartimento di Scienze della Terra per l'occasione (in particolare i proff. Enrico Pandeli e Lorenzo Rook) per l'opportunità che mi viene data.


domenica 20 maggio 2012

Considerazioni preliminari sul terremoto di stamattina in Italia Settentrionale


Scusate la mia lunga assenza ma ho parecchi impegni nel periodo. Però data la situazione un breve aggiornamento ci voleva. Il terremoto di stanotte in Emilia – Romagna è stato decisamente fortino ma una considerazione fondamentale da fare è che ancora una volta l'Italia non ne esce bene come sistema di costruzioni perchè, alla fine, lo scuotimento non è stato poi eccezionale. Diciamo che qualche campanile crollato ci poteva stare, il resto mi lascia un po' perplesso.  Ma qui facciamo delle considerazioni diverse. Parliamo del meccanismo focale. Data la stringente attualità posto preliminarmente delle note un po' stringate ma soprattutto con un po' di immagini che spero possano chiarire meglio quello che è successo.

La Pianura Padana è uno dei settori in cui si divide il limite fra due zolle, la Placca Adriatica e la Placca Europea. Per comprendere le cose è essenziale capire che il Mediterraneo occidentale è composto da una serie di bacini oceanici che hanno frantumato il bordo meridionale della catena alpina.
Oggi queste zone continuano a fare la parte della Placca Europea ma sono state spostate verso Est, con in più una rotazione in senso antiorario. Ritorniamo a circa 30 milioni di anni fa, quando Calabria, Sardegna, Corsica, la parte sommersa a nord della Sicilia più vicina all'isola (e secondo me anche la Toscana occidentale, ma non ditelo: sono l'unico adesso che lo sostiene....) erano tutte unite lungo il bordo dell'Europa tra le Alpi e la Spagna meridionale. Ne ho parlato in questo post. L'immagine qui sopra rappresenta uno stadio intermedio tra quando queste aree erano ancora attaccate al bordo dell'europa ed oggi, tratta da Viti et al. 2009: Generation of Trench-Arc-Back Arc systems in the Western Mediterranean Region driven by plate convergence. Ital. J. Geosci, vol. 128 n,1 pp 89-106, bisogna ritornare a

La zolla adriatica continua a pressare questi brandelli di Europa ed infatti vedete in questa carta il fronte di compressione che parte dalla Lombardia e finisce nel Canale di Sicilia (nella carta non si vede il proseguimento verso ovest nel Nordafrica). Nella zona dell'Emilia e della Romagna in particolare si esplica in una serie di pieghe sotto la Pianura Padana.
In pratica Verona e Bologna si trovano su due zolle diverse e i fatti si avvicinano più o meno costantemente, sia pure alla non fantastica velocità di qualche millimetro all'anno (per paragone: l'Australia va verso nord a 8 centimetri l'anno)
In particolare i terremoti si provocano lungo i cosiddetti “Blind Thrust”: sono delle cosiddette “faglie cieche”, cioè faglie che non arrivano in superficie: si formano nella zona di nucleo delle pieghe perchè quando il piegamento diventa troppo elevato alla fine la piega si rompe. Vediamo, prese da "An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting", articolo ad opera di Pierfrancesco Burrato, Francesca Ciucci e Gianluca Valensise dell'INGV, pubblicato sulla rivista “Annali di Geofisica”, una pianta della Pianura Padana con raffigurate queste pieghe.


Quest'altra immagine invece raffigura la situazione in sezione. Le faglie sono le linee rosse che per di più sono molto utili per la ricerca di petrolio e di gas, in quanto formano delle “trappole" per gli idrocarburi e/o sono una via preferenziale di risalita